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Questa pagina è stata
realizzata col contributo impagabile di Giovanni Kaiblinger e Giorgio
Grisilla. |
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La rete tranviaria
dei Castelli Romani arrivò all'entrata in guerra dell'Italia (10 giu gno
1940), nel pieno delle sue potenzialità. L'esercizio sociale del 1940 si
chiudeva con un utile di
1.285.537,55
lire su 17.222.364,25 lire di spese d'esercizio, ma rispet- to al 1935
l'utile totale era sceso dal 10 al 7% degli incassi totali. Alla
cessazione delle ostilità fu ripreso il progetto di trasformazione della
rete in "Ferrovie Rapide" (un tratto di sede fu anche costruito nel 1946),
ma la ricostruzione fu di fatto intesa come ripristino della situazione
preesistente, non è da escludersi in vista di uno smantellamento più o
meno prossimo del sistema. L'esercizio sociale si chiudeva nel 1942 con un
incasso di 30.435.932 lire, un terzo del quale (per un totale di
10.079.334 lire), proveniente dal solo servizio urbano, e coi danni
seguiti al periodo che va dall'8 settembre 1943 al 4 giugno 1944 anche le
linee dei Castelli (che si erano tutto sommato mantenute economicamente
produttive), precipitarono nel tunnel di un disastro dal quale non
riuscirono più a uscire. |
Le scelta del
Governo Nazionale Fascista del 1929, che aveva bloccato qualsivo- glia
finanziamento alle tranvie extraurbane (nuove costruzioni), e
ridimensionato il sovvenzionamento delle linee esistenti (scelta dettata
da una situazione generale del comparto già allora non del tutto florida),
unita a un radicale cambiamento del- la domanda di trasporto (che nel
dopoguerra assume un carattere sempre più pen dolare), e alla sempre
maggiore affidabilità dell'autobus (che non è più quello chia- mato a
sostituire la rotaia negli anni '30), portò alla decisione di abbandonare
al proprio destino gran parte dei sistemi locali di trasporto su ferro, e
per quanto ri- guarda la rete STEFER dei Castelli la decisione fu quella
di attendere la scadenza del le concessioni (motivo per cui le
soppressioni vengono attuate in tre tempi: 1954, 1962, 1965), per
concentrare l'attività aziendale tranviaria al solo servizio urbano. |
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Il capolinea degli autobus
extraurbani della STEFER in via Carlo Felice. |
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(Collezione Ogliari) |
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Per la STEFER, che
nel dopoguerra gestiva non solo la rete dei Castelli Romani, ma anche le
ferrovie per Fiuggi-Alatri e Ostia, l'avvio dell'esercizio automobilistico
non fu certo dei più semplici. L'effettiva unificazione gestionale delle
tre reti fu attuata solo verso la fine degli anni '50, e se pure unico era
il gestore nella realtà dei fatti era come se ci fossero ancora tre
aziende distinte e separate, ognuna con le sue re gole, il suo personale
e le sue consuetudini, e nessuna delle tre realtà aveva a dis- posizione
il materiale necessario all'esercizio di una rete prevista ancora come
"in- tegrativa" del servizio su ferro. La STEFER disponeva di materiale
usurato per il so- lo servizio urbano di Frosinone, si avevano pochi e
sgangherati autobus provenienti dalla gestione delle Vicinali sui tronchi
della Roma-Frosinone chiusi all'esercizio, e si dovevano
accelerare i tempi per impedire ai privati (molti dei quali improvvisati
imprenditori del settore), di conquistare pericolosamente le strade con
gli autobus che erano riusciti a salvare da distruzioni e razzie nel
periodo bellico. |
Il servizio automobilistico fu quindi dapprima dato in appalto a ditte
esterne, in parte proprio a quegli stessi privati che erano pronti a
gestire propri autoservizi, a partire dal 1949, e quindi dal 1954, con le
prime sospensioni del servizio viaggiatori ai Castelli, anche la STEFER
mette in campo i propri mezzi, appositamente acquista ti per l'esercizio
dei tronchi tranviari sospesi. In primis si riassorbe l'intero servizio
extraurbano, coi privati che attivano parallelamente autolinee
concorrenziali, e quindi dal 1960, con susseguenti acquisizioni di autobus
- perlopiù Fiat e Lancia, molti dei quali probabilmente acquistati usati
come i Fiat 405 ex Società Autolinee Veloci - anche la rete urbana di Roma
passa sotto la diretta gestione della società. |
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LINEE AUTOBUS URBANE
DI ROMA (1949-1976) |
LINEA |
ITINERARIO |
NUMERAZIONE ATAC |
PRECEDENTE |
SUCCESSIVA |
A1 |
Stz FS Termini - Via Menofilo |
161 |
663 (1) |
A2 |
Stz FS Termini - Piazza Rosarno |
162 |
664 (1) |
A3 |
Stz FS Termini - Aeroporto di
Ciampino |
vedi nota (2) |
C1 |
Stz FS Termini - Piazza dei Mirti |
151 (3) |
105 (4) |
C1r |
Stz FS Termini - Viale
Alessandrino |
152 |
C2 |
Stz FS Termini - Torre Angela |
153 |
C3 |
Stz FS Termini - Villaggio Breda |
154 |
C4 |
Stz FS Termini - Piazza Serrule |
155 |
C5 |
Stz FS Termini - Viale dei
Romanisti |
156 |
C6 |
Stz FS Termini - Via Siculiana |
157 |
T1 |
Stz FS Termini - Via dei Pisoni |
511 (5) |
T2 |
Stz FS Termini - Viale Tito
Labieno |
512 (5) |
T3 |
Stz FS Termini - Piazza Cavalieri
del Lavoro |
513 (5) |
T3r |
Stz FS Termini - Viale dei
Romanisti |
514 (5) |
T4 |
Stz FS Termini - P.za Cinecittà |
515 (5) |
5 |
Stz FS Termini - P.za Cinecittà
(linea notturna) |
515 |
55N (6) |
(1) Limitate a Largo
Colli Albani e ridenominate dal 16-2-1980 |
(2) Al
passaggio da STEFER a ATAC questa linea, formalmente suburbana, non
poteva essere assunta dall'ATAC. Fu sostituita dall'autolinea
Cinecittà-Ciampino, che l'A.CO.TRA.L. continuò ad esercitare con parte
delle vetture urbane non passate all'ATAC. |
(3) Soppressa nel 1981 |
(4) Unilinea Casilina
(Termini-Grotte Celoni), sostitutiva delle preesistenti linee ex STEFER,
istitui ta nel 1988. |
(5) Linee soppresse
all'apertura della linea A della Metropolitana |
(6) Ridenominata 55N nel 1992. Prolungata da P.za Cinecittà a Stz Metro
Anagnina, e da Stz FS Termini a C.ne Cornelia il 9-6-1999 quale servizio
automobilistico notturno sostitutivo della linea A della Metropolitana |
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I capolinea degli
autobus STEFER furono attestati alla Stazione Termini per i servi zi
urbani e in via Carlo Felice per le relazioni extraurbane. |
In quei primi anni
'50 la sostituzione con autoservizi di preesistenti linee su ferro era un
operazione vantaggiosa sotto il duplice aspetto dei tempi di percorrenza e
dei costi di esercizio, ed anche la comodità del viaggio era per molti
aspetti concor- renziale (si poteva viaggiare ugualmente in piedi, almeno
in certi orari, ma non era più necessario partire anche due ore prima per
arrivare a destinazione). Anche qui, come più in generale ovunque in
Italia, l'imprevidenza del potere pubblico e gli in- teressi particolari
non consentirono un ripensamento di questa tendenza quando, all'inizio
degli anni '60, la motorizzazione in pieno sviluppo, l'aumento dei livelli
di traffico e della domanda pendolare, cominciarono a rendere l'autobus un
vettore non più concorrenziale e vantaggioso rispetto alle antiquate
tranvie. |
L'attestamento
degli autoservizi in periferia, ai capolinea esterni di metropolita- ne
ancora non esistenti e di ferrovie ancora non utilizzate per servizi
comprensoria li, avrebbe tardato quarant'anni rispetto a queste nuove
modalità di esercizio, e gli autobus devono affrontare livelli di traffico
sempre più alti per raggiungere capili- nea che ancora per molti e molti
anni resteranno nel cuore della città, spesso arran giati alla bisogna
dove ci fosse lo spazio per la sosta. I percorsi su rotaia, attivi o già
sospesi, non vengono guardati per quel vantaggio della sede propria ed
esclusi- va che rappresentano (binari, traverse e massicciata che non
consentono ad altri veicoli di percorrerle), e ben lungi dal recuperare e
ricostruire quelli ancora in grado di operare si decide di assegnare al
trasporto pubblico quel ruolo subalterno alla motorizzazione che nel giro
di un decennio lo farà precipitare in una crisi che stia- mo vivendo
tuttora. |
Inizia cosi la
triste stagione della concorrenza tra la STEFER, società di totale proprietà
del Comune di Roma che esercita servizi perlopiù extraurbani, e quella
miriade di aziende private, più o meno affidabili, che fino al 1973
continueranno ad esercitare autoservizi sugli stessi itinerari.
Concorrenza che viene attuata con l'is- tradamento delle autolinee sugli
stessi percorsi di ferrovie, tranvie e autolinee STE- FER (molti dei quali
peraltro obbligati), e con una politica di tariffe stracciate a tut- to
scapito della sicurezza degli autobus utilizzati. Risparmiando sulla
manutenzione dei mezzi e sulle paghe del personale, infatti, biglietti e
abbonamenti costano anche la metà, ma lo stesso personale sottopagato deve
rifondere di tasca propria i danni a cose e persone che questi autobus che
cadono a pezzi provocano. |
La situazione sarà
in parte risolta con l'istituzione del Consorzio Regionale dei Trasporti (A.CO.TRAL.L),
che dopo un periodo di esercizio provvisorio da parte delle società STEFER
e SRFN (Società Romana Ferrovie del Nord), sancirà il passaggio di mezzi,
personale e impianti alla nuova azienda pubblica (ma mezzi e impianti sono
per gran parte da buttare), ma nel periodo in cui la situazione del
trasporto su gom ma degenera sempre più si lasciano languire i servizi su
ferro ancora in grado di operare, senza prevedere un qualsivoglia piano di
ammodernamento che tale si possa chiamare per la
Roma-Civitacastellana-Viterbo (che pure sarà interessata a tali lavori
negli anni '80 e '90), e per la Roma-Fiuggi-Alatri: per quest'ultima,
anzi, il piano del 1950 prevedeva la correzione di una parte delle curve e
di piccoli partico- lari nel tracciato, ma non la ricostruzione su sede
separata di un tracciato che cor- reva perlopiù al fianco delle strade se
non, e succedeva, in pericolosa interferenza col traffico stradale e il
passaggio dei pedoni.
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Della rete minore
del Lazio sopravvive oggi solo la Roma-Viterbo ex SRFN (oggi in gestione
Me.Tro.), mentre la Roma-Fiuggi-Alatri è stata definitivamente chiusa nel
tratto Sen-Cesareo-Alatri il 27 dicembre 1983 dopo che il servizio era già
stato "provvisoriamente" limitato sospendendo i tronchi Fiuggi-Alatri
(1978), e Cave-Fiuggi (1982). Alla stessa data viene però sospeso
anche il tronco Pantano Borghe se-San Cesareo, ufficialmente per un frana
ma in realtà per le condizioni impraticabili degli impianti, sospensione a tutt'oggi in
vigore nonostante la concessione ereditata dalla società Me.Tro sia
tuttora Roma-San Cesareo. |
Per gli
interessati diamo qui di seguito il parco autobus urbano ed extraurbano
della STEFER cosi come è stato accertato fino ad oggi. Si tenga comunque
conto che
nel 1951, secondo dati della Motorizzazione, la STEFER utilizzava 3
BIANCHI CIVIS, 5 FIAT 666 e 4 LANCIA 3RO, da aggiungersi ai 4 Alfa Romeo
800 Menarini utilizzati sul servizio urbano di Frosinone. Di questo
materiale, come anche di molti altri gruppi di quel periodo, le notizie
sono al momento scarse e dubbie. |
Inoltre risulta che la STEFER iniziò il servizio urbano con autobus sulla
direttrice Appio-Tuscolano nel 1951, Casilina nel 1949 e Ostiense (linea
Roma-Ostia) nel 1961. |
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STEFER - AUTOBUS URBANI
(1930-1976) |
NUMERI DI
ESERCIZIO |
MODELLO |
CARROZZERIA |
ANNO |
NOTE |
IMMISSIONE |
RADIAZIONE |
1-5 |
Lancia Omicron |
? |
1930 (?) |
? |
1 |
? |
Alfa Romeo 800AU |
Menarini |
1948 (?) |
? |
2 |
? |
Fiat666 RNU |
Cansa |
1949 (?) |
? |
3 |
501-540 |
Fiat 405 |
Viberti CV.39 |
1960 |
? |
4 |
301-352 |
Bussing TU.11 |
Macchi |
1960 |
?entro
il 1973 |
601-625 |
Lancia
703.04 |
Viberti CV.60 |
1960 |
? |
. |
626-665 |
Lancia
703.04 |
Casaro U.83 |
1960 |
? |
5 |
201-202 |
O.M.
Tigrotto |
Menarini |
1965 |
? |
. |
401 |
Fiat 409.101 |
Casaro U.192/1 |
1963 |
? |
. |
701-705 |
Fiat 410 St.3 |
SEAC U.202 |
1963 |
? |
6 |
706-773 |
Fiat
410.100 St. 4/2 |
Fiat-Cansa |
1964/1968 |
? |
7 |
901-915 |
Lancia
718.241 |
De Simon |
1968 |
? |
8 |
774-813 |
Fiat
410A.111 |
Fiat-Cameri |
1970 |
? |
916-930 |
Lancia
718.241 |
Menarini |
1971 |
? |
101-111 |
Fiat 314/A |
Menarini Monocar 120/1 |
1972 |
? |
. |
301-350 |
Fiat
418AL |
Fiat-Cameri |
1973/1974 |
? |
9 |
STEFER - AUTOBUS EXTRAURBANI
(1948-1976) |
? |
Fiat 680.RN |
Viberti |
1950 |
. |
. |
1001-1003 |
Fiat 682.RN |
Viberti CV.7 |
1954 |
entro il 1972 |
. |
1101-1104 |
Fiat 682.RN |
Viberti CV.6 |
1955 |
entro il 1972 |
. |
5101 |
O.M. Orione
580 |
Menarini |
1954 |
. |
. |
1201-1204 |
Fiat 692.RN |
Viberti CV.6 |
1956 |
. |
. |
6001-6015 |
Bussing TU11 |
Macchi |
1958 |
.entro
il 1972 |
. |
2001-2014 |
Fiat 306/2 |
Viberti CV.24B |
1958 |
1972-1979 |
. |
2101-2120 |
Fiat 306/2 |
Viberti CV.24B |
1960 |
1972-1980 |
. |
2201-2230 |
Fiat 306/2 |
Macchi |
1961 |
1972-1973 |
. |
2301-2328 |
Fiat 306/3 |
Cansa |
1962-64 |
1977-1981 |
. |
4001-4008 |
Lancia 703.01 |
Viberti AV.9 |
1962 |
. |
11 |
2501-2503 |
Fiat 306/3 |
Menarini |
1965 |
. |
12 |
2504 |
Fiat 306/3 |
Menarini Monocar 1041/2 |
1965 |
. |
2601-2604 |
Fiat 306/3 |
Padane |
1964 |
. |
. |
4201-4202 |
Lancia 703.01 |
Orlandi |
1964 |
. |
13 |
5001-5007 |
O.M. Tigrotto |
Borsani |
1964 |
. |
. |
2401-2425 |
Fiat 306/3 |
Cansa |
1965-1968 |
1977-1981 |
10 |
4101-4108 |
Lancia 703.08 |
Viberti AV.9 |
1965 |
. |
3001-3004 |
Fiat 314/2 |
Cansa |
1968 |
. |
11 |
2701-2769 |
Fiat 306/3 |
Cansa |
1970 |
1984-1986 |
2329-2340 |
Fiat 306/3 |
Cansa |
1972 |
1986-1989 |
6001-6075 |
Fiat 343 |
Cameri |
1972 |
1988-1990 |
6101-6106 |
Fiat 343L |
Cameri |
1973 |
1988 |
1001-1027 |
Fiat 308 |
Cameri |
1972 |
1986-1988 |
1101-1116 |
Fiat 308L |
Cameri |
1972 |
1986-1988 |
2770-2883 |
Fiat 306/3 |
Cansa |
1972/73 |
1986-1989 |
3005-3006 |
Fiat 314/3 |
Cansa |
forse 1974 |
. |
6201-6287 |
Fiat 343 |
Cameri |
1974/75 |
1990-1991 |
1117-1125 |
Fiat 308L |
Cameri |
1975 |
. |
6107-6116 |
Fiat 343L |
Padane |
1975 |
1987-1988 |
6300-6539 |
Fiat 343 |
Cameri |
1975/76 |
. |
4301-4302 |
Fiat 343 |
Menarini Monocar 1141/3 |
|
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(1)
L'immagine collegata ritrae una vettura numerata 5, ciò che lascia
intendere che siano esis- tite almeno 5 vetture. Non si hanno notizie
dei mezzi e delle linee. |
(2) Almeno 4 unità in
servizio, inizialmente utilizzati sul servizio urbano di Frosinone
(1949). Tre vetture
sono
state vendute (forse nel 1962, in quanto in quell'anno non risultano
sulle statisti- che ministeriali) alla Salvatore Aquino di Cosenza,
ditta esercente il servizio urbano nella città calabrese.
Secondo i dati statistici della Motorizzazione
relativi al 1948 e al 1951 la STEFER gestiva il servizio urbano di
Frosinone con autobus, iniziato nel 1937, con 4 Alfa Romeo 800 (che
dovrebbero quindi essere i Menarini qui citati), e 1 FIAT
666. |
(3) Almeno 4 unità in
servizio, ma secondo dati della Motorizzazione forse 5. |
(4) Vetture provenienti dalla
Società Autolinee Veloci. Del parco dei Bussing/Macchi la consisten- za
accertata è fino alla vettura 352. |
(5) Consistenza del parco
accertatata fino alla vettura 665. |
(6) Passati all'ATAC nel
1976, rinumerati 9701-9705 |
(7) Vetture 706-756 passate
all'ATAC nel 1976, rinumerate 9706-9756 - Vetture 767-773 rimas- te all'A.CO.TRA.L.
|
(8) Passati all'ATAC nel
1976, rinumerati: 9901-9915 - 9774-9813 -9916-9930 |
(9) Vetture 301-325 passate
all'ATAC nel 1976, rinumerate 9301-9325 - Vetture 326-350 rimas- te all'A.CO.TRA.L. |
(10)
autobus acquistati per
l'esercizio dell'autolinea sostitutiva della tranvia Roma-Genzano-Velletri
alla definitiva chiusura del servizio tranviario extraurbano. |
(11) Passati all'A.CO.TRA.L.
nel 1976 |
(12) Vetture provenienti
dalla S.A.R. (Società Automobilistica Romana) |
(13) Vetture con allestimento
Gran Turismo |
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Tabella fornita da
Giovanni Kaiblinger e parzialmente corretta da Giorgio Grisilla. |
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