In ambito universitario, il diritto allo studio
si concreta in una serie di istituti che, in ultima analisi, hanno il compito
di garantire l’accesso ai più alti gradi degli studi a tutte le persone, indipendentemente
dal loro livello di reddito.
Detti istituti, ed
il loro efficace funzionamento, sono di importanza fondamentale in quanto
contribuiscono a disegnare un modello di università democratica, cioè
aperta a tutti, luogo di incontro e confronto tra individui, culture e sensibilità
differenti.
La maggior parte di questi istituti (borse
di studio, pensionati, mense universitarie) è gestita, a livello di ogni singola
università, dagli ISU. Purtroppo, il consiglio di amministrazione dell’ISU
della nostra università è commissariato dal 1993. Tuttavia, i rappresentanti
eletti presso quest’organo possono influire sul suo andamento, ancorché in
maniera informale, segnalando problemi, suggerendo soluzioni e formulando
proposte.
A nostro avviso,
un sistema di tasse e contributi, differenziato secondo i livelli di reddito,
è uno dei più importanti istituti per il diritto allo studio, specialmente
per un’università costosa come la nostra. Esso, infatti, richiedendo a tutti
gli studenti un sacrificio economico proporzionato alle proprie possibilità,
ha l’obiettivo di creare le condizioni per garantire pari possibilità di accesso
all’università. Un sistema di tasse e contributi differenziato, non solo soddisfa
ragioni di equità, ma è anche necessario affinché la selezione svolta dall’università
avvenga sulla base di criteri di merito e non di reddito.
Purtroppo, l’esistenza
di questo istituto è lasciata all’iniziativa dei singoli atenei. Nel nostro,
fino a quattro anni fa, era in vigore un sistema articolato su 12 fasce di
reddito, scese prima a sei e poi, l’anno scorso, a quattro. Parallelamente,
dal punto di vista del reddito familiare, l’andamento delle iscrizioni ha
fatto segnalare una polarizzazione verso gli estremi: oggi la stragrande maggioranza
degli studenti iscritti è o in ultima fascia (reddito alto) o idoneo ISU (e
quindi esonerato dal pagamento di tasse e contributi universitari). Questi
dati sembrano confermare l’ipotesi per cui sistemi di contribuzione articolati
su un ridotto numero di fasce di reddito (o, addirittura, a contribuzione
indifferenziata) penalizzano gli studenti con reddito medio o medio-basso
(vieni al leggere il nostro documento in proposito sul sito www.bocconi.cjb.net).
Per i bienni di laurea
specialistica, inoltre, l’università è intenzionata a istituire un regime
di contribuzione indifferenziato (la fascia unica). Coerentemente con
quanto appena sostenuto, noi siamo decisamente contrari a questa proposta.
In merito, oltre ad aver sostenuto ed argomentato in tutte le sedi opportune
la nostra posizione assolutamente critica, a fine marzo, abbiamo presentato
all’amministratore delegato dell’università un documento contrario a questa
scelta, appoggiato dalla firma di oltre mille studenti.
Pertanto noi chiediamo
di:
ü
Accantonare immediatamente l’ipotesi della fascia unica;
ü
Ripensare il sistema di contribuzione, in modo da renderlo
più coerente con le possibilità economiche degli studenti (in merito,
Alternativa Democratica ha presentato
una proposta di sistema articolato su otto fasce di reddito. Puoi leggerla
su www.bocconi.cjb.net).
Sempre in tema di fascia
unica, dal prossimo anno, gli studenti provenienti da paesi extracomunitari
pagheranno un importo pari a quello della fascia massima. Questa scelta, giustificata
con la difficoltà di controllare la loro situazione reddituale, ci appare
del tutto discriminatoria e poco coerente con le aspirazioni internazionalistiche
seguite dall’università (culminate con l’istituzione del Diem
e, dal prossimo anno, di una classe del Clea
e di una del Cleacc in
lingua inglese) e, in ultima analisi, inaccettabile.
Un altro problema con cui molti studenti (fuorisede)
debbono confrontarsi è quello dell’abitare. Infatti, i posti in pensionato
o nelle altre residenze sono limitati, poiché dipendono direttamente dai fondi
stanziati a livello regionale (sia per la costruzione o l’acquisto che per
il funzionamento delle strutture); d’altro canto, trovare un appartamento
in affitto, specialmente nelle zone contigue all’università, è divenuto molto
difficile e costoso.
Per quanto riguarda la gestione del pensionato
Bocconi, essa è sensibilmente peggiorata negli ultimi anni: il servizio di
pulizia (per tutto il pensionato!) di sole sei ore al giorno, dal lunedì al
venerdì, è insufficiente, mentre la manutenzione delle strutture è
del tutto carente ed indirizzata alle opere meno utili.
Infine, un ulteriore problema è costituito
dalla prevista ristrutturazione del pensionato. Benché organizzato
per piani, il suo svolgimento comporterà una consistente diminuzione dei posti
letto disponibili. Pare inoltre che, a seguito di questa ristrutturazione,
un centinaio di posti andranno perduti.
Alternativa Democratica propone di:
ü
Creare una struttura di assistenza con il compito di:
rendere facilmente accessibili e confrontabili le diverse proposte di affitto;
mettere in contatto gli studenti che cercano casa con chi affitta appartamenti;
fornire le necessarie informazioni di carattere legale (ad es. l’esistenza
di un contratto tipico per gli studenti);
ü
Spingere la Regione Lombardia a stanziare tutti i fondi necessari
al buon funzionamento del sistema di strutture abitative studentesche, collaborando
a tal fine con gli altri studenti della Rete interuniversitaria milanese.
Riteniamo inoltre necessario:
ü
Esplorare tutte le possibili soluzioni per mantenere l’attuale
numero di posti letto, sia durante che in seguito ai lavori di ristrutturazione
del pensionato;
ü
Migliorare i servizi essenziali per chi abita in pensionato
o nelle altre residenze universitarie.
Un importante istituto
per il diritto allo studio è la mensa universitaria. Tuttavia, anche
su questo versante, i problemi non mancano: i prezzi, dopo la ristrutturazione,
sono lievitati in maniera ingiustificata; finalmente è stato velocizzato il
sistema di self-service, riducendo al minimo le code, ma si è colpevolmente
trascurato di dimensionare correttamente il numero di posti a sedere,
con il risultato che, in orario di punta, è facile trovarsi con il vassoio
pieno di cibo senza avere il posto dove consumarlo; agli studenti, idonei
non beneficiari ISU del primo anno, viene fatto pagare il pasto cui, quotidianamente
e gratuitamente, avrebbero diritto per legge. Inoltre, ci sembra che l’iniziativa
dell’Onama (la società che ha in gestione il bar e la mensa) di commercializzare
alcuni prodotti del commercio equo e solidale sia consistita, purtroppo, in
una superficiale operazione di marketing: ci dispiace che si sia persa l’occasione
di venire incontro all’esigenza di carattere etico di tanti studenti.
In merito a questi
problemi suggeriamo di:
ü
Prolungare l’apertura serale del servizio di ristorazione
della mensa fino alle 21.00;
ü
Garantire anche agli studenti del primo anno, idonei non beneficiari
ISU, il pasto giornaliero gratuito garantito dalla legge;
ü
Ingrandire lo spazio dedicato ai tavoli per aumentare il numero
di posti a sedere.
Per quanto riguarda
gli scambi e le agevolazioni
finalizzate ad incentivarli, la legge prevede l’istituzione di apposite
borse di studio, da erogare metà prima e metà dopo l’esperienza. Tuttavia,
nella nostra università, dette borse vengono erogate soltanto alla fine dello
scambio; ciò può creare evidenti difficoltà a tutti quegli studenti cui il
beneficio è necessario per finanziare direttamente le spese del viaggio. Pertanto,
questa prassi finisce per danneggiare proprio coloro cui l’istituto è dedicato,
mettendo in forse la stessa possibilità di usufruire quest’importante opportunità.
Per questo motivo, troviamo necessario che questa prassi venga abbandonata
al più presto e che, prima della partenza, venga erogata le metà della
borsa di studio prevista.
A Milano è molto utile
poter contare su un mezzo di trasporto autonomo (specialmente la sera). A
tale proposito riteniamo opportuno predisporre, all’interno del pensionato
bocconi e delle altre residenze, uno spazio dove poter tranquillamente
lasciare la propria bicicletta o, eventualmente, il proprio motorino.