L'Articolo Della Settimana

N.B.: in questa sezione, ogni settimana, ci sarà un articolo di commento su fatti della politica, dell'economia, del sociale o della scienza, che ci ha colpito. La nostra speranza è che questo diventi un luogo dove discutere di avvenimenti di attualità, ospitando le opinioni di tutti: se non siete d'accordo con chi ha scritto l'articolo, o con chi ha replicato all'articolo, basta scriverci nell'apposita form posta al termine dell'articolo medesimo, o inviandoci una mail. La vostra risposta sarà caricata al più presto sul sito, al termine dell'articolo, con il vostro nome o il vostro pseudonimo, oppure con o senza il vostro recapito, per le repliche.

Questa settimana un articolo sull'articolo 18...

Senza leggi siamo più liberi?

Negli anni '50, Vittorio Valletta, amministratore delegato della Fiat molto elogiato nella nostra università, metteva in pratica una politica di licenziamenti contro chi, in fabbrica, dava "fastidio" (come chi era iscritto al sindacato o al PCI); l'unico mezzo possibile per protestare e chiedere il reintegro sul posto di lavoro era lo sciopero, al quale però poteva seguire una nuova ondata di licenziamenti mirati. L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (datato 1970) impedisce non al lavoratore di licenziare ma di licenziare ingiustamente, non solo per le opinioni politiche dei lavoratori, o per l'aderenza a questa o quella organizzazione o sindacato, ma anche per motivi razziali, religiosi o molto più semplici: famoso è il licenziamento di un'addetta di una ditta di polli surgelati solo perchè aveva scartato prodotti avariati che il datore di lavoro non considerava tali. L'articolo 18 applica sul luogo di lavoro l'articolo 3 della nostra costituzione che garantisce la pari dignità sociale ed eguaglianza dei cittadini "senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personale e sociali". Abolirlo, significherebbe concedere al "più forte" il libero arbitrio sulla sorte del più debole. Si è detto che l'abolizione dell'art. 18 rende più liberi: ma senza diritti, così come senza leggi, saremmo più liberi? O, forse, sarebbe il "più forte" a vincere, a poter sfruttare il lavoratore senza che abbia il diritto di protestare, pena il licenziamento? Un mondo senza queste regole sarebbe più giusto? Ecco perchè sarebbe opportuno estendere questi diritti a tutti quei lavoratori (ormai la maggioranza) che ne sono privi, o perchè vi è la "strana" tendenza a mettere in "outsourcing" ad aziende di meno di 15 dipendenti, o perchè non vi è ancora un'avanzata legislazione che tuteli i nuovi lavori cui sempre più aziende "stranamente" fanno affidamento.

Carlo Samori


to reply, mail: terzapagina@bocconi.cjb.net
oppure rispondi, compilando la form di seguito...


Nome/Pseudonimo (Facoltativo):

Il mio commento/La mia replica:

Telefono (Facoltativo): E-mail (facoltativa):