I libri di Prospero

E’ uno spettacolo su molti livelli, nel quale si racconta come anche la troppa sapienza possa venire a noia, e si possa desiderare di tornare a una vita più normale.
Sfogliandone le pagine, si incontrano tempeste e monologhi, poesia e movimento, dialoghi e silenzi, musica e luce.
Vi si racconta anche di come nessuno sia condannato a rimanere per sempre come è. E del conflitto fra parola e movimento, dei contrasti che da sempre albergano nell’animo umano.
Si parla poi dell’aspirazione di tutto e tutti ad essere di più, del goffo e sublime tentativo degli attori di rubare l’attenzione, e del leggero volo di Ariele verso la libertà.
E’ uno spettacolo e una storia, un gioco e una gioia per gli occhi e per lo spirito, ricco di citazioni e riferimenti, di parole perdute e di rimandi a storie mai raccontate, di scene che si sovrappongono e si mescolano, per poi dividersi e riunirsi ancora.
Dalle sue pagine balza fuori un teatro a tutto tondo senza dialogo, nel quale recitano attori senza parte e nulla è mai come appare, o tutto è come sempre dovrebbe apparire.
Vi si racconta infine di come anche Calibano, frutto bestiale, potrà forse aspirare a una specie di libertà, accettando il suo stato e il suo limite, e dissolvendosi infine in un valzer lento.


 

“I libri di Prospero” è uno spettacolo che nasce dai 24 libri di Prospero inventati e descritti da Peter Greenaway in “Prospero’s Books”.
Sono i 24 libri della saggezza, attraverso i quali Prospero, personaggio de “La tempesta” di Shakespeare, ha appreso le sue arti magiche, e di cui ora vuole liberarsi per tornare ad una vita più normale, gettandoli in fondo al mare perché non cadano in mani sbagliate.
La storia è semplice: Prospero si prepara ad abbandonare l’isola sulla quale è arrivato dopo il naufragio e a ridare la libertà ad Ariele, spirito d’aria e suo fedele servitore, e a Calibano, mezzo uomo e mezzo bestia alla ricerca di un riscatto o di una identità.
L’interesse del progetto risiede soprattutto nel modo in cui si è sviluppato, e nelle soluzioni adottate per metterlo in scena.
Si tratta di uno spettacolo su molti livelli, dal taglio vagamente cinematografico: esistono piani diversi di visione, un commento musicale più simile a una colonna sonora che a sottolineature teatrali, un progetto di luci che è soprattutto una ricerca di atmosfere. In più, i personaggi definiti sono soltanto tre, e ingaggiano una lotta di parole, e non solo di parole, con gli altri sei personaggi totalmente indefiniti che si agitano sul centro del palcoscenico e ripetono le parole di Prospero, cercando di appropriarsi di un linguaggio che non è ancora il loro.
Tutto questo si mescola continuamente sul palco dove quasi sempre diverse azioni – a volte antitetiche - si svolgono contemporaneamente, ma nessuno degli ingredienti è totalmente dipendente dagli altri, e in fondo ciascuno – sia esso il movimento, o la parola, o la musica o la luce – potrebbe vivere indipendentemente.
Non è teatro di parola. La parola de “I libri di Prospero” è densa di significati ma arriva leggera alle orecchie dello spettatore, attraverso il filtro di azioni che distraggono continuamente l’attenzione visiva e uditiva, e nella continua attesa di una chiarificazione che in fondo non esiste.
Come non esiste praticamente dialogo, perché in questa non dichiarata lotta di predominio di un elemento sull’altro, il dialogo non è possibile.


 

Il progetto de “I libri di Prospero” è nato esclusivamente dalla descrizione dei 24 libri, ai quali si è tentato di dare una forma visiva e teatrale. Dopo aver scartato diverse ipotesi, si è deciso di scegliere “Il mare e lo specchio – Commentario poetico a La Tempesta di Shakespeare” di W.H. Auden per la parte testuale dello spettacolo, insieme ad alcuni brevi stralci de “La tempesta”.
Per la parte musicale si è scelto – inevitabilmente – Michael Nyman, autore delle colonne sonore di quasi tutti i films di Greenaway, e Craig Armstrong (“Giulietta e Romeo” di Luhrman, “Plunkett e McLeane”, “Il collezionista di ossa”).

 

 

Nella difficoltà di inventare e realizzare uno spettacolo basato sui 24 libri di Prospero è stato essenziale l’apporto di tutti senza nessuna distinzione di ruoli o competenze, e il progetto si è sviluppato ed è cresciuto collettivamente. Per questo si è scelto di non stilare un elenco dei personaggi e degli interpreti e delle varie figure, ma di mettere tutti insieme quelli che hanno dato il proprio apporto al “Prospero” in ordine assolutamente casuale, con l’eccezione di musiche, luci e costumi.

Hanno partecipato: Enrico Ivaldi, M.Cristina Fasolis, Lucio Bosco, Piero Martini, Franco Rabino, Giorgia Cerruti, Beppe Fasolis, Luisa Accornero, Michela Carbone, Mario Boero, Davide Giglio, Maria Rosa Amich, Piero Porcu

Luci di Franco Rabino
Musiche e effetti: Beppe Fasolis
Costumi: Mario Boero


 

I LIBRI DI PROSPERO

SCHEDA TECNICA

Carico luci: 15 Kw

Dimmer: 12 ingressi separati da 1000 watt ciascuno

Mixer luci: 12 + 12 canali sdoppiabili

Fari: 12 fari da 1.000 Watt ciascuno, ognuno con portagelatina, da posizionare su 2 piantane (6+6) o su supporti

Impianto audio: min. 200 + 200 watt se al chiuso (in esterno adeguato allo spazio), mixer audio stereofonico con min. 8 canali separati, 1 radiomicrofono a bottone, 4 microfoni panoramici con piantana, doppio lettore di CD audio o due lettori di CD audio singoli

Durata dello spettacolo: 1 h. e 15min. c.a.

Palco: minimo 6 x 8 metri (assolutamente da rispettare)

 

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