A proposito di deserti,
posta ai margini è la città di Yadz, che mi ha lasciato un ricordo particolare perché, a differenza delle altre città persiane, “difese” da cinte di giardini e cupole azzurre, sembra fondersi con le vuote distese circostanti come fosse impastata dello stesso colore, della stessa sostanza morbida. |
Il centro storico
con le sue viuzze silenziose ha toni mielati che smorzano la luce impietosa del sole estivo e il blu assoluto del cielo, gli alberi di melograno spuntano dai muretti di fango, |
svettano misteriose
le “torri del vento” (tradizionali sistemi di climatizzazione) e le “ghiacciaie” disseminate lungo l’antica cinta muraria urbana. |
Ma Yazd è anche la città
dove riuscirono a salvarsi dallo sterminio i seguaci di Zoroastro |
e ne restano il tempio del Fuoco |
e le torri del Silenzio |
oltre ad un certo orgoglio “anti-islamico”
testimoniato dall’ “ateismo” della mia guida locale. |