TOLLERANZA INTOLLERANTE

 

Tolleranza: dal latino tollere=togliere

Tollerare significa sopportare. Implica già un'ammissione di superiorità del soggetto che tollera, cosicché tollerarsi significa comunque togliere qualcosa di sé per accondiscendenza verso l'altro, e si sa che l'accondiscendenza è un atto di comprensione del soggetto che si sente più forte.

La tolleranza subentra quindi quando non c'è volontà di comprensione reciproca, e si sospende per educazione e decoro la propria avversione per un certo periodo di tempo. Ecco perché una società basata sulla tolleranza avrà sempre e comunque in sé i semi dell'intolleranza, perché la tolleranza, di per sé, è un concetto costrittivo, imposto, non necessariamente naturale.

Purtroppo, e lo dico in ragione della sua estrema difficoltà, la vera accettazione dell'altro passa sempre per una profonda conoscenza di sé e dell'animo umano, conoscenza che deve essere reciproca e coincidente, sia nel tempo che nello spazio: i conflitti persistono perché per l'uomo è sempre più naturale abbandonarsi all'ira, merce più semplice e più abbondante rispetto all'intelligenza, ancora poco in uso in realtà, se non nella sua sterile accezione nozionistica.

La tolleranza è un pò mettere la cenere sotto il tappeto, il percorso della vera comprensione mi sembra ancora lontano, visto e considerato che gli uomini sembrano avvicinarsi non in ragione dei bei sentimenti, ma in ragione più che altro di interessi particolari.

Chiunque abbia inteso male le mie parole, sappia che io non voglio essere intollerante... è solo che, mi pare, per tanto essere avanti nelle questioni etiche, siamo sempre indietro rispetto non soltanto all'ottimo, ma anche al passabile.

(Synt)


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