Le finezze di un semplice finale.
finale della partita Cholmov-Botvinnik


Mikhail Botvinnik fu uno dei più grandi scacchisti di tutti i tempi. Solidissimo giocatore di posizione e grande innovatore, fu il primo a studiare in modo approfondito i piani per le "posizioni standard" e con quest'arma sconfisse tutti gli avversari dell'epoca.
Egli aveva però un'altra temibile arma nel suo arsenale: era un grande, grandissimo finalista e questa sua "vocazione" gli permise di vincere numerose "partite patte" e di pattarne altrettante di "perse". Grazie a dei finali magnificamente giocati riuscì a mantenere il titolo contro David Bronstejn nel 1952, a riprendere il titolo a Smyslov nel 1961...
Era così grande la sua abilità d'analisi che riusciva a sviscerare possibilità di vittoria anche nei finali più banali, riusciva cioè nell'incredibile impresa di "cavar sangue" anche dalle rape! Questo stupendo finale, ricavato dal bellissimo libro autobiografico "Battaglie sulla scacchiera" dimostra quanto temibile fosse il grande Mikhail nell'ultima fase della partita. I commenti, altamenti istruttivi, sono dello stesso Botvinnik.

Cholmov    --    Botvinnik
III Spartakiade  (7)   Mosca
1963     0-1


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La III Spartakiade dei popoli dell'U.R.S.S. del 1963, fu la prima competizione a cui partecipai dopo il match con Tigran Petrosjan, nel corso del quale ero definitivamente divenuto l'ex Campione del mondo. Non avevo però ancora disimparato a giocare e questo finale di partita può servire a confermarlo. Cosa si può dire sulla posizione? Il Bianco costringerà il Re avversario a difendere i suoi pedoni dell'ala di Donna; indi avverrà l'inevitabile scambio dei pedoni "d" e "g" e si giungerà ad un finale di 2 pedoni contro 2 sul medesimo lato. Allora patta? Certamente, a meno che il Nero non riesca a sfruttare il suo unico "atout": la lontananza del Re avversario dal teatro operativo. Ma come fare?

1.Th7 Rb6 2.Th6+ Rb5 3.Th7 Ra6 4.Th6+ b6 (D)

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Per ora è stato solo il Bianco a guadagnare qualcosina, riuscendo ad allontanare il più possibile il Re nemico dal pedone "d". Una logica continuazione, che finiva per rendere più complessa la lotta, era rappresentata a questo punto dal tratto 5.d6; allora il Bianco sarebbe forse riuscito a scambiare il pedone "d" contro uno dei pedoni neri del lato di Donna o contro il pedone "g", con la differenza che il Re nero si sarebbe trovato sulla 7ª traversa, ad una distanza leggermente maggiore dai pedoni bianchi.
5.Th7?
In base alle considerazioni esposte, questa mossa è sbagliata. Il cambio immediato dei pedoni "d" e "g" non complica il compito del Nero, bensì lo facilita!
5...Txd5 6.Rxg4 Td2 7.b4 (D)

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Sembrerebbe necessario minacciare subito il pedone; invece dopo 7... Ta2? 8.b5+! Rxb5 Txa7; la patta inevitabile. La traiettoria dell'attacco al pedone è perciò più contorta.
7...Tb2!!
La prima finezza; non è più possibile rispondere con 8.b5+, mentre la minaccia 8... Tb3!; costringe la Torre bianca ad abbandonare la posizione attiva che occupa. Questa mossa "tranquilla" era senza dubbio sfuggita ai calcoli del Bianco allorchè, riflettendo sulla 5ª mossa, aveva rinunciato a spingere il pedone.
8.Th3 Ta2!
E subito una seconda finezza: ora la Torre bianca si ritrova inchiodata alla difesa del Pa3 e, cosa molto importante, al Re bianco è interdetta la 3ª traversa per portarsi sul lato di Donna. Il Re nero, invece, può fornire un appoggio incondizionato all'attacco contro i pedoni bianchi.
9.Rf4 Rb5 10.Re4 Ra4 11.Th7 (D)

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Non avendo nient'altro a sua disposizione, il Bianco va verso un finale teoricamente perso. ...E pensare che tutti gli altri G.M. presenti in sala, solo poche mosse fa, avevano pronosticato un'inevitabile patta!
11...Txa3 12.Txa7+ Rxb4 13.Th7 b5 14.Rd4 (D)

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14...Ta8!
Dopo 15.Rd3 la più semplice sarebbe stata 15... Rb3. Tuttavia era anche possibile giocare "alla Grigoriev", tagliando fuori il Re bianco orrizontalmente: 14... Tg3! 15.Th1 Ra3; Anche nei finali di Torre più semplici si celano molti e stupefacenti misteri!
0-1

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