Le delizie del Gambetto Greco. Posizione iniziale del Gambetto Greco Questo spregiudicato contrattacco centrale fu spesso adottato dal celebre Leonardo da Cutro,
detto "il puttino", ma solo per sorprendere gli avversari. Qualche
decennio più tardi divenne un'arma mortale nelle mani del grande Giocacchino Greco, il quale mise in evidenza la ricchezza di alcuni svolgimenti. L'idea strategica di quest'apertura ricalca quella del Gambetto di Re,
con la sostanziale differenza che il Nero dispone di un tempo in meno.
Se questo prematuro contrattacco (che fra l'altro indebolisce
pericolosamente l'ala di Re) fosse possibile, vorrebbe dire che lo
sviluppo del Cavallo in f3 sarebbe un errore, la qual cosa è assurda
perchè questa mossa risponde perfettamente ai principi fondamentali
della teoria scacchistica, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei
pezzi che per il controllo delle case centrali. Il Gambetto Greco fu riesumato negli anni '20 del secolo scorso dal maestro lettone Karl Bething, il quale indicò diverse continuazioni tatticamente interessanti e cercò, pur senza successo, di riabilitarlo nella pratica magistrale. Da qui il nome di Gambetto Lettone, in alternativa al nome originale. Ai nostri giorni, dato l'innalzamento tecnico generale, è quasi impossibile trovare questa spettacolare difesa nella pratica di torneo, se non come arma a sorpresa. Non per questo il Gambetto Greco è da sottovalutare e se il Bianco entra incautamente in qualche variante "avvelenata" rischia di finire massacrato in poche mosse! Per passare in vantaggio il Bianco deve giocare le mosse più corrette ed energiche, altrimenti il Nero rischia di ottenere quanto meno una comoda posizione e questo, a livello dilettantesco, è molto più facile di quanto si possa credere. Per immergersi nello spirito di questo gambetto analizzeremo alcune continuazioni, a cominciare da quelle, antichissime, tolte dalle partite di Gioacchino Greco. In seguito analizzeremo le moderne continuazioni utilizzate nelle partite fra Grandi Maestri, naturalmente con l'aiuto del motore d'analisi "Cyclone 2.2". >>> Prosegui |