TINELLI!

Svejk editore, dopo il successo degli Album delle figurine, ritorna con una nuova collana: Tinelli!

Che succede ai nostri cari amati giocatori dopo che, ceduti pieni di speranze ad altre squadre, ce li ritroviamo licenziati e citati svogliatamente in poche scarne righe di cronaca? Perché non calcano più i verdi prati? Com'è la loro vita lontano dal circo del campionato?
Cosa succede davvero nel chiuso dei tinelli?
Non sempre fare il calciatore significa vivere in un mondo dorato...

Tinelli! Storie vere di vite vissute!
Tinelli! Le lacrime e il dolore!
Tinelli! Tutto quello che non sappiamo...

Tinelli (1)
Gregory Sidwell
“… Il giocatore con ID 7667582 è stato visto l'ultima volta litigare con sua moglie in una bettola. I suoi giorni di gloria sono ormai andati…”

Un sabato di novembre, in città.

Esterno, notte, luci dei lampioni.
La Ford giardinetta percorre gli ultimi metri a bassa velocità prima di fermarsi davanti al civico 352. Gregory Sidwell (ID 7667582), trentaseienne ala offensiva, scende dall’auto e istintivamente guarda le finestre illuminate del quarto piano. Figure nere si muovono veloci dietro le cortine opache. Nonostante il rumore della pioggia il riverbero delle voci arriva fino in strada.
Gregory Sidwell sospira, chiude la portiera, affonda la mano nella tasca interna del paltò per impugnare una fiaschetta. Il pensiero degli occhi della signora Rosa Mofter, vedova White, dietro le imposte del piano terra lo bloccano nel movimento. Chiude il cappotto e sale le scale.

Interno, notte, luci condominiali.
Gregory Sidwell, una volta arrivato al quarto piano, esita non poco davanti alla serratura di casa. Gli urli oltre quella porta sono ora tanto nitidi quanto sgradevoli. Entra.
Una pallonata leggera lo colpisce alla tibia. Timmy trotterella fino alla porta e riprende il suo palloncino salutando il babbo con un sonoro “giagobabune…”. Poi, sistemato il pannolone, torna ai suoi giochi. Dalla camera a sinistra esce rapido Jacky, piumino già indosso e auricolari in azione. “Cia’Pa’!”, ed è già un ombra dietro l’ingresso.
Gregory Sidwell si toglie il cappotto e s’avvia verso il tinello. Le urla, mai cessate, arrivano da lì.
E’ quasi alla fine del corridoio quando Lisa, violentemente rossa in viso, sbuca dalla porta del tinello. Non saluta, entra in camera sua e vi si chiude dentro sbattendo la porta.
In tinello Mary, la moglie trentacinquenne di Gregory, si preme la testa con le mani. Quando vede il marito calciatore chiude gli occhi e trattiene i singhiozzi. Silenzio.
Gregory Sidwell non si muove.
Poi dice: “Oggi ho sbagliato un rigore”.

La lettera di licenziamento, a quell’ora della sera, era già stata spedita dalla solerte segretaria della società.

(Gregory Sidwell: ceduto da Svejk F.C. il 15.07.03, licenziato nel novembre dello stesso anno)

 

Tinelli (2)

Clemente Rico
Il giocatore con ID 8845927 è stato visto l'ultima volta alla tribuna VIP, abbastanza annoiato. I suoi giorni di gloria sono ormai andati.

Un mercoledì pomeriggio, tribune dello stadio.
Esterno, giorno, lieve di nebbia.

Clemente Rico è seduto in tribuna VIP. In campo si svolge l’allenamento delle giovanili: la squadra dei pulcini s’allena a tirare i rigori. Clemente Rico li osserva e pare un po’ annoiato. Solo ogni tanto si lascia andare a qualche sorriso. E’ solo in tribuna, mercoledì è giornata lavorativa per tutti.
D’un tratto s’accorge d’essere osservato. In basso, una trentina di metri sotto di lui, un tale lo sguincia. E forse già da un po’. Ha in testa uno di quelle buffe cuffie col pon pon e i colori della squadra.
- Ma tu sei Clemente Rico?
Il grido fende la tribuna. In campo i pulcini passano alle punizioni di seconda.
- Già…
L’uomo col pon pon s’avvicina di dieci file.
- Sì sì, sei proprio Clemente Rico. Sette derby fa, in trasferta, tiro secco da trenta metri e gol nel sette! 3 a 1 per noi e partita chiusa!
- Già…
L’uomo col pon pon sale di altre sei file.
- Clemente Rico: il terzino dal sinistro di fuoco. Debuttasti con noi dieci… No, undici stagioni fa. Clemente Rico! Cinque annate e undici reti.
- Undici reti…
- Io non ne perdo una di gare, sai… Da ventidue stagioni. Ogni santa partita in sono laggiù, in gradinata. E ogni tanto anche qualche trasferta, sì.
- Bene…
- Sicuro. Durante la settimana, appena ho un momento libero, vengo qui, al campo, a guardarmi i ragazzini. E a stare almeno un po’ in tribuna.
L’uomo, mentre si sistema la cuffia col pon pon, guarda verso il prato verde, umido di nebbia. I pulcini sono alle prese con i corner.
- Certo questi ragazzetti qui non sono come voi, non se la sudano come dovrebbero. Con chi giochi ora?
- Io… Ho smesso…
- Smesso?…
- Già. Quando non si trova una squadra si smette.
- Ah… Beh, certo, è meglio. Sì… Clemente Rico, il terzino dal sinistro di fuoco! Secondo me fecero male a venderti. E per chi poi? Per uno di questi ragazzetti mosci?
- Loro sono ancora piccoli…
- No! Hanno già la pappa pronta, non hanno fame, ecco cos’è! Vedi occhi di tigre in loro? Eh? Io no. Guarda quello, pare che s’inciampi quando corre! Mosci, tutto pronto, tutto servito. E quello là… Ehi tu! Il pallone è quello tondo! Lascia in pace la bandierina!
- Quello è mio figlio.
Nel silenzio la nebbia parve più fredda, appena un po’ di più.

(Clemente Rico: ceduto da Red Star Belgrade il 19.03.03, rimasto poi senza squadra nel luglio dello stesso anno)

Tinelli (3)

Karl Escobedo
“…Il giocatore con ID 15088188 è stato visto l'ultima volta giocare a golf. I suoi giorni di gloria sono ormai andati…”


- Un 5.
- Secondo me questo è da 3.
- Come vuoi, il tiro è tuo. Però per me è da 5.
- Grazie. Ma, se non ti dispiace, gradirei provare con un legno da 3!
- Nervosi?…
- Vorrei prendere il 3 dalla sacca… Se ti sposti, please…
- D’accordo…
- Grazie.
- Forse non dovresti essere qui. Sai che diceva Churchill? "Il golf è un gioco il cui obiettivo consiste nel lanciare una palla minuscola in una buca ancor più minuscola, con attrezzi singolarmente mal progettati a tale scopo." Secondo te un gioco così rilassa uno che è nervoso?
- Non sono nervoso!
- Già... Io rifletterei ancora un po’ sull’ipotesi legno da 5.
- Non c’è motivo. Posso fare il mio colpo, per favore?
- Perbacco!… Tutto bene con Marina, sì?…
- Che c’entra Marina ora?
- Niente, chiedevo.
- Non capisco cosa c’entri ora Marina?!
- Niente, tranquillo… Era solo per fare conversazione… Ultimamente sei così spesso qui al Circolo che ho pensato che magari… Ma così, per dire…
- Va tutto benissimo, chiaro! Sono spesso qui perché… Perché da quando ho smesso col calcio io… Ho molto tempo libero, ecco…
- Ahh… E’ dura cambiare vita, vero?
- Io sto benissimo ora, Marina sta benissimo e… Abbiamo solo bisogno di un po’ di tempo per… Per riassestare il tutto.
- Giustissimo. Beh, certo… No, dico, non dev’essere facile voltare pagina… Spente le luci dei riflettori, un’identità sociale da ricostruire, lo strappo improvviso dal calore dello spogliatoio, un ménage quotidiano da reinventare… Beh, non dev’essere proprio facile. Tutto qua. E magari a volte non tutti i conti tornano…
- Va bene, prendo il 5.
- Ottima scelta.

(Karl Escobedo: ceduto da Group TNT il 06.08.03, rimasto poi senza squadra nel settembre dello stesso anno).

 

Tinelli (4)
Rajko Sivko
“…Il giocatore con ID 6938210 è stato visto l'ultima volta fare il cascamorto con una modella in un noto bar del centro. I suoi giorni di gloria sono ormai andati…”


Io non sono cattivo. Ci penso sempre quando sono in palestra.
Cento flessioni, ancora cento flessioni.
Dovrei stare più calmo. Il segreto è tutto lì. La calma.
Ancora cento, cento flessioni.
Tutti i Mister che ho avuto insistevano su questo, la calma. Calma e occhi di ghiaccio.
Altre cento, via.
Ti devono vedere come una montagna. Pietra, muscoli di pietra, collo di pietra, occhi di pietra. In area devi essere tu il padrone. “Ma chiama la palla quando esci, Cristo!” Lo so, mister, lo so, non s’arrabbi…
Le ultime cento e poi vado.
Qui al locale è la stessa cosa.
Se c'è casino deve bastare uno sguardo, e deve fare paura. E poi mai bere, mai, neanche un goccio. E se non basta lo sguardo, perché a volte c'è sempre l'idiota troppo ubriaco che non ti guarda negli occhi, se non basta lo sguardo devi parlare. “Parlare e convincerlo ad uscire dal locale. Con calma, parlando con calma. Il mestiere del buttafuori è questo, o no?” Lo so, capo, lo so, non s’arrabbi…
Ma sì, le cento finali.
Ed è lì che tu invece fallisci. E’ lì che hai fallito anche quando giocavi. Perché se putacaso quello non guarda i tuoi occhi di ghiaccio, se quello non si spaventa, ecco che tu non gli parli come fanno tutti i buttafuori del mondo, no, tu lo ammazzi di botte, lo trascini per il locale tirandolo per la lingua, lo schiacci fra le mani come un rosso cocomero d'estate. E questo non va bene, no. Ed è colpa tua, perché gli altri non possono sapere che sei balbuziente, sì, che sei tanto balbuziente che se ti fanno innervosire diventi rosso come il fuoco e quasi soffochi nello sforzo di dire la prima sillaba, soltanto la prima sillaba di quella bestemmia che ci metti poi mezz'ora a dirla tutta. Altro che parlare. Ed un buttafuori grosso come una montagna che balbetta fa ridere, non paura. Come un portiere.
Altre cento via, che stasera è sabato.

(Rajko Sivko: ceduto da NK Proletarec il 24.04.03, rimasto poi senza squadra un mese dopo)

Tinelli (5)
Fàbio Alves Guimaraes
“…Il giocatore con ID 4950096 è stato visto l'ultima volta passeggiare senza meta nei pressi del campo di allenamento della sua ex-squadra. I suoi giorni di gloria sono ormai andati.…”

- Sicché non è una bella cosa, mi creda. Uno apre… Appoggio qui la giacca? Bene. Dicevo, non è una bella cosa aprire la carta d’identità e scoprire… Le scarpe? Lì, d’accordo. Insomma dopotutto mi alleno sempre al piccolo trotto e un movimento, per quanto brusco, non dovrebbe… I pantaloni qui? Bene. Poi uno apre la carta d’identità sperando, come tutte le mattine, di trovare la solita scritta “Max Cere, 24 anni, accettabile stato di forma, sano” e… Le mutande le terrei. Via anche quelle? Va bene. E invece di botto compare un +1! Insomma dottore, io domani ho la partita, cosa posso fare?
- Prendi 2 aulin, passa tutto.
- Mi sembra un po’ riduttivo.
- Prendi 4 aulin, passa tutto.
- Dottor Sverolone, non vorrei contraddirla, ma…
- Prendi 8 aulin, passa tutto.
- Dottore…
- Prendi 16 aulin, passa tutto.
- Dottore, perché si sta spogliando?
- Prendi 32 aulin, passa tutto.
- Dottore, perché il suo assistente Gatei ha in mano un bisturi e indossa solo una parannanza di cuoio? Rosa.
- Perché il mattino ha l’oro in bocca.
Max si svegliò di botto, madido di sudore. Respirò a pieni polmoni e si chetò un poco. Poi decise che avrebbe telefonato e disdetto l’appuntamento di quella mattina dal dottore. In quel momento il telefono squillò.
Gatei spense a fatica la sveglia, che finalmente tacque. Che diavolo di sogni! Troppi demisec la sera prima… E poi perché lui era solo l’assistente? Passi per la parannanza di cuoio, rosa, ma perché solo assistente? Questo proprio non gli andava giù! Beh, e ora?... Pioveva? In casa? Piove dal soffitto…
Fu un’ennesima goccia di pioggia a svegliare definitivamente Fàbio Alves. S’era appisolato sulla panchina, dietro la rete del campo d’allenamento. Oggi la squadra non era scesa in campo, forse erano rimasti a fare esercizi in palestra. Peccato. Da quando era stato licenziato non passava giorno che non facesse una capatina al campo d’allenamento. Era dura senza squadra, molto dura. Eppure l’avevano sbattuto fuori, andare, via, rauss. Ingrati. Non riusciva più neppure a dormire la notte, e infatti di giorno s’appisolava ovunque. E finiva a sognar male.
Ora pioveva troppo, era meglio tornare a casa. Magari avrebbe messo un po’ in ordine il tinello e poi avrebbe provato a dormire. Domani mattina doveva essere fresco, aveva l’appuntamento dal dottore.

(Fàbio Alves Guimaraes: ceduto da Cio Soon il 12/09/2002, in seguito licenziato)

Tinelli (6)

In un caffè del centro, giorno.

- E poi non dimenticare che abbiamo appena acceso un mutuo, sì, insomma non mi sembra il caso di… Ma… Caro, mi stai ascoltando?…
- Come?… Ah, sì… Scusa, ma hai visto quell’uomo seduto a quel tavolino laggiù? Non ti ricorda qualcuno?
- Ma chi, quello là con la barba lunga? Quello che parla da solo?
- Sì. Non ti sembra… Come si chiamava?… Quel giocatore…
- Sinceramente non so chi sia…
- Ma sì, come si chiamava? E’ lui, sì… Quello che poi diventò anche allenatore della Nazionale…
- Quello lì? Della Nazionale?
- Incredibile, vero? Fu allenatore della Nazionale in un Mondiale, un bel po’ di tempo fa. Quella volta che fummo eliminati nelle qualificazioni.
- E’ vero!… Da una squadretta, cos’era?… Libano, Trinidad&Tobago…
- Boh, sì… Una di quelle, non ricordo… Comunque è lui, ne sono certo.
- Sembra alcolizzato.
- Già. E’ ridotto proprio male. Povero diavolo…
- Perché continua a spostare tutti gli oggetti del tavolino verso il centro: il posacenere, il bicchiere…
- Deve essergli saltata qualche rotella. Ricordo che dopo quella partita ci fu tutta una discussione sulle ali…
- Eh?
- Ma sì: era meglio offensiva, no era meglio verso il centro… Come al solito il paese si spaccò in due. Da allora deve essergli rimasto il vizio di spostare le cose al centro… Due caffè in vetro, grazie… Uno macchiato freddo… E l’altro un po’ alto, grazie… Dicevo?
- Pensa un po’, da Mister più famoso a cencio d’uomo… Ma non si chiamava… Aspetta… Slurp, Slush…
- Sluice? Non scherzare, quello è forte. Sai quante volte ha vinto l’Osvaldo Soriano? Ma no, era tipo…
- Quello col nome da detersivo… Svik, svok…
- Svejk? Ah ah… Ma quello ha aperto una birreria vicino Praga dopo che la sua squadra è precipitata di sconfitta in sconfitta fino alla VI serie!
- Guarda, s’è alzato… O poverino, sta chiedendo al barista se gli offre un ultimo bicchiere di vino… E’ senza un soldo… Certo che parla strano, quasi non sembra italiano… Ah! Falchi! No, Falqui!… Ecco, Fabqui!
- Fabchi fa la bella vita dopo che ha fatto i danè con Cino, uno del giro della Nazionale. Non è lui di sicuro.
- Vabbè, sarà chi sarà… Andiamo? I piccoli escono da scuola. No lascia, pago io. Ma chi è adesso il Mister della Nazionale?
- Point.
- Uno forte?


(Un Mister di una Nazionale. Fino al 16.01.04…)

 

Tinelli 7

- Va bene, è sempre più difficile. Il tuo è un lavoro ingrato, lo so. I tentativi vanno avanti da anni, me ne rendo conto. Ma con questo qui tocchiamo il fondo!

- Non alzi la voce, la prego. Potrebbero ascoltarci.

- Tu conosci l’importanza dell’esperimento. E sai anche che quando funzionerà ci sarà gloria eterna per tutti! Ed io coronerò il sogno del nonno!

- La prego non si alteri…

- Non possiamo sbagliare di nuovo. Abbiamo fallito anche con la cavia precedente, quel Markus che ormai è del tutto fuori controllo.

- Lo so. Da quando è fuggito se ne va in giro a sostituire tutte le C in K. Un tal Cirillo s’è ribellato, non ne voleva sapere di farsi chiamare Kirillo. Markus ha assoldato un minus habens di due metri per metterlo a tacere. E quello gli ha tirato un cazzotto in bocca.

- Certa gente prende tutto alla lettera.

- E certi le prendono per una lettera.

- Mi chiedo come finirà con questo che mi hai portato due giorni fa… E’ arrivato qui in bermuda, occhiali da sole e camicia hawaiana; ha passato la notte “cavalcando” le onde del letto su una tavola da surf; ai preparativi per l’anestesia ha urlato “Ammazza che tsunami! Me sto a sballa’! Ma che vi fumate qui?…”.

- E’ un giovane entusiasta, io lo trovo perfetto…

- Io ti avevo solo chiesto una cavia umana affidabile!

- Ma le cavie umane non si trovano all’ufficio di collocamento!

- Non gridare, potrebbero ascoltarci. Come l’hai convinto?

- Gli ho garantito la salvezza.

- Non credi di esserti sopravalutato?

- Non “quella” salvezza… La salvezza nel suo girone di III. Si crede un grande giocatore.

- E dell’operazione cosa sa?

- Lo stretto necessario. L’allungamento dello schwanzstück è stato l’elemento decisivo per convincerlo…

- Ora capisco perché mi chiedeva di vedere le infermiere che si occupano delle ingessature…

- Debolezze umane… Credo che sia tutto pronto Dr. Frankenstein.

- Si dice Fran-ken-steen! Non te lo scordare, Aigor. Al lavoro! Alla peggio lo rimandiamo a casa dicendo che tutto è a posto. Via, riproviamoci…

(Luciano Mobilia, id 15167679, dimesso il 05/02/04. Tutto a posto…)