ROUGH TRADE BODY 06
words and music by Tania G Rizzo
© 1996-1997 Tania G - ConCept Italia
Lo standard per la telematica adottato in Italia nel Videotel, come ho detto, utilizzava, oltre ai caratteri di testo, anche dei colori, per rendere lo schermo più leggibile e piacevole. Non era possibile inserire foto o animazioni, ma con certa approssimazione si potevano avere effetti di questo tipo usando quei caratteri colorati. Il sistema, gestito dalla SIP (ora Telecom), è del tutto simile ad Internet, come principio. Però gli standard sono appunto quelli europei, quello inglese e quello francese. Per selezionare lo standard francese, che è quello al quale ero abituata, bisognava inviare, all'atto della connessione, un misterioso carattere della tastiera, cosa che mi fu insegnata molto presto. Poi mi diedero anche dei programmi che facevano queste cose senza bisogno che io intervenissi, e questo mi portava già ad un livello gerarchico notevole, nel senso che quando qualcuno fa qualcosa perché tu possa non fare qualcos'altro, sei di un certo rango. Ciò nonostante, io ero tenuta in quella poca considerazione che poteva avere una matricola di lettere moderne in un covo di "hackers". E il mio compito "Cuore di Tania" fu poi presto identico e con le persone che conoscevo nelle chat, e tra i miei compagni di lavoro. Cominciarono a farmi le confidenze più intime, cosa che naturalmente mi faceva molto piacere. Essendo quasi l'unica femmina nei dintorni, ero la probabile fidanzata per ognuno, o almeno la confidente immediata. Essere veterana in un precedente branco mi permetteva di attuare delle buone contromisure. Naturalmente non negai mai il mio coinvolgimento, e tutto quello che ci fu, come travasi emotivi, fu importante. Però fu anche una bella guerra. Non mi era possibile accettare un coinvolgimento con qualcuno che fosse anche un dito mignolo superiore a quello per gli altri. Inoltre, siccome feci parte di quel gruppo per molti mesi nell'arco di due anni scolastici, sapevo di dover preservare qualcosa della mia immagine in termini di stima e rispetto reciproco. Questo, visto a posteriori, comportò la verifica della famosa massima che "chi trova un amico trova un tesoro", e lo seppi un po' più avanti, in circostanze abbastanza delicate.
Fatto sta che quando cominciò
la cosa del "log" delle mie chattate, ovvero la registrazione
che veniva fatta via software di tutti i messaggi che inviavo
e ricevevo nelle mie notti insonni, potei comprendere che non
si trattava solo di ingerenza nei fatti miei. |