L'Apertura Barnes.
Poco
tempo fa avevo pubblicato un articoletto sullo Schema Ippopotamo,
un'apertura poco nota ma posizionalmente giustificata ed indubbiamente
solida. Sempre alla ricerca di sistemi "nuovi" ed insoliti, ho scovato
un'apertura che si può ben definire "scandalosa": l'Apertura Barnes, caratterizzata da 1.f3.
Questo strano impianto fu introdotto nella pratica magistrale dallo
scacchista inglese Thomas Henry Barnes, verso la metà del XIX secolo e
fu giustamente snobbato dalla maggior parte dei giocatori. Barnes
non fu un giocatore eccelso, ma può però vantare un singolare quanto
formidabile record: l'aver vinto 8 partite su 8 ad un mostro sacro come
Paul Morphy! In una di queste si permise addirittura di rispondere ad 1.e4 con 1... f6
(pazzesco!) andando poi a vincere tranquillamente la partita contro uno
dei più forti scacchisti della storia. Questo demenziale impianto
d'apertura infrange sfacciatamente tutte le più elementari norme
strategiche che regolano l'apertura fin dai tempi di Gioacchino Greco
(!) e in particolare:
- non contribuisce in nessun modo alla lotta per le case centrali;
- indebolisce in modo scriteriato due pericolosissime diagonali (g1-a7 e e1-h4);
- Inibisce al Cg1 la sua naturale casa di sviluppo;
- ostruisce la diagonale d1-h5 alla Donna;
- perde un prezioso tempo senza alcuna giustificazione:
Cos'altro si vuole di peggio da una singola mossa?
Ma c'è di più! Molti giocatori, indipendentemente da cosa risponde risponde il Nero, giocano come seconda mossa 2... Rf2.
Si può senz'altro affermare che se la prima mossa era una rischiosa
provocazione, la seconda è un vero proprio insulto, uno sfacciato
sberleffo nei confronti del Nero! ...E allora perchè qualcuno dovrebbe
adottare questa sbilenca apertura cheTarrasch definì «degna di un mentecatto»? Il
fatto è che nelle partite a cadenza veloce, dove il tempo di
riflessione è limitato a 5, 10 o al massimo 15 minuti a partita, la
Barnes ha spesso un effetto psicologico stupefacente! Uno degli errori
psicologici più evidenti, da parte del Nero, è quello di considerare il
suo avversario un inetto (daltronde chi si sognerebbe mai di aprire in
questo modo?) e quindi pensare di aver già vinto la partita. Un altro
errore è quello di voler subito "punire" la sfacciataggine del Bianco,
lanciandosi in un prematuro attacco alla garibaldina. Il fatto è che le
posizioni della Barnes, come tutte le posizioni difficili, nascondono
molte più possibilità difensive di quanto appaia a prima vista e spesso
un attacco scriteriato sortisce, il più delle volte, un clamoroso
"effetto boomerang". Inoltre chi adotta la Barnes ha già studiato
varianti, motivi strategici e tipiche manovre tattiche risultanti da
quest'apertura, mentre il Nero si trova spesso impreparato (penso che
la Barnes non sia nel repertorio di aperture di nessun giocatore sano
di mente!). Il
terzo errore psicologico è quello di temere di cadere in un'apertura
"preparata" e quindi di giocare in modo timido e difensivo. In questo
modo il Bianco riesce a risolvere tranquillamente tutti i problemi
dell'apertura. Nell'ipotesi invece che l'avversario invece si limiti a giocare
bene e con energia... Beh, allora non posso far altro che consigliare un Requiem!
Naturalmente la Barnes non si adatta certo a chi
preferisce il placido spostamento di legname sulla scacchiera, ma
richiede una buona dose di coraggio, spavalderia, sangue freddo e
spiccato senso tattico-strategico. Soprattutto chi adotta la Barnes
deve far sua quest'affermazione di Steinitz: «Il mio Re non ha bisogno dell'arrocco e combatte valorosamente al centro della scacchiera!». Scordatevi quindi il comodo e sicuro bunker
che si costruisce nelle partite posizionali, nella Barnes il vostro
sovrano si troverà spesso sotto il fuoco incrociato dei pezzi pesanti
nemici e dovrà abituarsi al fischio delle pallottole che arrivano da
tutte le parti! La Barnes è un'apertura adatta solo ai veri
guerrieri della scacchiera, quelli, per capirci, che si vantano al bar mostrando le ciccatrici di guerra... Se qualcuno giudica rischioso l'Attacco
Grob, dopo qualche partita con la Barnes imparerà a conoscere sulla
propria pelle il VERO rischio e soprattutto imparerà il significato dei
termini "posizione sbrecciata", "posizione perforforata" e,
specialmente, quello di "colabrodo"! Ma se nulla vi spaventa e lasciate
emergere in voi l'atavico spirito guerriero dei vostri antichi
antenati, buttatevi a capofitto nella Barnes e conquisterete il
Walhalla! (Scacchistico, naturalmente).
Diamo ora, a titolo di esempio, la posizione dopo sole 6 mosse di una delle mie partite sperimentali giocate su F.I.C.S.
Se
si chiedesse di giocare col Bianco ad uno scacchista posizionale, gli
si drizzerebbero tutti i peli della schiena! Definire "posizione"
quella del Bianco sarebbe una bestemmia, si dovrebbe piuttosto
chiamarla "invito al massacro"... Eppure il diavolo non è così brutto
come lo si dipinge! Dopo una tagliente lotta, giocata sempre sul
filo del rasoio, alla fine sono riuscito a raggiungere questa posizione
alla 15ª mossa: E dopo 16.Cc4! Rd8? (meglio 16... De7!) 17.Cb6! Df7 18.Dxe4! Re7 19.Cxd5+! Re8 20.Cxf6+,
la posizione nera è crollata come un castello di carte (ed io sono
andato in brodo di giuggiole!!). Anche nelle altre partite le cose sono
andate in maniera analoga, con
il Nero che dopo aver raggiunto un notevole vantaggio in apertura, nel
tentativo di forzare il gioco, scivolava malamente sulle numerose bucce
di banana buttate ad arte dal Bianco! In conclusione quindi, ho deciso di lanciare un proclama: Smargiassi, "Rambi" e sbruffoni di tutto il mondo, unitevi e giocate la Barnes!
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