Formia
D'azzurro alla fenice nella sua immortalità, il tutto al naturale; essa fenice mirante un sole d'oro orizzontale nel cantone destro del capo; colla bordatura composta di 24 pezzi di verde, d'argento e di rosso alternato; lo scudo cimato da corona murale di un cerchio di muro d'oro aperto di quattro porte e sormontato da cinque merli dello stesso, unito da muricciuoli di argento; due rami di palma di verde, decussati sotto la punta, legati di rosso, ed aventi attorcigliata una lista col motto Post fata resurgo, in lettere maiuscole…".
Superficie | 73,49 Kmq |
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Altitudine | 19 m. s.l.m. |
Abitanti | 35.376 |
Nome abitanti | Formiani |
Distanza Capoluogo | 76 Km |
Longitudine | 13°37'01" |
Latitudine | 41°15'40" |
Molte sono le leggende sulla nascita di
Formia e quasi tutte risalgono alla presenza sul territorio di popolazioni di
origine greca. Secondo Diodoro Siculo la città di Formia venne fondata dagli
Argonauti insieme alle città di Pyrae e Amiclae.
Strabone fa derivare il nome dal toponimo "hormiai", che in greco significa
"buon approdo”, con chiaro riferimento alla favorevole posizione del sito sulla
costa.
Ancora Frontino riporta l'etimologia del nome al termine "formae" e alle
innumerevoli sorgenti che scaturivano nel suo territorio.
Infine, la leggenda più nota ci indica la fondazione della città realizzata dai
Lestrigoni così come narrato da Omero nell'Odissea.
La città ebbe una origine pre-romana, legata allo stanziamento in questi luoghi
della popolazione Ausona che eresse innumerevoli fortilizi.
La storia certa di Formia inizia nel 338 a. C., quando, sconfitti nella guerra
romano-sannitica, gli Ausoni vennero sottomessi dai romani e la città ottenne la
civitas sine suffragio e con essa la parziale cittadinanza romana.
La civitas optimo iure, cioè la cittadinanza completa, venne sancita nel 188
a.C. con l'iscrizione della città alla tribù Emilia. Posta sull'asse viario
dell'Appia, Formiae divenne in breve tempo una delle città più importanti del
territorio, oltre che ambito centro di soggiorno per le principali famiglie
patrizie di Roma che vi costruirono ville fastose.
La crisi irreversibile dell'antico Municipio romano si ebbe definitivamente
nell'846, quando la città venne completamente distrutta dalle bande saracene che
imperversavano sulle coste tirreniche.
La popolazione abbandonò la città rifugiandosi in parte sulle colline, dando
origine al borgo di Maranola, in parte nella vicina città di Gaeta. Il suo
territorio venne inglobato nel ducato di Gaeta.
La città cominciò a ricostruire il suo tessuto urbano nel XVIII secolo. Il 13 marzo 1862
riprende l'antico nome di Formia.
Da allora la città conobbe un periodo continuo e costante di crescita sia nel
tessuto urbano, con la costruzione dell'asse viario principale di via Vitruvio,
sia nel territorio, inglobando nel 1928 i due comuni di Maranola e
Castellonorato i quali, insieme a Trivio compongono ancora oggi il territorio
del comune di Formia.
Da visitare: la Tomba di Cicerone
costituita da una torre cilindrica alta 24 metri, su una base quadrata
poligonale. Sorge ai margini dell'Appia, al Km. 139, poco fuori l'abitato, in
direzione di Itri, dove si vuole che l'oratore venisse ucciso il 7 dicembre 43
a. C. Di fronte ad essa, in linea d'aria, sulla collina di Costamezza, sono
visibili i resti di un altro edificio funebre, che si vuole sia la tomba di
Tulliola, figlia di Cicerone.
La Chiesa di S. Erasmo che ha origine antichissime, legate al culto di Sant'Erasmo,
che nella città ebbe il martirio, il 2 giugno del 303, durante le persecuzioni
di Diocleziano. La facciata della chiesa è preceduta da un atrio porticato con
archi a tutto sesto. L'interno è composto da tre navate prive di transetto,
sorrette da otto colonne con volte a crociera e ampio presbiterio. In fondo alla
navata di destra si trova la cappella di Sant'Erasmo con l'altare settecentesco
e la statua lignea del Santo.
La torre ottagonale di Castellone, fatta costruire da Onorato I, Caetani, conte
di Fondi nel XIV secolo, è il simbolo dell'omonimo Rione.
La torre cilindrica Mola, alta 27 metri, fu edificata da Carlo II D'Angiò (sec.
XIII). Era a protezione del borgo di Mola, sorto nel X secolo presso i mulini ad
acqua da cui il nome.
La Fontana di S. Remigio dove è visibile un tratto pavimentato in basalto
dell'antica via Appia, prospiciente la Fontana Romana, in blocchi calcarei
squadrati: l'acqua scaturiva fino a pochi anni fa da due maschere probabilmente
rappresentanti Oceano, padre delle acque; il monumento è unico nella Penisola.
La Chiesa dell' Annunziata Ubicata fuori dalla cinta muraria, fu edificata nel
1371 dal conte Onorato Caetani di Fondi. Ispirata a modelli gotici, presenta
un'unica navata centrale con volte a crociera. Sul portale, nella lunetta, un
mosaico di Antonio Sicurezza raffigurante l'Annunciazione.
Per ulteriori notizie consultare il sito di Formia o sul sito non ufficiale