Montecchio maggiore
Comune, situato parte in collina e parte in pianura, che si trova a circa 13 Km a ovest di Vicenza
(19754 abitanti nel censimento del 1991).
Il nome deriva da "monti
clus", cioè "piccolo monte".
Nel territorio furono rinvenuti cippi funerari, vasi e iscrizioni romane; pare che
l'importanza strategica di Montecchio, che domina il passaggio per la Valle dell'Agno,
fosse segnalata fin da epoca romana, quando una via suburbana la collegava a Vicenza per
Campo del Gallo. Nel 1236 fu possesso di Ezzelino da Romano; nel 1320 passò sotto il
dominio scaligero e nel 1354 Cangrande II vi fece ricostruire i due castelli; nel 1387
passò sotto il dominio visconteo e nel 1404 sotto quello veneziano. Nel 1880 fu
inaugurata la linea tramviaria Vicenza-Montecchio-Valdagno.
Famosi i suoi due castelli: Castello della Villa Detto di
Romeo. Fu eretto nel 1354 dagli Scaligeri e costituisce un bellissimo esempio di
architettura militare trecentesca.
Castello di Bella Guardia detto di Giulietta. Eretto alla stessa epoca dell'altro, fu con
esso smantellato dai veneziani nel 1514. Entrambi erano stati possesso dapprima dei
Bongiudei e verso il Mille dei Pilei. Restaurati nel 1260, erano stati poi ricostruiti da
Cangrande II della Scala.
Sono inoltre notevoli: Villa Lorenzoni, Villa Gualda e, in particolare,Villa CordelIina-Lombardi. Di forme palladiane, fu fatta erigere da Carlo Cordellina-Molin tra il 1735 e il 1760 sul luogo in cui esisteva già nel '600 la vecchia casa dominicale dei Molin. La paternità, a lungo dubbia, pare sia da attribuire a Giorgio Massari. Sulla facciata è un pronao a quattro colonne ioniche; al centro del timpano, stemma della famiglia; sugli acroteri tre statue di linee elegantissime attribuite alla bottega dei Bonazza. Il cortile posteriore è raccolto tra alte mura e i due palazzetti, detti Torrette. All'interno il salone, detto "portego", su cui danno le altre stanze è "mirabile per l'armonia delle proporzioni e per la trama degli stucchi che si distende sulle pareti e sul soffitto destinata a formare cornice alle scene dipinte da Giovanni Battista Tiepolo" (1743). I colori degli affreschi, un tempo assai vivaci, sono ora affievoliti e alterati. La villa ospita una notevole raccolta pittorica con tele del Ricci, del Cignaroli, del Carpioni, del Carracci. Nel bel giardino all'italiana che la precede si trovano statue dei Bonazza.
La posizione nella fascia di intenso sviluppo socio-economico, e l'operosità della popolazione sono stati fattori determinanti della espansione economica verificatasi in Montecchio. Tale espansione ha determinato un centro industriale impostato in maggior misura sul settore metalmeccanico (circa una trentina di imprese di piccola e media dimensione), però anche con stabilimenti nei settori chimico, delle pelli e del cuoio, tessile e delle confezioni, dell'estrazione e lavorazione minerali, alimentare, delle materie plastiche. Nel complesso, per le attività industriali Montecchio può contare su una settantina di aziende di piccola e media dimensione che occupano quasi 4.000 dipendenti, senza considerare la moltitudine di imprese di dimensione artigianale che operano in diversi settori merceologici e che interessano circa 900 addetti. Collateralmente si sono pure sviluppate le attività terziarie, ma in particolar modo le iniziative commerciali che dispongono di oltre 300 aziende (di cui 2/3 per il commercio fisso e quasi 1/3 per gli esercizi pubblici), mentre le rimanenti attività terziarie, come trasporti, banche ed altri servizi di utilità pubblica, consistono in un centinaio di aziende che in buona parte riescono a soddisfare i bisogni della popolazione. Inoltre l'agricoltura contribuisce al benessere economico locale con la produzione di vini, cereali, ortaggi, oltre al ricavato degli allevamenti di bestiame.