Echolyn "Mei" Velveteen Records (2002) |
Rating: Recensione di R. Guarnieri |
Difficile parlare bene del
progressive di oggi, almeno fino a quando non ci saranno gruppi nuovi in grado
di dare una sferzata all'intero settore. Fra i combi che, nel passato decennio,
piu' hanno lasciato il segno, troviamo gli americani Echolyn, assieme ad Anglagard
ed Anekdoten una delle novita' piu' liete in assoluto. Di acqua sotto i ponti
ne e' passata tanta e la band americana ha perduto quello smalto che la aveva
contraddistinta. Non mi era particolarmente piaciuto " Cowboy Poems Free
", per il suo rincorrere temi triti e ritriti, cari soprattutto a gruppi
quali Genesis e Marillon. Il nuovo " Mei " rappresenta invece il tentativo
di andare oltre il neo-romanticismo, appellandosi ad una suite di oltre 46 minuti
che sfocia in soluzioni care ad i Pink Floyd acustici od al prog-rock piu' riflessivo.
Un buon prodotto che pero' ben difficilmente trovera' i favori di chi ascolta
il repertorio dell'etichetta Magna Carta.