Una lettera di Salvatore dal carcere

Mando un caro saluto e un grande abbraccio a tutti coloro che in questi giorni si stanno spendendo a manifestarci la loro solidarietà con le manifestazioni, i volantinaggi, i presidi, le lettere, i telegrammi… Tutto questo che arriva da fuori tiene alto il mio morale e fa capire alle “teste pensanti” dello Stato che hanno messo a punto l’ennesima montatura giudiziaria, che la lotta non la possono fermare e che non sono sufficienti i muri, il filo spinato, le sbarre e i guardiani di carne umana a isolarci dal contesto sociale in cui viviamo.

Anche in carcere gli altri prigionieri manifestano grande solidarietà. Dopo due giorni tra i “comuni” ora ci troviamo in regime di alta sorveglianza, ma in mezzo ad un’umanità splendida, un’umanità che continua a vivere, a sperare e a sognare, a dispetto delle 20 ore giornaliere in cui ci costringono a stare in una cella di due metri per quattro, fino a tre persone, senza nessuno spazio di socialità che sia diverso dalle ore d’aria. Oltre mille individui solo in questo carcere, il cui corpo giace ma il cui pensiero è libero.

È fin troppo evidente lo scopo di questa loro ennesima montatura giudiziaria: vogliono legare le mani e tappare la bocca a chi non è disposto a chinare la testa, a chi da troppo tempo rompe la monotonia dell’ordine costituito, lottando per un mondo diverso, per una vita che valga la pena vivere e per la libertà di tutti. Vogliono eliminare qualsiasi forma di dissenso e di critica radicale dell’esistente; a maggior ragione se poi questa critica è diretta a persone molto in alto quali sono gli arcivescovi ed i loro servi, persone che hanno protezioni politiche laddove pulsa in cuore incancrenito dello Stato. Non vi è dubbio, infatti, che questa operazione si incastri a perfezione nell’ambito di un più ampio progetto: spostare l’attenzione dalle vicende giudiziarie di coloro che hanno torturato, psichiatrizzato, violentato, sequestrato e imprigionato migliaia di individui nel nome dello Stato e della democrazia, nell’attesa di riabilitarli in tempi non troppo lontani, nella logica dominante di questi tempi di guerra.

In questo mondo alla rovescia, la realtà è capovolta e la lingua di Stato la giustifica: è così che noi siamo dipinti come terroristi e violenti. Ma terrorista è lo Stato, e la storia lo dimostra ampiamente, e in quanto alla violenza, ritengo accettabile solo la violenza rivoluzionaria. Hanno detto che i violenti sono coloro che hanno incendiato i bancomat, ma come qualcuno affermava già molto tempo addietro «il vero ladro non è chi rapina una banca ma chi la fonda».

Terrorismo e violenza è invece bombardare intere popolazioni e fare migliaia di morti; sono l’Ilva di Taranto e Porto Marghera che uccidono lentamente e legalmente, sono le morti bianche sul lavoro, i lager per immigrati e i loro annegamenti, i rastrellamenti, le deportazioni, i suicidi in carcere. Terrorismo e violenza sono la devastazione ambientale e il saccheggio delle risorse, la produzione industriale e la sua continua delocalizzazione, alla ricerca di sempre maggiori condizioni di sfruttamento e di nuovi schiavi in nome del profitto, sradicando i popoli e lasciandosi dietro migliaia di indesiderabili, espropriati delle proprie vite… e mi fermo qui perché sarebbe un elenco troppo lungo.

Ringrazio ancora una volta voi fuori che ci sostenete e continuate la nostra lotta, significa che non ci hanno fermato.

Non possono farlo, perché, come ha scritto una compagna: «i nemici di ogni frontiera hanno la libertà nel cuore, nessuno li può imprigionare».

Oggi sono anch’io lì in mezzo a voi.Oggi sono un po’ più libero anch’io.

Vi abbraccio forte

Salvatore

19 maggio 2005, 9,30

Dall’Alta Sorveglianza del carcere di Borgo S. Nicola, Lecce


MANIFESTAZIONE A LECCE CONTRO TUTTI I LAGER

IN SOLIDARIETÀ CON GLI ANARCHICI ARRESTATI  

Cinque compagni sono stati arrestati a Lecce, con l’accusa di aver dato vita ad una associazione «a fini di eversione dell’ordine democratico». L’ordine democratico che si è sentito in pericolo è quello che sequestra nei lager chiamati Centri di Permanenza Temporanea gli stranieri che arrivano in Italia spinti dalla disperazione anziché dal turismo. I compagni arrestati sono infatti conosciuti per le loro lotte condotte al di fuori di ogni ambito istituzionale, fra cui quella contro il famigerato Cpt Regina Pacis. Oggi il pm Giorgio Lino Bruno vuole presentare il conto a chi si oppone radicalmente ai lager di Stato, alla guerra in Iraq, allo sfruttamento della Benetton, a chi si prende da sé lo spazio vitale, senza passare per vili deleghe ed umilianti genuflessioni. I cinque anarchici sono stati arrestati perchè credono che gli sfruttati e gli oppressi non debbano compiangersi, bensì insorgere. Perché il migliore dei mondi possibili non è certo quello dove i ricchi rispettano la miseria dei poveri e i poveri rispettano l’opulenza dei ricchi, come vorrebbe far credere la canea mediatica. Sono i governi di tutto il mondo — con le loro guerre da scatenare, le loro frontiere da proteggere, i loro passaporti da controllare, i loro profitti da incassare — a creare le condizioni dell’immigrazione clandestina, che giova e frutta denaro a chi come l’arcivescovo Ruppi o come Benetton ha costruito il proprio impero sullo sfruttamento della miseria.

Se il Regina Pacis è stato teatro di tante rivolte, è perché non tutti i reclusi al suo interno sono animali addomesticati e non tutti queli che sono all’esterno sono cittadini mansuefatti. Quando l’esistente diventa insopportabile, il buon senso dei rassegnati è solo un vuoto pretesto per rinunciare ad agire.

Di fronte alla sofferenza imposta dal dominio e dalla merce, non c’è migliore virtù della solidarietà, non c’è peggiore ipocrisia delle lacrime e dell’indifferenza in cui rimangono invischiati coloro che non osano tradurre il pensiero critico in atto ribelle, in complicità attiva.

Il terrore è l’arma dello Stato, ma arrestando cinque anarchici e indagandone altri non può mettere in scacco la voglia di riscatto degli oppressi...

La complicità è un’arma. La solidarietà è una forza.

LIBERTÀ PER CRISTIAN SALVATORE SAVERIO ANNALISA E MARINA

LIBERTÀ PER I MIGRANTI E PER TUTTI GLI OPPRESSI

FUOCO AI LAGER!

ANARCHICI DEL CAPOLINEA

 

SABATO 21 maggio concentramento ore 14 in via Adua (nei pressi di P.ta Napoli) e corteo cittadino

DOMENICA 22 assemblea ore 11 su:

- Carcere e repressione - I Cpt e il mondo delle espulsioni

Ore 14 presidio sotto il carcere di Lecce

 

È sgradita la presenza di partiti, giornalisti e infami