Scelba, con lui la Dc ci ha salvato dal Pci.

 

Una biografia sullo statista rompe il silenzio colpevole durato troppi anni. Ha servito l'Italia, non ha mai rubato. Forse per questo hanno voluto dimenticarlo.

 

Mario Scelba


Per arricchirsi, basta andare in Parlamento 5 anni. Non è solo la cospicua pensione, che un qualunque lavoratore non raggiunge in una vita. Sono i vantaggi, diciamo così," acquisiti" durante la permanenza nei Sacri Palazzi. Ecco, allora, le case a buon mercato, le ville con piscina a forma di conchiglia, le residenze maestose di venti stanze " concesse" da finanziarie estere. Non che sia una novità. In politica tutti ci "guadagnano" qualcosa.
Sarebbe però un errore fare di ogni erba un fascio, anche se mezzo secolo di repubblica non ci ha dato esempi molto edificanti. Vi sono stati e ancora vi sono dei politici onesti. Talvolta sono politici non molto capaci, la cui scarsità intellettuale viene nascosta con l'ovvietà dell'epiteto "l'onesto Zucchettini". Altre volte sono politici di sicuro fiuto, che sanno distinguere l'utilità del Paese, per la quale operano, dai propri interessi, che in genere non sanno fare. Pochi, certo, ma ci sono. Uno di questi fu Mario Scelba.
L'editore Rubbettino pubblica una biografia, dal titolo "Il ministro Scelba", scritta con grande diligenza da Vincenzo La Russa, avvocato e pubblicista milanese.
La ricostruzione degli eventi, che portarono Scelba prima alle stelle romane e poi alle stalle sicule, è del tutto onesta e attendibile. Ne esce una fotografia onorevole, che esalta non solo il personaggio, ma anche lo schieramento nel quale militò, la DC, che nel primo decennio della sua vita non era ancora quel1'anguillesco partito pseudocomunista che la fecero diventare i professorini: Dossetti, La Pira, Fanfani, Moro, Lazzati. Con l'aiuto di un Papa in cui il sentimento di tanto prevaleva sulla ragionevolezza.
Scelba considerava la DC come la continuazione del Partito Popolare. Di povera famiglia, era stato allievo di Sturzo, che lo fece studiare all'università, tanto che qualche maligno inventò che ne fosse figlio illegittimo. In effetti fu il suo più coerente discepolo. Cominciò il cursus honorum come ministro delle Poste, ma ben presto De Gasperi ed Einaudi lo vollero agli Interni (dal 1947 al 1953). Si trovò ad affrontare una drammatica situazione: il Pci che mirava all'insurrezione armata e operava come quinta colonna dell'URSS, con le armi nascoste dai partigiani e le ricetrasmittenti che arrivavano da Mosca. Forte dell'appoggio degli Stati Uniti, Scelba, come ebbe a dire Spadolini, "evitò che l'Italia divenisse una seconda Cecoslovacchia". Operò con coerenza e decisione. Organizzò la Polizia (i " celerini" , chiamati anche " scelbini"),
non solo contro i comunisti, ma anche contro i separatisti della sua isola (era ministro quando, nel 1950, venne trovato il cadavere di Salvatore Giuliano). Frenò le manifestazioni dei braccianti e dei metalmeccanici. Purtroppo con un certo numero di vittime: si parla di 75 morti e circa 5.000 feriti. Fece svolgere nell'ordine le elezioni del 1948. Resistette ai disordini che seguirono l'attentato a Togliatti.
Ma ormai il corso degasperiano volgeva al declino, insieme con lo statista trentino, che morì nel 1954. Sostituirlo non era facile e Scelba stesso ci provò - fu Primo Ministro nel 1954. Per breve tempo; ormai sta nascendo il nuovo corso. Nel 1963 Moro vara il primo governo di centrosinistra. Per Scelba non c'è più spazio. Gli attacchi della sinistra dc e della rivista cattocomunista dei gesuiti di Milano, "Aggiornamenti sociali", si fanno più frequenti. Si ritirò allora nella sua Sicilia, divenne deputato europeo e assunse anche la presidenza dell'assemblea di Strasburgo. Ma le nuove leve lo mandarono in pensione. Scelba visse ancora a lungo a Roma dove si era trasferito con la figlia Maria Luisa, che confesserà a Montanelli: "Non viene nessuno a trovarlo e non telefona
nessuno per sapere se è ancora vivo". Uno degli uomini più potenti d'Italia viveva ormai (è ancora Montanelli) "di sola pensione, in un appartamentino da impiegato di serie B". Eppure, come ebbe a dire Mario Missiroli nel 1966, festeggiando i suoi 65 anni: "Se siamo liberi, lo dobbiamo a Scelba".
La cosa non deve stupire. La prima DC, di De Gasperi, Pella e Scelba, aveva salvato l'Italia dai comunisti, la seconda la consegnerà ai comunisti. Un uomo di coscienza come Scelba era troppo sgradevole per chi della coscienza aveva fatto un optional per il potere. Si spegnerà a novant'anni il 29 ottobre 1991. Era un galantuomo, ha speso la sua vita per il Paese, era antifascista ma non se n'è mai vantato, non ha rubato niente, non era di sinistra. Meglio non parlarne…