Marostica
Comune che si trova a circa 27 Km a nord di Vicenza
(12639 abitanti nel censimento del 1991).
Il nome può derivare da "fundus
Marostus", nel senso di possesso, fondo di Marosto; oppure da "lama
rostica", in cui "rostica" significa terreno che da poco si è iniziato a
coltivare; oppure anche dall'aggettivo "amarostico", con senso di alquanto
amaro, forse alludendo al sapore di qualche sorgente; oppure ancora da "Marii
ostium", cioè campo, stazione di Caio Mario; infine può derivare anche dal celtico
"mar", sopra, e "hasticum", accampamento, con il significato di sopra
l'accampamento.
Nel territorio furono rinvenuti frammenti di ceramica paleoveneta e due lapidi di epoca
romana. Citata per la prima volta in un documento del 753, fu munita di castello fin da
tempi remoti. Secondo alcuni storici fu data in feudo dai vescovi di Vicenza a Ezzelino il
Balbo prima del 1140; in seguito però pare che questi la perdesse. Nel 1194, infatti,
Ezzelino il Monaco, cacciato da Vicenza, "riprese" Marostica, ma per sostenere
la guerra contro Vicenza, chiese aiuto ai Carraresi di Padova e in cambio concesse loro
prebende su di essa. Nel 1218 il paese fu consegnato ai vicentini da Ezzelino il Monaco
dietro pagamento di 40.000 lire veronesi. Nel 1235, però, Ezzelino III la riprese con la
forza e la tenne fino alla morte (1259). Nel 1266 tutto il Vicentino cadde sotto la
signoria carrarese, alla quale subentrò, nel 1311, quella scaligera. I padovani non si
rassegnarono facilmente alla sconfitta: negli anni che seguirono scesero in campo "ed
anche Marostica ebbe ad esperimentare più volte il furor degli eserciti". Rimasti
possessori di Marostica, gli Scaligeri posero particolare cura nelle sue fortificazioni.
Nel 1386 essi pure però caddero, per mano di Gian Galeazzo Visconti. Nel 1404 Vicenza si
diede a Venezia ponendo fine all'alternarsi di signorie. Marostica ebbe un trattamento di
favore da parte della Serenissima; come per la sola Lonigo, infatti, in essa risiedette un
Podestà indipendente da Vicenza e dipendente direttamente da Venezia. Di tutto il
Vicentino, solo Bassano ebbe un trattamento ancora più privilegiato: non aveva Podestà,
ma era governata direttamente dalla Serenissima. Nel 1509, durante la guerra della lega di
Cambrai, Marostica fu occupata dai tedeschi, ma per soli pochi mesi; nel 1513, tuttavia,
fu rioccupata e questa volta messa a ferro e fuoco.
Nel 1685 il doge Corner la dichiarò città.
Il Museo, la partita a scacchi.
Si svolge la seconda domenica di settembre, negli anni pari, sulla bella piazza Castello.
La vicenda, solo in parte leggendaria, narra la storia di Rinaldo d'Angarano e Vieri da
Vallonara che si innamorarono contemporaneamente di Lionora, figlia di Taddeo Parisio,
castellano di Marostica e umanista. Questi vietò ai giovani il duello e impose in sua
vece una partita a scacchi, gioco nel quale essi erano bravissimi. Dispose inoltre che lo
sconfitto avrebbe avuto in sposa sua sorella Oldrada. Così avvenne, con generale
soddisfazione.
Notevoli il castello superiore, il castello inferiore, la Villa Torresino, la Villa
Agostinelli e la Villa Dalle Laste.
L'espansione economica di Marostica
avvenuta negli ultimi decenni ha trovato nel fiorente tessuto produttivo artigianale
locale il più valido presupposto. L'industria è senz'altro l'attività trainante del
sistema economico-sociale che si basa su un complesso di circa 250 aziende di variabile
dimensione in ogni settore merceologico, delle quali circa 1/5 sono aziende industriali di
piccole e medie dimensioni che fanno lavorare circa 2.000 persone, mentre le rimanenti
(200 circa) sono a carattere artigianale. I settori di maggior interesse sono quello
tessile, elettromeccanico, delle gomme, delle costruzioni oltre a quello tradizionale
dell'artigianato locale la cui minoranza trova riscontro nelle due esposizioni allestite
appositamente ogni anno. Tutt'altro che trascurabile è il ruolo svolto dall'agricoltura
che ha oltre a cereali buone produzioni di ortaggi, di uva, di frutta e in particolare di
ciliegie. Ciò viene posto in risalto dalla annuale "Mostra delle ciliegie",
riguardante anche l'ortofrutticoltura locale, e dalla Fiera di S. Simeone per il bestiame
e le macchine agricole.
L'organizzazione commerciale, nelle sue varie forme, è sufficientemente sviluppata ed
affianca adeguatamente tutta l'attività produttiva comunale, come pure quella della zona
economicamente gravitante su Marostica; ciò dimostrano le varie iniziative periodiche
(mercati, mostre, fiere, ecc.) che oltre tutto hanno un riflesso turistico. Oltre a ciò
vi è anche un richiamo di natura storico-artistica e paesaggistica e questa pittoresca
cittadina possiede una sufficiente attrezzatura ricettiva.