IL FATTO
L’appuntamento è per dopo la Festa nazionale dell’Udeur, in
programma a Telese dal 2 all’8 settembre, giorno in cui il Campanile
dovrebbe uscire dalla maggioranza di centrosinistra in Regione. Un
annuncio ufficiale, che il leader Clemente Mastella ha voluto fare
di persona. Per il consigliere regionale Giuseppe Manzo si tratta di
una scelta forzata, che potrebbe costare caro all’Ulivo campano. Gli
occhi sono puntati sulle amministrazioni provinciali di Napoli,
Salerno e Benevento. Quest’ultima si regge anche grazie all’appoggio
del Campanile, che conta sei consiglieri e due assessori. Manzo
spara a zero anche sull’assessore al Bilancio Luigi Anzalone e sul
vicepresidente Antonio Valiante.
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Uno
strappo alle porte, il cui sigillo dovrebbe arrivare tra due
settimane con la chiusura della Festa del Campanile, fa tremare il
centrosinistra campano. Clemente Mastella, segretario nazionale
dell’Udeur, è pronto a mettere in discussione gli equilibri
regionali della coalizione, partendo proprio dalla sua terra,
Benevento. L’amministrazione provinciale si regge anche grazie
all’appoggio di sei consiglieri del leader di Ceppaloni: Clemente Di
Cerbo, Vincenzo Gitto, Romeo Furno, Antimo Lavornia, Donato
Agostinelli e Giovanni Mastrocinque. Due gli assessori dell’Udeur:
Michele Razzano e Mario Borrelli. In caso di uscita dal
centrosinistra, il presidente Carmine Nardone sarebbe il primo a
preparare i bagagli.
Ma il problema non è soltanto il Sannio. Rischia il centrosinistra
di Napoli, sostenuto alla Provincia da Giacinto Russo e Antonio Di
Guida. Altri due consiglieri siedono nei banchi della maggioranza
alla Provincia di Salerno: Salvatore Arena e Guglielmo Storti.
Clemente Mastella non apre bocca, «niente interviste, parli con i
miei dirigenti», ma Giuseppe Manzo, uno dei cinque consiglieri
regionali del partito non risparmia colpi. «A questo punto bisogna
rivedere tutto. Se le cose continuano così ci saranno sorprese anche
nelle amministrazioni provinciali della Campania, a partire da
quella di Benevento, dove il nostro peso politico è determinante,
visto i sei consiglieri e i due assessori dell’Udeur. Quello che sta
accadendo in Regione è inacettabile. I popolari con sei consiglieri
contano quattro assessori, diaciassette direttori generali, numerose
aziende di soggiorno e il vertice di Bagnolifutura con Carlo
Borgomeo». Una radiografia netta, che fa luce sul vero problema che
solleva il Campanile: la visibilità.
«L’assessorato all’Ambiente è privo di contenuti politici, Federico
Simoncelli al momento della sua nomina ha trovato tutte le strutture
collaterali occupate, dall’Arpac retta da Antonio Tosi al
commissariato per l'emergenza idrogeologica in Campania guidato da
Pasquale Versace, sino a Raffaele Vanoli, sub-commissiario per
l’emergenza rifiuti». Una
mappa che spiega il perché delle dimissioni di Simoncelli, che per
Mastella devono arrivare subito dopo il vertice di
Telese.
Manzo, dal canto suo, è sicuro che nel partito ci siano le
competenze giuste per occupare assessorati importanti: «Penso alla
Sanità, un assessorato a cui possono aspirare sia Paolo Del Mese,
che Luigi Nocera, ex sottosegretario all’Agricoltura. Io stesso
potrei candidarmi al posto della Tufano».
E se qualcuno dovesse sollevare l’obiezioni delle nomine tecniche,
Manzo ha pronta la risposta: «Non scherziamo, Luigi Anzalone,
assessore al Bilancio, è un docente universitario, prima diessino
poi popolare, Antonio Valiente è già stato segretario regionale
dell’ex Ppi. Potrebbero far spazio loro all’Udeur. In questo modo ci
sarebbe un riequilibrio». Per Gianluigi Santillo, sindaco di San
Potito Sannita e fedelissimo di Mastella, «il presidente della
Regione Antonio Bassolino farebbe meglio ad intervenire, attribuendo
la scelta del presidente del Consiglio regionale all’Udeur e
finendola di spaccare la coalizione con prese di posizione assurde».
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