Asiago
Il più importante centro dei sette Comuni, è una graziosa moderna città quasi al centro dell'altipiano che ne porta il nome, frequentata sia per la villeggiatura estiva sia per gli sport invernali, si trova a circa 65 Km a nord di Vicenza.
(6572 abitanti nel censimento del 1991)
Molto probabilmente il nome deriva da "fundus Aselliacus", cioè terreno, possedimento di Asellius. Fu per secoli capitale della Federazione dei Sette Comuni. Venne distrutta nel 1487 da milizie tedesche e nel 1916 durante la battaglia degli Altopiani. Nell'ultima guerra fu centro della resistenza partigiana e meritò un alto riconoscimento militare.
L'altopiano dei Sette Comuni
Nel 1958 venne scoperta nel bosco di Prunno la stazione preistorica Raffaello Battaglia: i
numerosi manufatti litici rinvenuti sono fatti risalire al periodo epigravettiano. In
qualche località dell'altopiano (Rotzo, Roana) si conservò a lungo una specie di
dialetto detto cinibro. Si riteneva che tale dialetto fosse in relazione con l'origine
delle popolazioni dei Sette Comuni, discendenti, si credeva, dalle tribù cimbriche
sconfitte da Caio Maria nel 104 a.C.. Studi recenti negano però qualsiasi rapporto con
tali popolazioni e attribuiscono l'importazione del dialetto a tribù nordiche di varie
origine scese in Italia verso il Mille. Il primo documento che parla dell'altopiano di
Asiago risale al 917; con esso parte del territorio veniva donata dall'imperatore
Berengario a Silicone, vescovo di Padova. Fino al XII secolo si alternarono nel possesso
del territorio i vescovi di Padova, Vicenza e gli Ezzelini.
Alla fine, nel 1301, la regione si costituì in Reggenza o Federazione dei Sette Comuni
(Asiago, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roano, Rotzo) il cui governo centrale si stabilì
ad Asiago. Nel 1327 la Federazione, mantenendo sempre la propria autonomia, passò agli
Scaligeri, nel 1387 ai Visconti e nel 1404 a Venezia. Nel 1508-09 l'altopiano fu invaso
dagli eserciti di Massimiliano I. Nel 1797 cadde la Repubblica di Venezia, ma la
Federazione continuò a godere di una certa autonomia fino al 1807. Dal 1807 al 1814 subì
il dominio napoleonico e in seguito, fino al 1866, quello austriaco. Da quest'ultimo anno
in poi entrò a far parte del Regno d'Italia.
La Grande Guerra
La guerra del 1915-18 infuriò terribile in tutta questa zona, che fu l'oggetto principale
dell'offensiva austriaca del 1916 e della seguente controffensiva italiana. Nel 1915 il
confine, che passava per il Pasubio, Velo d'Astico, le Mandrielle, Cima della Caldiera e
Monte Forcellona, fu oltrepassato ovunque dai nostri per occupare posizioni più
favorevoli; l'offensiva austriaca del '16 ci costrinse però ad arretrare. La seguente
controffensiva ci restituì in breve gran parte del terreno perduto e le posizioni così
ottenute furono sistemate validamente a difesa. La controffensiva italiana si era
arrestata al Monte Ortigara, a nord-est di Asiago, la cui conquista ci avrebbe permesso di
affacciarci alle retrovie austriache in Valsugana. Contro questo monte, definito Calvario
degli alpini, il 10 giugno 1917 furono lanciate all'attacco 12 divisioni, sostenute da
1.500 cannoni e 145 aerei, che riuscirono, pur con perdite gravissime, a occuparne gran
parte spingendosi fino al Passo dell'Agnella. Purtroppo le divisioni che dovevano operare
a sud non erano riuscite ad avanzare; il mattino del 25 si scatenò una violenta
controffensiva austriaca. Alpini, fanti e bersaglieri si batterono con disperato valore,
ma furono costretti a retrocedere.
Il monte reca tuttora le tracce indelebili della terribile lotta. Una colonna spezzata,
postavi nel 1920, ammonisce: "Per non dimenticare".
Nel giugno 1918 si combattè ancora su queste posizioni, ma la 6ª Armata, coadiuvata da
inglesi e francesi, resistette al tentativo austriaco di rompere le linee fra Astico e
Brenta.
Si impernia su un'affermata
attività turistica invernale ed estiva, riuscendo a sfruttare con appropriate
attrezzature alberghiere e sportive le risorse naturali. Il turismo ha favorito lo
sviluppo dell'artigianato tipicamente locale nel settore del legno e delle confezioni,
oltre a quello edile. Tutt'altro che trascurabile è per la formazione del reddito del
luogo, l'apporto delle imprese industriali dell'estrazione e della lavorazione del
calcare, della distillazione, dei prodotti caseari e della fabbricazione di articoli
casalinghi.
L'agricoltura offre una buona produzione di patate e foraggio, mentre l'allevamento bovino
e lo sfruttamento dei boschi completano il quadro dell'economia locale.