CRONACHE

8 marzo 2002 Foggia. Nel centro di detenzione di Borgo Mezzanone, 87 egiziani si oppongono al rimpatrio forzato distruggendo infissi e suppellettili e tentando di dare fuoco ai materassi.

aprile 2002 Torino. I carabinieri tentano di interrompere un banchetto informativo contro le espulsioni e di identificare i partecipanti, i quali però dichiarano di essere tutti clandestini. Al confronto acceso che ne segue partecipano molti stranieri presenti che solidarizzano con i compagni e urlano slogan contro le forze dell’ordine. Dopo un inizio di rissa, i carabinieri si ritirano in attesa di rinforzi e i clandestini si dileguano.

maggio 2002 Torino. Ignoti irrompono in pieno giorno in una sede della Lega Nord, tracciando scritte antirazziste e sfasciando qualche computer.

maggio-giugno 2002 Torino. «Quattro giorni contro le espulsioni», con assemblee di piazza, banchetti informativi, un presidio sotto la sede dell’Alitalia (responsabile della deportazione dei clandestini) e corteo.

giugno 2002 Torino. Un gruppetto di facinorosi invita gli abitanti di Porta Palazzo a sottrarsi al controllo tecnologico e mette fuori uso una delle tante telecamere che spiano il quartiere.

8 giugno 2002 Foggia. 35 maghrebini fuggono da Borgo Mezzanone dopo aver aggredito due carabinieri in servizio di vigilanza.

31 agosto 2002 Melendugno (LE). Nella mattinata, alcuni manifestanti irrompono ed interrompono il Consiglio comunale al suono di trombe da stadio. Poi col megafono viene espresso tutto il proprio disprezzo per il sindaco che pretendeva di vietare una manifestazione a San Foca (frazione di Melendugno) con esposizione di una mostra contro il Cpt Regina Pacis. Volantinaggio all’esterno fra i passanti.

4 settembre 2002 Trapani. Botte e manganellate nel Cpt SerrainoVulpitta, dove gli immigrati hanno tentato di ribellarsi perché vogliono trattenere alcuni di loro ancora 30 giorni, nonostante ne abbiano già passati 13 nel centro di Lampedusa. C’è anche il tentativo di suicidio di un altro immigrato che, venuto a conoscenza della morte del fratello, tenta di impiccarsi alle sbarre del centro. L’esasperazione fa esplodere la rabbia degli immigrati: in due si tagliano le vene e altri due rimangono feriti. Per tutta risposta gli immigrati detenuti sono rinchiusi in cella, con il divieto di uscire persino nei corridoi.

21 settembre 2002 San Foca. Quattro uomini tentano di evadere dal Cpt Regina Pacis; c’è una rissa coi carabinieri e purtroppo due vengono arrestati.

3 novembre 2002 Monteroni (LE). Manifestazione davanti alla chiesa matrice in cui il vescovo Ruppi (complice nella gestione del Regina Pacis) chiude la sua visita pastorale. È allestita una mostra sull’immigrazione, vengono aperti striscioni e distribuiti volantini. Il vescovo rinuncia ad affacciarsi sulla piazza alla fine della celebrazione e per evitare di passare davanti ai manifestanti fugge dal retro.

12 novembre 2002 Lecce. Intorno alle 19 alcuni guastafeste si ritrovano davanti alla Prefettura. Con fischietti, trombe, megafono, battitura di pentole, per un paio d’ore fanno sentire il proprio disprezzo agli 11 Ministri dell’Interno dell’area adriatico-jonica che si apprestano a cenare e che l’indomani dovranno tenere in città un vertice «per potenziare il piano di allerta e reazione rapida contro l’immigrazione illegale». Vengono effettuati blocchi stradali a singhiozzo e distribuiti migliaia di volantini ad automobilisti e passanti.

13 novembre 2002 Lecce. Durante il corteo del Social Forum contro il vertice dei ministri, manifestanti irriverenti bersagliano con frutta marcia e uova alcuni sbirri, giornalisti ed il servizio d’ordine del Lecce Social Forum.

14 novembre 2002 Agrigento. Tutti i 95 “ospiti” del Cpt di contrada San Benedetto danno vita, durante la notte, a una vera e propria rivolta. Alla fine gli immigrati tentano inutilmente di fuggire, usando alcuni pezzi dei mobili che arredano le camere del Cpt per sfondare i vetri blindati, e cercando poi di guadagnare l’uscita, dove sono schierati polizia, carabinieri e guardia di finanza. Cinque immigrati, ritenuti gli organizzatori della rivolta, sono arrestati. Un sesto viene arrestato per altri motivi.

20 novembre 2002 Casarano (LE). Una quindicina di persone irrompono durante una conferenza e aprono uno striscione contro i lager e le espulsioni; la conferenza, organizzata da AN, ha per tema la legge Bossi-Fini e vede la partecipazione dell’on. Mantovano e di don Cesare Lodeserto.

22 novembre 2002 San Foca. Quaranta immigrati evadono dal Cpt Regina Pacis scontrandosi coi carabinieri. Nelle ore e nei giorni successivi verranno quasi tutti ripresi, solo in sette riusciranno a guadagnare la libertà. I fuggitivi reimprigionati faranno poi sapere di essere stati selvaggiamente picchiati per ritorsione.

30 novembre 2002 Bologna. Attorno alle 6.30 tre uomini tentano di fuggire dal Cpt di via Mattei. Bloccati dagli operatori della Croce Rossa, i tre danno fuoco ai materassi delle camerate, subito seguiti da altri 37 reclusi. Lanciano tutto quello che possono, in particolare televisori, visto che i mobili sono fissati a terra. Dopo un paio d’ore vengono rinchiusi nel campetto sportivo, sotto la pioggia, fino al tardo pomeriggio. La struttura risulterà seriamente danneggiata. Più tardi, 15 di loro saranno denunciati e trasferiti in carcere.

2 marzo 2003 Bologna. Alle 10 di sera, al Cpt di via Mattei, mentre cercano di scavalcare la cancellata che separa il centro dalle stanze della Croce Rossa, due immigrati vengono ripresi dai carabinieri e trascinati nella stanza della polizia. Gli altri detenuti incominciano ad urlare e a scagliare oggetti contro la stanza. I pestaggi durissimi avvengono a più riprese con l’aiuto del responsabile della Croce Rossa, direttore del centro, che dà indicazioni alla polizia sulla generalità e il comportamento degli immigrati coinvolti. Dopo la prima fase del pestaggio, gli agenti e il direttore (il quale ha tutte le chiavi della struttura) fanno il giro dell’edificio e rientrano dalla porta sul retro. I poliziotti hanno manganelli, scudi e caschi. I detenuti si chiudono nella stanza del caffè. I picchiatori, sfondata la porta, proseguono il brutale pestaggio. Poi escono dalla stanza gettando dei lacrimogeni e richiudendosi la porta alle spalle. Alla fine allineano tutti nel corridoio e riprendono a pestare tutti, anche chi è già ferito gravemente. Per finire, fotografano uno per uno coi telefonini. Per il pestaggio saranno indagati undici poliziotti, un carabiniere e un infermiere della Croce Rossa. Qualche mese dopo il giudice Orazio Pescatore ne scagionerà sette.

28 marzo 2003 Trapani. Dodici immigrati riescono a fuggire dal centro di permanenza temporanea Vulpitta. Tutto accade durante il rifornimento con un’autobotte delle cisterne del centro, approfittando della minore attenzione della vigilanza. Non è l’unica evasione della storia del Vulpitta, primo Cpt inaugurato in Italia, tristemente noto per la strage del 29 dicembre del ’99, seguita ad un incendio scoppiato durante una rivolta in cui persero la vita sei nordafricani. Per quei morti è stato rinviato a giudizio Leonardo Cerenzia, l’ex prefetto di Trapani all’epoca responsabile della struttura, con le accuse di “omicidio colposo plurimo, omissione di atti d’ufficio, lesioni personali colpose, omissioni colpose di cautele”. Fu la porta della cella chiusa dall’esterno (i poliziotti dopo aver chiuso dentro gli immigrati dissero di aver perso le chiavi) a impedire di soccorrere gli immigrati assediati dal fuoco.

3 aprile 2003 Modena. Sette immigrati riescono a fuggire a sera dal centro di permanenza temporanea inaugurato in novembre. Fra di loro anche un ragazzo ghanese che aveva già cercato inutilmente di fuggire. I sette riescono ad uscire introducendosi nel condotto di areazione.

Fino all’ottobre 2003 le evasioni dal Cpt di Modena sono 38, di cui 8 dall’ospedale.

14 aprile 2003 Brindisi. Due giovani rumene tentano la fuga dal centro di permanenza di Restinco. Solo una ce la fa, mentre l’altra si ferisce cadendo dal muro di cinta.

26 aprile 2003 San Foca. Quattro rumeni tentano di evadere dal Regina Pacis picchiando due carabinieri intervenuti ad ostacolarli.

3 maggio 2003 San Foca. Un folto gruppo di nord-africani distrugge la sala mensa del Cpt per protestare contro l’imminente notifica dei decreti di espulsione. Otto Carabinieri restano feriti.

10 maggio 2003 Lecce. Poco prima dell’avvio del Giro d’Italia di ciclismo, sull’asfalto e sui muri di alcune strade del tragitto spuntano scritte quali: «Immigrati liberi» e «Ruppi assassino».

11 giugno 2003 Lecce. Incendiato il portone dell’accesso laterale del Duomo. Sul muro tracciate le scritte: «Liberate gli immigrati dal lager, subito. Ruppi e Lodeserto canaglie criminali». Ricordiamo che il vescovo Ruppi e il suo “braccio destro” Lodeserto sono i responsabili del centro di reclusione per immigrati Regina Pacis di San Foca.

20 giugno 2003 Trapani. Una trentina di immigrati rinchiusi nel Cpt Serraino Vulpitta si oppongono al trasferimento nel centro di permanenza di San Foca e al successivo rimpatrio, scagliando oggetti contro i poliziotti, la cui reazione sarà durissima.

29 giugno 2003 Torino. Al Cpt di corso Brunelleschi scoppiano due rivolte, una nella notte e l’altra nel pomeriggio, a partire dalla protesta degli immigrati contro l’imminente rimpatrio forzato di un gruppo di loro. Gli sbirri intervengono con violenti pestaggi: come risultato, due persone restano ferite e nel centro vetri rotti, materassi incendiati e diversi danni.

Lo stesso giorno, al Cpt di via Corelli, a Milano, un folto gruppo di immigrati, trasferiti lì dal Centro di Bari Palese, entrano in sciopero della fame per protestare contro il rifiuto di accogliere la loro domanda d’asilo e contro l’imminente rimpatrio.

27 luglio 2003 Bari. Un gruppo di manifestanti entra nel Cpt di Bari Palese praticando un varco nella rete di recinzione e favorendo così la fuga di una ventina di immigrati imprigionati.

28 luglio 2003 Torino. Rivolta con fuga dal Cpt, scappano in 22: per undici di loro è ancora libertà, per gli altri undici la fuga finisce male, sono quasi subito ripresi dalla polizia. All’1,30 di notte nel centro di permanenza di corso Brunelleschi i detenuti riescono a scavalcare i muri di recinzione alti otto metri e a guadagnare l’uscita. La fuga avviene dopo una manifestazione che chiede la chiusura della struttura. Durante la visita di alcuni consiglieri regionali scoppia una rivolta: materassi incendiati e qualche rete divelta.

15 agosto 2003 Lamezia Terme (CZ). Una quarantina di immigrati fuggono dal Cpt, ma sono subito intercettati e pestati.

30 agosto 2003 Trapani. Un incendio viene appiccato nel settore dei carabinieri al Cpt Serraino Vulpitta, in seguito al pestaggio di un giovanissimo detenuto. Dopo circa un’ora un altro incendio scoppierà nel settore della polizia.

settembre-ottobre 2003 Lecce. I giornali locali informano che le facciate di alcune chiese e palazzi del centro sono continuamente oggetto di scritte contro il Cpt di San Foca e i loro gestori don Cesare Lodeserto e monsignor Ruppi, e per la libertà di quanti vi sono rinchiusi.

fine ottobre 2003 Lecce. Sono 4 i tentativi di suicidio avvenuti al Regina Pacis in soli quindici giorni.

8 novembre 2003 Lecce. Nella notte, in via Ariosto e in provincia (a Lequile), vengono incendiati e distrutti due bancomat di Banca Intesa, complice nella gestione del Cpt Regina Pacis. A Lequile, bruciano anche le banconote contenute nello sportello ed il fumo annerisce anche le pareti interne della banca. Infranta a sassate l’insegna. Sui posti vengono lasciati volantini contro il Cpt Regina Pacis.

9 novembre 2003 Lecce. In via Oberdan, è bloccato con la colla un altro bancomat di Banca Intesa.

24 novembre 2003 San Foca (LE). Un algerino detenuto nel Cpt aggredisce con una mazza don Cesare Lodeserto ferendolo al polso.

3 dicembre 2003 Calimera (LE). Manifesti e scritte in tutto il paese contro la dottoressa Catia Cazzato, impiegata presso il Regina Pacis. In seguito ai pestaggi contro alcuni immigrati aveva redatto falsi certificati medici sostenendo che i detenuti si erano procurati accidentalmente le lesioni nel tentativo di fuggire dal centro. Il manifesto riporta i suoi numeri telefonici invitando ad esprimerle sdegno.

12 dicembre 2003 Agrigento. Otto maghrebini tentano la fuga dal Cpt San Benedetto, scavando pazientemente per due giorni un buco nel muro. Purtroppo, il rumore della spallata finale farà accorrere i loro guardiani troppo presto.