II termine Kick Boxing è americano ed è composto dalle parole to kick, calciare e to box, boxare, fare a pugni. Pertanto la Kick Boxing è un modo di combattere colpendo sia di calci che di pugni.

L'idea di organizzare incontri di combattimento libero a contatto pieno, utilizzando pugni e calci, nasce dall'evoluzione Americana di concepire gli incontri di Karate.

Sotto la spinta dei film di Kung Fu made in Hong Kong numerosi praticanti di arti marziali decisero di orientare il proprio allenamento verso una forma di combattimento più "reale". Cominciarono ad indossare calzari e guantoni elaborando una nuova forma di combattimento in cui i colpi venivano portati senza controllo.

Il successo è immediato e molti atleti già di spicco del mondo agonistico marziali passarono alla nuova disciplina.

Un promoter americano di nome Mike Anderson si rende subito conto dell'importanza di codificare una nuova formula di gara che fornisse al pubblico uno spettacolo tecnicamente ineccepibili e più reale rispetto ai monotoni incontri a colpo controllato delle arti marziali.

Il 14 settembre del 1974 a Los Angeles, venne organizzato il primo vero torneo di arti marziali a “contatto pieno".

Il Full Contact, prevedeva l'uso di calci e pugni a contatto pieno ma indirizzati unicamente al di sopra della cintura.

Questa caratteristica era altamente limitante per coloro che volevano entrare nei circuiti professionistici mondiali. Alcuni tra i più intraprendenti promoter americani scoprirono l'esistenza di un circuito orientale parallelo dove poter far combattere i propri atleti.

In particolare in Giappone dove, dagli anni 70, andava di moda una versione semplificata e meno cruenta degli ormai popolari incontri di Free Fighting nei quali erano escluse le tecniche più pericolose, come le micidiali ginocchiate, gomitate, e le proiezioni con la lotta a terra.

Nel 1976 a Los Angeles un ricco tour operator americano ed un campione dell'allora nascente full contact si incontrarono: si trattava rispettivamente di Howard Hansone e Benny Urquidez, i quali, crearono una organizzazione denominata WKA World Kickboxing Association.

La WKA nasceva da una considerazione molto importante: nessuna federazione di 'full contact' avrebbe mai potuto definirsi realmente mondiale senza la presenza dei paesi asiatici, i quali a loro volta mal digerivano di non poter combattere con i calci in linea bassa.

Hanson e Urquidez che avevano molte conoscenze in Giappone, dove aveva visto gli europei combattere contro i nipponici, in quella che inizialmente veniva chiamata 'japanese kickboxing', capirono la necessità di aggregare il mondo americano che stava scoprendo iI full contact a quello asiatico già aduso ai combattimenti su ring.

La WKA sarà quindi la prima organizzazione mondiale che sanzionerà i combattimenti a contatto pieno con i devastanti 'low kicks'. La nuova formula di gara ottiene subito grande sviluppo negli Stati Uniti, ma è in Asia ed in Europa che ottiene i suoi più grandi successi.

In Giappone il suo più grande campione sarà lo stesso Urquidez che diventerà così famoso da essere immortalato come personaggio di una popolare rivista a fumetti.

Dopo alcuni anni furono gli europei a furoreggiare sui ring mondiali. In Europa è l'Olanda la fucina di quei campioni che poi sfideranno e batteranno i campioni di tutto il mondo.

In Italia la kickboxing arriva negli anni '80 e nel 1983 si costituisce la sezione italiana della WKA. Sarà solo nell'89 che l'Italia entrerà a far parte dei più prestigiosi circuiti agonistici internazionali..

Da ricordare il primo Campionato Europeo (sett, '90 a Chiacchiarella) vinto ai punti dall'inglese KashGill contro lo svedese Thomas Rasmussen, il primo mondiale femminile svoltasi nel novembre del '91 al Palalido di Milano e vinto dalla francese Valerie Henin contro la belga Nadia Dugaro ed infine il mondiale maschile pesi massimi vinto per k.o. a metà della prima ripresa dall'olandese Jan Wesseis contro il croato Radovic