STEP IN


Sono connotati da una scarpa soft modificata nella struttura interna ed esteriore con appositi dispositivi atti a collegarla in modo rapido ad una base apposita e dedicata, con sistemi di ganci ed innesti relativi. 

Ogni sistema è compatibile solo all’interno di se stesso; e scarsa è la compatibilità anche verso gli elementi del sistema di aggancio tradizionale;   oltre all’ancor più rilevante problema dell’ingombro dei meccanismi di aggancio (e talvolta di regolazione dell’inclinazione), che in molti casi impedisce praticamente e fisicamente l’inserimento dello scarpone step-in nelle basi tradizionali (Switch e Sis Emery, per esempio); sempre ulteriormente salve le possibilità di svitaggio degli stessi, dove possibile.

 Altro problema, riguardante gli step-in senza spoiler è quello della regolazione dell’inclinazione posteriore: spesso è assente o è fornita come optional sotto forma, talvolta, di sistemi di canting da inserire sotto la base, con effetto simile al sollevamento del tacco nell’hard che può essere gradito o meno a seconda dei gusti. Questa assenza può essere indifferente per taluno, piuttosto fastidiosa per altri, specie per chi usa abitualmente una maggiore inclinazione sull’attacco posteriore. A volte, invece, vi sono dispositivi posteriori sullo scarpone, qualche volta un vero spoiler esterno, che d'alrtonde rendono però del tutto impossibile la compatibilità del boot con gli attacchi soft normali.

 Molto discusse sono poi “le sensazioni” che può dare uno step-in, se siano o meno simili a quelle che può dare un sistema soft tradizionale. E non è cosa di poco conto, perché è proprio il “surf-feeling” del soft che ha fatto convertire molti ex sciatori in riders accaniti... In merito si può affermare che, se ben realizzato, uno step-in può eliminare definitivamente certi elementi negativi del sistema tradizionale, quali leggero sollevamento del tallone nei frontside e risposta imperfetta nei backside in dipendenza dalla conformazione dello spoiler, senza troppo allontanarsi dallo spirito originario del soft avvicinandosi alle rigidità di un hard; ciò in particolare per gli step-in con spoiler esterno posizionato sull'attacco Va anche qui ripetuto che l'alta efficienza raggiunta oggi dagli attacchi classici, con l'eliminazione di tutti i piccoli problemi "storici" sopra accennati, pone a dura e seria prova gli step-in, costringendo le case che li producono ad un'assoluta competitività in termini di qualità, prezzo, e versatilità.

 Un'ultima nota prima di passare all'esame dei singoli sistemi: la necessaria rigidità del boot delle versioni senza spoiler viene avvertita come controproducente enl caso di utilizzo backcountry del sistema, limitando i movimenti di piegamento che invece il softboot tradizionale favorisce.

CONCLUSIONE. Da una dozzina di sistemi diversi si è passati a circa la metà, ancora tanti per i negozi che devono sceglierne uno o due al massimo, bisogna riflettere: siamo sicuri che l’immediatezza dell’aggancio sia sempre un'esigenza indispensabile per tutti? Lo può essere per alcune categorie, come, per esempio per un maestro di snowboard, Ma per un rider che percorre una lunga pista per 5-10 minuti, perdere una ventina di secondi per l’aggancio è sempre così drammatico'

 E comunque, mai un sistema di aggancio deve pregiudicare sicurezza, efficacia, comfort e feeling nella discesa sull’altare di una maggior velocità dei soli brevi momenti di aggancio e sgancio !

 Cosa che invece ha in passato sollevato dubbi, e talvolta continua a sollevarne, almeno nel "si dice" dei riders comuni, ma anche dei pro'. Psicologicamente infatti, vedere le straps sopra il piede "davanti agli occhi", può ancora fare tutto un altro effetto rispetto ad affidarsi ad un, talvolta piccolo, meccanismo nascosto…

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