MISERICORDIA!
Cinque confraternite della Misericordia, tra cui quella di Modena del Giovanardi gemello del ministro, volano spedite sulle ali dello sfruttamento economico della sofferenza. Sottraendo, in una gara al ribasso, l’appalto del Cpt di Bologna alla Croce Rossa, la Misericordia di Modena si è aggiudicata il suo secondo lager. Altre quattro Misericordie, di Crotone, Lampedusa, Realmonte e San Biagio Platani, gestiscono campi di concentramento nei rispettivi territori.
«Il movimento caritativo dei Fratelli della Misericordia da circa otto secoli opera ininterrottamente a favore della sofferenza e “confortare i carcerati” è un’attività propria per le Misericordie» recita la Confederazione nazionale. Sarà per questo che cinque confraternite di queste cooperative di servizi in Opere di Misericordia di “secondo volontariato” hanno deciso di lanciarsi nel piatto ricco del conforto agli immigrati reclusi nei lager.
Con le conoscenze giuste in alto loco, la Misericordia di Davide Giovanardi, che già si occupa della struttura modenese di Sant’Anna, da aprile 2005 gestisce anche quella di via Mattei a Bologna. La gara d’appalto è stata vinta puntando in gran parte sulla diminuzione del costo del personale, oltre che sulla riduzione dei servizi sanitari. Dopo alcune polemiche sul calo delle prestazioni sanitarie, il suddetto ha rassicurato la Prefettura di Bologna che niente cambierà rispetto alla precedente gestione. A proposito della sua malafede va ricordato quello che riuscì a dire nella puntata di Report del 18 aprile 2004: «al Cpt non ci vanno i clandestini. Al Cpt ci vanno persone che hanno fatto delitti recidivanti, escono magari dalla galera, quella tradizionale, spacciatori, prostitute, ladri abituali. Cioè non viene preso il povero clandestino, il filippino o la persona di colore perché non ha il permesso di soggiorno. Questo mai!»; e ancora «Noi non abbiamo una sede e questi soldini da qualche parte bisogna trovarli! Io come presidente della Misericordia ho l’obbligo morale di fornirgli un’ambulanza di servizio, che adesso costa intorno ai 140 milioni, un’ambulanza, ahimè! Allora credo che un’impresa moderna si debba garantire anche in qualche modo un introito. La storia del Cpt alla fine ci porta un utile per cui la prossima ambulanza sarà pagata in parte dal Cpt. A me questa pare una cosa bellissima…». Non c’è viatico migliore per rassicurarci sulla continuità di trattamento dei reclusi rispetto ai suoi predecessori che li consegnavano ai manganelli di polizia e carabinieri ogni qualvolta tentavano di reagire ai soprusi e all’internamento.
Le altre confraternite lamentano che la gestione dei Cpt «rovina il nome delle Misericordie, che occorre difendere la loro tradizionale attenzione rivolta all’uomo, alla sua dignità divina, piuttosto che alle istituzioni e alla loro dignità terrena» ma si riservano di delegare al Movimento la risoluzione della questione. Ovviamente l’attenzione sui Cpt si è scatenata solo dopo gli attacchi subiti da alcune sedi delle Misericordie, prima non si erano preoccupati della cattiva fama; e dire che il saltimbanco Giovanardi (quando la gara d’appalto per Modena venne vinta dalla Misericordia, passò dalla presidenza della Croce Rossa al comando della Confraternita) è dal 2002 che si preoccupa di sostenere le mura intorno ai carcerati del campo di Sant’Anna! Non dubitiamo dell’esito di un tale dibattito, se mai ci sarà, anche perché ai Fratelli sarà sufficiente sapere che chi amministra questi campi d’internamento considera «possibile umanizzarli usando “il cavallo di troia” della gestione per portare conforto ai reclusi magari attraverso un progetto di alfabetizzazione»; e ancora «visto che ormai ci siamo, tanto vale mantenere le convenzioni e cercare di fare il meglio che si può». Se a ciò si aggiunge che il presidente delle confraternite Gabelli vanta ottimi rapporti con il ministro degli In-terni Pisanu, siamo in una botte di ferro.
Del resto, la gara d’appalto per il Cpt di Bologna si è svolta tra degne sorelle di fede come Croce Rossa e Caritas e la gestione degli altri lager in Italia non è in mano a gente meno dedita al soccorso caritatevole.
LETTERA
DI CRISTIAN DAL CARCERE DI LECCE
23
maggio
Carissimi
compagni miei, VI HO SENTITI, VI HO SENTITI ECCOME!!! Che grande giornata quella
di ieri, che indimenticabile pomeriggio. Sono rimasto incollato alla finestra
per tutto il tempo, ho sventolato una maglietta nera più in alto che potevo
(usando una scopa) e ho urlato, ho urlato con tutto me stesso. Vi ho
riconosciuti tutti, uno per uno, ogni vostra parola è stata anche il volto di
tutti i miei compagni e se le mie orecchie hanno ricevuto tutto forte e chiaro,
i miei occhi, per quanto si affannassero, sono riusciti a distinguere solo una
cosa, ma che le vale tutte, una bella e alta bandiera nera al di là di questo
stramaledetto muro di cinta. Vi conosco, e so bene di quale grande solidarietà
voi siete capaci, eppure continuate a stupirmi: cataste di telegrammi e lettere,
iniziative straordinarie una dopo l'altra, cose mai viste in questa città
dormiente e con una partecipazione davvero inimmaginabile qui da noi. Tutto ciò
mi riempie il cuore di gioia e conferma la precisa convinzione che i dolci
sentimenti che ci legano superano qualunque ostacolo, si tratti di sbarre e
cemento come di centinaia di kilometri. Anche qua dentro la solidarietà non è
poca, qualunque cosa mi mancasse è arrivata in un batter d'occhio.
In
cella siamo in tre persone: io, che dormo a mezzo metro dal soffitto, e due
meravigliosi napoletani che con la loro simpatica parlata riescono a farmi
ridere in continuazione (non pensavo si potesse ridere così in galera). Questa
è gente che ha svariati anni di carcere alle spalle e tanti altri ancora
davanti a sé (siamo nella C2 Alta sorveglianza, "associazione di stampo
mafioso") e che quindi conosce bene il modo migliore di far passare la
giornata, inventandosi di tutto e salendo in branda solo per la notte. Mi stanno
aiutando davvero tanto e stanno nascendo spontanei rapporti di amicizia tra noi.
Saverio è nella sezione sotto la mia (anche se ci abbiamo provato, si sono ben
guardati dal metterci insieme, tutti e 3 intendo) e facciamo le ore d'aria in
"gabbioni" attigui, questo permette ad ognuno di noi di guardare
l'altro mentre passeggia. Anche se non possiamo parlarci, quei pochi baci
volanti e saluti che riusciamo a scambiarci rinfrancano l'animo e ci rinforzano.
Salvatore, purtroppo è dall'altra parte, quindi a parte qualche casuale
incontro nei primissimi giorni del nostro arresto, riesco a vederlo (senza mai
incrociare il suo sguardo, per quanto ci provi) attraverso vetri e sbarre quando
lui è all'"aria" ed io vengo portato da qualcuno (avv., colloqui,
operatori vari, comandante...). Mi manca!
Pensate
un po’, chi è venuto a "trovarci". Beh, si è scomodato niente meno
che il senatore Maritati. Ci ha provato a cavalcare la protesta, ma con un
tentativo così maldestro non poteva che ricevere il fatto suo: so che Saverio
non ha voluto parlargli per niente, mentre io ho capito che era un parlamentare
solo quando me lo sono trovato davanti. Al che, dopo 30 secondi che parlava (ero
curioso di vedere come pensava di impostare il rapporto dialettico uomo di
potere-anarchico) - dicendo che si è precipitato dall'estero appena gli è
giunta notizia dell'"ondata repressiva" (parola di magistrato
democratico) e stronzate varie del tipo "salvaguardare la libertà di
opinione", "legalità all'interno del carcere, rispetto dei diritti
umani, denunciare se subiamo soprusi da chiunque" - gli ho risposto:
"lei è mio nemico al pari degli altri carcerieri, se ancora non lo ha
capito è perché ha il prosciutto sopra agli occhi", mi sono fatto aprire
e sono risalito in sezione. Devo ammettere che oltre che doveroso è stato
divertente vederlo arrampicarsi sugli specchi come solo un "politico"
sa fare. Entro 15 giorni da venerdì 20 ci sarà il riesame per me e, a parte
questo terribile interrogativo che pende sulla nostra testa, io sono, tutto
sommato, abbastanza sereno. Vi voglio un mondo di bene.
CATTURATO
NON È CONQUISTATO! LA LOTTA CONTINUA!!!
NON MI AVRANNO MAI, VOSTR CRISTIAN