Lombardia -CO-

Capanna Mara

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Come arrivare Descrizione Dati
Imboccare la superstrada Milano-Lecco e proseguire in direzione nord.

Seguire le indicazione per Giussano (al bivio dopo l'uscita Verano B.za prendere la rampa di destra), quindi procedere diritti fino ad incrociare la statale Lecco-Como in corrispondenza di una rotatoria, subito dopo l'abitato di Lurago D'Erba. Svoltare a sinistra lungo la statale. Proseguire diritti, ed in corrispondenza del cimitero di Monguzzo seguire per Albavilla.

Parcheggiare l'auto in paese.

Dall'abitato di Albavilla seguite le indicazioni su fondo marrone (quelle che indicano luoghi di interesse turistico-culturale) per l'Alpe del viceré. La salita su asfalto inizierà quasi subito, dapprima tra le case, quindi in mezzo al bosco. Le pendenze non sono molto impegnative, ma i primi metri "tirano" parecchio, quindi attenzione a come li affrontate, soprattutto se non vi siete scaldati a dovere: rischiate delle "piantate" storiche. Fate attenzione anche alle auto: la strada è aperta al traffico fino all'inizio del tratto sterrato. Giunti al prato in corrispondenza del parcheggio, tenete la destra e proseguite oltre fino a superare un bar sulla destra, quindi seguite la strada principale sulla sinistra fino a giungere alla sbarra che segna la fine del tratto asfaltato. Da qui procedete lungo l'unica sterrata che vi porta fino in cima, alla Capanna Mara, da dove si può godere di uno splendido panorama sulla Brianza. La salita fuoristrada non è lunga, ma il fondo è ben lungi dall'essere perfetto. Inoltre si procede a strappi, alternando tratti in falsopiano a brevi rampe dalle pendenze notevoli, che sommate alla scarsa presa offerta dal terreno, spesso costringono a scendere dalla bici.

Giunti in vetta si può scegliere di proseguire lungo la sterrata fino al bivio posto circa 50 m dopo la Capanna, dove a destra si raggiunge la Croce e si prosegue lungo un itinerario che testerò quanto prima, mentre a sinistra si imbocca uno stretto ed impervio sentiero che, con molti tratti da percorrere a piedi, porta fino al rifugio Bolettone, in cima al monte omonimo. Qui ci si raccorda all'omonimo itinerario.

Se invece decidete di scendere lungo la strada percorsa all'andata (purtroppo non ho ancora testato "variazioni sul tema"), tenete presente che la sterrata è molto battuta dagli escursionisti a piedi, quindi è necessaria velocità moderata ed educazione nei loro confronti, soprattutto quando li si incrocia. La discesa non è tecnica, ma è piuttosto veloce, quindi prudenza sulle canaline taglia acqua: sono profonde e posizionate in punti spesso infelici, e soprattutto attenzione alle auto sul tratto asfaltato.

Aggiornamento del 15/4/03: di recente ho scoperto una strada alternativa a quella asfaltata, che permette di saltarla quasi per intero. La si può imboccare dopo il terzo tornante, salendo: basta seguire le indicazioni per la baita Patrizi che si trovano in corrispondenza di uno slargo, sulla sinistra. Si sale lungo una sterrata larga e pedalabile (tranne un breve tratto da percorrere a piedi), e si deve aver cura di tenere sempre la destra ai bivi, anche in corrispondenza di tornanti.

Lunghezza: 16 km

Dislivello: 700 mt

Asfalto: 70%

Sterrato: 30%

Salita su asfalto: Regolare

Salita su sterrato: A strappi, trazione difficile.

Discesa: Facile e veloce

Quota max: 1000 m

Il percorso principale che consente di percorrere un tratto più lungo su asfalto è segnato in blu, mentre la digressione fuoristrada in verde, ed entrambi sono percorribili sia in salita che in discesa.