Valle D'Aosta |
Il Col Chavannes |
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Come arrivare | Descrizione | Dati |
Da Milano si prende la A4 in direzione Torino, quindi si segue per Aosta ed il traforo del Monte Bianco. Superato il capoluogo, si esce a Morgex e si prende la strada che sale al Piccolo San Bernardo, La Thuile precede il passo di pochi km. | Itinerario
molto lungo rispetto a quelli che propongo di solito, è anche abbastanza
faticoso ma i panorami di cui si gode ed i luoghi che si visitano valgono
sicuramente lo sforzo. Si percorre in tre o quattro ore, a seconda
dell'allenamento e del tempo di cui si dispone. Personalmente consiglio di
"prendersela comoda" e di godersi il silenzio e la solitudine
che, al giorno d'oggi, solo l'alta montagna o le città a Ferrragosto
sanno offrire.
L'itinerario è ad anello, per cui si può partire da qualsiasi punto per percorrerlo interamente: per comodità prenderò come punto di partenza La Thuile. Si lascia l'abitato percorrendo in salita la statale che porta al Passo del Piccolo San Bernardo; pochi tornanti ed una moderata pendenza sono l'ideale per scaldarsi in vista di salite più impegnative. Giunti alla frazione Pont Serrand, si prende la strada asfaltata che si dirama sulla destra subito prima del ponte sulla Dora di Verney, in corrispondenza di un piccolo parcheggio. Attenzione perchè è semi nascosta e si rischia facilmente di superarla senza accorgersene. Da qui si segue sempre la strada principale -in salita- ed i segnavia per mtb che riportano il numero 5 in rosso. Il primo tratto è su asfalto e presenta pendenze ragguardevoli, oltre ad essere interamente al sole, e si snoda attraverso baite ed alpeggi fino ad arrivare ad una spianata che corrisponde all'inizio del lungo tratto sterrato. La strada da percorrere a questo punto è quasi interamente visibile per via dell'assenza di vegetazione, ma bisogna fare attenzione a dosare le proprie forze: all'inizio la mulattiera è quasi in piano e permette discrete velocità, in seguito si impenna progressivamente senza che ci si accorga realmente dell'aumentata pendenza finchè non si arriva ad avere le gambe dure ed il fiato corto. A quel punto è tardi per alleggerire il rapporto, soprattutto in vista dell'ultimo tratto, che si snoda su alcuni tornanti e che presenta un fondo sassoso molto poco scorrevole, in particolar modo se non si dispone di una bici biammortizzata. Un tratto di sentiero un poco esposto porta ai 2650 metri di quota del Col di Chavannes, dal quale si gode della vista delle valli di Chavannes -quella appena percorsa-e Veny e del Monte Bianco, proprio di fronte a noi. A questo punto si scollina e si procede lungo il sentiero in discesa lungo la Val Veny: il tratto iniziale è molto esposto e non pedalabile, ma dopo qualche centinaio di metri percorsi con la bici in spalla si riesce a risalire in sella e si scende lungo la valle. Bisogna fare molta attenzione alle canaline taglia-acqua, costruite usando delle pietre piatte e molto sporgenti infilate nel terreno in modo da sporgere per diversi centimetri dal piano stradale: è facilissimo pizzicare le camere ad aria e restare a piedi. Alla fine del sentiero ci si ritrova ai piedi del Rifugio Elisabetta, punto di arrivo di molti escursionisti che risalgono la Val Veny ed ideale postazione panoramica. Da qui si segue la larga sterrata che scende verso Courmayeur e che diventa asfaltata dopo pochi km, conducendo infine in centro al paese. Giunti alla zona pedonale, la si aggira -o la si attraversa, a scelta- per proseguire lungo la strada alta, meno trafficata di quella che percorre il fondovalle verso Aosta, spesso interessata anche dal traffico pesante. Da qui si scende sensibilmente fino a svoltare a destra in corrispondenza del ponte sulla Dora Baltea poco prima di raccordarsi alla strada che sale a La Thuile da Prè St. Didier, interamente su asfalto ed abbastanza trafficata ma poco pendente. A parte l'ultimo tratto su asfalto che si snoda tra la bassa Val Veny, Courmayeur e La Thuile, il percorso è interamente al sole dalle nove del mattino fino al tardo pomeriggio, quindi è necessario premunirsi per evitare sia colpi di sole -non improbabili-, sia fastidiose scottature, inoltre la prima fonte che si incontra è al rifugio Elisabetta, quindi occorre premunirsi per affrontare i 13 km di salita in Val Chavannes in totale autosufficienza idrica. Il percorso non presenta difficoltà tecniche di rilievo se non il discreto dislivello, per cui consiglio di acclimatarsi almeno per un paio di giorni prima di affrontarlo, soprattutto per poterlo percorrere in completa serenità, senza accusare eccessivamente la fatica e rovinarsi quindi la giornata! |
Lunghezza:
55 km
Dislivello: 1700 mt Asfalto: 40% Sterrato: 60% Salita: Molto lunga, a tratti poco scorrevole Discesa: Poco impegnativa, ma il primo tratto è da percorrere a piedi Quota max: 2650 m |
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Il secondo tratto dell'itinerario non è presente nella cartina poichè si dipana quasi interamente su strade provinciali o comunali e basta seguire l'ottima segnaletica per rientrare a La Thuile. Il percorso è segnalato in blu sulla cartina. Volendo, arrivati al Col Chavannes si può rientrare lungo lo stesso percorso evitando di impegnare la Val Veny. |