PIEROMARRAS

1997 Fuori campo

 

NOTTE LITUANA

SI DEUS CHERET (Se Dio vuole)

FUORI CAMPO

LA RABBIA DI IERI

UNA SERATA IN RIMA (Diglielo tu Maria)

VEDETTE

IL FIGLIO DEL RE

PANNI DA LAVARE (Beau l'amour avec moi)

RIME LADRE

CHISSA' SE FUORI

PLANCTON

 

 

Prodotto da PIERO MARRAS, ALBERTO e PAOLO ERRE

per RBS -  BLU STUDIO ROCKHAUS - Sassari

 

Registrato e mixato da ALBERTO ERRE

al BLU STUDIO ROCKHAUS

Assistente alla registrazione: UCCIO SORO

Assistente in studio: PAOLO ZANNIN

Programmazione tastiere e computer: PAOLO ERRE

 

Testi e musiche di PIERO MARRAS

 

Hanno suonato:

MARRAS: tastiere, chitarra acustica, hammond, piano, fisa

ALBERTO ERRE: basso

GIUSEPPE GADAU: basso

LELE MELOTTI: batteria

PAOLO ZANNIN: batteria in " Si Deus cheret"

ANTONELLO CORADDUZZA: chitarra finger in "Notte lituana"

UCCIO SORO: chitarre, chitarra acustica

FABRIZIO SULLIOTTI: chitarra finger

MASSIMO COSSU: chitarre, chitarra slide, H bow

 

Segretaria di produzione: SANDRA MAROGNA

Progetto grafico: ELISABETTA PORCU - Edigraph

Foto di copertina elaborata da ANDREA PARODI

 

I testi di Fuori campo sono stati pubblicati

per gentile concessione della C.P. MUSIC/BELRIVER

NOTTE LITUANA

(Pieromarras)

C'era una volta la luna
Con un codazzo di stelle
Addormentata sul mare
È una gran bella fortuna
In questa notte lituana
Poterla ancora guardare

C'erano sogni di neve
E filastrocche di sole
Da sussurrare nel vento
E figli grandi dei figli
Con quella solita faccia
Da militare contento

Io non ne posso la vita
Di questo nostro andare
Di questa guerra infinita
Dei morti da ammazzare

Io non ne posso la vita
Di questo camminare
Di questa terra smagrita dove si ubriaca il mare

Mamma dovresti vedere
Come son bello stasera
Sembro davvero un soldato
Ho la nevrosi al sedere
Lo sguardo dentro un bicchiere

E son tutto sudato

Amore amore bambino
Meglio di un fiasco di vino
Ti porto ancora nel cuore
Mi ci vorrebbe un bacino
Per non avere paura
Per non sentire dolore

Per fare grande la vita…

 
SI DEUS CHERET (se Dio vuole)

(Pieromarras)

Da questa nuvola
Si vedono volare gli elicotteri
Che stan giocando a far la guerra
In mezzo ai fenicotteri
Le truppe italiche
Mandate come antidoto al malessere
Hanno già nostalgia di casa
E brufoli da crescere

Ma per fortuna anche stanotte
La notte passerà
E finchè il mare non ci inghiotte
noi resteremo qua
si Deus cheret
e sos carabineris lu pirmittini
si cheret deus
e sos carabineris lu pirmittini

Da questa nuvola
Si vede che c'è un'isola possibile
E se ti affacci un po'
Tu puoi vedere crescere anche gli alberi
E tra il corbezzolo e il mirto
Fiorir le supercarceri

Ma per fortuna anche stanotte
La notte passerà
E finchè il mare non ci inghiotte
noi resteremo qua
si Deus cheret
e sos carabineris lu pirmittini
si cheret deus
e sos carabineris lu pirmittini

Da questa nuvola
si vedono i complessi megalitici
ma qui perfino la preistoria è appalto degli italici
tra coste smeraldino cementifere
non è superfluo domandare
dove è finito il mare


Ma per fortuna anche stanotte
La notte passerà
E finchè il mare non ci inghiotte
noi resteremo qua
si Deus cheret
e sos carabineris lu pirmittini
si cheret deus
e sos carabineris lu pirmittini

Noi sardopatici
Viviamo di entusiasmi un poco aritmici
Crediamo ancora esista al mondo
U dio degli specifici
Chiediamo scusa se
A volte risultiamo un po' nostalgici
Ma abbiamo un sogno nel profondo
E cuori prenuragici

E per fortuna anche stanotte
La notte passerà
E finchè il mare non ci inghiotte
noi resteremo qua
si Deus cheret
e sos carabineris lu pirmittini
si cheret deus
e sos carabineris lu pirmittini

 

FUORI CAMPO

(Pieromarras)

L'hai trovata Marcellina
La tua verità?
L'hai scoperto sorellina
Quello che ti va?
Li hai bruciati i tuoi capelli,
gli abitini blu?
Le tue bambole e gli anelli
Li hai buttai giù?

Voglio proprio confessarti
Che mi è sempre un pò piaciuto
Farti piangere la sera
E poi correre e abbracciarti
Voglio dirti e te lo giuro
Che non mi è servito a niente
Saper fare stando in piedi la pipì sul muro

Hey hey hey gente
Come va laggiù
Qui la vita non si sente
Non ritornerò mai più

Buonanotte Garibaldi smetti di abbaiare
Neanche a venderti per soldi
Ti si può smerciare
La tua razza un pò marziana ti difenderà
Dell'amore di una befana dalla sua bontà.

Se tu fossi un po' cristiano
Non mi aspetteresti ancora
Capiresti in fondo
Che il tuo padrone è un ruffiano
Se tu fossi meno cane
Non mi avresti perdonato
Di averti educato
Come un buon soldato.

Hey hey hey gente
Come va laggiù
Qui la vita non si sente
Non ritornerò mai più

Caro amico per le palle dimmi cosa fai
Speri ancora in qualche stella
Quella che non hai
L'hai trovata quella cosa che cercavi tu?
Quel tuo sogno un po' italiano sotto cieli blu

Fermo lì non ti incazzare
Non si può neanche scherzare
Vecchio di un mandriano
Ti sei messo a far l'indiano
Caorri a fare la tua guerra
Faccia in alto e culo in terra
A tirare sassi al cielo
Ma che bel guerriero!

Hey hey hey gente
Come va laggiù
Qui la vita non si sente
Non ritornerò mai più

 

LA RABBIA DI IERI

(Pieromarras)

" Ti sei messo ilvestito di ieri
per riprendere i vecchi sentieri
per scrollarti la noi di dosso
per uscire un momento dal fossoù
dove andrai questa sera rispondi
che farai questa sera rispondi".

Io farò come fanno gli uccelli
Volerò verso i posti più belli
Canterò fino a tardi ogni sera
Cercherò anch'io la mia primavera

"Dio che artista! Che artista!
Si vede
Lui compone, lui canta
Ci crede
Sì, ci sai proprio fare
Continua a cantare
Raccontaci ancora di te
Ma la rabbia di ieri dov'è?
Quella rabbia di ieri dov'è?

E girarsi di scatto a guardare
per sorprendere il mondo barare
ma le cose si tengono al suolo
e nessuno tradisce il suo ruolo
e la madre fa bene la madre
con la sua tenerezza ti uccide
e l'amico fa bene l'amico
lui più serio, più calmo più gentile
e anche tu che mi abbracci ogni sera
anche tu sembri tanto sincera.


"Dio che artista!
Che artista! Si vede
Lui ti centra, ti scava,
non cede…
sì, non sei troppo finito
qualcuno l'ha convinto
continua a parlarci di te
Ma la rabbia di ieri dov'è?
Quella rabbia di ieri dov'è?

 

UNA SERATA IN RIMA

(Diglielo tu Maria)

(Pieromarras)

La nostra prima volta
è stata tragica
ma lo ricordo bene
era domenica
In quella 600 prenuragica
Una sera in rima
Quasi magica…

L'avevamo già fatto
con la fantasia
Programmando carezze
Abbracci teneri
Magari con un fondo
di malinconia
Roba da canzonette
roba da Hit Parade

Diglielo tu Maria
come si butta via
Il più bel sogno i nedito
Della tua fantasia.
Diglielo tu Maria
Che non si fa poesia
E che i momenti magici
sono tutta una bugia

Liberaci dal male
liberiamoci
È il momento dei ruoli
Analizziamoci
Non mettiamoci fretta
rilassiamoci
Guardiamoci un momento
accarezziamoci
Ma quando mi dicesti

"Non ancora dai
aspetta un po' ti prego"
io pensai
"A questo punto Rosa
avrebbe detto sì
tra gemiti e lamenti
avrebbe detto sì
tra gemiti e lamenti
avrebbe detto sì


Diglielo tu Maria
come si butta via
Il più bel sogno inedito
Della tua fantasia.
Diglielo tu Maria
Che non si fa poesia
E che i momenti magici
sono tutta una bugia

Il primo della classe
sale in cattedra
Dicesti "mi fa male"
Dissi "è logico"
Volevo pure dirti
"poi ti piacerà"
ma questo per fortuna
te lo risparmiai

Bistecche giornaletti
L'università
Mi hanno reso la vita
un po' facile
Il sangue ce l'ho buono
cosa vuoi di più
Lei nonostante tutto
mi sorriderà.


Diglielo tu Maria
come si butta via
Il più bel sogno inedito
Della tua fantasia.
Diglielo tu Maria
Che non si fa poesia
E che i momenti magici
sono tutta una bugia

 

VEDETTE

(Pieromarras)

Questo sabato è un ingorgo
di ricordi un pò sfumati
di rimpianti ingigantiti
di barocche fantasie
che da artista provinciale
mi diverto a colorare
col retorico banale
della mia malinconia
dove tu sei la Vedette
dove tu sei la Vedette.

E mi va di violentare
Un ricordo che non serve
Come un canto di Natale
Con gli accenti un po' spostati
Che ti facciano sembrare
Come non lo sei mai stata
Come in fondo ti volevo
Come maggio suggerisce
Che lo voglia oppure no
Che lo voglia oppure no.

Fai più piano tu mi dici
Che così rovini tutto
Fa più piano grande uomo
Che l'amore è anche cervello
E poi lasciati un po' andare
Non è il caso di strafare
Fa più piano amore mio
Siamo in due ci sono anch'io
Non pensare solo a te
Non pensare solo a te.

Vieni siediti vicino
Ne vogliamo un po' parlare
Questa angoscia esistenziale
Che fa tanto intellettuale
Scusa caro l'ironia
Io ti posso anche capire
Ma non devi mai scordare
Che son qui vicino a te
Che son qui vicino a te

E così diventi grandi
Come non lo sei mai stata
"Gran Hotel" più non ti piace
ora leggi Bertold Brecht
non finisci di stupire
più non credi alle canzoni
non consumi più gli amori
come fossero ciliegie
e ti stringi forte a me
e ti stringi forte a me

Non l'avrei dovuto fare
Ricordarti in questo modo
Come non lo sei mai stata
Come in fondo ti volevo
Non l'avrei dovuto fare
Ma mi devi anche capire
E non prendertela tanto
La volevi adesso è pronta
la canzone mia per te
La canzone mia per te.

 

IL FIGLIO DEL RE

(Pieromarras)

Dimmi cosa mi hai portato
Padre mio
Dimmi cosa mi hai portato
"Ti ho portato un sacco pieno
di esperienza
perché guidi la tua vita.
L'esperienza saprà far di te il più potente re
L'esperienza saprà far di te il più potente re"
Non la voglio non mi serve
l'esperienza
Puoi gettarla in fondo al mare
L'esperienza che mi porti è un brutto libro
Tutto da dimenticare.

Dimmi cosa mi hai portato
Madre mia
Dimmi cosa mi hai portato
"Ti ho portato un cesto carico
d'affetto
che riempia la tua vita.
Il mio affetto, lo sai, mai lasciarti potrà, mio re
Il mio affetto, lo sai, mai lasciarti potrà, mio re"
Non lo voglio non mi serve
Questo affetto
Puoi gettarlo in fondo al mare
Questo affetto che mi porti
È la mia croce
La mia angoscia naturale.

Dimmi cosa mi hai portato
mio giullare
Dimmi cosa mi hai portato
"Ti ho portato un sacco pieno
di allegria
che rallegri la tua vita
L'allegria scaccerà la tristezza che hai mio re
L'allegria scaccerà la tristezza che hai mio re"
Non la voglio non mi serve
L'allegria
Puoi gettarla in fondo al mare
L'allegria che tu mi porti
È solo un trucco
Perché possa non pensare.

Dimmi cosa mi hai portato
Vecchio servo
Dimmi cosa mi hai portato
"Ti ho portato la miseria delle gente
ti ho portato il suo dolore
ti ho portato la gran rabbia
della gente
ti ho portato il suo tormento
ti ho portato pure un lembo
di speranza
ti ho portato un filo d'erba
Ecco adesso se vuoi tu frustarmi potrai mio re
Ecco adesso se vuoi tu frustarmi potrai mio re".

Prenderò la tua miseria
Vecchio servo
Ne farò la mia speranza
Prenderò la tua gran rabbia
Vecchio servo
Ne farò il mio solo affetto
Prenderò la tua speranza
Vecchio servo
Ne farò la mia allegria.

 

PANNI DA LAVARE

(Beau l'amour avec moi)

(Pieromarras)

E lasciatelo dire Daniela
che in fondo a trent'anni
non è poi così anormale
non è tornare indietro nel tempo
non è fantasia
ma uno spazio tuo vitale
e che fra tutti i cieli importanti
il cielo più bello
sta nel tuo particolare
che viversi da soli una sera
frugarsi una sera
e parlarsi, dialogare,
sapersi dare

Beau l'amour avec moi…
Beau l'amour avec moi…

E non venirmi a dire Daniela
Ti prego Daniela
Che mi sto lasciando andare
E che non sono cose da dire
Che è stupido in fondo
E persino un pò volgare
Il fatto che da tempo Daniela
Da tempo la sera
Non sappiamo più giocare
Il fatto è che da tempo Daniela
Non riusciamo a farci male

Beau l'amour avec moi…
Beau l'amour avec moi…

E non venirmi a dire Daniela
Che al limite in fondo
Ci si può solo scherzare
E che non vuoi sentirne parlare
E questi miei sporchi
Sporchi panni da lavare
Il fatto è che da tempo Daniela

Beau l'amour avec moi…
Beau l'amour avec moi…

Malato ! Io Malato !
Ma pensala come ti pare
Malato! Io malato!
Ma certo, però sono contento
Sono contento
E non mi succedeva da tempo
Da tempo, da troppo tempo

 

RIME LADRE

(Pieromarras)

Hai vissuto la tua infanzia profumata
Tra filari di sorrisi e carezze
Imbottito di certezze e miti assurdi
Predisposto a sogni facili ed ingordi
Germe classico di dubbi e paure
Quelle stesse tue di quando sei sincero

Credevi all'uomo nero
Credevi all'uomo nero

Fianchi morbidi e culetti impertinenti
Hanno acceso la tua imberbe fantasia
Le prime ed insolenti tue erezioni
Le hai sprecate tra le pieghe dei calzoni
Promettendomi che un giorno libertino
Non l'avresti più gettato dentro al cesso
L'orgoglio del tuo sesso
L'orgoglio del tuo sesso

Ma è bastato il primo caldo vaginale
Consumato in quel suo magico rituale
Perché tu credendo fosse stato il cuore
Parlassi già d'amore
Parlassi già d'amore

Corri corri coniglietto birichino
Che la notte ti ha portato un bel bambino
Sarà grasso con gli occhietti, sarà bruno
Sarà timido e incerto e in primo luogo
Coi tuoi occhi gli farai vedere il mondo
Sarà scialbo e delicato come un giglio
Sarà proprio tuo figlio
Sarà proprio tuo figlio

Corri corri disperato burattino
Riempi in fretta di marmocchi il tuo teatrino
La famiglia romperà le tue paure
Sarà certo il tuo trofeo, il materasso,
ma stà attento perché c'è chi ha già capito
che aver gli occhi, la tua bocca e il tuo naso
è stato solo un caso
è stato solo un caso

Stà tranquillo non ti devi preoccupare
Per il bene maledetto che ti voglio
Per la sorte un po' vigliacca che ci unisce
Per quest'ansia che da sempre ci appartiene
A nessuno svelerò questo segreto
Solo a queste rime troppo ladre
Dirò che sei mio padre
Dirò che sei mio padre
Dirò che sei mio padre

 

CHISSA' SE FUORI

(Pieromarras)

Stasera non si affitta
Niente idee, la mente slitta
Verso i soliti nevrotici perché
E l'ansia che ritorna lì
Cercando fra le corde lì
Un lirico risvolto a tutti i "se"

Ma i segni di una assenza
Già drammatica presenza
Solo qui li so sentire
Son la sola ristagnante verità

E il suono di un accordo
Un po' monotono un po' sordo
Più non riesce a farmi male
Più non stuzzica la mia vitalità

Chissà se fuori c'è ancora una città
Chissà se fuori c'è ancora una città

Attento al tuo castello sai
Non serve che sia bello
Basta un attimo per farlo andare giù

Quell'attimo ha una storia
È una costante ormai notoria
Che rivela la tua scarsa identità

E il merito di un cielo
Di una sera un po' malata
Di una voglia malandata
Di un capello che agonizza e cade
E allora questa stanza
L'arroganza delle cose
Le speranze ormai corrose
Sembra tramino per far complicità

Chissà se fuori c'è ancora una città
Chissà se fuori c'è ancora una città

Buongiorno dolce fata
Come mai ti sei svegliata
Sembri uscita da un infausto telefilm
Ti serve un buon cristiano
Dal sorriso americano
Come dire "su di me ci puoi contar"

Ti canto una canzone
Vuoi la più sentimentale
Vuoi quell'altra un po' banale
Oppure quella che ti aiuta a riposar
Oppure vuoi sentire
Questa voce mia nitrire
Vuoi che faccia la gallina
Vuoi che invecchi, dimmi tu cosa ti và

Chissà se fuori c'è ancora una città
Chissà se fuori c'è ancora una città

 

PLANCTON

(Pieromarras)

Sballottato disperato
La corrente lo ha portato
In un mare senza luce
Dentro il buoi più completo
Dentro il nulla più assoluto
Quella forza lo conduce
Perché lui non è che Plancton
Microrganica materia
Che non può né sa capire
Che quei rantoli dell'onda
Come musica solenne
Lo accompagnano a morire

Finchè arriva la Balena
Che dà un senso a quella pena
Finchè arriva la Balena
Che lo inghiotte e se ne va.

E così la massa inerte
Vive solo nella morte
Che identifica il suo ruolo
E lo libera dal mare
Dallo squallido suo andare
Da quel suo morire solo,
ma quel ruolo oggi si è perso
in un mare di agonia
in quell'acqua sua salata
e la tisi si distende
scatarrata dalla gola
di una civiltà malata

…e stasera la Balena
ha sputato la sua cena
e stasera la Balena
cercherà dove morir

Sballottati disperati
La corrente ci ha portati
In un mare senza luce
Dentro il buoi più completo
Dentro il nulla più assoluto
Quella forza ci conduce