Concept
...A proposito di tappeti vorrei cercare di contestualizzare un concetto da formulare circa lo strumento..
Se non lo facessi mi perderei in un groviglio di idee .. senza esclusioni di eventuali categorie, entrando nel merito dello strumento stesso.. dalla definizione derivante dal latino dovrebbe però trattarsi di "Tutto ciò con cui e per cui mezzo si opera...
E mi viene subito in mente...
Il corpo umano, ogni singolo muscolo, che sia della mano, lingua, orecchie, naso, occhi, non sono allora strumenti attraverso i quali operano le attività sensoriali che a loro volta sono strumenti di percezione ???
E di cognizione.
La mano è strumento per mezzo di cui si costruiscono altri strumenti..E da capo...
La mano reizza strumenti funzionali che creano strumenti culturali..E ancora..
mi verrebbe da pensare che lo strumento sia il riflesso o la metafora di processi biologici, e che l'uomo utilizzando "gli strumenti" sottenda ad una logica NATURALE....
Ma è davvero così??
Il telaio fu inventato ben 6.000 anni fa permettendo all'uomo di applicare le tecniche apprese con la cesteria, alla tessitura di fibre flessibili come il cotone, il lino, la lana e la seta.
In
origine per mantenere la tensione dei fili di ordito, allo scopo di poter inserire
sopra e sotto di essi in modo alterno il filo di trama,l'uomo utilizzava un
albero e il proprio corpo al quale legava appunto i fili di ordito. Corpo dell'uomo
e albero rappresentavano le sponde di un improvvisato telaio fino al giorno
in cui fu inventato.
Il telaio appare per la prima volta su di un vaso di ceramica ritrovato in una
tomba a El Badari, in Egitto, e che risale al 4400 a.C. In questo rudimentale
oggetto utilizzato per tessere, ci sono già tutti gli elementi del telaio
moderno.
Nel 1467, Giovanni Calabrese realizza un telaio per particolari tessuti, con
una serie di manopole che, da una grossa intelaiatura posta in alto, bisognava
alzare e abbassare per farvi passare il fuso che forma la trama.
All'inizio era forse solo una specie di rete, come quella dei nostri grezzi sacchi di juta, ma costruendo telai migliori e soprattutto verticali, con l'aggiunta di una pedaliera, che compaiono verso il 2500-2000 a.C. manovrando l'intreccio con destrezza e precisione, il risultato inizia ad essere tale da ottenere dei "teli" sempre più sottili, che iniziano a chiamarsi "tessuti".
I
telai non subiranno altre sostanziali variazioni fino al XVIII secolo e cioè
fino all'avvento della rivoluzione industriale.
Da questo momento in poi, numerose invenzioni, soprattutto inglesi, tenderanno
a meccanizzare sempre di più la tessitura.
"Oggi
la tessitura si ripropone per milioni di persone, davanti a un terminale elettronico.
Filo, tessuto e intreccio seguono la stessa logica, comprimono il tempo e dilatano
lo spazio, sia quando si cuce uno scialle sia quando si attraversa telematicamente
il mondo con la Rete."
[Karawan,
dal deserto al web, Fatema Mernissi]
Le immagini della filatura e dell'intreccio di fili diversi rappresentano metafore che ritroviamo storicamente nella mitologica vicenda di Arianna e Teseo , Penelope e Ulisse e di Aracne..
E volendo avvalersi della tessitura di una tela come metafora, possiamo far
corrispondere ai piani di ordito e trama un'equilibrata, armonica costruzione
di un edificio: entrambe, quindi, divengono figure retoriche dell'opus tessile-architettonico.
Il filo è caos che si fa ordine, groviglio che trova struttura.
Tessere è la capacità di imprimere una forma, una direzione e un senso a ciò che si fa e a ciò di cui si ragiona.