Un delitto senza perché che turba la «quieta» Villabosco dà
l'avvio al nuovo romanzo di Roberto Mistretta dal titolo «Non crescere troppo»,
edito da Terzo Millennio. Mistretta, laureato in giornalismo, è un autore
eclettico impegnato su più fronti: dai romanzi -che gli hanno valso numerosi
premi letterari nazionali- alle
poesie, dalle fiabe alle canzoni. Il
nuovo volume non è solo un giallo ma un romanzo in cui le indagini per
l'individuazione dell'assassino si intrecciano ai sentimenti, alle storie dei
singoli, per raccontare una cultura, la «sicilianitudine» del piccolo centro
della «Montavalle». Mistretta dipinge, talvolta a tinte fosche, un acquarello
di una società fatta di abusi inconfessablli, di vizi privati e pubbliche
virtù.
Il
protagonista è l'obeso maresciallo dei carabinieri Saverio Bonanno, tanto
dedito al lavoro da aver perso l'affetto della moglie, che lo ha lasciato per
un trapezista, e da rischiare di perdere anche la figlia adolescente Vanessa.
Mentre il maresciallo indaga sull'omicidio del commerciante
Pietro Cannata un'altra storia, apparentemente avulsa dalla prima, affiora: è
la storia di una bambina seguita da «malvagi occhi pelosi». Una presenza
inquietante che ad un certo momento irrompe nell'esistenza della giovane
segnandola per sempre, cambiandone la personalità e la vita.
L'indagine racconta i rapporti umani nel paesino e nella
caserma dei carabinieri. Anche il linguaggio dei personaggi contribuisce a caratterizzarli.
Il
romanzo scava nella vita dell'ucciso e del suo «mondo», mette a nudo debolezze
e solitudini, una sofferenza che riesce a scalfire anche il coriaceo
maresciallo e che diventa, per il lettore, non solo una passeggera emozione ma
tema di profonda riflessione.
(La Sicilia: 27 dicembre 2001, terza pagina)