LA DISTRUZIONE GARBATA
I semi della guerra sono dentro di noi: l'odio, il rancore, la rabbia. Eppure l'Europa, a partire dal dopoguerra, ha deciso di percorrere la strada della pace, forse annichilita dalla spaventosa potenza distruttiva degli strumenti bellici messi a disposizione dalla tecnica moderna. Una “guerra troppo distruttiva” non fa il gioco di nessuno. Il piacere del militare, quando fa la guerra per vocazione, e quella di perpetuare la battaglia. Una guerra totalmente libera di esprimere il suo potenziale distruttivo, oggi come oggi, vorrebbe dire non solo sconfitta e riduzione del nemico all'impossibilità di rispondere, oggi la guerra totale vorrebbe dire distruzione definitiva della vita intesa nel senso più ampio: con il nemico muore la terra, l'habitat, la flora, la fauna, la civiltà, le infrastrutture, la guerra spazzerebbe via ogni cosa e lascerebbe vivi i soli scarafaggi, che una leggenda metropolitana vuole immuni dagli effetti della distruzione. Oggi la guerra totale è veramente troppo pericolosa perché l'occidente possa permetterselo, e le stesse campagne belliche su larga scala tengono comunque conto, con il loro impatto distruttivo spaventoso, della necessità di salvare qualcosa: una distruzione garbata, come il gatto che gioca col topo e lo tiene in vita, tramortito, per il gusto di tormentare qualcosa di vivo. (Synt) |