Pienza
Descrizione fornita da Matteo Guidotti
Lo stemma è rosso con un leone d’oro
coronato, poggiante su un ramoscello d’ulivo di verde ed accompagnato da un
crescente (una mezzaluna) d’argento.
Il leone in campo rosso è una figura ricorrente nell’araldica civica della
provincia senese e grossetana; compare infatti nelle armi araldiche di molte
comunità come Buonconvento, Rapolano, Castiglion d’Orcia, Radicofani, Montieri,
Orbetello, ecc. Esso deriva dallo stemma che in epoca medioevale era stato
assegnato al Popolo di Siena, che attualmente è usato dalla Provincia di Siena
ed in cui figura un leone d’argento con corona e unghie d’oro in campo rosso. Il
legame tra le capitali di antichi Stati comunali (Siena, Genova, Venezia, Lucca,
Firenze) e le comunità sottomesse veniva quindi sancito anche dal punto di vista
grafico, ponendo negli stemmi civici un richiamo allo stemma della città
dominante.
In questo caso, per differenziare lo stemma di Pienza da quello senese e per
caratterizzarlo con elementi peculiari della città, vi sono stati aggiunti un
ramoscello d’ulivo, che ricorda l’elevata qualità dell’olio prodotto nel
territorio, ed una mezzaluna rivolta in alto (un “crescente montante”, secondo
il gergo araldico), che richiama l’arme della celebre famiglia Piccolomini: uno
scudo d’argento con una croce azzurra caricata di cinque crescenti d’argento.
Proprio Enea Silvio Piccolomini, meglio noto come Papa Pio II, ha voluto
trasformare, tra il 1459 e il 1562, il piccolo borgo di Corsignano, in cui era
nato, nella splendida cittadina di Pienza.
Nella descrizione di Luigi Passerini del 1860 nello stemma pientino compaiono al
posto del leone e del ramo d’ulivo, rispettivamente un grifone ed un ramo di
lupino, forse per un’errata interpretazione degli stemmarî più antichi o per la
confusione ingenerata dall’arme della vicina Montepulciano in cui campeggia
appunto un grifone.
Per saperne di più:
AA VV, La Toscana e i suoi comuni, ed. Marsilio, Firenze, 1986.
G. P. Pagnini, Gli stemmi dei comuni toscani al 1860, ed. Polistampa, Firenze,
1991
L. Passerini, Le armi dei municipi toscani, ed. Forni, Bologna, ristampa
anastatica.