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Mary Shelley un incontro al Caffè Greco

"La prima volta che feci all'amore con Percy fu sulla tomba di mia madre."

"Avevo venticinque anni allora e la mia vita seguente altro non fu che un sopravvivere. "

Queste due battute racchiudono un arco temporale di soli otto anni, quegli anni di fuoco della vita di Mary Shelley che parvero adeguarsi ai canoni più tipici del romanticismo: passioni sfrenate, ribellione, trasgressione e morte. Poco più che sedicenne Mary era fuggita sul continente con il già celebre e già sposato poeta e baronetto Percy B. Shelley, a loro si era unita Claire, la sorellastra di Mary, ben presto amante di Byron. Due anni dopo, si ritrovarono tutti insieme sul lago di Ginevra, dove Mary scrisse, per scommessa, il libro che la rese famosa a vent'anni, Frankenstein. Gli Shelley vagabondarono irrequieti per mezza Europa, circondati da scrittori "maledettii e patrioti ricercati. Mary proveniva d'altronde da un ceppo intellettuale e libertario, poiché era figlia del filosofo illuminista William Godwin e della giornalista e saggista Mary Wollstonecraft che nel 1792 aveva scritto "Una rivendicazione dei diritti delle donne". Di Mary Shelley mi ha stregato la teatralità della sua vita. Dopo la morte di Percy B. Shelley, annegato a soli trent'anni nel golfo di La Spezia, un brusco cambiamento di scena: in Inghilterra, ad affrontare con l'unico figlio rimastole, il ritorno e la memoria. Le responsabilità di crescere un figlio, le difficoltà economiche, trasformarono Mary, almeno in apparenza, in una donna comune e conformista. Sicché, i bigotti non le perdonarono il passatoe gli intellettuali il presente. E vennero gli anni di ghiaccio. E caduta in disgrazia, fu preda di avvoltoi d'ogni genere.

L'episodio romano che qui rievoco, narra proprio di questo, e di quel che accade quando una donna con un passato incontra un giovane senza un futuro.

                                                                                                Patrizia Monaco

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Mary Shelley Patrizia Ercole

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