La Pallavolo nasce negli Stati Uniti nel 1896, assieme al cinema, ai fumetti ed alla prima Olimpiade.

Fu inventata dall'americano William G. Morgan, coordinatore di educazione fisica dell'YMCA del Massachussetts, che la descriveva come "un gioco che si può praticare in palestra o all'aperto e che consiste nel lanciare una palla da una parte all'altra di una rete; gli avversari debbono impedire che la palla tocchi il suolo". Negli Stati Uniti il nuovo gioco, originariamente chiamato "Mintonette" si diffonde con grande difficoltà e scarso entusiasmo; impiega più di tre anni per arrivare a Cuba, ma contagia, invece, l'America del Sud: Brasile, Uruguay, Messico, Argentina abbracciano con grande entusiasmo la nuova disciplina sportiva.

In Oriente la Pallavolo arriva prima nelle Filippine, portata da un altro professore dell'YMCA, Helwood Braun. Fu l'inizio di quella che venne chiamata "la grande adesione gialla". Si giocava a pallavolo in Cina, nelle Coree, allora unite, in Giappone.

In Europa arriva sugli incrociatori americani che sbarcano in Francia insieme ai soldati della Grande Guerra (1914-1918). La Pallavolo era stata inserita nei giochi di svago della truppa.

In Italia arriva nel 1917-1918 a Porto Corsini, vicino a Ravenna. Gli Americani mostrano il nuovo gioco in un hangar della base per idrovolanti: la guerra finisce, gli americani tornano a casa, ma la Pallavolo resta e dalla Francia comincia a diffondersi in tutta Europa.

L'U.R.S.S. è colpita da una vera e propria epidemia; la Pallavolo, in pochi anni diviene lo sport nazionale dell'Unione Sovietica, che nelle classifiche finali dei vari Campionati Mondiali e delle varie Olimpiadi occupa regolarmente una delle prime tre posizioni fino al 1990. Ma è tutta l'Europa Orientale a scegliere il Volley come sport di massa.

Bulgaria, Cecoslovacchia, Romania e Polonia, allestiranno nel tempo squadroni formidabili. La Cecoslovacchia apporterà innovazioni tecniche di grande interesse. In pochi anni gli Europei dell'Est diventano i più bravi al pari dei Giapponesi e degli stessi inventori, gli Americani.

Nel periodo tra le due guerre, tuttavia, la Pallavolo è considerata un passatempo più che un autentico sport. Dopo il secondo conflitto, essa riesce a darsi la struttura organizzativa necessaria a trasformare uno svago "dopolavoristico" in una vera e propria disciplina sportiva, capace in cinquanta anni di attività, di insidiare da vicino il primato del gioco del Calcio.

Nel 1946, in Italia nasce la Federazione Italiana Pallavolo (F.I.PAV.). Nell'aprile del 1947 si riuniscono a Parigi i rappresentanti di quindici federazioni nazionali che danno vita alla Federazione Internazionale di Volleyball (F.I.V.B.).

Negli anni 50-60 nascono le così dette "scuole": la scuola cecoslovacca è imperniata esclusivamente sulle "schiacciate" e sui "muri"; quella sovietica predica la conoscenza perfetta dei Fondamentali (palleggio, bagher ecc.), realizzando così un gioco più dinamico e variato dei cecoslovacchi. Per contro il Giappone continua a credere nel gioco veloce, realizzato in agilità, acrobazia, finte e ritmo; un gioco molto apprezzato dal pubblico, ma che frutterà poche vittorie.

La prima edizione della Coppa del Mondo si tenne nel 1949; dal 1952 questa manifestazione si svolge ogni quattro anni. La pallavolo è stata ammessa per la prima volta alle Olimpiadi di Tokyo nel 1964; i campionati europei sono stati istituiti per gli uomini nel 1948 e per le donne nel 1949. Esiste inoltre la World League, nata nel 1990, una manifestazione internazionale per le rappresentative nazionali maschili che viene giocata dalle dieci squadre più forti al mondo. Per le donne esiste un torneo similare chiamato World Grand Prix, introdotto nel 1993, a cui possono partecipare solo le migliori otto formazioni del mondo.Questo grande fermento tecnico-innovativo sta ancora oggi portando verso l'alto il gioco della Pallavolo. Pubblico, tesserati, tornei sono in crescita costante, senza momenti di pausa, senza curve negative di interesse.

Un successo garantito e sostenuto anche dalla Federazione Italiana che, dopo anni di profondo lavoro sulle strutture nazionali, è andata in questi anni raccogliendo il frutto della propria opera con una serie di successi a livello internazionale.

La nazionale italiana maschile di pallavolo è oggi una delle squadre più forti al mondo, avendo vinto tutte le gare internazionali degli ultimi anni tranne le Olimpiadi. In Italia la pallavolo è rappresentata nel CONI dalla FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo). Tra i più forti giocatori si ricordano Andrea Zorzi e Lorenzo Bernardi.

Ed è proprio grazie a questa ricchezza di base che la Pallavolo si va attrezzando per divenire lo sport principe degli anni 2000.

 

Il Gioco

La Pallavolo è uno sport di squadra che si gioca normalmente su una superficie liscia in legno o in materiale sintetico; l'area di gioco è di forma rettangolare suddivisa in settori da linee bianche, parallele ai lati più corti del campo. Ogni metà campo è divisa, a sua volta, in due parti: la prima, più vicina alla rete, è lunga 3 m (area d'attacco); la seconda è lunga 6 m (area di difesa). Le due metà campo sono separate da una rete, alta metri 2.43 (atleti) o metri 2.24 (atlete), sostenuta da due montanti laterali.

 

 

L'obiettivo del gioco è quello di far cadere a terra il pallone nell'area di gioco avversaria, facendolo passare sempre al di sopra della rete, oppure di mettere gli avversari in condizione di commettere errori. La pallavolo è giocata da due squadre di 6 giocatori: centrali, schiacciatori o alzatori. Di solito, la disposizione in campo dei giocatori è di tre nell'area di attacco e tre in quella difensiva.

Gli elementi tecnici fondamentali della pallavolo sono la battuta, che serve per mettere in gioco la palla, il bagher di ricezione, che viene usato normalmente nella fase difensiva del gioco, l'alzata, che si utilizza nell'impostazione dell'azione di attacco, e la schiacciata, colpo con cui si conclude l'attacco.

 

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