ARTICOLO DI MASSIMO MACCHIA


A.D. 1987
IL MITO SI RINNOVA: THE NEXT GENERATION.

Una foto della siglaNella storia di Star Trek il 1987 è un anno molto particolare: infatti, nel settembre di quell'anno, "muove i primi passi" la nuova serie di quello che a tutt'oggi è il telefilm più seguito al mondo.
Sono passati quasi trent'anni da quel 6 giugno 1969, giorno in cui viene trasmesso l'ultimo episodio della serie classica. Dopo 79 episodi, e soli tre anni di programmazione, la "missione quinquennale" andava (ahinoi!!!) in pensione. Quando poi tutto è pronto per la seconda serie, il successo di Guerre Stellari consiglia di realizzare un film. Accadde così che la realizzazione di "STAR TREK PHASE II" viene accantonata e mai più ripresa.
Passano gli anni e Star Trek vede il suo mito crescere a dismisura: i vari Kirk, Spock, McCoy, Scott, Sulu, Chekov, Uhura diventano delle leggende e gli attori che ne hanno vestito i panni delle vere star. In tutto il mondo si organizzano raduni e convention dedicati al telefilm. Dappertutto nascevano fan club: insomma la Star Trek mania dilagava.
Ormai i tempi sono maturi per una nuova serie: finalmente, all'indomani dell'uscita di "Star trek IV: ritorno a casa", e precisamente il 26 settembre del 1987, tutto il mondo fa la conoscenza con il nuovo equipaggio dell'Enterprise.
L'esordio non è certo dei migliori, tenuto conto che la nuova serie deve raccogliere la pesante eredità lasciata dalla mitica NCC 1701. Ma pian piano le cose migliorano fino a diventare un vero e proprio trionfo di cifre: basti pensare che l'ultimo episodio della serie (All good things) detiene ancor oggi il record di ascolti per una rete syndication.
Ma perché tanto successo? Quali sono le novità rispetto alla Serie Classica? Cosa rende "The Next Generation" particolare al punto tale da indurre la produzione a far sì che Star Trek continui con "Deep Space Nine" prima e con "Voyager" poi? D'accordo: la "fame" di galassie e cosmo è tanta, ma questo giustifica tanto successo?
Vediamo di dare un po' di risposte: questa nuova puntata della saga è ambientata nel futuro rispetto a Kirk & Co. (87 anni circa). Tutto è più moderno, al punto tale che, dopo essersi abituati al ponte della nuova astronave, a replicatori e ponti ologrammi (che non funzionano mai…ehehe), la visione di qualche episodio della Serie Classica, sotto questo punto di vista, può apparire…riduttiva! Ma ciò è perfettamente normale se si pensa che un trentennio di tecnologia divide le due serie. La nave è fantastica: il ponte di comando dell'Enterprise è una vera opera d'arte.
Ciò che non convince è l'equipaggio e in particolar modo il capitano. Jean-Luc Picard, (questo il suo nome), nasce in Francia, precisamente a Labarre. Le origini francesi del capitano fanno storcere il naso ai telespettatori americani, che ancora vedevano in James T. Kirk lo stereotipo ideale di guida: bello, estroverso, impulsivo, donnaiolo…il mito americano insomma! A ben guardare, J.L. Picard è l'esatto contrario di Kirk: sicuramente non è bello (anzi è calvo!!!! Ma poi chi l'ha detto che i calvi non sono belli?), non è impulsivo (al contrario: è decisamente cerebrale) né tantomeno donnaiolo.
Il capitano Picard si caratterizza invece per essere un abile stratega (la "manovra Picard" vi dice niente?), un diplomatico di prim'ordine, un ottimo archeologo nonché un amante della letteratura e in particolar modo di "Moby Dick" (da notare che Stewart ricoprirà realmente il ruolo del capitano Acab…com'è strana la vita!). Non è esattamente quel che si definisce un tipo estroverso, ma sicuramente è personaggio magnetico, forte e deciso.
Ma chi è l'attore che impersona J.L. Picard?
Venne scelto, per vestire i panni del capitano, un attore inglese: tale Patrick Steward. Sebbene poco conosciuto, Steward era un attore vero, forgiatosi alla Royal Shakespeare Company, dove aveva interpretato un po' tutti i ruoli Shakespeariani. A tutto il 1986, le occasioni di vederlo al cinema sono state poche: nel 1981 ebbe una parte in "Excalibur", nel 1984 lo vediamo in "Dune" di D. Linch e nel 1986 in "Space Vampires".
Sicuramente più simile a Kirk è il Primo Ufficiale della Nuova Enterprise: William T. Riker, detto Bill. Nato in Alaska, Riker, con il capo perennemente chinato, è bello, bravo, fedele fino all'ultimo al suo capitano e…risente, in modo particolare, dell'influenza del gentil sesso. A ben guardare, Riker è appartiene a quella categoria di personaggi, sempre esistenti nei serial, dei belli, bravi e che piacciono tanto! Ciò non toglie che il personaggio sia veramente ben riuscito e fa del "Numero Uno" un punto di forza della serie. A proposito di Numeri Uno, sapete chi è stato il primo Numero Uno (la consuetudine di chiamare in questo modo il primo ufficiale nasce nel primo pilot, poi scartato, della serie classica): Majel Leigh Hudec…poi diventata Majel Barret e poi M. Roddenberry (esatto: proprio la moglie del papà di Star Trek!), che in TOS interpreta Chapel e in TNG la madre di Deanna Troy, Luaxanna.
Per impersonare Riker venne scelto, sembra in prima persona da Roddenberry, uno sconosciuto attore di nome Jonathan Frakes che aveva ricoperto ruoli di second'ordine in qualche soap e in qualche telefilm.
Ma veniamo ad un altro dei punti di forza del cast di TNG: il comandante Data. Se questo personaggio sembra una banale rilettura del mitico Spock (alzi la mano chi non l'ha pensata così, soprattutto ripensando al primo episodio di TNG "Incontro a Fairpoint" in cui Data si ostina a dire "interessante"), ma così non è. Se la razionalità e la logica sono le caratteristiche dominanti dei due personaggi, bisogna notare che per Spock esse rappresentano il risultato di una ricerca, un qualcosa da raggiungere, delle vere e proprie virtù attraverso cui potersi elevare a un rango di esistenza migliore, mentre per Data sono un limite invalicabile che gli impediscono di raggiungere ciò che egli desidera più di ogni altra cosa: la natura umana.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, sicuramente sottotono rispetto alla Serie Classica, è il dottore. La dottoressa Beverly Crusher (impersonata dalla bella e brava Gates McFadden) non può certo reggere il confronto con un mostro di sarcasmo come Leonard McCoy. Dobbiamo però dire che in Deep Space Nine le cose non vanno certo meglio…anzi solo con il Dottore olografico della Voyager abbiamo un personaggio che può reggere il confronto con il mitico "Bones".
Anche il personaggio dell'ingegnere capo, Geordi La Forge (interpretato da LeVar Burton), regge a malapena il confronto con il corrispondente della serie classica.
Un personaggio con un taglio moto forte è quello di Worf (interpretato da Michael Dorn): i Klingoln non sono più una minaccia e ciò rende possibile che uno di questi ricopra il ruolo di ufficiale della sicurezza a bordo di una nave della federazione. Grazie a Worf, possiamo meglio conoscere questa razza che, per tutta la serie classica, ha rappresentato lo spauracchio per la federazione.
Altro personaggio completamente nuovo è il consigliere: Deanna Troy (impersonata da Marina Sirtis). Oltre ad avere una madre particolarissima (a cui piace in maniera smodata il capitano…ehehe), Deanna si caratterizza per essere molto bella, oltre che empatica.
Ma a proposito del cast, e soprattutto dei personaggi meno forti, bisogna sottolineare come tutti siano cresciuti considerevolmente nel corso degli anni, conferendo uno spessore sempre maggiore alla serie. Tutto ciò è reso possibile anche dalla particolare "struttura" di TNG, che si discosta molto da quella della serie classica. Infatti se nella serie classica il tutto si incentrava sulle alterne vicende di tre personaggi, in TNG questo non accade: qui ogni personaggio ha sue storie, una sua precisa caratterizzazione, sue vicende. Sotto questo punto di vista, TNG si ispira molto ai telefilm di Steven Bochco: vi ricordate "Hill Street Giorno e Notte" o "L.A. Law Avvocati a Los Angeles"? Questa struttura permette così alle storie di avere uno spessore umano sempre crescente.
Abbiamo poi vari personaggi che spesso ritornano: Guinan (impersonata da Whoopy Goldberg, che fece espressa richiesta di poter entrare nel cast), il mitico Q (J. De Lancie), l'imbranato Barclay (che ha le sembianze di D. Shultz). Questi ed altri personaggi compaiono qua e là nella serie, arricchendo sempre più la stessa.
Una serie di fattori rende quindi The Next Generation molto innovativo…ma con quali risultati? La qualità degli episodi è cresciuta molto rispetto agli esordi al punto tale che alcuni di essi vengono ormai ritenuti dei veri e propri capolavori: basta pensare a "L'Enterprise del Passato", "L'Attacco dei Borg", "Un Mistero dal Passato", "Ieri Oggi e Domani" e altri ancora.
Finito il periodo dei telefilm, le avventure della mitica Enterprise- D continuano sul grande schermo. In "GENERAZIONI" abbiamo visto l'incontro tra i due capitani: il film, forse colpevolmente troppo autocelebrativo, non è male anche se ha il limite di avere poco a che fare con la serie televisiva. Di pasta completamente diversa è "PRIMO CONTATTO". Qui viene messa la parola fine a una delle vicende più interessanti lasciate in sospeso dalla serie: il rapporto tra Picard - Acab e i Borg - Moby Dick. Il punto di forza di questo film è proprio la forte relazione tra il telefilm e la trasposizione cimenatografica.
La completa assenza di tale relazione e la volontà di realizzare un film per tutti, senza riferimenti alla serie, hanno reso "L'Insurrezione", l'ultimo dei film di Star Trek, un opera non proprio di prim'ordine…anzi!
Speriamo almeno che il futuro cinematografico sia migliore…


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