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L'INAUGURAZIONE DELLA ROMA-GROTTAFERRATA

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   Il 19 febbraio 1906 entrano in funzione i primi tronchi extraurbani della rete dei Castelli Romani, la linea che da via delle Cave raggiunge Grottaferrata e la diramazione da quest'ultimo paese, o meglio: dal bivio cosiddetto di Grottaferrata, a Frascati. I quotidiani dell'epoca ci hanno lasciato ampi resoconti del primo giorno di servizio della linea. Quelli che riproduciamo qui, pubblicati dai quotidiani "la Tribuna" e "il Messaggero" nelle edizioni del 20 febbraio 1906, sono documenti storici di particolare importanza. La dovizia di particolari che caratterizzava il giornalismo di allora, attento ai più piccoli particolari, consente di farsi un idea dei veri problemi che la rete dei Castelli (e non solo), portò con se fin dai primi tempi.

Il primo articolo è quello de "la Tribuna", che da della gornata un resoconto particolarmente det- tagliato e ricco di particolari. Entrambe le cronache sono riportate in "Partiamo Insieme", di Fran- cesco Ogliari e Franco Sapi.

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Il primo orario della tranvia per Frascati
(dal libro di Ogliari-Sapi "Partiamo Insieme")
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INAUGURATA LA TRAMVIA ROMA-GROTTAFERRATA
Frascati 20 febbraio ore 10
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   Quanto iersera, per l'inaugurazione del servizio tramviario elettrico nei Castelli Ro mani, è avvenuto alle porte di Roma non può purtroppo essere constatato - che gio va dissimularlo? - senza un profondo senso di rammarico per le scene di violenza selvaggia che si è avuto a deplorare e per la ingiustificabile imprevidenza che quel- le scene indirettamente provocò.

   Fatti violenti e vandalici, che mal si riesce a comprendere come si siano potuti compiere da una popolazione civile; imprevidenza ingiustificabile in chi ha assunto l'incarico e la responsabilità di un pubblico servizio e in chi sull'ordinato e regolare andamento di questi servizi è tenuto a vigilare. Ma procediamo con ordine.

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L'APERTURA DEL PRIMO TRONCO
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   Ieri, adunque, fu aperto al pubblico traffico il primo tronco della linea tranviaria Roma-Frascati, venti chilometri di linea già compiuta, mentre ancora si lavora al restante tracciato della linea stessa. E' facile intendere come la curiosità e l'interes se che l'apertura del servizio suscitava nella cittadinanza romana e in quella dei Castelli Tuscolani dovesse determinare, pur non essendo giorno festivo, un grande concorso di gitanti. Infatti, se le corse del mattino portarono qui [ai Castelli - n.d.a.] pochi o punti viaggiatori da Roma - ed una venne anche soppressa pel deviamento, al bivio di Grottaferrata, di una vettura difettosa - con quelle del mezzogiorno e del pomeriggio affluì a Grottaferrata ed a Frascati moltissima gente, auspico per la bel- lissima giornata. Già alla corsa delle 9,30 avevano preso parte il direttore delle Tramvie elettriche costruttrici e assuntrici della linea. signor Roberto Cavallini, con alcuni invitati. E le cose, dirante la mattina e il pomeriggio, erano procedute bene, offrendo ai viaggiatori una bella gita attraverso un percorso pittorescamente va- rio, gita che, in tempo normale, si era svolta in un ora e dieci minuti.

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RESSA E AGGLOMERAMENTO
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   I guai cominciarono la sera, al ritorno da Frascati a Roma. Le vetture tramviarie continuavano a giungere cariche di gente, mentre la enorme folla di quelli che si erano recati a Frascati durante il pomeriggio e dovevano tornare a Roma, andava formando un agglomeramento formidabile, di fronte all'insufficienza del numero di vetture adibite al servizio. Cosi che molti, giungendo a Frascati e scorgendo il peri- colo di non poter tornare indietro, anziché scendere, rimanevano nelle vetture, ren dendo cosi meno facile prendervi posto a coloro i quali volevano entrarvi per tornare a Roma. A ciò si aggiunge il fatto che il carrozzone in partenza da Roma alle 15,30, che doveva giungere a Frascati alle ore 16,30, giunse invece con un ora e mezza di ritardo e al completo così che, al bivio di Grottaferrata, non potè accoglie- re i passeggeri che attendevano di far ritorno a Frascati. A Frascati, coloro i quali avrebbero voluto scendere dal tram in arrivo, non potevano farlo a causa della res- sa della folla che voleva entrare a sua volta nelle carrozze. La folla, formata in gran parte da buongustai del vino dei Castelli che, manco a dirlo, era stato bevuto in ab- bondanza, si affollava tumultuando in piazza Romana, intorno alle vetture, mentre i carabinieri e le guardie mal riuscivano a tenerle a freno.

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L'ASSALTO AL TRAM
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   Le vetture erano prese letteralmente d'assalto, tra alte grida di protesta, invetti- ve al personale viaggiante, grida femminili di spavento, fischi ed urli. Molti, non po- tendo entrare dai montatoi, entravano in vettura dai finestrini. Era una vera follia collettiva, una lotta barbarica feroce alla quale, nella completa impossibilità di prov vedere, dacché il numero delle vetture era così insufficiente pel numero dei viaggia tori, il personale tranviario assisteva con paziente rassegnazione alla valanga delle contumelie.

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AL BIVIO DI GROTTAFERRATA SASSATE E VIOLENZE
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   Le cose assunsero al colmo, quando alla penultima corsa la vettura carica di ben duecento persone che tornavano a Roma giunse al bivio di Grottaferrata. Quivi si era andato formando un altro enorme affollamento di persone e quando la vettura giunse con un un'ora e mezza di ritardo, fu accolta a fischi. Fu una lotta indescrivibi- le di centinaia di persona per la conquista di posti che... non c'erano, e si rinnovaro- no, tra fischi e urli, le scalate dei finestrini. Intanto che, da circa mezzora, nella vet- tura stracarica, si attendeva per ripartire e la gran massa rimasta a terra fischiava ed urlava, si annunziò che la vettura, per un guasto al freno Westinghouse, non po- teva procedere e doveva perciò attendersi pel trasbordo un altra vettura da Roma o dalla sottostazione di Marino [il deposito di S. Giuseppe, n.d.a.], cui si era telefonato. Le proteste e le grida raggiunsero un diapason spaventevole: si imprecava, si bes- temmiava; le donne e i bambini piangevano; e coi fiumi delle diatribe e delle impre- cazioni alcuni - che avevano fatto onore più che non si convenisse al buon vino - ri- gurgitavano del medesimo sui vicini, sui cuscini della carrozza, dall'alto dell'imperia le, provocando nuove proteste e grida.  Qualcuno prese a inveire senza misura con- tro la società, e fu quello il segnale di una vera battaglia contro la vettura e contro il personale. Senza riguardo alla incolumità di quelli che erano in tram, si prese a lan ciar sassi contro la vettura, rompendo con grande fragore tutti i vetri dei finestrini e delle lampade elettriche; furono stracciati i cuscini e rotti i seggi; le lanterne dei conduttori furono lasciate nei campi. Passavano tornando dai lavori della campa- gna alcune donne recando fasci di canne, che furono loro strappati e gettati sotto la vettura per appiccarvi il fuoco. I tramvieri furono malmenati. Uno di essi, un po- vero vecchio, fu vilmente percosso.

   Una scena di devastazione vandalica e di violenza brutale. Altri intanto, a colpi di temperino e coltello, squarciavano i cuscini di velluto della prima classe, riducevano in minuzzoli le cinghie di cuoio dei finestrini e rompevano i campanelli, e persino i predellini. Non si descrive lo spavento della maggior parte dei viaggiatori, che non prendeva parte, naturalmente, a queste scene selvagge. Molti cercavano di aprirsi una via di scampo tra i forsennati ed uscire dalla vettura attraverso i finestrini; ma erano accolti dagli avvinazzati a pugni e calci. Neppure le donne furono risparmiate e molte signore furono investite dall'impeto della folla di brutalità e di distruzione. E in tanto pandemonio di grida di spavento e di imprecazione, e in tanto vandalico ro- vinìo, non un carabiniere. Cosa tanto più deplorevole in quanto che la mattina, quan do cioè meno sarebbe stato necessario, si era ritenuto opportuno di far scortare la vettura da carabinieri e guardie.

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LA VETTURA DI SALVATAGGIO
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   Finalmente, come Dio volle, alle 21 e mezza, giunse da Roma una nuova vettura, nella quale gran numero di persone potettero entrare e far ritorno a Roma, sottra- endosi alle ire ed ai sassi degli altri che rimanevano a terra. Nel carrozzone mezzo fracassato presero posto coloro i quali erano giunti da Roma con la vettura salva- taggio, e che il malcapitato carrozzone trasportò a Frascati. Qui erano ancora, an- che a quell'ora, ben trecento persone che attendevano di tornare a Roma, e non tutte, naturalmente, potettero vedere esaudito questo legittimo voto. Gli uffici tele fonico e telegrafico furono invasi da persone che volevano avvertire le loro famiglie dell'accaduto. Il Capitano dei carabinieri, il commissario di P.S. Serrao ed il sindaco, riuscirono a stento a calmare gli animi eccitati. Fu telegrafato alla prefettura e si po tè ottenere che venissero da Roma due altre vetture tramviarie. Si provvidero an- che delle carrozze a cavalli e molti potettero cosi partire. Molti altri sono partiti coi treni di stamane. La calma non rientrò nella nostra tranquilla città che a mezzanot- te circa.

Seguitiamo qui con la cronaca della giornata pubblicata da "il Messaggero"...

LA TRANVIA ELETTRICA DEI CASTELLI

Inaugurazione del tronco Roma-Frascati. Un ritorno tumultuoso

   Finalmente, dopo 5 anni circa dalla concessione e dopo tre anni di lavoro, si sta com pletando la tranvia dei Castelli; e ieri il primo tronco Roma-Frascati - Km 20 - venne aperto al pubblico esercizio.

   La popolazione romana, benché giornata di lavoro, fece discreta ressa sul mezzo- giorno e nelle prime ore del pomeriggio, a Porta San Giovanni, per prendere posto nelle carrozze mastodontiche.

   La prima corsa effettuatasi alle 6,30 ant. non ha portato viaggiatori a Frascati; e la seconda corsa da Roma, quella delle 8, venne soppressa perché la vettura n. 10 - che dicono difettosa ai due carrelli - aveva deragliato al bivio di Grottaferrata, men tre dal deposito di San Giuseppe presso Squarciarelli doveva proseguire per Roma.

   La seconda corsa si effettuò così alle 9,30 e vi presero parte circa 60 persone.
   Da Frascati giunse con la tranvia pochissima gente.

   Il Messaggero, propugnatore instancabile del miglioramento della viabilità nei din torni di Roma e delle più rapide comunicazioni da Roma con i paesi della provincia - specialmente con i nostri simpatici "Castelli" -  non ha mancato di interessarsi di questo avvenimento che segna l'inizio di un maggiore incremento e del crescente progresso delle laboriose popolazioni Laziali.

   La gita con un cielo meravigliosamente bello, benché soffiasse una tramontana frizzante che penetrava nelle ossa, è riuscita e riuscirà sempre piacevole.

   Tanto nel primo piano come sull'imperiale avevano preso posto alcune distinte si- gnore e signorine.

   Notai il direttore delle tranvie Roberto Cavallini, con alcuni membri della società, l'abate di Grottaferrata padre Arsenio Pellegrini col suo segretario padre Cosma Buccola, il marchese Muti, l'avvocato Felice Giammarioli, alcuni giornalisti, ecc.

   Sull'imperiale avevano preso posto alcuni popolani i quali con i loro motti satirici, spiritosi, tennero maggiormente allegri i gitanti fino a Frascati.

   - Nun ce farete rimanè pe' strada - osserva un popolano al fattorino del tram (risa te generali, compreso il fattorino!)

   - Male che vada me fermo all'Osteria del Curato e me fo preparà... indovina? 'na panzanella!

   - A Totò... - dice un altro amico - te ricordi quando l'imperatore di Germania scese da cavallo e se bevette mezzo litro all'Osteria del Curato?

   - Ma vattene, buattaro!

   - Ma lo disse proprio er Messaggero. Tanto è vero che l'imperatore volle sentì er vino de' Castelli, e me ricordo che quando lo bevette era de mattina a bon'ora.

   - A Riché... - ma che non te faressi tu pure un gottarello a quest'ora?

   - Ma io te fo vede che appena arrivo a Frascati abbagno er tramme con un ber mezzo litro che me farà da vermutte!...

   E tra una risata e l'altra il carrozzone tranviario si mette in moto alle 9 e 30 pre-cise.

   Molto pubblico salutava la partenza coi cappelli e coi fazzoletti.
   La folla che si recò a Frascati nel pomeriggio fu enorme.

   A Porta San Giovanni le vetture erano prese d'assalto e con le spinte e il pigia pi- gia tutti volevano prendere posto.

   Quelli che non potevano salire dal montatoio s'introducevano per le finestre.
   I carabinieri e le guardie erano insufficienti a trattenere la ressa.

   Fin qui poco male, ma i guai gravi avvennero al ritorno ché tutti si trattennero per gli ultimi treni.

   La vettura delle 4 e tre quarti pomeridiane, partita invece da Frascati dopo le cin que, stracarica di passeggeri, giunta al bivio di Grottaferrata, per un guasto al freno dovè fermarsi.

   Cominciarono allora le proteste e le grida e dalle grida si passò alle minacce con- tro i conducenti. Seguirono diverse risse.

   Parlarono pure di bruciare la vettura, mentre altri lanciavano sassi contro i vetri, parte dei quali andarono in frantumi.

   Per il trasbordo dei viaggiatori giunse da Roma una vettura, che si fermò a un cen tinaio di metri da quella guasta.

   I viaggiatori corsero verso la vettura sicuri di avere un mezzo per tornarsene a Roma, ma prima che tutti avessero preso posto la vettura ripartì lasciandoli in mez zo la campagna e dovettero risalire a piedi a Frascati.

   Intanto a Frascati avvenivano altri tafferugli tra la folla impaziente di partire: una vettura che si dirigeva al deposito di San Giuseppe, fu presa d'assalto, ebbe i vetri frantumati e guasto il manometro.

   Il direttore da Roma inviò un altra vettura per prendere colà i viaggiatori rimasti.
   Questi giunsero a Roma alle 11.

   Quando la vettura entrò nel deposito a San Giovanni si constatò che tutti i cuscini di velluto della vettura stessa erano stati vandalicamente tagliati a colpi di coltel- lo.

   Questi atti indegni di una popolazione civile non hanno bisogno di alcun commen- to.

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