Triora

 

Il nome «Triora» deriva dal latino "Tria Ora" le tre latranti bocche del mostruoso cane Cerbero campeggiante nello Stemma Comunale.

La posizione dominante, arroccata su di un crinale, e la situazione di zona di confine ne avevano destinato un ruolo strategico, potendo controllare la via per la valle padana.

Dal 1000 in avanti il borgo si racchiude dentro le mura, le case assumono fattezze di alte torri, le oscure e strette trincee dei "carrugi" (strette viuzze tra le case) che diventano argine ad eventuali, seppure improbabili, penetrazioni.

Genova che - dal 1260 - ne assume la giurisdizione, potenzia ulteriormente le attrezzature difensive dotandola di un "Castello a torre circolare" e di un "fortino" (dove oggi si trova il cimitero), con funzione di posto di Dogana tra la Liguria ed il Piemonte: opere militari che si aggiungono ad altre gią esistenti e alle mura con sette Porte. Presso la "Porta Soprana" la feritoia che si vede in basso serviva per l'offesa, mentre attraverso la finestrella murata si riscuotevano le gabelle daziali.

Il patrimonio edilizio elenca una decina tra chiese ed oratori. L'inventario continua con un certo numero di Palazzi di nobile Casato, stupendamente certificati dai loro portali blasonati, quasi pagine della cultura e della storia della Valle, trascritte nella pietra. Espressioni artistiche ora a carattere religioso, ora gentilizio, con riscontri un po' in tutto il Ponente, che qui trovano un'interpretazione vibrante e creativa. Poi, ancora, vicoli. Portano ovunque e da nessuna parte, ordito di una trama fatta di piazze, scalinate, cortili rinfrescati da quattro fontane. Acqua buona, farina finissima ricca di fibre e proteine, sono gli ingredienti che rendono speciale e rinomato il pane di Triora, confezionato in forme rotonde, da gustarsi in armonia con qualche formaggetta di pecorino o con il bruzzo (ricotta fermentata), speciale con il pomodoro, il basilico, oppure  l'origano e condito con un pizzico di sale ed una generosa dose di olio d'oliva.

Qui c'é sempre stata dimestichezza con la pastorizia e con l'economia boschiva. Triora forniva il legname per la Flotta Ligure. Non potrebbe proprio essere diversamente, considerata la geografia che - in breve - da montana, con dorsali ondulati, si fa alpestre, con rilevanti pendenze, sostituendo al castagno, il pino e il larice.

Luogo che, in fatto di Streghe ha avuto una lunga e sofferta esperienza.
Il Museo Etnografico, con una Sezione riguardante la Stregoneria, le credenze e le opere magiche, racconta le vicende di secoli lontani, riportandoci al cupo dramma dei Processi dell'Inquisizione, alle torture, all'impiccagione, al rogo. Un luogo, in particolare, intriso di mistero, dove pare si svolgessero riti satanici (i Sabba), é la "Cabotina" oramai un casolare mal ridotto, non lontano dall'abitazione del boia.
Una lapide infissa in quel pugno di pietre ne ricorda i fatti.

Anche la fontana della Noce e di Campomavue sarebbero stati punti di ritrovo delle "ossesse", per le quali si aprirono le porte di un carcere allestito apposta: la "Cą d'e Spiriti" o "Cą d'e Bąggiure" la casa degli spiriti o casa delle streghe la civica abitazione del Meggia (gravemente danneggiata durante l'ultima guerra), i cui resti si trovano nella piazza di San Dalmazio in cima al paese. I fantasmi di quelle donne sfortunate sembra si aggirino ancora, la notte, per la Piazza della Colleggiata che di loro aveva colto i gemiti, la rabbia, le implorazioni, ed aveva assistito ai processi ed alle condanne.

HOME