Ti canteranno ragazzi d'amore  

Io t'ho dato le ali. Volteggerai, librato,

agevolmente sulla terra e il mare.

Sarai presente nelle feste, nei banchetti,

col tuo nome su mille bocche, vivo.

Ti canteranno ragazzi d'amore, acute voci

serene, al suono di clarini acuti.

Poi calerai negli antri della terra buia,

laggiù, nell'Ade stridulo di pianti.

Ma con la morte non morrà la fama; gli uomini

t'ameranno, col tuo nome perenne,

Cirno. Andrai per la Grecia e le sue isole, varcando

mari pescosi, sterili distese,

senza cavalli: ti faranno scorta i doni fulgidi

delle Muse dai serti di viole.

Canto sarai nei secoli, per chi del canto è vago,

finché la terra duri e duri il sole.

E io? Tu non ti curi di me: tu non mi dai

che parole. M'illudi, come un bimbo.

(TEOGNIDE vv 237-254)