Un giovane attento e sereno

conduce giumenta alla briglia,

esplora sentieri montani,

coprendo molteplici miglia.

 

E’ bruno baciato dal sole,

lo sguardo sorride lucente,

d’intorno l’avvolge natura

col soffio de’ nostro ponente.

 

E’ un duro lavoro che svolge,

controlla del bosco lo stato.

per trarne la materia prima

da imporre poi sul mercato.

 

L’incanto è l’abbraccio del verde,

la tenera luce dell’alba,

tramonti intensi rosati,

il canto che avvince e che scalda.

 

Lo attende al paese dei Trulli,

nomato Alberobello,

festosa nidiata di bimbi

che chiedono questo e pur quello.

 

Non si acquietano mai,

richiedono doni e carezze

dal prodigo babbo affettuoso

che oblia del lavoro le asprezze.

 

La meta dell’uomo appagato

pur sempre è la propria famiglia,

del duro travaglio che soffoca

di certo allenta la briglia.

 

Ma il duro destino in agguato

travolge speranze ed amore,

l’inverno inclemente che incombe,

lo avvolge spietato il dolore.

 

E Marco, pur forte e gagliardo,

soccombe a morbo banale

che oggi sarebbe leggero

ma al tempo di certo mortale.