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... In ordine acronologico
Form per le repliche (ricordatevi di specificare il titolo dell'articolo!)
(Pubblicato su "L'Unità" del 27/7/2002)
Ancora una volta il Centro-Destra ha tradito le sue promesse elettorali; dal DPEF si è appreso, infatti, che diminuiranno i servizi sanitari pubblici e garantiti, con un passaggio alle mutue sostitutive e alle prestazioni legate ai contributi versati e non alle necessità, che saranno "riviste" le pensioni, che sarà privatizzato parte del patrimonio culturale e costiero del nostro Paese. Lo stato sociale, che ha garantito l'eguaglianza dei diritti a coloro che non potevano permetterselo, è attaccato, ridotto, svilito. Ma non si tratta soltanto di una, seppur grave, truffa elettorale; Berlusconi ha dimostrato, così come è avvenuto in precedenza con i governi Thatcher o Reagan (o Bush), che l'assioma che basti diminuire le tasse (per inciso, ai ricchi, ndr) per far crescere l'economia, aumentare le entrate complessive e, quindi, mantenere il livello di servizi, è falsa. Quando si diminuiscono le tasse si crea inevitabilmente un buco di bilancio non sostenibile che determina, e giustifica, un intervento sullo stato sociale. L'ipotesi "Meno tasse per tutti" implica, semplicemente "Meno servizi per tutti", o meglio, meno servizi per chi non può permetterseli. Solo in pochi, però, hanno capito che il difetto sta nel "modello" e non (o non solo) nella persona che lo applica.
Carlo Samori
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20 DICEMBRE: UNA GENERAZIONE CONTRO
Il 20 dicembre si sono chiusi i cosiddetti "Stati generali della scuola",
che avrebbero dovuto segnare, nelle intenzioni del Ministro Moratti, l'occasione
giusta per lanciare la sua riforma della scuola italiana. Non sono stato personalmente
a quell'assemblea ma, trovandomi a Roma, ho potuto con piacere assistere alle
proteste organizzate dai giovani studenti e conoscerli di persona.
Parlando francamente, sono rimasto davvero impressionato sia da loro sia dalla
manifestazione che hanno organizzato: oltre centomila ragazzi hanno "assediato"
la sede dell'incontro per protestare in modo assolutamente pacifico contro una
riforma che, a detta loro e a parer mio, ci porterebbe indietro di moltissimi
anni.
Questi ragazzi che oggi protestano hanno ben chiaro il pericolo di una scuola
privatizzata, che perde la sua laicità e che fa rinascere le scuole di
avviamento professionale, perciò hanno avuto la forza e il coraggio di
scendere in piazza per protestare e, addirittura, di contestare il discorso
del Premier nei modi più vari, fino ad arrivare a voltargli le spalle
durante il suo intervento. Anche noi dobbiamo comprendere che la loro protesta
è giusta, unendo così le nostre forze alle loro per salvare la
scuola e l'istruzione pubblica: bisogna stare e vicino e combattere insieme
a questa nuova generazione di "ribelli", che il 20 dicembre si è
risvegliata.
Ma chi sono questi ragazzi che hanno protestato? Sono quella nuova generazione
di giovani che è nata a Seattle ed è maturata a Genova, pieni
di idee e di ideali ma anche estremamente concreti, contrari a qualsiasi forma
di strumentalizzazione politica della loro protesta.
A caratterizzare la loro manifestazione, infatti, accanto ai soliti slogan e
cartelloni contro la riforma, c'era uno spirito genuinamente riformista, che
hanno maturato proprio dopo i fatti di Genova, grazie al quale si sentono e
vogliono essere percepiti come gli interlocutori privilegiati con le istituzioni
sul problema "scuola". Proprio grazie alla loro ansia riformatrice
e ad uno spirito concreto e dialogante hanno visto accanto a loro nella protesta
anche genitori, professori, no-global ed esponenti delle aree più disparate
che si sono comunque sentiti a loro agio a manifestare con loro.
Hanno tante cose da dire e vogliono essere ascoltati, perciò si sono
rifiutati in gran parte di partecipare ai lavori di questi "Stati generali",
che dovevano essere solo uno show, una sorta di comodo salotto televisivo dal
quale il ministro Moratti avrebbe potuto illustrare la sua grande riforma, falsamente
concordata con tutto il mondo della scuola.
Invece i giovani si sono dimostrati molto più maturi dei loro padri e,
desiderosi di riprendere un vero cammino di rinnovamento purtroppo interrotto,
ci hanno ricordato che la politica non è uno spettacolo e che le convention
non sono i luoghi delle riforme ma del business, facendo così fallire
il progetto della Moratti.
Anche se probabilmente non otterranno tutti i risultati che si aspettavano,
questi ragazzi ne hanno già centrato uno: hanno dato la prima grande
sconfitta culturale al Governo e alla Destra, rifiutandosi di scendere sul loro
terreno e proponendo un'alternativa. Da qui devono ripartire quelli che troppo
spesso invocano un'alternativa culturale alla Destra, che in molti cercano ma
che in pochi sanno effettivamente indicare.
CARLO BISCAGLIA
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Tangentopoli non è mai esistita
"Tangentopoli non è mai esistita, è stato tutto un complotto
condotto da magistrati eversivi (cellule del PCI) per far cadere una classe
dirigenza onesta". Non è mai esistita la tangente ENIMONT, non è
mai esistito Chiesa (preso con le mazzette in mano), il crack Ambrosiano, De
Lorenzo e la malasanità e non sono mai esistite neanche le autostrade
mai ultimate perchè erano spariti i soldi. Mi viene in mente una decina
di anni fa, all'epoca di Falcone e Borsellino, quando qualcuno diceva "La
mafia non esiste, è solo delinquenza non organizzata".
Guardo allora la foto di gruppo del "nuovo" governo: quante facce
note, quante invece che solo qualche anno fa stramaledivano la corruzione romana
o denunciavano il malcostume democristiano e socialista. Bossi, Fini e i loro
fedeli hanno cambiato idea; quando allora gridavano tolleranza zero, ora sono
asserviti alle cause del "padrone", sazi di comode poltrone di governo.
Assieme a loro governano e militano quelli stessi protagonisti di tangentopoli
come Cirino Pomicino, De Lorenzo o i socialisti De Michelis e Martelli; i media
del "padrone" li hanno purificati e, finalmente, sono tornati sull'altare.
In molti casi sono le stesse persone che accusavano Falcone di essere comunista,
così come faceva Riina ("giudici comunisti") o come un figlio
di un gerarca fascista che, ubriaco, aveva travolto e ucciso un passante ed
era stato condannato (durante il ventennio). Il mezzo è sempre quello,
il discredito dell'operato della magistratura; perchè l'Italia è
onesta e la mafia, la corruzione, gli appalti truccati e le tangenti non esistono
e non sono mai esistiti.
Questo purtroppo è ciò che il Polo vuol far credere (e forse c'è
riuscito) agli italiani, questo però non è vero.
Perché allora è andata al governo quella stessa vecchia classe
dirigente, perchè il pubblico ministero viene definito come colui che
compie il reato e non che lo persegue?
Non si può nascondere i propri errori dietro alla propaganda dei media
del "padrone", perchè l'errore fondamentale l'ha compiuto la
sinistra, non portando più in piazza il proprio sdegno, il proprio impegno,
la propria voglia di cambiare, come invece faceva allora a sostegno della lotta
alla mafia e alla corruzione, ma che ora ha dimenticato. Solo in campagna elettorale
si è denunciato il "padrone" per i suoi processi; ma l'imputato
non è mai stato solo lui, ma un'intera classe dirigente che tornava al
potere come se nulla fosse successo, come se tangentopoli non fosse mai esistita.
La colpa è di una sinistra che ha abbassato i toni sulla giustizia, andando
a patti con tale classe dirigente (legittimandola) per attuare un processo di
riforma (fallito), lasciando però soli i magistrati contro l'opinione
imperante del "padrone" che per anni ha forgiato la realtà
che volevano: tangentopoli non è mai esistita. Io allora non ho mai avuto
quindici anni.
Peccato che la verità che ricordavo fosse diversa
Carlo Samori
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Le Follie Dell'Avvocato Taormina
C'era una volta un famoso ed abile penalista, l'Avv. Taormina,
che difendeva "presunti" mafiosi come il Sig. Prudentino e molti suoi
"amici", garantendo il sacrosanto diritto di ciascun cittadino alla
difesa.
Ma un bel giorno uno dei suoi migliori clienti, per reddito e rapporti conflittuali
con la giustizia, gli offerse un bel collegio elettorale alle prossime elezioni,
nella sua coalizione. Data la capacità autolesionista dimostrata dagli
avversari e il predominio sui mari e sui cieli dell'informazione dello sfidante,
egli vinse ed entrò in Parlamento. Ma le capacità e le conoscenze
del nostro erano sprecate per il ruolo di semplice comparsa: un posto da Sottosegretario
agli Interni gli era sicuramente più consono.
Buon gusto a questo punto avrebbe richiesto che il nostro sospendesse la sua
attività professionale, perché è forse discutibile che
chi si occupa di sicurezza dello stato, difenda anche i maggiori nemici dello
stesso. Ma si sa che il Conflitto d'Interessi si porta molto in questi ultimi
anni in Italia (Berlusconi, Lunardi, ma anche Bassolino e Rutelli sono gli stilisti
che l'hanno imposto).
Ma qualche giorno fa la realtà ha superato la fantasia! All'Avv. Taormina
sono state assegnate le deleghe per la lotta al racket e all'usura, nonché
il compito di sostegno alle vittime della criminalità. Ci troviamo così
ora nella vergognosa e italianissima situazione in cui un difensore di mafiosi
deciderà come assegnare i fondi alle vittime dei suoi clienti e si occuperà
dei commercianti che subiscono il pizzo, magari estorto dai suoi stessi difesi.
Infine dovrà decidere come combattere e contrastare la criminalità,
che poi a lui stesso si rivolgerà per essere difesa.
Allora come agirà l'avvocato Taormina? Rinuncerà ai miliardari
guadagni della sua attività professionale, andando contro gli interessi
dei suoi clienti, o farà proprio il pensiero di un altro esponente del
nostro governo, il Min. Lunardi, per cui: "con la Mafia bisognerà
imparare a convivere."?
E questo è solo uno degli incredibili conflitti d'interesse (grazie anche
all'incapacità degli uscenti governi di sinistra), leggi emanate, progetti
in definizione, gaffe internazionali che il governo di Centro-Destra ci sta
regalando: depenalizzazione del falso in bilancio e abolizione della tassa di
successione per i redditi superiori a 300 milioni (un aiuto concreto ai poveri
d'Italia); taglio delle scorte ai magistrati (vendetta?); nuove rogatorie (che
hanno da subito facilitato l'opera dei difensori di terroristi, mafiosi e faccendieri);
rientro dei capitali dall'estero (legge inutile se non dannosa legge, perché
non vi è convenienza ad un vero rientro, ma solo a fare delle simulazioni);
gestione dell'ordine pubblico a Genova (le immagini sono lì a testimoniare
che non "è andato tutto bene!", perché allora rimuovere
capi della polizia e prefetti?); emersione del lavoro nero (per cui chi ha frodato
la legge e negato i diritti ai lavoratori si vede premiato con sgravi fiscali
da cui sono esclusi gli imprenditori onesti!); il proliferare di vie dedicate
a Benito Mussolini - Statista- (es. Catania) e ad altri Fascisti; eliminazione
della legge sull'aborto (da parte del Min. Buttiglione); proposta Fini-Bossi
sull'immigrazione (si entra solo se si ha già un lavoro, ma non si emigrava
per trovarlo?) esclusione dell'Italia da tutte le decisioni internazionali più
importanti (incontro di Bruxelles, comunicazione dell'attacco USA); l'attacco
di Gasparri alla RAI; la follia del Ponte sullo Stretto
. and many more)
Basterebbero poche di queste posizioni per costruire una opposizione dura, partecipata
ed efficace che ridia credibilità alla Sinistra. Ma non possiamo chiedere
la luna! A sinistra troviamo un partito in crisi nera che è impegnato
da mesi sulla scelta di un nome, un altro che è una specie d'ircocervo
che non si sa cosa sia, ne cosa faccia, un terzo che si sta rifacendo il trucco
per mettere il suo cappello sul Movimento dei Movimenti.
Allora risulta evidente di come solo dal basso possa nascere un indignata reazione
a questa fatale miscellanea di incapacità e faziosità, d'interesse
privato, oscurantismo reazionario e fascismo strisciante. Tale reazione sarà
di tutti coloro che danno alla parola "etica" ancora un valore, di
chi crede che si debba "vivere per fare politica e non vivere della politica",
di coloro che si sbattono perché credono nella possibilità di
creare un mondo nuovo e migliore. E questo a prescindere da Destra e Sinistra,
perché se tale situazione non può non scuotere dal suo torpore
qualsiasi persona che si dice "di Sinistra", non dovrebbe almeno infastidire
chi si ritiene liberale, laico e democratico?
Come mi piacerebbe ogni tanto sentire una voce contro alzarsi dalle ordinate
fila dei nostri avversari, ma temo purtroppo che questa sia l'unica vera favola
della giornata.
Giovanni Petrini
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I VALORI DELL'ANTIFASCIMO PER
CONTRASTARE LA RIVALSA DEI NUOVI FASCISTI
Recentemente stanno accadendo cose strane: vie intitolate ad un tal "Benito
Mussolini-statista", busti di podestà che vengono esposti sui lungomare,
giovani e vecchi che accorrono a Predappio il 28 ottobre, corse alla riablitazione
dei "repubblichini", lapidi di Mussolini che riemergono e amministrazioni
comunali che vorrebbero eliminare tutto ciò che sa di Resistenza e di
Antifascismo dalla propria città.
Tutto questo deve fare riflettere; se infatti si inseriscono questi fatti nel
più ampio quadro di riabilitazione di tangentisti e politici corrotti,
di criminalizzazione dei magistrati, delle polemiche sull'aborto e di tante
altre polemiche il quadro sembra essere molto più drammatico di quello
che possa sembrare.
Siamo infatti difronte al tentativo di rivalsa di quegli uomini e di quelle
culture che, sconfitte dalla Storia e dai loro errori, tentano una rivalsa sui
loro "nemici" attraverso la Casa delle Libertà. Intregalismo
cattolico, vecchie logiche di potere democristiane e socialiste, fascisti e
imprenditori corrotti hanno trovato così il modo non solo di poter ritrovare
il potere perduto, ma anche di potersi riabilitare agli occhi della Storia.
Questo tentativo è odioso e deprecabile se si tratta di una manovra di
riabilitazione dei tangentisti o di rivincita delle correnti integraliste cristiane.
Diventa, invece, assolutamente inaccettabile quando si manifesta come tentativo
di riabilitazione del Fascismo: questo mina alle fondamenta lo Stato democratico
e contro questo va intrapresa una seria e duratura iniziativa culturale e riproponga
i valori dell'Antifascismo al centro non solo della politica italiana, ma della
vita di ogniuno di noi.
Su questo punto, infatti, hanno fallito i partiti della Prima Repubblica, e
da quì bisogna ripartire.
L'Antifascismo è stato si il collante di un quadro politico a volte anche
tesissimo, ma i partiti non sono mai stati capaci di passare dal riconoscimento
dei valori della Resistenza alla creazione di una Cultura Antifascista. Le basi
dei partiti, particolarmente di quelli moderati, hanno continuato quindi a covare
sentimenti e valori fascisteggianti, come l'intolleranza verso gli immigrati,
che erano sopiti unicamente grazie all'opera di una classe dirigente (basti
pensare a Moro o De Gasperi) che fu capace di tenerli a bada.
Il limite di quella classe dirigente fu proprio nella mancanza di proporre una
controcultura Antifascista, cosa in cui invece furono capaci i partiti della
Sinistra, permettendo perciò un riemergere di questi sentimenti e dei
personaggi che da sempre li propugnavano una volta crollato quel sistema di
potere.
Ora ci attende il compito più difficile che è quello non solo
di fare ricordare cosa il Fascismo è stato, ma di infondere in tutti
i valori della Resistenza. Ciò non vuol dire rifuggere il confronto con
quanti in buona fede vogliono ripensare alla nostra storia degli ultimi 50 anni,
ma non bisognerà mai dimenticare che il Fascismo fu il peggior male che
l'Italia abbia mai avuto e che tra fascisti e antifascisti c'era una bella differenza:
i secondi erano dal lato giusto della baricata, gli altri NO!
Dobbiamo essere capaci di rilanciare la Resistenza e l'Antifascismo per fare
in modo che nessuno un domani possa nemmeno pensare ad una Via Benito Mussolini-statista.
Carlo Biscaglia
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Sono passati i primi cento giorni del governo, sono passati quelli che dovevano
essere i nostri primi cento giorni: nostri, perchè il governo deve fare
gli interessi del nostro paese, dei nostri concittadini. Tracciamo un bilancio
dell'operato del governo e del parlamento nei primi cento giorni che dovevano
cambiare l'Italia: quali riforme giuste ha realizzato? Quali provvedimenti ha
messo in atto per il boom economico promesso?
Analizziamo i fatti, uno per uno:
Conflitto d'interesse: i presidenti delle camere (del Polo) nomineranno dei
garanti il cui potere è limitato all'osservazione dell'attività
dei membri del governo e alla possibilità di suggerire a colui o a coloro
in conflitto d'interessi di astenersi dal votare una legge o a farsene promotore.
Non è prevista alcuna sanzione nè alcun potere che limiti l'operato:
vi ricordate le sanzioni monetarie al TG4 dopo le campagne elettorali per non
aver rispettato la par condicio? Scordatevele: non sono più necessarie:
Rogatorie: il parlamento ha appena tradotto in legge un trattato con la Svizzera
che impedisce di acquisire come prove valide le rogatorie che sono incomplete
o che hanno vizi di forma: per vizio di forma si intende anche la mancanza di
un semplice timbro che ne autorizzi l'utilizzo in Italia. Il Polo ha ragione
quando dice che questa legge recepisce una direttiva comunitaria: peccato che
finora la Svizzera non abbia mai messo tale timbro. E guarda caso è il
pool di Milano a dover richiedere le prove nuovamente contro Previti, caro amico
di Berlusconi: tutte le prove bancarie ora regolarmente acquisite come copie
dell'originale non valgono più e dovranno essere richieste. E' un caso
che le banche non siano obbligate a tenere tali carte (originali) per più
di dieci anni, e che ormai tali tempi siano scaduti, così da rendere
impossibile l'apposizione di quel semplice timbro, visto che gli originali non
ci sono più!
Peccato inoltre che questa nuova legge renda difficile anche la raccolta di
prove per centinaia di altri processi, anche per mafia, pedofilia o per usura.
E' anche un caso che il procuratore Carla Del Ponte (la stessa che è
riuscita a raccogliere le prove contro Milosevic e a farlo estradare) sia insorta
contro tale legge. Alla faccia della lotta contro l'illegalità!
Falso in bilancio: è stato abolito: qualcuno del Polo l'ha chiamato contabilità
creativa. La verità è che alcuni onorevoli membri polisti del
nostro parlamento abbiano risolto un altro po' di problemi giudiziari. Forse,
però, è solo un caso!
Finanziaria: avevano promesso un aumento del PIL del 3%, ora si parla solo del
2% (meno del governo dell'Ulivo). Le tasse poi non sono calate. Se però
l'anno prossimo i conti non tornassero, cosa importa? Basterebbe dare spazio
alla creatività, tanto il falso in bilancio è stato abolito!
Rientro dei capitali: la proposta di legge prevede che i capitali italiani detenuti
all'estero non denunciati (e quindi illegali) potranno rientrare in Italia con
una multa del 3-4%. Conveniente, no? Basta pensare ai numerosi fondi per il
quale è indagato l'on. Berlusconi detenuti in Svizzera: finalmente ora
potranno tornare a casa.
Tremonti bis: è stata prevista la detassazione degli investimenti delle
imprese, estesa anche a quelli pubblicitari. Il perchè di questa precisazione?
Basta accendere la TV.
L'abolizione della tassa su donazione e successione: l'Ulivo aveva limitato
tale tassa alle fasce ad alto reddito (se il bene superava i 350 milioni). Il
Polo ha previsto l'esenzione anche per i ricchi: un altro provvedimento necessario
per cambiare l'Italia? Sarà un caso, ma ora il nostro presidente del
consiglio potrà donare alcuni sui beni ai figli senza pagare le tasse;
sarà questa la soluzione definitiva del conflitto d'interessi?
Scorte ai magistrati: abolite molte scorte ai magistrati che hanno lottato anche
contro la mafia o che hanno dato l'avvio alle indagini su tangentopoli. Erano
troppo dispendiose. Quando però si aumentano gli stipendi dei dirigenti
in Sicilia, i vincoli di spesa dove sono?
Articolo 18: Si è anche parlato dell'abolizione dello scomodo articolo
18, che impedisce agli imprenditori di licenziare senza giusta causa sindacalisti
o personaggi scomodi all'interno dell'azienda: forse è un caso, ma c'è
un imprenditore molto importante alla guida del nostro Paese.
Questo è ciò che ha fatto il nostro governo del cambiamento. Ma allora ci chiediamo: ha fatto i nostri interessi -gli interessi di tutti i cittadini italiani - o i suoi interessi privati?A quando allora la reintroduzione dell'immunità parlamentare, faticosamente abolita negli anni di Tangentopoli?
Carlo Samori
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(pubblicato su "Repubblica" del 18 Ottobre 2001)
Domenica sono stato ad Assisi, alla marcia della pace. Descrivere tutto ciò
che ho visto e provato è difficile, ma cercherò di scegliere con
cura le suggestioni e le emozioni da conservare nel cuore. Mi sono commosso
quando, alla partenza, un bambino ha cercato invano di afferrare la bandiera
della pace alzata dal fratello maggiore più in alto e, quindi, irraggiungibile
come la pace stessa. Quando poi il corteo è dovuto salire su una collina,
ho visto dietro di me un torrente di persone senza fine e ho visto i gruppi
compatti, i tanti colori, mischiarsi, le tante bandiere sfiorarsi, quasi abbracciarsi.
Ho visto anche tanti volti felici, sorridenti, senza rabbia in volto; marciando
con loro, ho dimenticato per un giorno i problemi del mondo. Ho sentito gli
scout cantare "Bella ciao", mentre i ragazzi dei centri sociali suonavano
assieme ai "traditori" diessini, uniti da una canzone di De Andrè.
Ho visto un bambino che chiedeva pace da un balcone, sommerso dagli applausi
del corteo, mentre più avanti alcuni ragazzi del posto riempivano le
borracce degli assetati. Ho visto un'anziana signora che si sporgeva dalla finestra
per salutare quella marea di gente festante e pacifica, imitata dalle vetture
dei passanti che ci sfrecciavano facendoci il segno della pace.
In questi giorni è stato detto che l'Ulivo e il centro sinistra sono
falliti, proprio per il voto disgiunto sulla guerra. Ad Assisi c'erano tutti
i partiti di sinistra e di centro sinistra, le organizzazioni non profit, le
associazioni per i diritti umani, i curdi e gli arabi, le associazioni ambientaliste,
ma anche gli scout, i frati francescani, le associazioni cattoliche. Il centrosinistra
può anche essere morto in parlamento, ma ad Assisi qualcosa di più
grande ed importante è nato: la marcia della pace non solo ha riunito
tutte le anime del centrosinistra, ma ha dimostrato che centinaia di migliaia
di persone sono pronte a manifestare ed ad impegnarsi per chiedere, pace, libertà,
diritti umani e "pane e acqua per tutti". Queste persone, così
diverse e così simili fra loro, difficilmente formeranno un'alleanza
politica, ma dovrà essere il centrosinistra a farsi portavoce di questi
valori in parlamento, costruendo una proposta politica seria, concreta e sociale,
la cui mancanza ne ha decretato la sconfitta alle elezioni. Questa marcia, come
a Genova (anche se allora i valori furono sconfitti dagli scontri), ha dimostrato
che sempre più persone credono che sia necessario un mondo diverso, un
mondo migliore. Da domenica questo mondo non è più solo necessario,
ma anche possibile.
Carlo Samori
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7 Ottobre: un Sì per il Progresso
Dal 1992 si è affacciata con prepotenza sulla scena politica
italiana la parola federalismo. Il quadro politico italiano era totalmente impreparato
a questo tema, complici la politica democristiana e socialista che avevano sempre
preferito gestire i loro giochi di potere e controllare, così, il Paese
da Roma. Il successo di quella idea, vecchia come il mondo, coincide quindi
con la crisi di un sistema politico e con l'ansia di rinnovamento che veniva
dalla società, stanca di sentire le istituzioni così lontane.
Da allora un gran discutere si è fatto attorno al federalismo e alle
sue forme, quando, alla fine della scorsa legislatura, è stata approvata
una riforma della costituzione che rende l'Italia un Paese veramente federale.
Le innovazioni sono tante, e alcune addirittura rivoluzionarie. Basti solo pensare
che nel nuovo testo costituzionale non sono vengono più elencate le materie
di competenza delle regioni (com'era fino a ieri), ma esattamente il contrario:
ora lo stato avrà solo otto fondamentali materie sulle quali legiferare,
mentre viene lasciato il resto alla legislazione regionale (una sorta di rivoluzione
copernicana).
Inoltre sarà inserito nella Costituzione il principio di sussidiarietà,
che avvicinerà sempre di più le istituzioni ai cittadini, garantendo
loro una capacità di iniziativa sempre maggiore. Il federalismo fiscale
permetterà alle regioni e agli enti locali di disporre di una quota molto
più ampia di fondi, sempre però nell'ottica di una solidarietà
nazionale, garantendo i trasferimenti alle regioni più povere e non confondendo
l'autonomia con la secessione (come qualcuno vorrebbe).
Per eliminare le lungaggini burocratiche viene anche abolito il CO.RE.CO. (Comitato
Regionale di Controllo), rendendo le regioni più libere e autonome. A
questa riforma federalista il Polo ha detto no in parlamento, rendendo necessario
un referendum confermativo. A questo referendum il Polo è però
diviso, fra la destra leghista (che confonde autonomia con secessione) o di
A.N. (centralista) e molti esponenti che hanno apprezzato la riforma, invitando
a votarla: fra questi, due presidenti di regione del Polo, Ghigo (Piemonte)
e Fitto (Puglia).
Il processo di rinnovamento del Paese non può e non deve fermarsi di
fronte alle nuove critiche di chi già una volta aveva fatto fallire le
riforme in Bicamerale. Votare sì al federalismo è ancora più
importante se si vuole fermare il secessionismo e l'egoismo della Lega Nord.
Bisogna quindi votare sì e bisogna essere in tanti, per evitare la dannosa
e pericolosa devolution di Bossi. Votare sì non sarà, infine,
una rivincita dell'Ulivo sul Polo, ma una vittoria dell'Italia federalista e
solidale sull'Italia divisa ed egoista.
Carlo Biscaglia
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Dopo New York
(pubblicato sia su "L'Unità" di Martedì 18 Settembre
sia su "Repubblica" di Mercoledì 19 Settembre!!)
Immagini come quelle delle Twin Towers raramente si dimenticano, gesti di terrorismo
come questi non possono che essere condannati. Senza esitazioni. Perchè
nessuna causa può giustificare l'omicidio di migliaia di persone innocenti.
Di fronte ad una strage di malvagità pari a quella di Hitler, il mondo
deve reagire, e con fermezza: nessuno può infatti dubitare della legittimità
di un'azione di forza contro i responsabili, se necessario. Questa azione non
deve però scatenare una guerra, soprattutto contro un popolo o una nazione,
l'Afghanistan, che è schiava di una minoranza di integralisti, i Talebani.
- Non bisogna far vincere la spirale della violenza -, usando la voce del Pontefice
(una delle poche sensate - e inascoltate - in questo momento), dando sfogo ad
istinti vendicativi o rappresaglie, che sono alla causa del conflitto arabo-israeliano;
facendo un passo indietro, basta ricordare quando, all'uccisione di un erede
al trono, l'Impero Austro-Ungarico rispose dichiarando guerra al Paese che era
sospettato di difendere gli attentatori. Ed è scoppiata la Prima Guerra
Mondiale.
E' esattamente ciò che qualcuno vuole che accada, seguendo gli istinti
primordiali di vendetta e l'equazione semplicissima (ma sbagliata) di far ricadere
le colpe di una setta di fanatici o di una minoranza ad un popolo intero. Altrimenti
diventiamo come loro, come chi crede che sia giusto trucidare migliaia di persone
innocenti perchè l'America è il simbolo del mondo occidentale:
siamo disposti ad accettare le centinaia o migliaia di morti, anche civili e
disarmati, che saranno vittime della nostra rappresaglia?
Le ripercussioni di tale atto sarebbero inoltre gravissime, perchè ciò
che i terroristi vogliono è una guerra - una guerra santa contro le potenze
occidentali - ed il mondo arabo, ad una aggressione al Paese (e non ai responsabili),
potrebbe schierarsi contro gli U.S.A.: il Kuwait finanzia infatti la Jihad islamica
direttamente e l'Arabia Saudita (sebbene fedele alleato americano) indirettamente,
l'Iraq ha giurato vendetta agli U.S.A. (per non citare la Libia) e molti altri
Paesi arabi hanno regimi illiberali e coltivano un odio profondo e radicato
contro il mondo occidentale. Non diamo loro una scusa per provocare una guerra
di portata mondiale: puniamo i responsabili e salviamo la pace. Questa è
la sfida che dobbiamo cogliere, per evitare che a 10000 innocenti se ne aggiungano
milioni.
Carlo Samori
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La Replica di Zeno
Vorrei aggiungere alcune cose sulla questione Twin Towers...considero
veramente arroganza quella degli Usa che non sembrano interrogarsi sulle cause
della strage di martedì bensì continuano a pronunciare la parolaguerra.
E'chiaro che vogliono solo salvare la loro egemonia mondiale ma temoche in caso
di attacco all'Afghanistan si aumenti l'escalation di terrore polarizzando le
posizioni degli stati, in particolare quelli mediorientali, indecisi tra l'appoggio
incondizionato e il sostegno ai talebani fortemente voluto da qualche fondamentalista.
Eppure, un modo per fare in modo di togliere radicalizzazione agli schieramenti
in competizione è quella di farepressione su Israele affinchè
si crei uno stato palestinese libero e autonomo delle risorse. E'una decisione
difficile questa perchè per gli Usa vorrebbe dire rompere con il loro
tradizionale alleato in medioriente, Israele, stravolgendo ampiamente il gioco
delle alleanze in quell'area. D'altra parte una tale soluzione porterebbe alla
scomparsa di uno dei tradizionali cavalli di battaglia di chi vuole un fronte
unico islamico contro il nemico israele ed il satana sionista americano.
Oggi invece gli Usa sembrano orientarsi più sulla logica della violenza
dettata a colpi di sondaggi. Una violenza che molto probabilemente porterà
soltanto ad ammazzare altri civili innocenti, solo in misura minore rispetto
ai fatti dell'11 settembre così nessuno se ne accorgerà e crederà
di vivere spensieratamente nel bene, nel giusto, nella tolleranza. E' un'occasione
che sta perdendo Bush, quella di far vedere come gli stati uniti siano per la
pace su tutti i livelli e non solo quando fa comodo a loro. Zeno... to reply...compila
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Zeno's Fan
Mi sembra che zeno abbia colto il punto. Vedremo ora cosa faranno
questi amerikani.
ciao
stefano
A Genova i DS non c'erano. La decisione finale è stata presa dopo i
terribili fatti di Venerdì 20 Luglio: la mancanza non si è però
limitata alla piazza, perchè si è estesa al dibattito e al confronto
con il GSF. Anche in campagna elettorale, i DS hanno semplicemente ignorato
non solo il complesso tema della globalizzazione, ma anche le problematiche
del lavoro e della flessibilità, di un reddito minimo o dell'immigrazione:
i risultati elettorali hanno sancito un impietoso -quanto meritato- minimo storico.
I DS, e più in generale l'Ulivo, hanno perso l'occasione di distinguersi
dal qualunquismo del Polo: l'affermazione di un progetto politico forte avrebbe
mostrato la pochezza dell'altra parte, solcando nettamente la differenza (invece
di assomigliarle) tra la destra liberista e antiliberale e la sinistra sociale
e democratica.
Non è la prima volta che "Il Partito"(come si definiva il PCI
e ora si definiscono i DS) si dimostra chiuso alle nuove tendenze nè
riesce a capire che, dopo un lungo inverno delle idee post-caduta del muro e
del comunismo, migliaia e migliaia di persone vogliono scendere in piazza per
un mondo migliore; non è quindi un fatto sorprendente nè tanto
meno drammatico - e questo non per sminuirne la gravità.
Proprio nel mitizzato '68-'69 molte aree del PCI si dimostrarono restie a dare
il loro appoggio ad un movimento universitario non legato espressamente al "Partito"
e comprendente anche quei cattolici che pure votavano DC ma che volevano cambiare:
la funzione del PCI e della CGIL allora furono di dare legittimità politica
al movimento e di far rientrare gli operai nelle fabbriche e gli studenti nelle
università, ottenendo un seppur limitato cambiamento.
I DS ora non possono e non devono esitare ancora: il popolo di Seattle e di
Genova non è infatti un movimento marxista o rivoluzionario, ma il suo
scopo è quello di costruire una società più giusta, attenuando
gli aspetti negativi del liberismo, ma nel rispetto delle basi su cui si fonda
il mondo occidentale. Il popolo di Seattle persegue insomma un progetto più
socialdemocratico che comunista, più riformatore che rivoluzionario:
è per questo che i DS possono dare un apporto importante al movimento,
moderando le derive violente e più anarchiche che delegittimano l'intero
GSF, e costruendo un progetto politico dagli slogan di piazza, così come
sta cominciando a fare il governo socialista di Jospin in Francia.
All'interno dei DS e della sinistra si svolge anche uno scontro generazionale,
con una vecchia dirigenza che non capisce il significato di questa nuova lotta
in un partito in cui molto spesso i posti di potere sono cristallizzati da tempo
e le organizzazioni giovanili faticano a trovare una strada o a farsi semplicemente
ascoltare: gli effetti di Genova hanno portato molti giovani ad allontanarsi
dai DS, generando un circuito vizioso di invecchiamento che non può che
rendere più difficile l'attuazione di un nuovo progetto politico, pur
auspicato dalla mozione del "vecchio" Berlinguer. A Genova i DS non
hanno saputo cogliere l'occasione per coinvolgere le nuove generazioni all'interno
del partito: dopo Genova l'obiettivo prioritario è cambiare il partito
-per cambiare il mondo poi.
Carlo Samori
to reply, mail: carlosamori@bocconi.cjb.net
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Uno Scudo Cosmico Per Fermare I Clandestini
Portofino. Raggiunto l'accordo Berlusconi-Bush sullo scudo cosmico.
L'uomo più importante al mondo e l'operaio più pagato al mondo
si sono incontrati nel nuovo yacht da 63 miliardi dell'on. Berlusconi: quello
vecchio da 35 miliardi -precisa il giornale "Libero"- è stato
donato da Silvio al fratello Paolo, grazie alla nuova legge che ha detassato
le donazioni, fatta approvare dallo stesso Berlusconi con un risparmio di ben
1 miliardo e 50 milioni. - Grazie allo scudo cosmico - ha precisato lo stesso
presidente del consiglio - l'ingresso illegale di clandestini, droga e sigarette
sarà definitivamente sconfitto. - Lo scudo cosmico, secondo gli scienziati
americani della NASA, è dotato di missili intelligenti, già sperimentati
con successo in Jugoslavia e Iraq, che individuano con una precisione millimetrica
i clandestini e li colpiscono senza possibilità di errori o di fuga.
Lo scudo cosmico si inserisce perfettamente nel progetto di contenimento dell'immigrazione,
clandestina e non, nel nostro Paese; dal prossimo ottobre saranno ammessi in
Italia solo coloro che abbiano già un lavoro. Nei Paesi in via di sviluppo
saranno presto attivati dei cyber-point che permetteranno alle nostre aziende
di scegliere personalmente gli extracomunitari di cui hanno bisogno - scelta
che ha già ottenuto ampio consenso della Confindustria. Naturalmente
non saranno ammessi coloro che si siano macchiati nel passato di reati aberranti
quali l'essere comunista, omosessuale o giudice che abbia condannato degli innocenti
per reati di falso in bilancio, associazione a delinquere e tangenti. L'ingresso
al nostro Paese viene limitato a ben 6 mesi per chi ha un contratto di lavoro
a tempo determinato e a ben 2 anni per chi a tempo indeterminato; in questo
modo l'immigrato regolare può accumulare tutto il denaro di cui a bisogno
per vivere felice (nel suo Paese). Alla fine del contratto, dovrà infatti
essere reimpatriato, senza possibilità di un nuovo soggiorno.
Grande soddisfazione è stata espressa dalla Lega Nord: l'on. Borghezio
ha detto che presenterà una proposta in parlamento per estendere l'utilizzo
dello scudo cosmico anche per gli immigrati che abbiano terminato il loro permesso
di soggiorno e non siano stati reimpatriati in 24 ore. L'on. Bossi ha proposto:
-visto che gli extracomunitari sono tutti uguali e non si possono distinguere
uno con l'altro, la cosa migliore abbiamo stato fatto inserire un microchip
nella pelle di ogni immigrato, regolare e non, che permetta alle bombe intelligenti
di colpire con precisione il bersaglio senza possibilità di errore. -
Il costo dello scudo cosmico per l'Italia sarà solo di 10000 miliardi,
ottenuti grazie al risparmio di 2000 miliardi per il fondo contro l'AIDS deliberato
dal recente G8, di 5000 miliardi di tagli a pensioni e sanità e di 3000
miliardi ottenibili riscuotendo i debiti dell'Italia nei confronti dei alcuni
Paesi in via di sviluppo.
Carlo Samori
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