E DIO VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI…NATALE 2007
Esistono oggi quelli che usano il nome di Dio per mantenere un sistema economico-sociale che penalizza la grande maggioranza, per controllare e ammazzare quelli che cercano una liberazione degli oppressi e per annientare tutti i sogni di libertà e di solidarietà che stanno sorgendo continuamente e dovunque nel mondo.
Ci sono altri che sempre in nome di Dio, scelgono la strada più difficile che è quella della solidarietà, della condivisione e della convivenza con i poveri che vivono nelle favelas e negli sterminati sertãos, con il rischio della vita.
A partire da questa scelta dei poveri, gli ultimi criticano la società ed esigono più giustizia in nome della stessa fede nel Dio della rivelazione.
Denunciano l’addomesticamento di Dio da parte di quei cristiani che, con il pretesto di mantenere l’ordine e di combattere le ideologie rivoluzionarie, si fanno insensibili alla giustizia.
In una situazione del genere, dobbiamo domandarci: dove sta il vero Dio?
Dove avviene, oggi, il Natale di Gesù?
Che Dio è questo che comanda di arrestare, torturare ed uccidere al fine di garantire un certo ordine sociale che, se ben analizzato e inteso, si dimostra come ordine nel disordine?
È lo stesso Dio che comanda di solidarizzare con il più debole e di rischiare e giocarsi la stessa vita in favore di coloro che non ottengono giustizia?
Dio non è così contraddittorio!
Il Dio invocato come garante dell’ordine che produce marginalizzazione e morte non può essere il vero Dio. È un idolo.
Il Dio che vuole la vita, persino a costo del sacrificio della propria vita, che rafforza la libertà e che si fa speranza dei poveri, è il Dio vero, colui che si manifestò ai nostri padri nella fede, ad Abramo, a Mosè, ai profeti e che fu il Padre di nostro Signore Gesù Cristo.
Quel Gesù Cristo che venne ad abitare in mezzo a noi e che volle prendere parte della nostra storia e che per tutti i poveri del mondo è un evidenza esistenziale e salvifica senza precedenti.
Dio, in Gesù Cristo, entrò nella nostra storia e continua ad animarla e a trasformarla e nonostante tutto il male e le ingiustizie che ci circondano, questa nostra storia è una storia di salvezza. Ed ogni anno il Natale ci ricorda la bellezza e l’importanza di questa storia e nello stesso tempo ci mette davanti alle nostre responsabilità di continuatori, come discepoli e missionari, di questa storia di salvezza.
Davanti alla tenerezza del presepio, dovrebbe scomparire la violenza; davanti all’innocenza e al candore del Bambino, dovrebbe dissolversi la corruzione.
Il Creatore si fece creatura, lo spirito si fece carne, il potente si fece bambino, il divino umano, il signore schiavo, l’onnipotente fragile, il sogno divenne realtà…
La ragione ammutolisce, è il cuore a parlare.
Dio rinunciò alla sua onnipotenza (forse non lo è mai stato onnipotente!) e scelse la fragilità.
Dal nulla Egli ci ha creati e dentro la nostra debolezza Egli manifesta la sua grandezza.
Il Natale è Dio che ci dice: io vi amo, mi siete cari e preziosi, siete per me il bene più grande…
L’Amore si versa, si comunica, si espande e crea fraternità.
Il Natale è ritrovare la gioia della vita.
Il Natale fa di ogni persona un prossimo e di ogni prossimo un fratello.
Colui che dimora nella luce ama il fratello.
Che la festa del Natale sia una festa di luce, una illuminazione della vita e non un richiamo per il portafoglio, una profanazione del mistero, una voracità consumista, un festone qualsiasi…
Ciò che in realtà ci arricchisce e ci scalda il cuore e la mente è la semplicità, la povertà e l’umanità di Gesù. Questo è il vero regalo di Natale: Dio che si dona totalmente e gratuitamente.
Siamo invitati a festeggiare l’arrivo dell’amico più caro, a celebrare la benevolenza del cuore di Dio. La luce venne al mondo, ma le persone preferirono le tenebre, il buio. Anche il buio possiede un suo fascino…
Chi crede in Gesù, non inciampa, abita nella luce, ha incontrato la luce della verità, del bene e dell’amore.
Egli ha aperto i nostri occhi…
Nella sua luce vediamo la luce, sono scomparse le tenebre e sono state guarite tutte le cecità.
Il Natale è un invito a camminare con gli occhi fissi in Gesù e nello stesso tempo a valorizzare con entusiasmo e con responsabilità la nostra vita.
La vita ci offre poche occasioni per essere eroi, ma la vita di ogni giorno è scandita da piccoli gesti che possono rivestirci di una grandezza e dignità senza precedenti e fare la felicità di molte persone, nello stesso luogo dove ciascuno di noi vive, studia e lavora.
Forse il Natale è riscoprire la quotidianità, la semplicità e la ricchezza della nostra vita, le occasioni uniche e irripetibili che sono alla nostra portata e che ogni giorno attendono di essere colte e vissute.
Il Natale di Gesù potrebbe e dovrebbe suggerirci una nuova gestualità, una nuova concretezza di vita, un differente approccio alla quotidianità della nostra vita e del nostro impegno.
Dare più attenzione alle persone
Mantenere e mostrare ottimismo.
Coltivare sempre il dialogo e la tolleranza.
Essere amici e persone sincere ed affidabili.
Mostrare interesse per gli altri.
Riconoscere i propri errori.
Accogliere la diversità come continua nuova ricchezza e come opportunità di crescita rinnovata.
Sollecitare l’opinione e l’aiuto degli altri.
Questi piccoli grandi gesti e altri ancora che ognuno potrebbe compiere, legati alla nostra semplice vita di ogni giorno, potrebbero aiutarci a riscoprire le nostre responsabilità più grandi e più coinvolgenti, come cittadini e come cristiani, che vivono nel piccolo di una cittadina e nel grande di una realtà che ci oltrepassa e ci sfida.
Che il Natale ci provochi ad accogliere con sempre rinnovato entusiasmo quel Dio che entrò nella nostra storia corporalmente e concretamente, in carne ed ossa, con tutte le nostre necessità e diritti e esigenze , qui e adesso, nella storia concreta.
La sua venuta non è più una promessa, ma una realtà viva e presente.
Forse è la sfida più grande che ci sia mai stata lanciata…
A ciascuno di noi raccoglierla e starci dentro, fino in fondo.
Buon Natale
don Giuliano Zattarin