“Valeu a pena?

                                                                                                           Tudo vale a pena

                                                                                                            se a alma não é pequena”. 

                                                                                   (Fernando Pessoa)

Lettera agli amici

 

Nella vita, vale la pena lottare, cercare, costruire nuovi sogni, battere sentieri inediti?

Vale la pena iniziare una nuova esperienza in terra brasiliana, lasciarsi alle spalle un mondo, una carovana di amici, una determinata realtà e cultura e entrare in una nuova esperienza di vita, di cammino, di ricerca e di lotta?

Qualsiasi scelta, qualsiasi percorso, qualsiasi meta vale la pena intraprendere, percorrere, raggiungere, se l´anima non é piccola, se il cuore batte forte e i sogni irrompono come torrenti in piena nel corso della propria esistenza.

Da alcuni mesi ho iniziato il mio nuovo volo di vita in terra brasiliana e ringrazio il Signore per avermi dato la luce, la forza, il coraggio, la libertà interiore di poter riaccendere nella mia vita nuovi fuochi e nuove aurore.

Scriveva don Tonino Bello: “Gli uomini sono angeli con un´ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”.

Mi trovo qui in Brasile dal 25 Febbraio scorso e più passa il tempo, più sento la grandezza e la bellezza di essere qui e nello stesso tempo la grandezza e la bellezza di aver incontrato, lungo i percorsi della vita, tante persone care, con cui ho condiviso momenti importanti e irripetibili di presenza e di partecipazione alle attese e alle speranze di un mondo e di una chiesa totalmente diversi da quelli attuali.

E con queste persone care, io vorrei continuare, anche se in modo diverso, la mia ricerca di senso e di Dio, con i piedi in un´altra terra, in un´altro mondo e queste persone care te le senti, adesso, alle spalle e nel cuore, persone che hai preso sul serio, che credono in te e tu in loro e che sentono la tua scelta, il tuo cammino come un passo in avanti anche per la loro vita e i loro sogni.

A un certo punto ci si sente coinvolti e avvolti in uno stesso percorso di vita e di senso. E questo percorso di vita e di senso diventa, per chiunque tenta di vivere su questa terra, guardando “distante” e “oltre” e “altrove”, l´esperienza più affascinante e più degna dell' uomo. Forse é questa la vera libertà...

La libertà di ri-trovare, ri-scoprire e continuamente re-inventare il senso della propria vita e della propria vocazione di uomo, di cristiano e di prete, guardando il mondo e la storia da un altro punto di vista, non più europeo - occidentale, ma brasiliano e terzomondista.

Naturalmente riconoscendo che ogni punto di vista é la vista di un punto e che ogni persona interpreta la realtà a partire da dove poggiano i suoi piedi.

Non può essere diversamente.

Tutto questo ci aiuta a non assolutizzare quello che Hegel affermava: “Il REALE é RAZIONALE...”.

Per fortuna, per varie esperienze storiche, per grazia di Dio, il reale non é razionale, ma soltanto e soprattutto, frutto di molte e responsabili e colpevoli irrazionalità umane.

Il reale é stato ed é, il più delle volte, figlio della irrazionale, diabolica e presunta onnipotenza umana.

Forse la vera libertà é quella di non adeguarsi al gioco di altri, la libertà di esperimentare “altri” modi di perdere la testa, la libertà di bere al proprio pozzo e di non sedersi dove capita.

Tutti gli uomini sono abituati a sognare, ma non tutti allo stesso modo.

Quelli che sognano di notte, nei ripostigli polverosi della mente, scoprono, al risveglio, la vacuità di quelle immagini: ma quelli che sono abituati a sognare di giorno, sono soggetti pericolosi, perché può accadere che recitino il loro sogno ad occhi aperti, per attuarlo...

É quanto dovremmo fare ogni giorno, convinti che solo con l´utopia e la speranza possiamo credere e avere il coraggio di tentare con tutti i poveri e gli oppressi del mondo, di invertire la storia, sovvertirla e lanciarla in un´altra direzione.

Il mio primo impatto con il Brasile é avvenuto nella capitale, Brasilia, città ultramoderna, capoluogo amministrativo e politico di questo immenso e straordinario Paese.

Per tre mesi ho studiato la lingua portoghese e ho cercato di avvicinarmi, in punta di piedi, alla cultura e alla realtà brasiliana, consapevole di essere ospite in terra straniera e di dover fare molto silenzio e molto ascolto prima di iniziare a parlare.

Ho condiviso, per tre mesi, la vita con più di trenta persone, preti, suore e laici che, come me, si stavano preparando a lavorare nella realtà brasiliana.

Eravamo di ventidue nazionalità...

É stato un arricchimento umano, culturale e spirituale di indescrivibile intensità...

Ho percepito il cuore del mondo, i suoi problemi, le sue ansie, le sue speranze e le sue paure.

In quel “mondo”, in una stanza, in mezzo a culture e tradizioni millenarie (africane e asiatiche), e dopo alcuni incontri con la gente con la quale vivo adesso, ho sognato e immaginato un mondo “altro” e ho pensato che forse la civiltà della ricchezza ha fallito, perché non solo non ha prodotto la vita per tutti, ma non ha neanche prodotto il godimento dell' umano condiviso, lo spirito di finezza, la gioia di appartenere al mondo e alla vita, l´integrazione di tutte le persone umane nella festa della creazione divina.

Lo stesso Kant affermava che una soluzione non universalizzabile, non può essere una soluzione umana.

E confrontandomi con questa gente, con questa realtà, con queste storie e con queste fatiche, ho capito il perché noi occidentali stiamo vivendo e sperimentando un grande, profondo e preoccupante disorientamento esistenziale, culturale e sociale.

Abbiamo sostituito l´etica con l´estetica, l´utopico con il godimento immediato delle cose... Abbiamo rinunciato ai grandi orizzonti, stiamo sempre più ignorando i poveri e e la giustizia... Ci stiamo rassegnando e abituando alla pace “americana”...

Stiamo diventando sempre più narcisisti... Siamo passati da Prometeo a Narciso, o meglio, ci stiamo trastullando ora con Prometeo ora con Narciso, senza renderci conto della drammaticità della situazione mondiale.

Dalla onnipotenza all' auto-contemplazione...

Dall' auto-contemplazione all' onnipotenza...

Ormai tutto nella vita deve essere light, facile, tranquillo, secondo l´istante o l´istinto.

Anticamente esistevano i maestri del sospetto, sulla religione e su Dio, soprattutto.

Oggi non si vede più l´audacia di sospettare, non già dei grandi idoli – che in certa misura si suole fare – ma del nostro mondo attuale.

Come uomini e come credenti, siamo invitati e sfidati a ritrovare il coraggio e l´audacia del sospetto verso questa DEMOCRAZIA, questa PROSPERITA', questo PROGRESSO, tipicamente e solamente occidentali.

I poveri di questo mondo possono essere – in virtù della loro stessa realtà – i grandi maestri del sospetto...

Ci possono aiutare a compiere un difficile atto di fede umana e cristiana.

Credere che non tutti i luoghi sono uguali, ma che esistono luoghi più propizi alla nascita di un mondo “altro”...

Mi sto rendendo conto che il luogo per pensare che un “altro” mondo é possibile, non é il mondo dell' abbondanza, dell' esaltazione dell' individuo, del successo e del benessere.

Meno ancora é il mondo della prepotenza: il reale siamo noi.

Quel poco-tanto che sono riuscito a cogliere in questi primi mesi di esperienza brasiliana, a contatto soprattutto con i poveri e con altre culture e tradizioni, é che sto vivendo in un continente di SPERANZA, il che é un sintomo estremamente interessante di una futura novità, rispetto ad altri continenti che non hanno speranza e che hanno come unica risorsa la PAURA...

 

Augurandovi buona vita, cerchiamo di non sederci mai dove capita!

 

Condeúba, 19 Junho 2005

                               Don Giuliano

 

 

Per comunicare: a don Giuliano, presso Missionárias da Redenção, rua padre Waldemar 121, 46200-000 Condeúba, BA, Brazil.