UN' UNICA FASCIA DI REDDITO AL BIENNIO SPECIALISTICO PER IL PAGAMENTO DELLE TASSE
ALTERNATIVA DEMOCRATICA dice
NO all'introduzione di un sistema che penalizza fortemente i redditi più bassi
NO a regimi di tassazione differenti tra triennio e biennio, che rappresentano un percorso unitario
SI alla definizione al più presto di un equo sistema di fasce di reddito anche per il +2, premessa fondamentale per garantire a tutti l'accesso alla specializzazione
ALTERNATIVA
DEMOCRATICA
e PUNTO A SINISTRA
vi invitano
ogni giovedì alle ore 12:45 in aula B
per discutere insieme questo problema e per presentarvi le nostre proposte sulla
didattica per le prossime elezioni
Abbiamo
raccolto - in una sola settimana -
più di 1000 firme consegnate al Rettore
Carlo Secchi,
se non hai ancora firmato chiama Carlo 339 13 62 132
oppure manda un'email a nofasciaunica@bocconi.cjb.net
ALTERNATIVA DEMOCRATICA
Un'altra università è possibile
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Eddi 3355457581
Carlo 3391362132
Cosa ne pensiamo di...
La laurea specialistica e riforma universitaria
Riteniamo senza dubbio che la laurea specialistica rappresenti la prosecuzione
naturale del percorso di studi che inizia con il corso di laurea. A nostro avviso
nessuna altra interpretazione può essere data al decreto n. 509 del 3
novembre 1999.
Il corso di laurea specialistica ha l'obiettivo di fornire allo studente una
formazione di livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata
qualificazione in ambiti specifici, non può quindi che essere visto come
la logica continuità del percorso iniziato con la laurea di primo livello.
Non si può identificare la laurea specialistica con un master universitario,
dato che la stessa legge di riforma distingue attentamente tra questa ed il
cosiddetto master di primo livello che si può seguire tra il primo ed
il secondo livello di laurea.
Questa interpretazione della legge ci sembra ampiamente confermata dalla stessa
bozza elaborata dalla commissione De Maio, che, confermando la struttura della
riforma Berlinguer (il cosiddetto 3+2), rende ancora più forte il legame
tra il triennio ed il biennio specialistico.
Per quanto riguarda il merito della bozza De Maio, la mancanza di un progetto
articolato impedisce un giudizio approfondito, ma comunque, pur potendo condividere
gli obiettivi che essa si pone, gli strumenti che sceglie per raggiungerli sono
sicuramente sbagliati.
L'accesso fortemente selettivo ai corsi di laurea specialistica e la struttura
ad Y del triennio sembrano voler reintrodurre a livello universitario il modello
delle scuole di avviamento professionale e precludere a troppi una istruzione
universitaria superiore.
Impianto
e valutazione dei corsi triennali
Rivendichiamo
l'istituzione e il funzionamento di quelle commissioni paritetiche, composte
in egual numero da studenti e docenti, previste dall'articolo 6 della legge
370/99: queste devono essere messe in grado di valutare i problemi relativi
allo svolgimento delle attività didattiche e all'applicazione della riforma.
Gli studenti non possono essere tenuti fuori proprio ora dalle sedi dove si
stabilisce l'applicazione e il ripensamento della riforma. Lottare per l'istituzione
delle commissioni paritetiche assume quindi un carattere di lotta per la democratizzazione
del nostro ateneo per la quale da sempre ci battiamo.
Accesso ai corsi di laurea specialistica
Al
fine di ottenere una vera democraticità nell'accesso alla laurea specialistica,
diventa fondamentale evitare ogni forma di sbarramento. Pertanto, vigendo già
un regime di numero chiuso, ci sembra assolutamente inaccettabile l'idea di
limitare ulteriormente la possibilità di accesso alla specializzazione
attraverso la definizione di una unica fascia di reddito a prezzo di costo per
il pagamento delle tasse universitarie al cosiddetto +2.
Al fine di non penalizzare chi ha iniziato un percorso di studi alla Bocconi,
bisognerà stabilire le giuste tutele per l'accesso alla specializzazione
di chi ha conseguito il diploma di primo livello già nella nostra università.
Didattica autogestita
La
riforma ha inserito nel nostro modello di studi tecniche formative di tradizione
anglosassone che hanno sicuramente il vantaggio di incentivare gli studenti
alla frequenza e alla ricerca individuale, per esempio, ma rischiano di rendere
lo studio nelle nostre università troppo rigido e incapace di offrire
stimoli.
Il problema dei "fuori corso", a nostro avviso, non si può
risolvere solo con strumenti coercitivi, quali l'obbligo di frequenza, ma soprattutto
incentivando nel nostro piano di studi quella cosiddetta "didattica autogestita"
che, oltre ad aumentare l'interesse nel proprio percorso didattico, può
permettere agli studenti di impiegare il proprio tempo in altre attività,
che comunque soddisfano un bisogno individuale, non necessariamente inutile
ai fini della propria formazione e della propria crescita culturale.
La nostra idea d'autonomia didattica che si estrinseca nella rivendicazione
di autonomia per gli studenti può essere inizialmente concretizzata con
il progetto dei seminari autogestiti.
Organizzare un seminario autogestito è un modo per dimostrare come sia
possibile una didattica imperniata nella partecipazione e nell'autogestione,
che proponga un modello alternativo per la trasmissione dei saperi, che incentivi
alla personalizzazione dello studio e all'autoformazione.
Ottenere il riconoscimento in crediti di un'attività autogestita significa
inserire nei processi didattici propri delle facoltà la pratica della
partecipazione e della promozione di una didattica costruita collettivamente
attraverso momenti di discussione e di approfondimento individuale.
Per cui la prima cosa da fare è richiedere che sia formalizzata la possibilità
che le iniziative promosse dagli studenti abbiano un riconoscimento in crediti.
Sarebbe importante rivendicare che nei regolamenti didattici questa opportunità
sia prevista cosicché tutti gli studenti la possano sfruttare.
Diventa fondamentale inoltre che la didattica vada ripensata in questa chiave,
chiedendo ai docenti di lasciare spazi di autonomia anche durante i corsi, prevedendo
occasioni formative autogestite e personalizzate.