A l l e g a t i
1 ) Laboratorio di progettazione con i ragazzi di Ponte a Greve.
2 ) Proposta di utilizzo della tenuta di Tor Marancia nel parco regionale dell’Appia Antica.
Scuola media Piero della Francesca
Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti
Unione Europea - Progetto Socrates-Comenius
Laboratorio di progettazione con i ragazzi di Ponte a Greve
Durante l'anno scolastico 1995-96 la classe 2A della scuola media Piero della Francesca di Firenze ha partecipato ad un laboratorio di progettazione sul territorio di Ponte a Greve.
Queste pagine sono il racconto di quella esperienza!
Questo laboratorio è nato dal'incontro fra i programmi didattici della scuola media Piero della Francesca ed il lavoro di progettazione partecipata del quartiere 4 di Firenze (il quartiere in cui la scuola si trova), condotto dal Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti dell'Università di Firenze.
Un incontro fortunato che ha permesso ai ragazzi della scuola di fare un'interessante nuova avventura ed al Laboratorio di Progettazione Ecologica di imparare qualcosa sulla città a misura di bambino.
Il laboratorio è stato condotto in tre fasi distinte che hanno occupato la classe per oltre cinque mesi. Nell'illustrarlo in queste pagine manteniamo questa suddivisione, facendola precedere da una breve premessa.
• Chi siamo
• Presentazione
• 1° Fase: La conoscenza del luogo
• 2° Fase: L'avvicinamento al progetto
• 3° Fase: Il progetto e la sua comunicazione
Se volete contattare la Scuola Piero della Francesca potete farlo rivolgendovi a:
Scuola Media Statale Piero della Francesca
via Bugiardini 25, 50142 Firenze
Tel. 39/(0)55/7320404 Fax. 39/(0)55/7322380 E-mail pier@didonet.it
Queste pagine sono state allestite da Iacopo Zetti Jzetti@geo.unifi.it ed aggiornate nel Novembre 1996
Gruppo di lavoro della scuola media Piero della Francesca:
Classe IIA
Davide Giorgi, Jordan Pierguidi, Nicola Favilli, Ketty Margheri, Daniele Zuccalà, Veronica Carusone, Sandro Scani, Marco Meucci, Stefano Chianucci, Christian Curcio, Veronica Mereu, Giada Naldini, Emanuela Cannetti.
Prof.ssa Lucia Baldini, Prof. Vincenzo Mordini.
Preside Maria Rosaria Bortolone
Gruppo di lavoro del Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti:
Prof. Giancarlo Paba, Arch. Mariantonietta Davoli, Arch. Anna Lisa Pecoriello, Arch. Iacopo Zetti. br>
PRESENTAZIONE
Maria Rosaria Bortolone Farina
Giancarlo Paba
Lucia Baldini
Vincenzo MordiniDaniele
Christian
Davide
Nicola
Jordan
Veronica
Stefano
Emanuela
Ketty
Marco
Veronica
La scuola media 'Piero della Francesca' vive in una zona particolarmente difficile della periferia urbana, dove i problemi crescenti di marginalità sociale, le situazioni di disagio e di solitudine delle famiglie e dei ragazzi, la presenza di altre culture ed etnie richiedono uno sforzo di progettualità e l'insieme di molte risorse per poter rispondere ad una complessa domanda formativa. Eppure, in questi anni, con l'impiego di creatività e con l'integrazione delle risorse di un territorio ricco non solo di problemi ma anche di solidarietà e di desiderio di cambiamento, la scuola ha cercato di offrire ai ragazzi un servizio qualitativamente alto, in cui l'accoglienza e la socializzazione fossero anche strumenti per l'acquisizione del sapere e del saper fare. Ed in questo difficile ma stimolante percorso sono state compiute alcune scelte educative che ispirano il Progetto d'Istituto. L'Educazione alla città, la riappropriazione dello spazio urbano, l'acquisizione del senso di appartenenza "finalizzato alla progettazione del futuro della città" sono, insieme all'Educazione alla pace ed alla valorizzazione delle diversità, continuamente presenti nel nostro lavoro educativo e didattico. Siamo grati al Prof. G. Paba ed ai suoi collaboratori per averci voluto offrire la possibilità di una occasione straordinaria come questa. La loro competenza e la loro disponibilità nel rapporto con i ragazzi e con gli insegnanti hanno permesso alla scuola di arricchirsi di una esperienza preziosa, che ci consente di riflettere anche sul nostro modo di fare scuola. Presentiamo questo lavoro come Progetto educativo Europeo all'interno di un programma Cornelius, pensando che una città a misura di bambino e di ragazzi possa essere una città vivibile per tutti e consapevoli che la cittadinanza europea si costruisce anche a partire dal conoscere, vivere e progettare il futuro dei nostri spazi e tempi di vita. Lo offriamo alla città come contributo della periferia. E ringraziamo i ragazzi che nella ricerca hanno indicato la scuola come "luogo del cuore".
Maria Rosaria Bortolone Farina
Il lavoro che viene qui presentato fa parte delle attività del Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti della Facoltà di Architettura di Firenze. E' situato all'interno di un lavoro più largo di riprogettazione dei rioni di San Bartolo a Cintoia, Argingrosso e San Lorenzo a Greve condotto attraverso convenzioni di ricerca tra Università, Consiglio di Quartiere 4 e Comune di Firenze. Il nostro metodo di lavoro è fondato sulla partecipazione degli abitanti alla conoscenza ed al progetto della città: coinvolgimento delle associazioni, delle organizzazioni di base, del volontariato, dei semplici cittadini. Nella Scuola Media Piero della Francesca, grazie alla collaborazione preziosa della preside e dei docenti, abbiamo voluto compiere un'ulteriore verifica del lavoro di progettazione partecipata del quartiere. Il gioco costruttivo dei ragazzi ci è servito soprattutto per precisare i bisogni della zona di Ponte a Greve relativamente agli spazi verdi, alla funzione dei territori inedificati e dei brani residui di natura, all'organizzazione degli spazi di gioco e di tempo libero, alle funzioni ed alle possibilità di uso collettivo del fiume Greve. Abbiamo seguito un metodo di lavoro ormai consolidato (in particolare quello messo a punto da Luciana Lepore e Lorenzo Ray per il WWF) arricchito ed ampliato dalla creatività di Mariantonietta Davoli, Anna Lisa Pecoriello e Iacopo Zetti (che hanno gestito le diverse fasi del lavoro) e reso ancora più vivo e fantasioso dall'improvvisazione dei ragazzi e dalla competenza degli insegnanti. Alla fine di questo lavoro abbiamo ora due speranze: che l'esperienza didattica possa continuare in forme nuove anche nel futuro; che i progetti dei ragazzi (ed anche quelli dei grandi che abbiamo disegnato per tutto il quartiere) possano realizzarsi, almeno in parte, come frutto del rapporto di collaborazione tra Università e Comune di Firenze.
Giancarlo Paba
Questa occasione didattica, secondo me, ha offerto agli alunni tre fondamentali opportunità: quella di farli sentire direttamente promotori di un progetto reale; quella di dar loro la fiducia che come cittadini possono interagire con il loro ambiente ed esprimere i loro bisogni; quella, infine, di considerare la scuola non come un luogo di studi astratti ma come strumento di indagine e riflessione concreta personale e collettiva. Auguro alla scuola di ripetere questa esperienza che ritengo si sia avvalsa oltre che di un'ottima metodologia (imparare facendo), di esperti motivati e qualificati.
Lucia Baldini
Le capacità ed i mezzi di operatori dell'università. La professionalità e la disponibilità degli insegnanti degli alunni. Ecco una scuola coinvolgente e produttiva che attiva la dinamica cerebrale di alunni e docenti.
Vincenzo Mordini
Daniele
Il lavoro svolto è stato un divertimento, perchè come classe abbiamo creato dei lavori molto belli grazie alla collaborazione degli esperti. Il mio giudizio è che questa attività è riuscita a farci lavorare insieme per qualcosa di utile.
Christian
Se dovessi dare un giudizio di questa iniziativa darei un bel 10 e lode. E' stata anche un'occasione per stare insieme. MI (e credo anche ci) ha aiutato a capire come dovrebbero andare le cose in tutto il mondo.
Davide
Avanti con colla, trincetti e cartone per progettare un nuovo Ponte a Greve. Questo ci hanno detto gli architetti e noi... ci siamo messi al lavoro.
Nicola
Queste lezioni fatte con gli architetti sono state molto educative ma anche molto divertenti grazie alla ricerca e alla costruzione del materiale necessario.
Jordan
Il lavoro è stato molto interessante e facile da comprendere. Non solo le uscite per indagare cosa deve cambiare a Ponte a Greve ma anche le spiegazioni in classe. Il progetto è molto semplice ma anche molto serio nell'accertare i problemi che ci sono nel rione. Tutto è proceduto bene. Il lavoro ci ha aiutati a distinguere i grandi e piccoli problemi del nostro quartiere. Siamo riusciti a lavorare in diversi gruppi ma uniti tra noi per qualcosa di utile.
Veronica
Questo progetto sul quartiere è stato molto interessante, perchè abbiamo imparato a costruire plastici ed a conoscere come è fatto un quartiere.
Stefano
Credo che il lavoro svolto con gli architetti su Ponte a Greve sia stato educativo per noi perchè ci ha fatto conoscere molti aspetti positivi e negativi di questo quartiere e perchè insieme abbiamo fatto molti progetti per renderlo migliore.
Emanuela
E' stato un lavoro molto interessante perchè mi ha fatto capire meglio quali erano i problemi del nostro quartiere e come potevano essere risolti.
Ketty
Per me questo lavoro è stato molto interessante perchè mi ha insegnato a progettare e a conoscere meglio Ponte a Greve.
Marco
A scuola si sono fatti dei lavori con gli architetti nominati dal Comune per progettare dei miglioramenti su Ponte a Greve, per me questo è stato importante.
Veronica
Il tempo che abbiamo passato e le cose che abbiamo fatto insieme agli architetti ci ha dato l'opportunità di cambiare in meglio la Greve (se le approveranno) e di sentire le opinioni dei cittadini; il mio giudizio su tutto questo è che a noi tutti ha dato molta soddisfazione e ci ha permesso di lavorare insieme a esperti qualificati.
1° FASE: LA CONOSCENZA DEL LUOGO
La prima fase del lavoro è stata dedicata ad una analisi approfondita della zona, ma anche di tempi, modi, spazi di vita degli abitanti e degli studenti stessi. Le domande che ci hanno guidato sono state "com'è questo quartiere", ma anche "come vivo io nella zona, quali gli spazi che utilizzo, come e perchè e sopratutto quali i luoghi che amo".
Gli argomenti che abbiamo trattato possono essere sintetizzati così:
• Primi esercizi di rappresentazione dello spazio
• Dalla conoscenza oggettiva alla conoscenza soggettiva
• Indagine sugli orti urbani
• Inchiesta sulle abitazioni e sulla qualità della vita nel rione
2° FASE: L'AVVICINAMENTO AL PROGETTO
Nella seconda fase abbiamo cercato di rappresentare le prime idee utili per un progetto della zona di Ponte a Greve, di definire un'area più limitata su cui concentrere il nostro lavoro e di analizzarla nei suoi vari aspetti.
Gli argomenti che abbiamo trattato possono essere sintetizzati così:
• I collages su foto
• Scelta dell'area progettuale
• Le carte dei sensi
3° FASE: IL PROGETTO E LA SUA COMUNICAZIONE
In questa fase ci siamo preoccupati di suddividere l'area prescelta in più aree tematiche, di avanzare alcune proposte per ogni area e, dopo una verifica con gli abitanti della zona, di sviluppare queste idee e di rappresentarle per preparare una mostra finale.
Questi gli argomenti della terza e ultima fase:
• Le prime idee progettuali
• Tre aree tematiche
• La proposta finale
LE PRIME IDEE PROGETTUALI
Per prima cosa abbiamo individuato tre aree tematiche, tre aree che sono diventati progetti specifici per tre gruppi di lavoro: il gruppo ARGINE, il gruppo RINATURALIZZAZIONE, il gruppo CAMPO DEL CAMMELLI.
Successivamente le proposte sono state discusse una per una in classe, anche per valutarne la realizzabilità e poi messe a confronto con le opinioni degli abitanti, interrogati tramite un questionario. I ragazzi hanno così dovuto tenere conto delle esigenze degli abitanti appartenenti ad altre fasce d'età e cercare una mediazione. Le persone intervistate temevano in particolar modo la confusione che alcune attività ricreative proposte avrebbero potuto provocare.
INDAGINE SUGLI ORTI URBANI
La ricerca sugli orti urbani nel quartiere di Ponte a Greve - Mantignano - Ugnano è stata condotta dagli alunni, guidati dal prof. Vincenzo Mordini, che si sono serviti di un questionario elaborato in classe.
Ogni alunno ha individuato l'orto ed il suo conduttore, lo ha intervistato ed ha acquisito dati prefissati, autogestendosi i tempi, i modi e superando le difficoltà che gli si ponevano di fronte, non ultima una certa diffidenza a parlare della proprietà dell'orto, del reperimento dell'acqua per l'irrigazione e dell'uso di presidi fitosanitari. Comunque le risposte hanno fornito un quadro interessante, capace di far intravedere la realtà degli orti urbani nella periferia di una grande città.
I dati meglio evidenziati sono i seguenti:
a) la superficie media di un orto familiare è inferiore a 300 Mq (per orto familiare si intende un insieme di colture finalizzate solo all'autoconsumo) Gli orti più grandi di 1000 Mq producono anche per la vendita.
b) l'età media dei conduttori è di 63 - 64 anni.
c) ogni settimana in periodo primaverile ed estivo un orto urbano familiare richiede 16 ore di lavoro. d) le produzioni dell'orto coprono in media il 60% del fabbisogno familiare di ortaggi, portando una significativa riduzione delle spese alimentari.
e) è molto diffusa la pratica del compostaggio anche per la presenza di animali da cortile il cui letame non potrebbe essere trattato diversamente. Solo gli orti più grandi di 1000 Mq dichiarano l'uso di concimi chimici ed antiparassitari.
f) i cacciatori devono spesso ricorrere a un pezzo di terra marginale per tenere i loro cani che altrimenti disturbano se tenuti presso le abitazioni.
g) tutti dichiarano che è importante dare un aspetto decoroso all'orto in generale e in particolare al ricovero degli attrezzi e degli animali ma nei fatti le costruzioni e le recinzioni sono poco curate.
h) l'acqua per l'irrigazione solo in un caso dichiarato proviene dell'acquedotto.
i) i furti sono frequenti negli orti lontani dalle abitazioni.
l) tutti dichiarano di fare gli orti su terreni di proprietà o in affitto.
I dati rilevati sono anche stati sintetizzati in una grande tabella di cui qui riportiamo un estratto.
Indirizzo Borgo dei Galli Via Bugiardini Via Fagna 23 Via Ugnano Via del Ferrale 6 Viuzzo del chiuso
Dimensione 1000 mq. 900 mq. 300 mq. 300 mq. 700 mq. 60 mq.
Nome, professione, età del conduttore Gino, pensionato, 72 anni Dante, pensionato, 84 anni Attila, agricoltore, 81 anni Renato, pensionato, 71 anni Pietro, pensionato, 70 anni Giuliano, pensionato, 51 anni
Motivazioni che spingono a fare l'orto Svago Consumo familiare, svago Svago e passione Svago, piacere Consumo familiare e svago Hobby, consumo familiare
Ore dedicate all'orto alla settimana 42 ore 18 ore 10 ore 12 ore 35 ore 8 ore
Produzione, (% del fabbisogno familiare) Ortaggi, 20% Patate, pomodori, piselli, ecc. 90% Cipolle, pomodori, insalata, ecc. 30% Patate, pomodori, cavoli, fragole, 10% Bietola, porri, insalata, ecc. 80% Pomodori, baccelli, cipolle, ecc. 70%
Attrezzi usati Zappa e attrezzi semplici Zappa, vanga, rastrello Zappa, vanga, motocoltivatore Zappa, motocoltivatore, forbici Zappa, vanga, motozappa, motocoltivatore Zappa, vanga, rastrello
Concimi ed antiparassitari usati Letame Compost ed organici Letame di cani Letame di polli e conigli Concimi organici
Presenza di animali da cortile Conigli e polli Galline e conigli Polli 3 cani 20 galline e 60 conigli No
Importanza dell'aspetto del ricovero attrezzi Non importante Molto importante Molto importante Molto importante Molto importante Molto importante
Forme dell'acquisizione dell'acqua irrigua Pozzo proprio Pozzo proprio e raccolta acqua piovana Pozzo proprio Acqua del torrente a secchi Acquedotto Acquedotto
Problemi di furti No No No Furti continui da parte di senzatetto No No
Proprietà del terreno Proprio Proprio Proprio Proprio Condominio Condominio
LE TRE AREE TEMATICHE
Le tre aree sono diventate l'oggetto del lavoro di tre diversi gruppi che con collages, disegni, fotografie, ecc. hanno trasformato, almeno sulla carta, uno spazio oggi solo marginale nel quartiere in un luogo che contiene i sogni ed i desideri per una città a misura di ragazzo.
• Il campo del Cammelli
• L'argine destro
• L'argine sinistro
PROPOSTA FINALE
Alcuni particolari
Queste note conclusive vorrebbero rimediare a tutto quello che non è stato detto, chiedere scusa per tutto quello che non è stato fatto, ringraziare i ragazzi e la scuola per quello che è stato fatto (che comunque è tanto, più di quello che si vede). Probabilmente però è meglio lasciare agli altri il compito di "leggere tra le righe" di questa esperienza: agli adulti di capire la necessità di lasciare alle generazioni future un mondo più pulito, ai ragazzi l'entusiasmo di immaginare e realizzare i loro sogni, agli insegnanti di aprire sempre di più la scuola alla città ed infine agli amministratori, cui questo lavoro è stato presentato in una mostra nella scuola Piero della Francesca, il compito di recepire i bisogni ed i desideri che questi pur ingenui ed incompleti disegni esprimono, trasformando la pianificazione calata dall'alto in una forma di "conversazione" tra diversi attori che potrà restituire agli abitanti la capacità di contribuire allo sviluppo del proprio territorio, alla salvaguardia dell'ambiente, dei valori, delle risorse e delle culture locali.
PROPOSTA DI UTILIZZO
DELLA TENUTA DI TOR MARANCIA
NEL PARCO REGIONALE DELL’APPIA ANTICA Maggio 2003
Premessa
La proposta del WWF è stata elaborata da alcuni volontari del Gruppo Attivo Roma XI, da anni impegnati nella vicenda. La metodologia di sviluppo del progetto è supportata dalla conoscenza del territorio acquisita
negli anni direttamente sul campo, sia tramite le attività delle visite guidate, sia tramite sopralluoghi e approfondimenti svolti in proprio. Essa si avvale dei criteri e dei principi suggeriti dalla normativa sulla V.I.A., e in particolare modo il D.P.C.M. del 27/12/1988 che individua le norme tecniche per la redazione di uno Studio di Impatto Ambientale. La proposta ha avuto una prima stesura nel febbraio del 2002; successivamente, a settembre, è stata aggiornata sulla base delle osservazioni ricevute da Associazioni, Comitati e soprattutto dai cittadini, veri protagonisti della battaglia di Tor Marancia, coinvolti attraverso la distribuzione sul
territorio di un apposito questionario, concordato con l’Ente Parco Appia Antica. La versione attuale è stata ulteriormente aggiornata tenendo conto degli importanti avvenimenti intervenuti negli ultimi sei mesi e cioè:
1. L’adozione del Piano di Assetto da parte del Consiglio dell’Ente parco Appia Antica che, dopo aver ricevuto parere favorevole dalla Comunità del Parco è ora in approvazione presso i competenti Uffici della Regione Lazio. Nel Piano la proposta del WWF per Tor Marancia viene sostanzialmente accolta.
2. L’adozione del Piano Regolatore Generale di Roma da parte del Consiglio Comunale e la successiva deliberazione n.91/93 con la quale sono state definite le “compensazioni edificatorie del Comprensorio E1 Tor Marancia, attraverso la ricollocazione delle volumetrie nei Programmi di Trasformazione Urbanistica” in 15 diverse aree all’interno del Comune di Roma. La deliberazione sulle compensazioni, seppur dolorosa, ha aperto la strada all’acquisizione a patrimonio pubblico di tutto il comprensorio di Tor Marancia da parte del Comune. Ma come dovrà avvenire “la trasformazione dell’area in parco pubblico”?
Il WWF ritiene che qualsiasi intervento nel comprensorio di Tor Marancia dovrà essere realizzato nel rispetto dei valori dell’area secondo linee guida definite il cui contenuto essenziale viene descritto in questo documento.
3) Introduzione
Qualsiasi proposta di piano di utilizzazione dell’area non può prescindere dalla specificità di questo territorio che conserva intatto il paesaggio della Campagna Romana. Ogni paesaggio, in terre di antica antropizzazione come quelle del nostro Paese, può dirsi frutto di una sintesi armonica del contesto ambientale e dell’attività umana; un “territorio costruito” (Bevilacqua in
Quiaini 1994), da tutelare e valorizzare tenendo conto dei numerosi percorsi disciplinari che tessono il concetto. Tale compenetrazione di aspetti naturalistici e storico-archeologici emerge in modo preminente nell’ambito di un territorio di così antica e stratificata presenza umana quale quello dell’Agro Romano, modellato dal Vulcano Laziale e dall’idrografia, intensamente sfruttato e frequentato in età imperiale, progressivamente abbandonato nel Medio Evo, segnato dalla pastorizia, dal latifondo e dalla malaria in età moderna, riconquistato alla stabile presenza umana e riscoperto come sede di attività propriamente agricole fra fine Otto e inizio Novecento; infine minacciato ed in parte divorato dall’espansione edilizia della Roma contemporanea. Tutti questi momenti – salvo ovviamente l’ultimo, che si pone come momento semplicemente distruttivo – meritano d’essere tutelati, e lo possono essere al meglio proprio a Tor Marancia, dove
l’utilizzazione pastorale ed agricola dell’area sono proseguite fino ad oggi. La fruizione non potrà non tener conto di questa preziosissima specificità, evitando dunque una utilizzazione non rispettosa delle caratteristiche – originarie e come tali insostituibili – del luogo. La battaglia per la tutela di Tor Marancia, infatti, non è stata quella di una semplice area verde, quasi mero vuoto fra il ‘pieno’ dell’edificato circostante, bensì è stata animata dalla convinzione del valore intrinseco dell’area, “uno spazio compatto, senza strade, molto meglio tutelato dell’Appia Antica
(La Regina in Repubblica 25 agosto 2001, p. 45) ed è appunto in virtù dei pregi specifici e delle potenzialità dell’area che la Sovrintendenza espresse parere contrario all’edificazione.
Ovviamente, in un’area che fra i suoi molti pregi ha proprio quella di una grande ricchezza di testimonianze storico-archeologiche e di una estrema varietà di ambienti, ecosistemi e paesaggi (mutano le caratteristiche naturalistiche, ma mutano anche le modalità di frequentazione antropica), diversa è da zona a zona la fragilità ambientale, diverso l’impatto ambientale dei medesimi comportamenti ed interventi, e diverse quindi saranno le modalità di intervento e utilizzazione.
Gli interventi per la fruizione dell’area non dovranno dunque modificare le caratteristiche paesaggistiche dell’area.
La procedura d’indagine applicata è caratterizzata, in fase iniziale, dalla descrizione dell’ambiente per individuarne il quadro ambientale: sono quindi stati selezionati degli indicatori ambientali cercando poi di ricomporre i contributi settoriali.
A seguito di questa fase introduttiva del lavoro, lo studio da noi effettuato ha tentato di effettuare una:
- Composizione del quadro programmatico: individuazione degli obiettivi della proposta di utilizzo e delle aspettative di fruizione della cittadinanza, che troverete descritti nel presente documento.
- Individuazione dei vincoli e dei fattori limitanti (vincoli fisico- naturali e vincoli socioeconomici).
Da questa analisi con la metodologia “overlay mapping” è nata la proposta di Piano di Fruibilità che troverete evidenziata nella cartografia allegata.
4) Obiettivi
Gli obiettivi individuati nella presente proposta si riconducono a quelli previsti dalla legge istitutiva del Parco dell’Appia Antica (l.r. Lazio 10 novembre 1988, n. 66); in particolare richiama l’Art. 1 che richiede che il Parco dovrà essere realizzato e gestito in funzione delle seguenti finalità:
•??tutelare i monumenti ed i complessi archeologici, artistici e storici in esso esistenti;
•??preservarne e ricostituire l’ambiente naturale e valorizzare le risorse idrogeologiche, botaniche e faunistiche a scopi culturali, didattici e scientifici;
•??apprezzare e gestire attrezzature sociali volte a fini culturali e ricreativi compatibili con i caratteri del parco.Inoltre si è fatto riferimento alla legge regionale sui parchi (l. r. 6 ottobre 1997, n. 29 e successive modifiche).
Infine si è tentato un raccordo dei contenuti di questo lavoro con quanto previsto dal Piano di Assetto del Parco dell’Appia Antica, attualmente in fase di approvazione presso gli uffici competenti della Regione Lazio.
Pertanto è stata individuata una scala di priorità relativamente agli obiettivi, in base alle caratteristiche specifiche della Tenuta di Tor Marancia.
In primo luogo si propone la salvaguardia delle risorse naturalistiche presenti e la tutela di tutte le componenti del paesaggio, attualmente identificabili: la conformazione geologica della città di Roma, l’ambiente umido, la vegetazione, la fauna e la stretta relazione fra queste.
Il secondo obiettivo è la protezione e la valorizzazione dei monumenti e dei siti di interesse storico-archeologico presenti in questa area.
Il terzo obiettivo è quello di permettere una fruibilità sociale di questo ambiente proprio per valorizzarlo e per poterne godere al massimo la comprensione e la lettura, senza alterarne le caratteristiche.
Il quarto obiettivo consiste nella connessione dell’area di Tor Marancia con le restanti aree archeologiche del complesso di Massenzio-San Sebastiano e con la Tenuta della Farnesiana.
Come si potrà notare, si propone una priorità differente da quella che potrebbe essere indicata da considerazioni derivanti esclusivamente dalla natura archeologico-paesaggistica del vincolo presente su tutta l’area. D’altronde la Tenuta di Tor Marancia, insieme con la Tenuta della Farnesiana, costituisce indiscutibilmente uno dei pochi territori dell’intero Parco dell’Appia caratterizzati da una così estesa naturalità e ricchezza di ecosistemi. È per questo quindi che si suggerisce di privilegiare tale aspetto, senza per questo sottovalutare quello storico-archeologico, peraltro ampiamente predominante nel resto del Parco.
5) - riepilogo delle priorità:
0. Zonizzazione delle aree a maggior rispetto e di quelle dedicate ad ospitare attività compatibili con le caratteristiche dell’area.
1. Tutela e riqualificazione della vegetazione esistente.
2. Salvaguardia dell'habitat per la conservazione della fauna presente
3. Salvaguardia del fosso e delle reti idrografiche
4. Ripristino e valorizzazione dei siti di interesse storico-archeologico esistenti.
5. Creazione di strutture per la manutenzione e la vigilanza
6. Miglioramenti del sistema della viabilità e degli accessi all’area
7. Creazione di attrezzature per la sosta dei visitatori - sintesi degli interventi strutturali
1. Percorsi naturalistici per l'educazione ambientale
2. Percorsi storico artistici, archeologici e geologici
3. Percorso di ciclocross
4. Attrezzature e servizi per le attività sportive
5. Attrezzature e servizi per il gioco dei bambini
6. Spazio orti urbani per gli anziani del quartiere
7. Biblioteca e centro culturale
8. Spazi per mostre, esposizioni e spettacoli
6) Aree a fruibilità differenziata
Nella Tenuta vengono proposte aree a fruibilità differenziata, ciascuna individuata nella cartografia elaborata con una diversa colorazione. Tutte le aree valgono in ugual modo proprio per la strettissima interrelazione tra gli elementi suddetti, e le aree colorate configurano l'ambito in esame, non per articolare aree di maggiore o minore valore, ma per differenziarne la fruizione.
Innanzitutto devono essere definite, secondo indicazioni della Soprintendenza Archeologica, le aree che saranno oggetto di future indagini di scavo e/o che sono già state indagate, per il riconoscimento di strutture sepolte o sotterranee. Tali zone, che si sovrapporrebbero con un vincolo alle aree con diverse destinazioni d’uso, potrebbero essere indicate come “Ambiti di sviluppo archeologico e di strutture sepolte e sotterranee”, per le quali saranno ammessi solo interventi di sistemazione superficiale che non compromettano le future possibilità di scavo.
(vedere pag 15: carta delle aree a fruibilità differenziata)
Aree a prevalente valore ambientale: verde
Sono le aree più fragili e di maggior pregio dal punto di vista naturalistico, per le quali si prevede una fruizione cosiddetta guidata che soddisfi la domanda di cultura e l’interesse storiconaturalistico del pubblico: sarà consentito il passaggio solo sui sentieri, anche in bicicletta, e la sosta non attrezzata. Inoltre auspicabile in tale settore l’attività di studio e di ricerca.
A) FRUIZIONE: Non è possibile su queste aree fare attività del tempo libero (es. pic-nic, rappresentazioni, competizioni sportive), condurre cani se non al guinzaglio e altri animali domestici.
Discorso a parte per l’attività di “orienteering”, che potrebbe, a determinate condizioni, riguardare anche questa parte: utilizzo di sentieri esistenti e definiti, frequenza delle iniziative e numero di partecipanti limitato (es 1 o 2 classi di studenti), effettive garanzie di controllo, ecc.
Le attività agricole e pastorali dovrebbero essere escluse da quest’area per permettere la conservazione e l’evoluzione delle caratteristiche naturali.
B) SISTEMAZIONE: Eventuali interventi di sistemazione si limiteranno alla pulizia dei sentieri,senza allargarli e senza aggiunta di materiali (come ad esempio bordure di pietre dei sentieri), alla bonifica dai rifiuti visibili dei fossi, di cui però non si toccherà la vegetazione. Si potrà procedere alla pulizia dalla vegetazione dei ponti in muratura attualmente esistenti, in quanto probabilmente d’età romana; non si potrà intervenire con la costruzione di ulteriori attraversamenti dei fossi salvo che con strutture in legno ottenute con tronchi; da prevedere operazioni di messa in sicurezza di alcuni pioppi pericolanti nel pioppeto, e la reintroduzione di esemplari autoctoni (Populus nigra). Vanno poi previsti interventi di restauro della rete idrografica, finalizzati al ripristino della sezione degli alvei e di ripristino di aree umide perenni.
Si potrebbe prendere in considerazione l’introduzione di specie non esistenti nell’area del Parco ma presenti storicamente lungo i fossi della Campagna Romana, come l’ontano (Alnus glutinosa).
Si eviterà ogni altro intervento che snaturi l’aspetto del luogo, tipo sistemazione di panchine, pergole, cestino, ecc.
Dovrebbe essere favorito il rimboschimento della collina centrale fra i due fossi (alla cui base è stata individuata una possibile struttura funeraria ipogea), utilizzando essenze ed esemplari provenienti dall’area stessa e compatibili con le potenzialità evolutive della vegetazione: il querceto misto. A tale scopo si eviterà lo sfruttamento a pascolo.
7) Per la fauna, oltre ad attraversamenti su recinzioni, che in realtà andrebbero eliminate, sarebbe opportuno creare dei punti di riproduzione (ad es. stagni temporanei per tritoni e rospi), cassette nido e punti protetti di alimentazione (ad esempio coltivazioni a perdere di specie appetite dalla fauna presente e da quella potenziale, come l’istrice).
Per le emergenze archeologiche, ogni intervento di tutela e restauro dovrebbe evitare interventi di forte impatto visivo (tipo: erezione di cancellate, disboscamento circostante ecc.).
Possibile prevedere la realizzazione di un breve percorso attrezzato per disabili nella parte più panoramica, ovvero il pianoro in prossimità del quartiere “Sogno”.
8) Aree a prevalente valore storico-archeologico: azzurro
Si tratta di aree a prevalente valore storico-archeologico che, a nostro avviso, potrebbero essere fruite con attrezzature minime per l’accoglienza, la guida e l’informazione dei visitatori.
Ci troviamo in un ambiente particolare, dove l'interrelazione strettissima tra evidenze archeologiche ed elementi naturali non può essere compromessa da attrezzature sportive fisse, o da cosiddette attrezzature di fruizione pesanti, da giochi per bambini che intervengono visivamente sul complesso aspetto paesaggistico di questo ambiente che invece deve mantenere una lettura integra, come tra l’altro prescritto dai vincoli, di tipo archeologico-paesaggistico, presenti su tutto il territorio del Parco Regionale dell’Appia Antica.
Questa tipologia di area è stata individuata nella zona delle cave di epoca romana.
A) FRUIZIONE: varrebbero in tali zone le stesse tipologie di fruizione e limitazioni previste per le aree a prevalente valore ambientale, indicate in verde. Si propongono però alcune eccezioni. La prima riguarda le attività sportive organizzate. Prima di entrare nel merito, si fa notare che, nel proporre l’utilizzazione di carattere sportivo, si è preso spunto da modalità d’uso già sviluppatesi spontaneamente fra i cittadini nel corso degli anni. In ogni caso tali impieghi, almeno nelle attuali modalità di svolgimento, sono ritenuti compatibili con le caratteristiche ambientali dell’area e con le emergenze monumentali presenti, giacché le attività sportive si atterrebbero ai sentieri esistenti.
In particolare le attività consentite sarebbero:
- organizzazione di eventi sportivi non agonistici, di tipo podistico e ciclocross, con frequenza limitata nel corso dell’anno (attualmente 1 volta l’anno nel mese di gennaio), proposte da associazioni organizzate e previa autorizzazione del Parco, che comunque utilizzino tracciati già esistenti ed opportunamente scelti.
- Ormai da alcuni anni un gruppo organizzato di appassionati di tiro con l’arco, residenti nei quartieri limitrofi, utilizza una piccola porzione della valletta al centro delle cave. Si ritiene che tale tipo di attività sportiva possa continuare ad essere praticata, con la dovuta regolamentazione, e con una appropriata collocazione dei bersagli, in quanto compatibile con le caratteristiche naturalistiche e geologiche dell’area. Tra l’altro la presenza di questi sportivi ha costituito in questi anni, e potrebbe continuare ad esserlo in futuro, una sorta di presidio e controllo.
Inoltre nel pianoro esterno delle cave, verso via G. A. Sartorio, sarebbe auspicabile incoraggiare la pratica del pascolo. Infatti sono state localizzate in tale luogo diverse stazioni di orchidee spontanee. Queste crescono solo associate a cotiche erbose stabili, preferiscono i terreni poveri e temono la competizione con le graminacee e con le serie di piante che portano all’evoluzione della vegetazione verso il bosco. Lo sfalcio dell’erba, in opportuni periodi, o il pascolo aiutano moltissimo lo sviluppo delle orchidee.
B) SISTEMAZIONE: non si interverrà se non con interventi di pulizia e manutenzione dei sentieri, come nell’area a tutela orientata. Sarebbe auspicabile la graduale eliminazione delle specie vegetali esotiche ed infestanti di robinia (Robinia pseudoacacia) ed ailanto (Ailanthus altissima) e la loro progressiva sostituzione con specie autoctone.
Per la tutela delle emergenze archeologiche, ogni intervento di restauro dovrebbe evitare interventi di forte impatto visivo (tipo: erezione di cancellate, disboscamento circostante ecc.): si consiglia di limitarsi ad istituire staccionate di legno.
9) Aree a prevalente uso agricolo: marrone
Le pratiche agricole, che sempre sono state presenti in questo territorio, a nostro avviso devono rimanere come testimonianza storica di una presenza dell'uomo che risale a tempi antichissimi.
per la fruizione del paesaggio agricolo storico
Naturalmente l'agricoltura deve essere complessivamente compatibile con il parco e con un'immagine paesaggistica adeguata; andranno quindi praticate solo quelle colture previste nel Piano di Assetto del Parco dell’Appia Antica, e nelle modalità nello stesso indicate.
Le aree individuate sono quelle sulle quali esiste ancora una parvenza di attività agricola (coltivazione o pascolo).
A) FRUIZIONE: sono aree destinate alla conservazione e valorizzazione del paesaggio agricolo storico, nelle quali sarà consentito l’accesso al pubblico e la sosta non attrezzata, solo nei periodi in cui ciò non intralci l’attività agricola della tenuta; invece sempre libero il passaggio lungo i sentieri individuati dal piano. Divieto di pic-nic; divieto di condurre cani se non al guinzaglio e altri animali domestici; divieto di praticare attività sportive. Saranno quindi incoraggiate le attività agricole e pastorali.
B) SISTEMAZIONE: non si interverrà se non con operazioni di pulizia e manutenzione dei sentieri, come nell’area a tutela orientata. Si auspica la conservazione delle attuali attività agricole, anche prevedendo l’affitto dell’area ai contadini già presenti. Possibili interventi di integrazione con filoni di siepi.
Nei casali localizzati in queste aree (via dei Numisi e collina di piazza Lante, come indicati nella planimetria indicata) si potranno istituire punti vendita dei prodotti agricoli e attrezzature “leggere” per il ristoro, in coerenza con un’utilizzazione che vede la Tenuta come meta di scampagnate, nelle aree a questo riservate, e nel rispetto dell’uso attuale.
Per le emergenze archeologiche, anche in queste zone presenti, ogni intervento di tutela e restauro dovrebbe evitare interventi di forte impatto visivo (tipo: erezione di cancellate, disboscamento circostante ecc.).
10) Area per orti urbani: viola
Gli orti urbani costituiscono una realtà di utilizzo del territorio totalmente spontanea, con risvolti sociali meritevoli di considerazione.
Si produce per autoconsumo, spesso introducendo specie vegetali completamente estranee all’area romana come bambù, fichi d’India (Opuntia) e recintando gli appezzamenti con materiale di recupero che hanno comportato un degrado delle aree stesse.
Da non sottovalutare, oltre al danno estetico, i problemi igienico-sanitari legati all’uso di antiparassitari e diserbanti in aree peraltro vicinissime all’abitato.
Pertanto si pone la necessità, da un lato di recuperare socialmente persone che tendono ad escludersi dalla vita della città e che, in molti casi, trovano nell’attività agricola non solo un passatempo ma un modus vivendi; dall’altro la collocazione degli orti in aree più idonee e l’introduzione di una sorta di regolamento che tenga conto delle esigenze di carattere estetico (ad
es. introduzione di barriere vegetali per dividere gli appezzamenti), igienico sanitario (creazione di una rete idrica per irrigazione) etc…
Per quanto riguarda la situazione specifica nell’area di Tor Marancia bisogna innanzi tutto precisare che l’introduzione degli orti avviene in una fase molto anteriore a quella relativa ad altre aree del Parco dell’Appia Antica. Piccoli giardini ed orti caratterizzavano la borgata “Shanghai” sin dagli anni ’30, poi demolita nel 1948, per costruire le attuali case popolari.
Le aree al presente utilizzate da orti “spontanei” sono collocate nel cuore dell’area naturalisticamente più sensibile della Tenuta (lungo il fosso, vicino ad una sorgente). Si renderebbe quindi necessario lo spostamento di questi impianti, lasciando finalmente libera alla fauna dell’ambiente ripariale la zona attualmente occupata. Le operazioni di bonifica di tali terreni (sono presenti residui di demolizioni avvenute negli anni ’80 completamente ricoperti da rovi), dovrebbero avvenire molto accuratamente, in modo da non far sparire improvvisamente importanti siti di rifugio della fauna selvatica. L’intervento potrebbe ad esempio essere attuato durante il periodo invernale ed avvenire in più stagioni.
A) FRUIZIONE: consentita la coltivazione di piccoli appezzamenti secondo modalità già in uso in altri luoghi, che escludano il ricorso a prodotti chimici tossici (fertilizzanti, pesticidi, …), da parte di anziani o altre persone del quartiere interessate. Lo spazio individuato, dal basso o inesistente
impatto paesaggistico, potrebbe inoltre suggerire spunti didattici per le scuole elementari limitrofe, e i “contadini urbani” potrebbero eventualmente accompagnare insegnanti e studenti alla scoperta di frutti e ortaggi di stagione. Esperienze già realizzate in altre città italiane (es.Torino) ed all’estero (“Club House”) possono aiutare a risolvere la realizzazione concreta di questa proposta.
B) SISTEMAZIONE: Nella futura area destinata ad “orto urbano”, sarebbero ovviamente vietate strutture “di fortuna” (reti di metallo, bandoni, porte, …). La delimitazione sarebbe quindi assicurata da idonee siepi, prive di recinzioni. Inoltre i vari utilizzatori dovrebbero essere forniti di un unico spazio comune per la custodia degli attrezzi. L’individuazione di una idonea area alternativa non può prescindere dall’esigenza fondamentale della vicinanza alla risorsa idrica.
Tale scopo potrebbe essere raggiunto destinando a tale utilizzo la fascia prossima al punto in cui avviene l’intubamento del fosso, sotto i palazzi dietro piazza Lotto e dotando lo spazio riservato di una fontanella pubblica: gli orti potrebbero utilizzare l’acqua di scolo della fontanella, attraverso
semplici canalizzazioni o altri sistemi che evitino il ristagno dell’acqua.
11) Aree a verde attrezzato.
1. GIALLO: verde pubblico
La dotazione di verde urbano direttamente fruibile dai cittadini può essere vista come un indicatore della qualità della vita in ambito urbano. Sono le aree che rispondono all’esigenza più immediata di verde per il tempo libero e lo svago.
Tali aree sono fruibili con una modalità più libera. In particolare sono state individuate almeno n° 4 aree in prossimità agli abitati esistenti, in analogia a quanto realizzato altrove all’interno del Parco dell’Appia Antica: Via Latina, Via Lemonia, Parco Scott, Parco di Tor Fiscale.
Si tratta di aree in prossimità della viabilità principale, di superfici limitate e poste in modo da non interferire con i valori propri della Tenuta.
Le aree proposte a tale scopo all’interno della Tenuta sono:
- La fascia bassa della collina intorno alla centrale elettrica dietro piazza F. M. Lante.
Sembra che in quest’area, negli anni ’70 – ’80, vi fosse uno spazio utilizzato
spontaneamente dai ragazzi del quartiere come campo da calcio.
- una porzione di “terrazza” in prossimità del comprensorio “Il Sogno”, che dovrebbe fungere anche da “cucitura” rispetto all’impatto visivo che tale quartiere ha sul paesaggio. Il Casale di Viale Londra potrebbe essere utilizzato come “Casa del Parco”: un centro per attività sociali e ricreative a gestione pubblica (Ente Parco, Municipio Roma XI, ecc)
- Area del Parco di Forte Ardeatino: su sollecitazione di un Comitato cittadino (cui ha aderito anche il WWF) il Comune di Roma ha recentemente previsto un finanziamento al fine di avviare il recupero dell’area e realizzare un parco attrezzato.
- La piccola pineta in prossimità di via V. Carpaccio, che potrebbe attrezzata con strutture per la sosta (es tavoli da pic-nic, cestini, fontanella) tipo quelle presenti nella tristemente nota pineta di Ostia. Quest’area potrebbe essere resa disponibile in occasioni particolari (Pasquetta, 25 aprile,1 maggio) o su richiesta (iniziative proposte dall’Ente di gestione del Parco o da altre associazioni del Municipio). Infatti la difficoltà di attraversamento delle strade che la separano dal tessuto urbano porterebbe a sconsigliarne un uso quotidiano.
Inoltre si ricorda che è stata recentemente inaugurata la “Città dello Sport” lungo Via Sartorio
(area ex OMI) , la presenza di questo importante Centro Sportivo esclude la necessità di reperire nell’area altro spazio per realizzare grandi infrastrutture.
Infine si segnala che alcune aree a verde pubblico, immediatamente fuori della Tenuta (Via Ravà – Casalinuovo), potrebbero essere utilizzate per soddisfare la richiesta di spazi ricreativi, senza sottrarre aree di pregio ambientale agli ecosistemi della Tenuta.
Tali aree potrebbero essere riqualificate contestualmente, dato il loro attuale stato di degrado (cfrt. monitoraggi WWF delle aree verdi Municipio Roma XI dal 1997 al 2001), rispondendo così alla domanda di spazi idonei da parte della cittadinanza.
A) FRUIZIONE: passeggio, pic-nic, attività sportive, feste pubbliche, incontri, concerti, collocazione di stands temporanei …
B) SISTEMAZIONE: a verde pubblico. L'attrezzatura prevista è quindi quella per attività del tempo libero: attrezzature giochi, percorsi fitness, strutture e punti per la sosta arricchiti con vegetazione, cestini, pavimentazione di percorsi in alcune parti, ecc. Gli impianti collocati non determinerebbero disturbo delle visuali paesaggistiche dell’area, ma dovrebbero costituire un elemento di attenuazione dell’impatto visivo della edificazione massiccia dei quartieri limitrofi, venendo così a svolgere una funzione di “filtro”, simile ad una zona di pre-parco. Da escludere la
possibilità di illuminazione notturna per evitare il disturbo della fauna selvatica.
12) 2. ARANCIONE: aree per cani
L’interferenza di un cane con gli aspetti naturalistici di un area protetta (marcatura del territorio,scavi nel terreno e scavo di tane, disturbo dei nidi di uccelli, ecc.), con tutto il bene che si può volere a questi simpatici amici dell’uomo, può essere anche rilevante se questo tipo di fruizione non viene regolamentata e controllata. È per questo che nelle riserve naturali, come il Parco Regionale dell’Appia Antica, vige l’obbligo di condurre i cani al guinzaglio. Tra l’altro il valore naturalistico dell’area di Tor Marancia è tra i più elevati dell’intero Parco. Tuttavia è pur vero che attualmente nel Municipio Roma XI le aree riservate ai cani sono solo tre:
- Via A. Leonori (Cristoforo Colombo)
- Largo Giovannipoli (Garbatella)
- Via A. Agiati (Cristoforo Colombo)
L’oggettiva carenza di idonee aree attrezzate all’interno del tessuto urbano, suggerisce dunque di dedicare alcuni piccoli spazi a questo tipo di fruizione, d’altronde già abbondantemente in atto nella Tenuta. L’opportunità di pianificare le aree per cani è condivisa dalla grande maggioranza dei cittadini interpellati attraverso il questionario citato nella premessa.
In particolare:
1. area presso via Sartorio, ove diversi proprietari si sono da tempo organizzati creando un punto sosta attrezzato con mezzi di fortuna (sedie, panchine e recinzioni).
2. area di fondovalle tra i quartieri “Sogno” e “Rinnovamento”, che intercetterebbe almeno in parte la domanda dei quartieri citati.
Contestualmente alla legittimazione di questo impiego delle aree descritte, dovrebbe avvenire una analoga sistemazione di alcune aree limitrofe alla Tenuta: in tal modo si offrirebbero alternative differenziate e il “peso” delle frequentazioni canine all’interno del Parco verrebbe considerevolmente ridotto. Ci riferiamo in tal caso alle aree verdi pubbliche di Piazza F. M. Lante, Piazza Lotto, Via Casalinuovo, che tra l’altro avrebbero il vantaggio di essere situate all’interno del tessuto urbano, e per questo più facilmente raggiungibili dai cittadini con il proprio cane.
A) FRUIZIONE: aree in cui i cani possono essere condotti e lasciati liberi, con le limitazioni vigenti nelle altre aree dedicate gestite dal Servizio Giardini.
B) SISTEMAZIONE: a verde pubblico con delimitazione a norma costituita da siepe doppia di specie vegetali spontanee, compatibili con le caratteristiche naturalistiche del luogo
NOTE DI CARATTERE GENERALE
A prescindere dalle attività specifiche suggerite per ciascuna zona, indicate nel seguito, sarebbe auspicabile poter estendere a tutto il comprensorio l’attività di fruizione turistica di tipo ambientale, soprattutto nel periodo estivo, quando l’area è più vulnerabile (si ricordino i numerosi incendi estivi di tipo doloso registrati negli ultimi anni). Ci si riferisce in particolare alla possibilità di poter offrire ad un numero chiuso di giovani partecipanti, anche provenienti dal contesto nazionale o europeo (es iniziativa del “Volontariato Europeo”), la possibilità di effettuare nell’area “campi avventura” o “campi di sorveglianza”, eventualmente utilizzando come strutture ricettive alcuni edifici scolastici limitrofi, non operanti nel periodo estivo.
13) IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ
La presente proposta viene integrata da una carta tecnica che affronta il tema della mobilità, articolando un sistema di collegamenti tra il Parco e l’area urbana circostante, ed un sistema di collegamenti interni, soprattutto pedonali, ma utilizzabili in alcuni casi anche in bicicletta, che si sviluppano su tracciati preesistenti, o riprendendo tracciati precedentemente in uso.
Il sistema dei collegamenti interni costituisce una piacevole rete di connessioni ciclo-pedonali e potrà servire come rete di accesso al sistema Appia Antica. In particolare si è cercato di valorizzare il collegamento con S. Sebastiano, che attraversa un’area Demaniale in concessione al Ministero BBCC, che andrebbe ripristinato, e con l’area agricola della Farnesiana, che potrebbe costituire una sorta di “valvola di sfogo” per ridurre l’impatto di una eccessiva frequentazione sui delicati ecosistemi di Tor Marancia.
Nella cartografia a pag 16 è inoltre evidenziato con una diversa colorazione il cosiddetto “Sentiero del Pellegrino”, realizzato in occasione del Giubileo 2000, che si svolge in massima parte lungo la Via Ardeatina, per facilitare il percorso delle consuete processioni di fedeli verso il Divino Amore.
Una differente colorazione ricorda infine la presenza della recente pista ciclabile lungo via di Grotta Perfetta. (vedi carta dei sentieri)Tra le proposte innovative, raccolte tramite i questionari, ricordiamo in particolare quella di un collegamento ciclo pedonale tra la Tenuta di Tor Marancia e della Farnesiana, che potrebbe realizzarsi attraverso un ponte sulla Via Ardeatina. Questo potrebbe ad esempio essere collocato in prossimità della tagliata, dopo l'incrocio con via dei Numisii.
SOTTOPASSO DELL’APPIA ANTICA
Il P.R.G. (Piano Regolatore Generale), recentemente adottato dal Consiglio Comunale, prevede degli interventi che potrebbero avere, se realizzati secondo quanto attualmente previsto, un impatto devastante sulla Tenuta di Tor Marancia. Si fa riferimento all’infrastruttura più rilevante prevista all’interno del Parco dell’Appia Antica, ovvero il sottopasso dell’Appia (a volte definito “Archeotunnel”).
È condivisibile il proposito di realizzare questa infrastruttura, cioè il completamento dell'anello
tangenziale interno ottenuto mediante il collegamento Palmiro Togliatti-Eur e Laurentina, ma ciò non può certo avvenire a discapito di un territorio "di pregio" come il Parco dell'Appia Antica, di cui ormai Tor Marancia è parte integrante.
Il sottopasso, accompagnato da un adeguato potenziamento dell'offerta di trasporto pubblico e dalla chiusura ai non residenti delle altre strade in superficie, sarebbe una mossa decisiva per liberare il territorio del Parco dell'Appia Antica dal traffico veicolare privato. La mancanza del tratto in questione provoca infatti una congestione, particolarmente intensa nelle ore di punta(oltre 1.500 veicoli l’ora), e vede le strade all’interno del Parco utilizzate come scorciatoia o, in alcuni casi, come unica soluzione. La realizzazione di questa infrastruttura in sottopassaggio permetterebbe di razionalizzare tale traffico e restituirebbe una continuità territoriale ad alcune aree del Parco dell’Appia Antica. I collegamenti stradali in questo settore della città sono assicurati da un insieme di percorsi, alcuni dei quali antichi, e per questo soggetti a vincoli storico-paesaggistici: Via Appia Antica, Via Ardeatina, Via delle Sette Chiese, Via di Grotta Perfetta, Vicolo dell’Annunziatella, Via di Tor Carbone. Nel giro di pochi decenni in questo quadrante sono stati realizzati una serie di grandi insediamenti, ma le principali vie di comunicazione hanno conservato l'aspetto e la portata originaria. Fondamentale quindi il coinvolgimento della Soprintendenza nella pianificazione di ogni eventuale nuova infrastruttura, se si vogliono evitare “veti” a posteriori.
14) Si conoscono alcune “indicazioni di massima” del progetto: lunghezza 8 Km circa (da via Togliatti allo svincolo del Tintoretto), profondità media 60 m, larghezza dell’arteria principale 50 m circa, 6 corsie su gomma e 2 su ferro. La realizzazione avverrebbe con il meccanismo del project financing e verrebbe istituito un pedaggio. Si è ipotizzato un costo dell’ordine di 300
milioni di Euro. Ad occuparsi del progetto potrebbe essere la ditta Astaldi (la stessa del “passaggio a Nord Ovest”) anche se un accordo economico con il Comune appare al momento ancora lontano.
Nel caso di opere e infrastrutture così complesse la valutazione della soluzione definitiva avviene solitamente tra diverse possibili alternative. Qui invece si ignorano i criteri di valutazione di impatto ambientale che hanno portato alla proposta del Comune, illustrata in figura (N° 1):
tracciato ampiamente in superficie su Tor Marancia e diramazione dello stesso asse verso Via del Caravaggio. Secondo il WWF questa scelta progettuale avrebbe un impatto inaccettabile per un'area protetta e comporterebbe il venir meno della continuità paesaggistico-ambientale. Lo
svincolo per la diramazione verso Via del Caravaggio sarebbe realizzato completamente all’interno del Parco. Anche se in sotterranea, tale diramazione lambirebbe l’area umida della Tenuta, a maggior pregio ambientale; quale sarebbe poi l’impatto ambientale della fase “di cantiere”? Sarebbero inoltre compromesse l’accessibilità e la fruibilità del Parco soprattutto per i quartieri Rinnovamento e Sogno (tagliati fuori dal viadotto), caratteristiche invece esaltate dal Piano di Utilizzo del WWF, che prevede un ingresso attrezzato da Via Londra; l'esigenza di avere una agevole accessibilità (possibilmente con più ingressi) è stata confermata anche direttamente dai cittadini attraverso lo strumento dei questionari sulla fruizione della Tenuta, distribuiti dal WWF lo scorso inverno e le cui risposte sono state raccolte in un apposito studio, disponibile sul sito www.wwfroma11.it .Quindi il tratto oltre la via Ardeatina, diretto verso la Roma-Fiumicino, deve avvenire in sotterranea, evitando peraltro l'attraversamento di Tor Marancia.
Esistono delle ipotesi di tracciato alternativo che devono essere maggiormente elaborate. Trovare delle soluzioni ai paventati problemi di sicurezza (le gallerie urbane non possono avere una lunghezza maggiore di 3 km) non è tecnicamente impossibile, come il recente emendamento al PRG che prevede l’interramento, ma limitatamente al tratto limitrofo a Via Berto, ha dimostrato;
il maggior costo, per la realizzazione di un percorso a minor impatto ambientale è ampiamente giustificato dall'estremo valore dei luoghi, per cui riteniamo debbano essere attivate tutte le possibili fonti di finanziamento.
L’annullamento della edificazione e la conseguente inclusione dell’Area di Tor Marancia nel Parco dell’Appia hanno comportato un “prezzo” elevato per la città di Roma in quanto il Consorzio costruttori di Tor Marancia vedrà comunque riconosciuti i propri diritti in altri terreni, resi edificabili con il meccanismo delle “compensazioni”. A tal proposito il Comune (deliberazione n. 91/93) ha già deciso le aree in compensazione (lungo le direttrici Cassia, Portuense, Magliana ed Ardeatina). Pertanto sarebbe una autentica beffa per i cittadini avere il Parco di Tor Marancia “sfigurato” dal passaggio di una autostrada!
RIDUZIONE CARTA DEI SENTIERI
17) collegamento ciclo pedonale Tor Marancia - Farnesiana
ELEMENTI DI INTERESSE LUNGO I PERCORSI
1. LECCI CENTENARI: piantumazione a filare di Leccio (Quercus ilex) che delimita il tratto iniziale di Via dei Numisi
2. VILLA DEI NUMISII: Villa di epoca romana (metà del II sec.d.C) indagata nel 1820 e nel 1992, attualmente reinterrata
3. CAVE DI TUFO E POZZOLANA: scavate sia in epoca romana che nel periodo umbertino sono incluse nella zona a prevalente valore storico-archeologico del Parco Regionale dell’Appia Antica.
4. ISCRIZIONE PALEOCRISTIANA: graffito del VI sec. d.C raffigurante una croce con monogramma
5. PRATO A PASCOLO O SEMINATIVO: prato a seminativo o in parte pascolato da ovini – tracce di elementi caratteristici della macchia mediterranea in alcune cavità tufacee sparse
6. VASCA ROMANA: rudere, probabilmente vasca romana impiegata per abluzioni
7. CASALE DI VIGNA VIOLA: casale attualmente abbandonato, della fine del ‘700 e appartenuto alla famiglia Farnese e venduto insieme alla tenuta verso il 1810 alla famiglia Torlonia
8. TORRE MEDIEVALE: resti della Torraccia Zampa di Bove - il nome deriva dalla vicina Torre di Capo di Bove, così detta per un rilievo con raffigurazione di questo animale
9. BOSCO DELLA FARNESIANA: bosco a roverella, con sporadica presenza di sughera e ricco sottobosco; artificiale e risalente al ‘700, rinaturalizzato dopo i cedui del dopoguerra
10. CASALI AGRICOLI: abbandonati o parzialmente abitati
11. CASALE AGRICOLO: attualmente abitato, risale ai primi anni del 1900
12. PIOPPETO: risalente agli anni’70 (Pioppo canadese), per la produzione di pasta di cellulosa -tracce di Picchio rosso maggiore - presente colonia di pappagalli (Parrocchetto)
13. ZONA UMIDA E FOSSO: il fosso di Tor Carbone mantiene il suolo umido anche nel periodo estivo con presenza di vegetazione spontanea igrofila
14. TOMBA IPOGEA: alla base della collina l’angusto ingresso di una struttura scavata nel tufo, costituita da tre ambienti comunicanti, parzialmente allagati
15. FOSSO DI TOR CARBONE: ramo principale del fosso, lungo il cui corso si incontrano salici, equiseti e lenticchia d’acqua
16. PRATO MESOFILO: caratterizzato da vegetazione spontanea, in situazione di elevata umidità
17. QUERCE: varie tipologie di giovani querce, ancora allo stadio semi-arbustivo
18. EUCALIPTI: macchia di Eucalipti di notevoli dimensioni lungo un ramo del fosso. In acqua anche alcune specie vegetali esotiche
19. BOSCHETTO MISTO: specie arboree principali: Robinia e Olmo - sottobosco ricco di vegetazione per l’elevata umidità (muschio, Ombelico di Venere, etc.)
20. RILIEVI DI TUFO: residui di attività estrattiva per materiali da costruzione (tufo)