L'arte della difesa.

Capita a tutti, prima o poi: non abbiamo trattato correttamente l'apertura, oppure abbiamo sbagliato qualcosa nell'impostazione strategica o tattica del medio gioco e veniamo a trovarci in una posizione delicata. Saremo costretti a difenderci. La prima cosa da cambiare sarà il nostro atteggiamento: eravamo pronti ad attaccare oppure ci sentivamo in buona posizione... Ed ecco che dobbiamo fronteggiare una situazione delicata, dove rischiamo di colare a picco! L'importante è non perdere il sangue freddo, fare un break e prepararci interiormente alla lotta imminente. Un corretto atteggiamento interiore ci permetterà di affrontare al meglio la nuova situazione.
E' noto a tutti che la difesa è quasi sempre più difficile dell'attacco. Il motivo profondo di questa verità sta nel fatto che, nell'attacco, il piano dipende da noi, mentre nella difesa è prima necessario prevedere il piano dell'avversario e, inoltre, cercare un modo adeguato per confutarlo. Se l'avversario dispone di due o più piani, noi dobbiamo calcolare metodicamente tutte le alternative.
Questo è un compito MOLTO difficile che richiede molta esperienza e conoscenza e anche nervi saldi. Inoltre dobbiamo assolutamente considerare un principio importantissimo: il principio di economia.
Questo principio fu formulato dal primo campione del mondo e fondatore della moderna strategia, Wilhelm Steinitz che scrisse: «La difesa non deve impiegare una quantità di forze superiori a ciò che è assolutamente necessario. Le altre forze debbono essere disponibili per organizzare la controffensiva.».
Questo importante principio può essere facilmente compreso: una perpetua difesa non può conseguire nessun successo, insieme ad essa dobbiamo anche pensare al futuro contrattacco.
Sulla base di tale principio sarebbe, per esempio, insensato utilizzare per la difesa di un punto debole i pezzi più forti (Donna o Torre), quando questo punto potrebbe essere difeso da un pezzo leggero (Alfiere o Cavallo). Soprattutto però è necessario difendersi contro la minaccia principale dell'avversario, mentre spesso si commette l'errore di difendersi contro una delle minacce secondarie. Emanuel Lasker, nel suo manuale, presenta un tipico esempio di come sia importante riconoscere la minaccia principale e contrastarla efficacemente. Esso è tratto da una partita che fu giocata in uno dei primi campionati del mondo.


Cigorin-Steinitz: mossa al Bianco

In questa posizione il Bianco sta subendo un deciso attacco e la domanda che deve porsi è: qual'è la minaccia principale? Si potrebbe affermare che essa è diretta contro il Pf2. Il Nero minaccia 1... g4 dopodichè il Bianco deve spostare l'Af3 ed il pf2 è perduto. Un'ulteriore e più profonda investigazione però, mostra che la perdita del Pf2 non sarebbe poi così deleteria. Si avrebbe infatti una semplificazione dulla linea "f", con il cambio di almeno un paio di torri e, grazie alla presenza degli alfieri contrari il Bianco avrebbe notevoli chances di pattare.
La perdita del Pf2 non rappresenta, quindi, alcun grave pericolo.
Il Nero però dispone di una minaccia assai più pericolosa: con l'aiuto dell'inchiodatura del Pf2 (l'inchiodatore è l'Ab6), intende aprire tutte le linee dell'ala di Re avversaria! Se avesse il tratto potrebbe vincere come segue: 1... g4! 2.Ae2 g3! 3.hxg3 4.Rh2 Dh4+! 5.gxh4 Txh4#.
La giusta difesa del Bianco consiste perciò nell'impedire quest'apertura per cui sarà necessario "schiodare" subito il Pf2 con 1.Rh1! dopo di chè il gioco avrebbe potuto svolgersi così: 1... g4 2.Ae2 Axf2 3.g3! con cui l'attacco viene definitivamente respinto. Infatti 3... Dh6 non va per via di 4.Dd5! (non però 4.gxf4? g3!), oppure 3.h5 4.Ac4!, ecc...
Cigorin però non si accorse della minaccia principale e volle difendere a tutti i costi il Pf2 così dopo: 1.h3? g4! 2.hxg4 (oppure 2.Axg4 T8xg4! 3.hxg4 Txf2 4.Txf2 Dxf2+ 5.Rh2 Dh4#) 2... h5! 3.g5 (se gxh5 segue, naturalmente, Txf3!) 3... Txg5 4.Rh2 Th4+ 5.Rg1 Df4 6.Te1 Txg2+! e poi matto in 2 mosse.
Questo esempio ci dimostra una volta di più che non è facile identificare la minaccia principale dell'avversario e che una corretta difesa richiede abilità non comuni.
Un vero e proprio asso della difesa (probabilmente uno dei migliori di tutti i tempi) fu proprio lo stesso Lasker che risolveva spessole proprie partite con una tenace difesa ed un deciso contrattacco, proprio come nell'esempio che segue:


Tartakower-Lasker: mossa al Nero.

Il Bianco ha un deciso vantaggio di spazio che può immediatamente sfruttare per un pericoloso attacco sul Re avversario. Per contro il Nero dispone di una posizione compatta e priva di punti deboli, nonchè della coppia degli alfieri. Dispone anche di un comodo bersaglio nel Pe4 arretrato, ma è innegabile che al momento deve pensare a difendersi dall'imminente attacco avversario.
La minaccia del Bianco è di raddoppiare le torri sulla colonna "f" e di consolidare la posizione degli altri pezzi con Cc3-e2-d4, creando così delle pesanti minacce al Re nero. Dando prova di possedere una perfetta padronanza dell'arte della difesa, Lasker prese subito le opportune contromisure:
1... Ae7! (questa mossa merita il punto esclamativo perchè questo alfiere era appena stato spostato in f8, probabilmente con l'intento di fianchettarlo, ma in vista dell'attacco avversario Lasker cambiò subito piano, adattandosi subito alla nuova situazione) 2.Taf1 Tf8! 3.Dd3 Ae8! 4.Dg3 Dd8! 5.Cd1 Cd7!


Tartakower-Lasker, dopo 5... Cd7!

Con dei piccoli spostamenti Lasker ha fatto assumere ai suoi pezzi un nuovo raggruppamento che ha notevolmente aumentato la forza difensiva della sua posizione. Il punto f7 è potentemente protetto, così come le case f6 e g5, mentre il cavallo mira a portarsi nella casa forte e5.  Adesso il Bianco avrebbe dovuto accorgersi che un eventuale attacco sbatterebbe contro un vero e proprio "muro di pietra" ed avrebbe piuttosto cominciare a difendere a sua volta le sue debolezze. Purtroppo chi si è lanciato all'attacco spesso non si accorge di questi mutamenti della posizione e prosegue tenacemente nel suo piano oltrepassando, come accade in questa partita, il cosiddetto "punto di non ritorno", ossia o il suo attacco andrà in porto o soccomberà a causa delle sue debolezze.
6.Ce3?! Ag5 7.Tf3?! (dopo Tf5 segue Ah4 e poi Ce5) 7... f6 8.Df2 h5 9.Tg3 h4! 10.Tg4 Ah5! e grazie alla qualità guadagnata il Nero vinse abbastanza facilmente il finale.

In conclusione non possiamo che consigliare lo studio delle tecniche difensive e sicuramente l'intero vostro gioco ne trarrà benificio. Oltre alle partite di Lasker, troviamo ottimi esempi di intelligente difesa nelle partite di Steinitz, di Alekhine, di Botvinnik, di Petrosjan, di Karpov e, nei giocatori più moderni, di Ulf Andersson. Buon divertimento!