“Non crescere troppo”
è ambientato in una Sicilia vera e pagina dopo pagina se ne assaporano profumi
e usanze, come nei migliori romanzi di Camilleri.
Ma
l’autore possiede uno stile tutto suo e non imita la lezione di quello che
riconosce come un maestro indiscusso del genere. Roberto Mistretta è alla sua
prima pubblicazione però ha già scritto molto. Ha sfiorato per due anni
consecutivi la vittoria al Premio “Alberto Tedeschi” per un giallo inedito bandito da Mondatori.
E
si vede che la stoffa del giallista c’è tutta.
La
storia è avvincente e ricca di colpi di scena, specialmente nei capitoli dove
l’attenzione del narratore cala sul personaggio di Teresa. Qui leggiamo pagine
di vera letteratura, fatte di descrizioni intense di stati d’animo e di grande
partecipazione drammatica. L’autore scava in un’amara realtà di solitudine e
strazio che poi rappresenterà la chiave di volta del romanzo.
Un
romanzo costruito su dialoghi serrati e credibili che convincono e catturano
l’attenzione del lettore. I personaggi sono veri e non stereotipati. Bonanno è
un maresciallo pieno di difetti, perennemente a dieta, sempre insoddisfatto e
in lite con i colleghi e con la
famiglia. Indaga e riesce a venire a capo di un mistero anche con l’aiuto del
fido assistente Steppani che è un autista spericolato e un agente indisciplinato
ma efficace.
Se
non trovate il libro richiedetelo a ilfoglio@infol.it
Non
ve ne pentirete.