Le pause tra un
Campionato e l’altro, si sa, sono noiose.
E così, in un
sabato senza partite, qualcuno ebbe l’idea di giocare un’amichevole tra una
selezione di perditempo della Non HT e la rappresentativa dei GM, Mod, LA (di
allora) al completo.
Il fatto è che
qull’accozzaglia di barzotti non riuscì a stare dentro i novanta minuti
regolamentari… E la faccenda si trascinò sabato dopo sabato… Con il rigore più
lungo del mondo…
Questa che
segue è la cronaca fedele dei fatti.
Ah,
dimenticavo, ciao el Gordo… J
Il Mucchio Selvaggio - Driiim Tiiim
Data: 29/02/2004 alle 12.00
Stadio: Campo sportivo Moretti
Spettatori: 36000
36000 festanti spettatori ebbri di birra sono giunti al Campo sportivo Moretti, le condizioni climatiche sarebbero perfette per una partita di calcio, peccato che in campo ci sia un’accozzaglia di barzotti.
nonHT Il Mucchio Selvaggio scende in campo sulle note di YMCA (cassetta
portata da Gatei) ed opta per uno strategico 4-4-2 solo dopo aver sottratto la
rotella del mouse a Baluba. Così in campo: Nappa – BRH2002, Drakuun,
Bersa, Diamante - Svejk, Dunfermine, Gatei, Point - Fabchi, Sverolone.
Coach: gianni29 (sostituisce l’esonerato Baluba).
GM-MOD-LA Driiim Tiiim ha optato per un interessante
3-4-3. Questi i giocatori in campo, quasi tutti dal primo minuto (il
centravanti di sfondamento arriva non appena finisce il terzo piatto di
ribollita): Plauri - Sluice, Jorgius, SuppaMax - Superataru, Mirddin, Slisko,
Mix - Galeone, Cratoremassa, o55o.
Mister: Marrundo.
Maui 44, espulso prima dell’inizio del match perché s’era
presentato allo Stadio vestito da anticlown, segue la partita ascoltando
l’autoradio seduto in macchina.
La strategia de Il Mucchio Selvaggio prevede un pressing a tutto campo nel tentativo di interrompere le
costruzioni offensive dell'avversario. Questo almeno finché regge il fiato.
Poi, dopo i primi cinque minuti, palle alte in tribuna.
Driiim Tiiim, squadra di sboroni, nei suoi
attacchi cerca di usare contemporaneamente le fasce, il centro e il
contropiede. Viceversa per difendersi si affida al pressing. Il tutto dentro
una tattica normale con l’ala, guarda un po’, verso il centro.
6° minuto
Il Mucchio Selvaggio si rende pericoloso al 6° minuto con un'accelerazione lungo la fascia sinistra da parte di Point. La difesa ospite è messa alle strette, ma alla fine l’esperto Jorgius spazza da par suo e trova anche il tempo di moderare i due terzini Sluice e SuppaMax che se stavano a pija’ pe’ culo pe’ via che uno è da’aalazio e l’artro da’aaroma. Point, non accorgendosi che gli avversari gli hanno ormai sottratto il pallone, continua nella sua fuga uscendo dal campo e proseguendo oltre il parcheggio dove, da un auto in sosta, esce il ronzio di una radiocronaca. In campo, dopo un primo momento di perplessità, l’arbitro scuote la testa alza le spalle e ordina la ripresa della partita.
11° minuto
Il Mucchio Selvaggio ha una buona occasione per andare in
vantaggio al 11° con Dunfermine, che beneficia di un millimetrico traversone
del brillante e fantasioso Svejk. Ma quel pippone d’un toscano, distratto da un
tale che in tribuna sfoglia il Dizionario dei sinonimi e contrari della
Treccani, s’attarda e non riesce ad imprimere al pallone potenza sufficiente a
renderlo pericoloso per il portiere Plauri. Quest’ultimo, tuttavia, pur potendo
bloccare la sfera senza difficoltà, s’inventa ad uso dei fotografi un tuffo
plastico con piroetta su se stesso e respinta di pugno in due tempi con
successivo rinvio di sinistro in sforbiciata dopo essersi gettato sui piedi di
un esterrefatto Superataru, che commenta: “Eia!”.
19° minuto
Simpatico scambio di opinioni tra due giocatori del Driim Tiim: Mirddin rimbrotta il centravanti Cratoremassa, che solo ora fa il suo ingresso in gara lasciando a bordo campo un tovagliolo pieno di briciole, con un energico “Movite mona che semo in diese! Cossa te ga magna’ ancora, pansòn?“. Al che il Cratore pare abbia risposto, lavorando nel contempo di stuzzicadenti: “Diobono, l’hera avanzaaha della fettuntha… e pure mezzo hilo i’ finocchiona… pareha brutto i’llasciarla…”. E con la maglia sudicia di un sugo non dichiarato, prendeva posto nell’area avversaria. Senza abbandonarla mai più.
25° minuto
La rete del vantaggio ospite arriva grazie ad
una pessima interpretazione della tattica del fuorigioco da parte di Bersa, che
a causa dell’età non sente il rutto di Drakuun, segnale consueto per chiamare
il fuorigioco, e consente al 25° minuto a Galeone di mettere in rete in
perfetta solitudine. Driim Tiim passa a condurre: 0 a 1. gianni29 chiama
time-out. Il quarto uomo spiega che quella in corso non è una partita di
basket. gianni29 ascolta immobile e, dopo un attimo di silenzio, risponde:
“grazie”.
28° minuto
Ciumbia! Al 28° Fabchi quasi sigla il pareggio quando, con una rovesciata spettacolare, sfiora la traversa. Purtroppo il bel gesto atletico del milanese viene ostacolato da Point che, rientrato in campo a sorpresa, fende di corsa l’area di rigore e, sempre correndo a testa bassa, esce nuovamente dallo Stadio perdendosi in lontananza nelle campagne. In campo, dopo un momento di perplessità, l’arbitro scuote la testa alza le spalle e ordina la ripresa della partita.
Fabchi sfoga la sua rabbia contro un motorino inopportunamente parcheggiato a bordo campo.
31° minuto
Dalla panchina il coach Marrundo si sgola: “Verso il centro! Verso il centro!”. Sluice lo accontenta colpendolo in mezzo agli occhi con un preciso lancio dello scarpino. Marrundo, svenuto e finalmente silente, viene soccorso dai sanitari.
35° minuto
Raddoppio ospite! Deve essere uno schema provato in allenamento quello che al 35° inizia da un lancio lungo di Jorgius che colpisce o55o, il quale perde l’equilibrio e ruzzola su Superataru, che a sua volta piroetta fino a franare su Slisko, che, portatosi in attacco, va a rimbalzare storto su Galeone, che a sua volta nel tentativo di matenere l’equilibrio sgarbola fino ad incocciare la schiena di Cratoremassa, il quale, di spalle, sta mangiando di nascosto un panino col lampredotto. Il centravanti non si sposta di un centimetro e continua felice a macchiarsi la maglia di sugo. La squadra de Il Mucchio Selvaggio osserva la carambola e si tiene la pancia dal ridere! Il portiere Nappa ha le lacrime agli occhi e quindi non si accorge che nel frattempo il pallone, rimbalzin rimbalzino, rotola fino in rete. Gol di o55o quindi e 0-2.
40° minuto
Cartellino giallo! Al minuto 40°, Driim Tiim
ha un giocatore ammonito. E' Slisko a finire sul taccuino dell'arbitro. Niente
di particolare, ma durante un ristagno del gioco l’arbitro non s’è lasciato
sfuggire l’occasione di sanzionare un Mod… Diamante e Mix approfittano della
pausa imprevista per scambiarsi opinioni su quello che si rolleranno
nell’intervallo. Fabchi, viceversa, pone a Sverolone lunghe domande ellittiche
sul Lago di Garda in aprile. Svejk, a bordo campo, si beve
una birra attorniato da avvenenti Cheerleaders.
43° minuto
Al 43° minuto esplode la gioia del pubblico di casa quando
“barzotto delle nevi” Sverolone riesce a superare la difesa centrale ospite
mettendo a segno il gol del 1 a 2 per Il Mucchio Selvaggio. Questi i
dettagli: Gatei trotterella con la palla finché non vede tutto solo smarcato
sulla fascia BRH2002 in proiezione offensiva. Da buon interista decide allora
di passare indietro a Bersa che, volendosi rifare del pasticcio del primo gol,
tira a rete da settanta metri. Sbuccia però la palla e lo spostamento d’aria
del rutto di disappunto di Drakuun, diverso dal rutto “chiama fuorigioco”,
sposta la sfera fino all’area avversaria e fa diventare biondo Mix. A quel
punto per Sverolone è un gioco da ragazzi segnare in un area dove la difesa
avversaria giace a terra svenuta.
45° minuto
2 - 1 il risultato al termine del primo tempo. Nappa ha tenuto maggiormente la palla, accarezzandola sovente e mormorando dolci paroline per il 52 percento del tempo.
Per Il Mucchio Selvaggio McAskya e giuli8p cominciano a riscaldarsi a bordo campo.
46° minuto
I giocatori de Il Mucchio Selvaggio hanno
ripassato un po' di tattica durante l'intervallo. L’allenatore gianni29 ha animato il
gruppo sentenziando: “lo sapevate che non è una partita di basket”. Dopo un
breve momento di silenzio percorso dagli sguardi attoniti dei giocatori, il
coach ha concluso imperioso: “grazie”.
51° minuto
51°: grazie a un bel lancio sulla sinistra il
biondo Mix si è trovato solo soletto nell'area avversaria ma, probabilmente per
scarsa concentrazione, ha lisciato la palla. Il centrocampista difensivo pare
non prendersela troppo e sogghigna con sguardo assente. Diamante lo raggiunge
barcollando e ridendo sommessamente lo abbraccia. I due si accasciano al suolo
e, distesi in terra, ridono irrefrenabilmente per lunghi minuti. Mah…
55° minuto
Dalla panchina del Driim Tiim il Mister
Marrundo, solo parzialmente ripresosi dall’infortunio, biascica a mezza voce:
“Mamma li turchi… li turchi…”. I sanitari scuotono rassegnati il capo.
Per Il Mucchio Selvaggio McAskya e
giuli8p continuano a riscaldarsi a bordo campo. giuli8p avverte le fitte dei
primi crampi.
60° minuto
Grandissima azione di Galeone che, lanciato da un recupero di
Sluice, s’incunea in area con decisione e si trova libero davanti alla porta
avversaria scarsamente difesa dal Nappa, da tempo con le mani sulla faccia nel
tentativo di proteggere l’importante profilo. A salvare la porta di casa dalla
capitolazione ci pensa Gatei che, a bordo campo, stappa un frizzantino. Lo
schiocco attrae l’attenzione di Galeone che, disinteressandosi del pallone,
s’avvicina a Gatei con un calice in mano. Sfuma così l’azione,
contemporaneamente allo svuotarsi della bottiglia.
69° minuto
Da un bel dribbling linguistico di Dunfermine su un immobile
SuppaMax intento a guardarsi le figurine della Ferilli ignuda, nasce
l’occasione del pareggio. L’azione è proseguita da BRH2002 che vede sulla
fascia la potente progressione del sempre vispo Svejk, che a sua volta serve un
pallone d’oro a Gatei, il quale, evitando il Bersa che dove si trovi si trovi
vuole tirare in porta per segnare, piazza la palla sui piedi di Sverolone che,
spaventato da un minaccioso recupero di “locomotiva” Superataru, cede la sfera
a Drakuun, il quale, non avendo toccato palla in tutta la partita non sa bene
cosa farsene e viene salvato da Fabchi che, rottosi le balle dopo tutto questo
titic totoc, scaglia una berta secca da 200 all’ora alle spalle di Plauri. Il
portiere, nonostante il pallone giaccia ormai da tempo alle sue spalle,
continua, ad uso dei fotografi, a piroettare in acrobatici quanto inutili tuffi
a stringere il nulla. 2-2.
Per Il Mucchio Selvaggio McAskya e
giuli8p, ormai roventi di riscaldamento, eseguono a bordo campo con gran fatica
stentati esercizi fisici.
76° minuto
Incredibile vantaggio de Il Mucchio Selvaggio. Rinvio potente del Nappa che con uno starnuto scaraventa la palla lontano. Mentre il pallone si libra alto nell’azzurro, dalla panchina del Driim Tiim Mister Marrundo ha un sussulto di lucidità (?) e a pieni polmoni intima: “Verso il centro!”.
Entrambe le squadre, consapevoli che quelle potrebbero essere le
ultime volontà del Mister prima di tirare le cuoia, si raggruppano a
centrocampo, portieri compresi. Nel frattempo il pallone, tomo tomo cacchio
cacchio, s’infila lentamente nella porta avversaria. Gol del Nappa e Marrundo
inseguito a lungo da Sluice con l’altro scarpino in mano.
85° minuto
gianni29 constata di avere un nodo al fazzoletto, ma non
ricorda perché.
87° minuto
Jorgius ha dimostrato di meritare la sua fama
quando, approfittando di un attimo di esitazione dei difensori avversari, ha
messo a segno il gol del 3 a 3. Un pallone reso viscido da un rimbalzo
sulla maglietta unta di Cratoremassa, impegnato al limite dell’area a finire
dei crostini di milza e fegatelli, sfugge al controllo di Gatei, che poco se ne
cura impegnato com’è a stappare un Barbera, sfugge al controllo di Diamante,
che continua a ridere immotivatamente assieme a Mix, e evita con decisione
Drakuun, che tenta inutilmente di asciugare la malcapitata sfera con un
ennesimo rutto. Sverolone, viceversa, schiva il contatto spostandosi di lato
con un piccolo urlettino, preoccupato com’è di non macchiare la maglia
personalizzata tutta frappe e lustrini. La palla giunge così a Padre Jorgius
che, con la sola forza del pensiero e della fede, la scaglia in rete. In
tribuna scatta la standing ovation dei diciassettenni del “Seminario della
Santa Difesa” giunti in pellegrinaggio ad ammirare dal vivo le gesta del Padre.
Nella porta opposta il presunto portiere Plauri si esibisce in una imbarazzante quanto insensata sequela di
piroette e tuffi plastici ad uso dei fotografi.
Per Il Mucchio Selvaggio McAskya e
giuli8p giacciono dimenticati a bordo campo completamente stremati in una pozza
di sudore.
89° minuto
Lo stadio ammutolisce. A un minuto dal fischio finale l'arbitro
assegna un rigore in favore di Driim Tiim. BRH2002 atterra con un fallaccio da
teppista il già barcollante Mix, che cade a terra in preda a convulsioni di
riso. Nel Driim Tiim tutti vogliono tirare il rigore decisivo e si contendono
la palla pigliandosi a spintoni e male parole. Dalla panchina gianni29 vede la
mischia e sussurra “allora è rugby”.
Approfittando del parapiglia Point, rientrato nello Stadio correndo sempre a testa bassa, si riappropria del pallone e a grandi falcate guadagna l’uscita del Campo sportivo Moretti, direzione mare. In campo, dopo un ennesimo momento di perplessità, l’arbitro scuote la testa alza le spalle e ordina la rincorsa. I giocatori di entrambe le squadre si lanciano all’inseguimento del fuggiasco Point nel tentativo di recuperare il pallone portato da Slisko, che ora piange in un angolo. Nel parcheggio un auto si mette in moto.
La partita, giocata nel giorno che non c’è del 29 febbraio, viene momentaneamente sospesa sul risultato parziale di 3 a 3. In attesa di tirare il rigore più lungo del mondo…
… continuerà?…
p.s.
Svejk ha tenuto maggiormente le Cheerleaders, impegnandole con
ampia soddisfazione per il 100 percento del tempo… ;)
Ahoy
8431° minuto
Il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo
averlo collocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Point, finalmente catturato, corre felice e senza fine
dentro un’enorme ruota da criceto. Il silenzio è denso, la tensione palpabile.
L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una
porta lontana undici metri.
L’arbitro porta il fischietto alle labbra, secche per
l’emozione. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a
partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Dagli spalti un uomo si proietta
in campo e a grandi falcate s’avvicina all’area. E’ completamente nudo
(bleah…), solo parzialmente riparato da due pannelli tipo uomo-sandwich.
Su quello davanti campeggerà certamente un messaggio di
protesta! Proviamo a decifrare le scritte: “Barzotto chi legge!”… Non c’è
dubbio è gingerfish, detto anche La triglia del tip tap, apprendista
provocatore nonché ballerino d’altri tempi. Cogliendo tutti di sorpresa
raggiunge il dischetto del rigore, afferra il pallone e si proietta all’esterno
dello stadio. Slisko, proprietario del pallone, si rimette a piangere.
Gatei e Sverolone, eccitatisi all’ingresso dell’uomo nudo,
lo rincorrono immediatamente fra mille urlettii in falsetto. Vengono però
frenati nel loro impeto dalla scritta del pannello posteriore di gingerfish:
“Sarò matto, ma non fino a questo punto: ho le mutande di ferro!”…
Un impetuoso rutto di Drakuun rompe l’incantesimo, fa tornare moro Mix e lancia la carica. Le due squadre si precipitano all’inseguimento fiondandosi all’esterno dello stadio. Nel parcheggio un auto si rimette in moto.
Il pubblico attende pazientemente il rigore più lungo del
mondo.
Ahoy
p.s. In bocca al lupo a tutti per il Campionato!
18511° minuto
Il pallone giace di nuovo sul dischetto del
rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
La tensione è palpabile, ma non sembra quella solita, quella sportiva.
Sluice distoglie un momento gli occhi dal pallone e incontra lo sguardo di Mix,
di Drakuun, di Svejk, di tutti gli altri. Alza lo sguardo alle gradinate. Anche
gli occhi di ogni singolo spettatore dello stadio Moretti dicono la stessa
cosa. Il Nappa, in porta a undici metri di distanza, ha già la testa reclinata.
Ora anche il capo di Sluice si china, insieme a quello di tutti. Mentre il
silenzio diventa assordante.
Oggi il rigore non si tira. Ci sarà tempo sabato prossimo. Oggi c’è tempo solo
per un lunghissimo, ennesimo, minuto di silenzio.
Qui siamo ad Hattrick, un gioco serio. Mica una uefa qualsiasi.
Ahoy
28591° minuto
Il pallone giace di nuovo sul dischetto del rigore.
Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Gingerfish è intento a scrivere per la centesima volta
alla lavagna “Non ci sono più le mutande di ferro di una volta…”. Sverolone e
Gatei giacciono esausti e soddisfatti a bordo campo.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono,
come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana
undici metri.
L’arbitro, con un gesto ormai noto, porta il fischietto
alle labbra, secche per l’emozione. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira
profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede!
Preceduti da una folata di vento gelido entrano in campo centinaia di pinguini
furibondi! E con loro s’avanza un pelosissimo yeti! Le intenzioni dei nuovi
arrivati sono tutt’altro che amichevoli, direi anzi vendicative. Lo dimostrano
circondando l’informatico o55o e scaraventandolo in aria, giusto all’altezza
della mazza dello yeti che, con un colpo prodigioso, proietta il malcapitato a
984,7 metri! Stessa sorte capita ai mingherlini Mirddin (936,3 metri) e BRH2002
(992,8 metri). Dagli spalti il gentile pubblico comincia ad applaudire i bei
lanci. I giocatori in campo sono incapaci di reazione, spaventati e attoniti.
I lanci proseguono: Mix (1052 metri, record), Galeone
(732,9 metri a vele spiegate), gianni29 (876,5 metri e una frase colta al volo:
“allora è baseball”). Viceversa ogni sforzo risulta vano per lanciare
centravanti Cratore: 12 centimetri, e due macchie di pappa col pomodoro.
Slisko, in ambasce per il suo pallone, lo afferra giusto un istante prima di
essere catapultato in aria, direzione parcheggio.
Un impetuoso rutto di Drakuun rompe l’incantesimo, fa
diventare glabro lo yeti e chiama alla carica. O meglio, alla ritirata. I
giocatori si precipitano fuori dallo stadio, inseguiti dai pinguini.
Nel parcheggio un finestrino d’auto va in mille pezzi (Slisko, 659 metri, pallone compreso).
Il pubblico, dopo un lungo applauso, si siede nuovamente
in attesa paziente del rigore più lungo del mondo.
Ahoy
p.s. Svejk, correndo in direzione contraria alla massa,
mette in salvo le Cheerleaders dalle brame dello Yeti e, barricatosi con le
procaci fanciulle in birreria, s’appresta a festeggiare degnamente il primo
anno di HT…
38671° minuto
Per
l’ennesima volta il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo
ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Fabchi, con una vistosa fasciatura sul 99% del corpo, staziona a bordo campo
accudito dal dottor Sverolone e dall’assistente Gatei. I luminari si
preoccupano di tenere costantemente aperto l’unico pertugio lasciato senza
bende.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è
il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto ormai ben noto, porta il fischietto alle labbra, sempre
secche per l’emozione. Un sibilo fende l’aria. Sluice respira profondo e si
prepara a partire per la breve rincorsa… Ma che succede! Un ronzio fende l’aria
e all’orizzonte compare un piccolo aeroplano. Tutti alzano gli occhi al cielo,
tranne centravanti Cratore che continua a tenerli ben fissi sul piatto di
caciucco che stringe al petto.
L’aeroplano si porta sopra il campo di gioco e rende visibile la scritta che
campeggia sul lungo striscione rosa alle sue spalle: “Che Gazzetta sarebbe
senza le palle?… Eccole!”.
Non si fa a tempo a leggere la frase che dal cielo piovono in campo
innumerevoli pagine rosa e centinaia di palloni. La confusione è generale. I
giocatori sono attorniati da decine di palloni che rimbalzano tumultosamente
come zampilli impazziti. Galeone tenta di calciarne uno e colpisce i gioelli di
famiglia del portierone Plauri, che alla vista di tutte quelle sfere s’era
lanciato in una sequela di innumerevoli tuffi acrobatici. Dopo il preciso
calcio gli zompi acrobatici di Plauri acquistano maggiore rapidità e vivezza.
Non va meglio a McAskya e giuli8p, che, colpiti da numerosi palloni, si destano
dal loro prolungato torpore e si precipitano in campo fidando in una
sostituzione volante. Vedendo Point correre a perdifiato dentro l’enorme ruota
da criceto, tentano di raggiungerlo triangolando fitto a testa bassa, ma
sbattono contro gli statuari Bersa e Superataru, stramazzando così nuovamente
al suolo.
Drakuun cerca di scuotere tutti con il solito rutto, ma un pallone maligno gli
s’infila in gola provocando un’implosione che investe da tergo il malcapitato
Dunf, che glaciale commenta: “Ed elli avea del cul fatto trombetta …”. Poi,
bluastro, sviene.
Svejk, incuriosito dal frastuono, sbuca dalla birreria, ma le cheerleaders lo
trascinano nuovamente dentro serrando l’uscio. C’est la vie…
Mix e Diamante,
rollando al coperto della panchina, commentano: “Belle l’asteroidi… Belle…”.
Poi scoppiano a ridere.
Dall’alto Mirddin sorvola una volta ancora lo stadio e s’allontana lanciando un
ultimo pallone. Nel parcheggio un finestrino d’auto va di nuovo in mille pezzi.
I giocatori s’apprestano a liberare il campo dalle centinaia di palloni mentre
il pubblico applaude e s’accomoda paziente in attesa del rigore più lungo del
mondo.
Ahoy
48751° minuto
Per
l’ennesima volta il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo
ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è
il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto noto, porta il fischietto alle labbra. Un sibilo fende
l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa…
Ma che succede! Sugli spalti il pubblico s’alza in piedi ed inizia ad
applaudire. Un applauso caldissimo che s’ingrossa sempre più e a cui ora
s’uniscono anche i giocatori in campo. Anche il Nappa s’allontana dalla porta
ed applaude convinto. Sluice non capisce, alza lo sguardo e vede che la curva
dello Stadio Moretti si colora di un unico immenso striscione “Grazie,
grandissimo GM”. Tutti i giocatori si stringono intorno a Sluice, mentre lo
stadio scandisce a gran voce il suo nome. Il primo ad abbracciare il confuso
giemmone è un altro ex, l’oberato di lavoro (ih ih ih…) Mix, che a sua volta
viene applaudito dalla curva e omaggiato di un narghilè raffreddato a grappa
dall’amico Diamante. Dalla birreria Svejk esce con un autobotte di birra. Lo
zio Pepin spina personalmente la prima birra e la consegna a Sluice mormorando:
“Per tutti noi vecchi giocatori, resterai sempre il nostro GM… In bocca al
lupo, magister.”
Gli
spettatori si uniscono al brindisi mentre Sluice e Mix completano fra le
ovazioni un lunghissimo giro di campo.
Il
rigore più lungo del mondo aspetterà una settimana ancora.
Ahoy
58831° minuto
Per
l’ennesima volta il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo
ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è
il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto noto, porta il fischietto alle labbra. Un sibilo fende
l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa…
Ma che succede! Strombazzando garrulo un autobus di linea entra nello Stadio.
La targa è svedese e da un finestrino sbuca una proacace sedicenne che
sporgendosi mette in mostra le sue grazie e chiede: “ E’ qvi Limone nach
Garda?…” Dopo un breve istante di silenzio i 36026 presenti rispondono
all’unisono: “Sì!”, con apprezzabile accento lacustre.
Ed
ecco che dall’autobus scendono dodici fanciulle svedesi radiose in volto e sode
nelle carni, eleganti nelle loro slanciate gambe da gazzelle ed ubertose nei
loro reattivi petti, ammalianti negli sguardi involontariamente torbidi e
provocanti negli asciutti ombelichi al vento. Sverolone si lancia subito in un
lungo ed articolato saluto in una lingua straniera che lascia del tutto
interdette le pulzelle. Solo quando si vede scendere l’autista, ruvido
immigrato salentino di Torre dell’Orso, si capisce chi era l’oggetto del saluto
e dell’attesa. I due, abbracciati, s’allontanano a cercare un po’ d’intimità
bisbigliandosi paroline incomprensibili.
A
questo punto fra gli astanti scatta una gara ad attirare l’attenzione delle
provocanti beltà. Dunf decide di buttarla sul poetico con l’intenzione di
declamare i settecentotrentasettemilanovecentoquarantuno versi che conosce a
memoria, ma sbaglia tutto esordendo con “T’amo pio bove…”. Centravanti Cratore
si lancia in un’esibizione d’alta cucina allestendo a tempo di record una
grigliata di proporzioni pantagrueliche. Ma una volta completata la cottura
cambia idea e decide di mangianserala tutta da solo disinteressandosi delle
diversamente appetibili svedesine. Nel piazzale esterno allo stadio si sente un
auto muoversi freneticamente sfoggiando insospettate abilità di parcheggio
(record: con una sola manovra in 37 centimentri in salita), che tuttavia non
suscitano significative attenzioni se non da parte dell’autista dell’autobus,
prontamente richiamato dal geloso Sverolone. Slisko cerca di farsi bello della
sua autorità di Mod iniziando a bannare a destra e manca. Poi, però, perde
l’attimo giusto cercando per lunghe ore di bloccare l’inafferabile portierone
Plauri, che continua a produrre funamboliche acrobazie aeree seppur con una
voce molto più acuta rispetto alle settimane precedenti… Mah… Fabchi, novello
Enrico Toti, lancia le stampelle e con un passo alla Frankenstein si lancia a
braccia protese verso le tumide biondine. Viene abbattuto come un birillo dalla
fuga di Point che, evaso con un soprassalto di testosterone dalla ruota di
criceto in cui era costretto, riprende la sua fuga a perdifiato sulla fascia
perdendosi nelle campagne.
Svejk,
richiamato dal frastuono, esce dalla birreria dove vive da settimane come in un
Harem con le dodici Cheerleaders. S’appoggia allo stipite della porta e si gode
lo spettacolo. Poi, con gesto aduso, stappa una birretta. Le profumate
sedicenni sentono lo schiocco, vedono lo Svejk, hanno un sussulto ormonale e
senza pensarci due volte si precipitano verso la birreria.
In
campo scende il silenzio, rotto solo dai mugolii e dalle risatine provenienti
dalla birreria. Il pubblico di casa applaude e s’accomoda paziente in attesa
del rigore più lungo del mondo.
Ahoy
68911° minuto
Sicché ti siedi prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti la prima
matita e decidi per la seconda che rapida va a sgrattare sul bianco che ti sta
sotto infilando la prima riga. Rileggi sollevi gli occhi. Smorfi e strappi.
Alzandoti.
Ti siedi prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti la seconda matita
e decidi per la quinta che rapida va a sgrattare un’altra riga forse riga e
mezza talché strofinandoti la testa rileggi. Stavolta accartocci e scagli.
Cammini fino a spiaccicare il naso alla finestra fredda sulla fronte. Ti
concedi dieci secondi ad occhi chiusi.
Ora sì che ti siedi prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti la
quinta matita e decidi per l’ultima già quasi spuntata che con fatica va a
sgrattare sorda il bianco di sotto. Male.
Ti siedi ti siedi per Dio prendi il foglio dalla risma alla tua destra scarti
tutte le matite e decidi per la prima come hai fatto a non capirlo che rapida
va a sbeccarsi in punta alla settima riga facendoti rompere a forza il
silenzio.
Torni alla finestra. Dallo stadio di fronte non giungono voci. Alla fine devono
essersi chiusi tutti in birreria. Meglio così. Anche per oggi il rigore più
lungo del mondo dovrà aspettare.
Ti siedi.
Ahoy
78991° minuto
Ssshhh…
Non alzate la voce! Non vedete come dormono? Sono tutti involtolati nel sonno, che troppo sono stati in birreria. E troppo hanno provato la magia delle bollicine d’oro che salgono soffici nei boccali, come fiocchi di neve che scendono al contrario. E usciti di lì si sono arrotolati al sole stesi sull’erba dello stadio, appisolandosi beati. Non vedete come dormono? E dormendo sognano…
C’è Sverolone che sogna in svedese per fare colpo sulle sedicenni, ma anche in sogno loro non lo capiscono…
C’è Dunfermine che ora che è Mod sogna di correggere PACO…
C’è Cratore che sogna di essere caduto da piccolo dentro una pignatta di ribollita, come Obelix…
C’è Marrundo che sogna tutte le sue squadre e per questo si sveglia sempre tardi…
C’è Mirddin che da un po’ sogna sempre in rosa…
C’è il Nappa che sogna di non russare…
C’è Plauri che sogna acrobatiche parate in tutte le radio del mondo…
C’è McAskya che
sogna (.)(.) e non sa che anche (.)(.) sogna altre (.)(.) …
C’è Baluba che
sogna di essere inseguito da un’enorme rotella del mouse…
C’è giuli8p che
visto che è uguale ad Alberto Angela spiega a Baluba come funziona la rotella
del mouse che lo sta inseguendo…
C’è gingerfish che
sogna classifiche da sogno…
C’è Point che
sogna salsedine…
C’è Sluice che
sogna di prendere a secchiate d’acqua di mare Point…
C’è O55o che sogna
di riempire i secchi…
C’è gianni29 che
sogna a monosillabi…
C’è Bersa che
anche quando sogna non smette di parlare…
C’è Drakuun che
sogna un Bersa muto…
C’è Slisko che
sogna una conference senza thread inutili e senza ban…
C’è Maui44 che appena
l’ha saputo sogna di aprire un thread inutile per farsi bannare…
C’è Superataru che
sogna di aiutarlo…
C’è Fabchi che
sogna a tutto gas…
C’è BRH2002 che
non può sognare perché s’è messo dietro il tubo di scappamento di Fabchi…
C’è Diamante che
sogna che finalmente Mix faccia girare…
C’è Mix che sogna
come dire che s’è fumato tutto con un tiro solo…
C’è Suppamax che
sogna la Ferilli ogni sedici settimane…
C’è Galeone che
sogna frizzantini ogni sedici secondi…
C’è Gatei che
sogna sedici frizzantini ogni secondo…
C’è Padre Jorgius
che conosce già i sogni di tutti…
C’è Svejk che ha
troppi sogni…
E ci sono tutti
gli spettatori che pazientemente sognano di vedere il rigore più lungo del
mondo…
Ahoy
89071° minuto
Una
volta ancora il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo
ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è
il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro, con un gesto noto, porta il fischietto alle labbra. Un sibilo fende
l’aria. Sluice respira profondo e si prepara a partire per la breve rincorsa…
Ma che succede! Nappa si muove dalla linea di porta e avanza con passo lento ma
deciso verso un interdetto Sluice. Ora i suo naso è a dieci centimetri da
quello del vecchio GM (il resto del corpo un metro abbondante indietro). I due
si guardano negli occhi. Silenzio.
“Balliamo?…”
“Perché
no…”
Dagli
altoparlati dello Stadio si diffonde sincopato un tango argentino d’altri tempi
e i due, avvinghiati in una presa poderosa, si lanciano in un turbinoso vortice
di passi.
Sverolone
non ci pensa due volte e, stretta una rosa fra i denti, afferra Gatei danzando
appassionato.
Mister
Dunf balla lascivo e solipsistico con Dottor Paco, mentre Drakuun strapazza il
biondo Mirddin in un casque.
McAskya corre a
ballare con (.)(.) in riva al mare, e ventiseimilatrecentosette tifosi
casualmente lo seguono.
Marrundo balla
quattrocentonovantadue volte con gianni29, che si domanda: “Non si uccidono
così anche i cavalli?” (citaz.)
Cratore balla con
un gambo di sedano, ma, non visto, lancia vogliose occhiate ad una salama da
sugo poco distante.
Point balla sulle onde, Slisko balla col suo pallone, Padre Jorgius balla senza muoversi e Galeone è sempre in balla.
Le dodici Cheerleaders vorrebbero ballare con Svejk, ma Svejk (che ha un
cuore grande così!) chiede loro di ballare con quelle lingue penzoloni dei suoi
compagni di partita. A malincuore le Cheerleaders accettano…
E
allora Svejk, tomo tomo cacchio cacchio, stringe una diciottenne svedese e va
con lei a ballare sulle stelle. To mo’!
Gli
spettatori rimasti invadono il campo e ballano gioiosi festeggiando il Primo
Maggio.
Nell’attesa
del rigore più lungo del mondo.
Ahoy
99151° minuto
Una volta ancora il pallone giace sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro porta il fis… L’arbitro… Un momento! Ma dov’è l’arbitro?
In campo la confusione è palpabile. Non si può giocare senza l’arbitro!
Drakuun, con un lungo rutto ben articolato, sostiene l’inutilità della giacchetta nera e la possibilità di creare una comune autogestita secondo i dettami dell’ortodossia anarco footbalista di ispirazione comunarda non disgiunta da influenze di autogoverno zapatista nel rispetto delle ecocompatibilità e delle minoranze linguistiche.
Lo stadio intero precipita in lunghi minuti d’attonito silenzio, occhi spalancati e labbra pendule.
Alla fine Point esprime la domanda che percorre, a volte girando a vuoto, i cervelli di tutti: “Eh?…”. Dunf sancisce: “Ipse dixit”. E lentamente la vita riprende.
Lo juventino superataru afferma che senza arbitro non si può andare avanti perché la sua squadra non ha intenzione di giocare con un uomo in meno. Segue aspro dibattito, alimentato soprattutto dalla corrente interista di “Enrico Toti” Fabchi.
Nel cicaleccio un fitto masticare attira l’attenzione dei più. Appartato dietro un cartellone pubblicitario che recita “Chi beve birra campa cent’anni”, Cratore sta addentando un cosciotto ben rosolato. A pochi passi giace in terra una giacchetta nera. Vuota.
Un brivido gelato solca le schiene di tutti…
“Avete mica del Chianti?… La carne rossa fa sete…”
L’attesa del rigore più lungo del mondo si tinge di rosso…
Ahoy
109231° minuto
Venghino venghino siore, siori e Point, venghino ad assistere allo spettacolo più famoso di tutti i tempi, presenti passati e futuri, venghino al Circo Barzottogni!
Alla mia sinistra, nel parcheggio antistante lo stadio, il Cerchio della morteee! Il driver californiano Mauifortyfour, al volante della sua Innocenti tre cilindri del 1983 elaborata Polini, gira a velocità folle dentro un cilindro in plexiglass e sfida la forza di gravità aderendo alle pareti verticali. Riuscirà a raggiungere il pupazzo di Superataru che gli corre all’infinito davanti sbeffeggiandolo nel celebre gesto dell’ombrello? Correte a vedere e lo scoprirete!
E ora alla mia destra, dentro la tinozza da bagno di Drakuun e da anni quindi inutilizzata, ecco a voi… L’unico pesce rosso al mondo che non sa nuotare! Gingerfishhhhhh!!! Un metrottanta di carne non squamata che s’affanna a restare a galla in trentasette centimetri d’acqua stagnante! Affogherà? Non affogherà? Correte a vederlo e lo scoprirete!
Qui davanti a me un’altra celebre attrazione del Circo Barzottogni! Il trasformista dall’italiano improbabile… Fregoli Zelig Multistrato Marrundooooo!!! L’unico artista capace di essere contemporaneamente 492 persone diverse e ricordarsi a memoria il codice fiscale di ognuna di esse! L’unico talento vivente capace di preparare 492 formazioni diverse e non imbroccarne neppure una! L’unico italiano che in un paese di sessanta milioni di commissari tecnici della nazionale crede di esserlo davvero e riesce a convincere di questo anche le sue altre 491 peronalità! Dopo l’eroe dei due mondi ecco a voi l’eroe dei 492 mondi!!! Il grande Fregoli Zelig Multistrato Marrundooooo!!!
E per finire l’attrazione più importante. Reduce dai trionfi di Scandicci e Figline, osannato a Scarperia e idolatrato a Poggibonsi ecco a voi… Hannibal the Cannibal Lampredotto Cratoreeeeee!!! Sorvegliato ventiquattro ore al giorno da agenti armati di gas letali forniti dal Bersa, chiuso dentro una gabbia di doppio acciaio non commestibile e sgradevole al palato, occluso da una maschera facciale in fanghi di Abano Terme dura come le pine e impedente la masticazione, il terribile Cratore ruggisce e si dibatte in preda ai crampi della fame. Dodici giovenche vengono quotidianamente sacrificate al suo desco, ma alla fine della pantagruelica portata la domanda del nostro è sempre la stessa: “L’assaggio l’era bono. Quand’arriva il piatto?”. Hannibal the Cannibal Lampredotto Cratoreeeeee, il più grande magnone della storia, anche arbitrale!
Venghino venghino al Circo Barzottogni!…
Nel frattempo lo Sluice e il Nappa…
- Che, hanno trovato n’artro arbitro?
- Tsch…
- Mannaggia!… E alora namo avanti cor Circo. Ne troveremo uno cor fegato de venì!
- L’importante è che ci torni a casa, col fegato…
Ahoy
119311° minuto
Entrino signori, entrino! Entrino senza paura delle belve feroci colte nel loro ambiente naturale. Entrino a godersi lo spettacolo! Entrino al Parco Zoo di Barzottolandia!
- Non ci credo.
- Beh, è così.
- L’unico.
- L’unico che ha accettato l’invito.
- E quanto ci costa “l’invito”?
- Una sciocchezza, rispetto a quanto hanno pagato altri… Però vuole anche due baiadere.
Qui davanti a voi l’attrazione che ha lasciato di sasso i reali d’Inghilterra. Nell’ambiente naturale di un Basso, tra gli odori dei friarelli cotti e dei panni stesi, d’uliv’ chiappere e vino bianco, quaglioncelli giocano scalzi con un pallone e femmine accaldate s’asciugano il sudore dietro gli scuri. Ecco a voi il grandissimo gianni29!!! Riverito e onorato s’avanza nel basso come nu’ Papa. Infatti è in carica da quando se ne andò quel sant’uomo di gianni28, quello che per non dispiacere a nisciuno giocava con sette allenatori, uno per tipo d’allenamento… Generoso e competente gianni29 non si risparmia e per tutti ha un consiglio e una parola buona. Di solito è: “grazie”.
- Due baiadere?!
- Ha detto così…
- E dove le prendiamo?
- Io un’idea ce l’avrei…
- Sverolone e Gatei?
- Fa anche rima.
Alla mia sinistra e alla sinistra di tutti ecco riprodotto l’ambiente naturale della Sierra Maestra. Qui i famosi Barbudos capitanati da Fidel Ticastro Drakuun e dal suo più generoso compagno Ernesto “Chec’è?” Mix s’addestrano alle durezze della lotta, militare e politica. Ora li potete vedere alle prese con l’interrogatorio di un prigioniero: il temibile capo dei mercenari arrivati dalla Florida, il celebre Onda su onda Point! Mentre Ernesto “Chec’è?” Mix educa politicamente il prigioniero leggendo la raccolte complete degli ultimi 6329 numeri del giornale di partito La Gramna, il compagno Fidel Ticastro Drakuun impressiona il suddetto prigioniero abbattendo a colpi di rutto i satelliti spia del capitalismo! Hasta la victoria siempre!
- E va bene, ma sappi che sono contrario.
-Non c’è alternativa. E’ l’unico arbitro che è disposto a venire. Rispetto a due anni fa non chiede molto… E le baiadere le abbiamo.
- Mi viene da vomitare…
- E poi è talmente antipatico che magari sta indigesto anche a Lampredotto Cratore.
- Non contarci… Va bene, andiamo avanti. Non ne posso più di questa attesa. Faremo così, arbitrerà Byron Moreno!
Ahoy
129391° minuto
Finalmente
il pallone giace di nuovo sul dischetto del rigore. Sluice, dopo averlo
ricollocato con cura, s’allontana di pochi passi.
Il silenzio è denso, la tensione palpabile. L’unico suono, come un mantice, è
il respiro nasale del Nappa, al centro di una porta lontana undici metri.
L’arbitro Byron Moreno porta il fischietto alle labbra. Ma che succede?!… Byron
Moreno s’avvicina d’un paio di passi alla porta, con sguardo indagatore
sguincia il portierone e… Espelle il Nappa per naso non regolamentare!
Gianni29
sussulta in panchina e per l’agitazione fa cadere in terra la boccettina di
limoncello benedetto preparato dalla zia. Byron Moreno non perde tempo e lo
espelle.
Dunf
tenta un dialogo offrendo un volumetto di Byron (il poeta, quello buono…) e
viene espulso per non aver tentato la corruzione (aperto il volumetto l’arbitro
trova solo inutile carta e non la sperata cartamoneta).
Mix e
Diamante, fra una risata e l’altra a bordo campo, vengono espulsi perché rei di
minare la visibilità della gara avendo portato un fumogeno in campo. In un
secondo momento l’arbitro, pur confermando l’espulsione, ammette l’errore: non
era un fumogeno.
Jorgius
viene giubilato per aureola non autorizzata e la curva occupata dai
diciasettenni seminaristi del “Collegio della Santa Difesa” rumoreggia: viene
espulsa in toto.
E’ il
caos. Byron Moreno espelle illico et immediate Drakuun e Bersa per rumori
molesti, seppur di diversa provenienza, Point perché è Point, BRH2002 e Fabchi
perché un volta a Milano qualcuno gli aveva preso a calci il motorino e da allora
odia i milanesi, Gatei e Sverolone perché come baiadere sono penosi (e
qui l’arbitro si permette un sorriso per il giochino di parole…), SuppaMax Superataru O55o e Slisko
perché in spagnolo pronunciare tutte quelle esse è un casino, Mirddin perché si
ricorda ancora quello che scrisse la Gazzetta dopo la Corea e Galeone perché
insomma un po’ di disciplina ogni tanto ci vuole!
Per
espellere Plauri c’è voluto un po’ più di tempo perché quel demonio di un
portierone saltellava da tutte le parti. E anche cacciare dalla porta Marrundo,
che per 492 volte rientrava dalla finestra, non è stato uno scherzo.
Una
puntatina nel parcheggio e viene espulso dalla sua macchina anche Maui44. McAskya giuli8p e gingerfish vengono espulsi
per barzottismo acclarato e mandati in un campo di rieducazione fra i muli
della Barbagia.
Senza avvicinarsi troppo alla gabbia Byron Moreno espelle anche Hannibal the Cannibal Lampredotto Cratore, che con sguardo affilato sibila: “Ci rivediamo a cena…”.
Vengono espulse tutte e dodici le Cheerleaders per eccesso di provocazione e a quel punto Svejk si autoespelle per andare a consolare le fanciulline affrante.
Per sovramercato viene espulso anche un calcolo renale della signora Maria, paciosa donna delle pulizie dello Stadio.
Un occhiata agli spalti e Byron Moreno espelle tutti gli
spettatori, ma sì... fai vedere che
abbondiamo... abbundandis in abbundandum!
In campo,
immobile dal primo istante, rimane solo Sluice. Byron Moreno s’avvicina, porta
il fischietto alle labbra e fischia il rigore. Poi si autoespelle e scompare in
una nuvola di fumo.
Solo, in uno Stadio abitato dal vento, Sluice sta per battere il rigore più lungo del mondo.
Ahoy
139471° minuto
Gli occhi guardano la porta, vuota. Poi si spostano sul pallone, lì, in terra, cuoio inerte. Di nuovo gli occhi al cielo, alle gradinate vuote. Qualche foglio di giornale saltella sui gradoni, spostato dal vento. Già, il vento. L’unico suono in questo stadio vuoto. Il vento, che soffia lieve, ma continuo, insistito. A volte sbuffa una folata più ardita, ma poi torna, cheto, continuo, a sibilare fra le gradinate vuote. Uno sguardo ancora alla porta. Sempre vuota, laggiù. Beh, qualcosa s’ha da fa’… Quasi quasi tira… Sì, questo sta pensando Sluice, In fondo sono qui, l’arbitro ha fischiato, è mio diritto tirarlo ‘sto rigore… Sarebbe buffo che un colpo di vento me lo cacciasse fuori, t’immagini le risate! Sì… Ma le risate di chi, so’ solo…
Poi il vento s’accresce, gonfia, ansa, e Sluice si gira alle sue spalle, che da lì soffia il vento, e controluce intravede la porta opposta e appoggiato al palo di quella porta cento metri lontana un’ombra nera, laggiù, controluce. L’ombra si stacca da quell’appoggio e si fa figura in movimento, lenta, maestosa.
E’ pettinato con la brillantina e i capelli bianchi risplendono al sole come una pentola d’allumino. Indossa una divisa da portiere, maglia nera, pantaloncini neri con rinforzo ai lati, calzettoni neri con risvolto bianco, all’antica, tanto all’antica che la stoffa è cotone spesso un dito, feltro già scurito dal sudore. Avanza piano, e ora si scorge un po’ meglio il volto, un volto da vecchio indio araucano. Un brivido percorre Sluice, un tremore gli toffa il cuore, E se fosse…
L’indio dai capelli bianchi, la faccia assolata e rugosa, il passo lento e pesante, arriva a tre metri dall’unico uomo presente in quello Stadio. Con le mani finisce di arrotolarsi una sigaretta di tabacco nero e forte. Un fiammifero e la prima boccata rilascia un fumo denso. L’indio la fuma tutta, lentamente, gli occhi negli occhi del suo avversario.
“El Gato Dìaz?… El Gato che dopo una settimana d’attesa parò due volte il rigore a Constante Guana? E per questo la Rubia Ferreira gli permise di portarla al ballo e di baciarla? Quel Gato Dìaz?…” Le parole di Sluice sono un sussurro, quasi un pensiero.
El Gato Dìaz getta il mozzicone lontano e s’avvia alla porta. E lì, fra quei due pali el Gato diventa immenso, rannicchiato sulla punta dei piedi, con le dita aperte e lunghe. Sluice esita, incerto. Poi respira profondo, guarda il pallone, solo il pallone e prende la rincorsa…
“Evitai di guardarlo negli occhi e cambiai piede; poi tirai di sinistro, basso, sapendo che non l’avrebbe parato perché era molto rigido e portava il peso della gloria. Quando andai a prendere il pallone nella porta si stava rialzando come un cane bastonato. – Bene, ragazzo, - mi disse. – Un giorno andrai in giro da queste parti a raccontare che hai segnato un goal al Gato Dìaz, ma nessuno ti crederà.”
Fine
Grazie a tutti.
E grazie all’immortale Osvaldo Soriano.
Ahoy