MARIA SARA
PEDICINI
La festa nazionale dell’Udeur torna a Telese
Terme, «e il Sannio torna protagonista per una settimana delle vicende
politiche nazionali».
Fernando Errico, segretario provinciale
del Campanile, non nasconde la sua soddisfazione per il programma
messo insieme dall’organizzazione dell’evento.
Sarà una festa alla grande, quasi a compensare la cancellazione di
Tuscania nel 2001.
«Rinunciare alla nostra festa nazionale ci era sembrata la cosa più
giusta da fare dopo l’attacco alle Torri Gemelle, in un momento in cui
il mondo si interrogava su una vicenda molto più grande di noi. Quest’anno,
con la festa di Telese riportiamo i grandi temi della politica
nazionale nel Sannio: parleremo con i giudici e con il governo, con
gli industriali e con i sindacati, compreso quello di Cofferati, e
affronteremo tutti i discorsi oggi aperti all’interno del
centrosinistra».
In un programma così fitto crede che vi sarà
modo di discutere anche del ruolo dell’Udeur in Campania e nel Sannio,
dove ha un peso specifico maggiore che nel resto d’Italia?
«A Telese parleremo senz’altro della situazione a Napoli e alla
Regione, dove stiamo portando avanti la rivendicazione di un adeguato
riconoscimento della nostra presenza sul territorio e della nostra
rappresentatività. E’ un discorso di dignità politica, non certo di
occupazione di spazi; e comunque, i nostri numeri sono di tutto
rispetto: 5 consiglieri regionali, per non parlare dei 6 consiglieri
provinciali a Benevento. Ora, a livello regionale ci sono forze
politiche poco più rappresentative di noi che però hanno una presenza
negli enti di governo più che triplicata rispetto alla nostra: si
tratta di un’evidenza che non può trovarci d’accordo».
Però, proprio a proposito di enti di governo, l’Udeur
è stato di recente al centro delle polemiche per le nomine in seno al
Comitato Tecnico Scientifico della Regione.
«Si è trattato di una polemica assolutamente vuota e strumentale. A
quelle nomine si è arrivati a seguito di regolari bandi e di
valutazione dei curricola. Io ritengo che le scelte del presidente
Bassolino abbiano tenuto conto innanzitutto della professionalità e
della capacità di dare un contributo significativo all’operato del
Comitato; tutte le altre spiegazioni sono pura dietrologia».
Spostiamoci in provincia di Benevento. L’ex
assessore Mazzarelli ha recentemente dichiarato che, nel Sannio, il
centro, e quindi la Margherita, non può fare a meno di Mastella. Lei è
d’accordo con questa interpretazione?
«Il discorso di Mazzarelli è estremamente interessante, e per molto
aspetti pienamente condivisibile. Credo esistano le premesse perché
possiamo lavorare insieme per il raggiungimento di obiettivi comuni; e
comunque, questa sintonia non è certo una sorpresa per noi: in
Provincia, ad esempio, abbiamo sempre sostenuto la necessità che
Mazzarelli venisse recuperato, ma evidentemente il presidente Nardone
ha fatto valutazioni diverse».
A proprosito di obiettivi, quali sono in questa
fase le priorità dell’Udeur?
«Noi puntiamo ad intercettare il voto del centro moderato, anche di
quella parte che alle ultime elezioni ha votato per il centrodestra; e
la validità del percorso intrapreso ci viene confermata dalle adesioni
che stiamo ricevendo, in provincia di Benevento e altrove. Il nostro è
un progetto politico che tende ad attrarre, non ad escludere».
Ma avete scelto di escludere dal vostro futuro
la Margherita. Perché?
«Non possiamo stare con chi dice di voler lavorare insieme e poi sul
piano concreto cerca di affossarci, anche sul piano concreto: vedi la
polemica sulle ripartizioni del finanziamento pubblico. E comunque,
noi eravamo aperti ad un discorso federativo, ma si è preferita la
fusione, con risultati che, finora, non sono affatto incoraggianti.
Nel Sannio, comunque, siamo pronti a lavorare con la Margherita ad un
discorso di centro, concentrandoci su obiettivi concreti».