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Karl Marx
(1818
- 1883)
Karl Marx nacque a
Treviri
il 15
Maggio 1818 da padre e madre di origine ebraica, tutta via quando nel
1816, in seguito alle leggi antisemitiche, dovette scegliere tra
professione e fede egli scelse la professione. Le sue opere più
frequentemente ricordate ed anche le più famose sono il “Manifesto del
partito comunista” , scritto in collaborazione con l’amico Friedrich Engels,
ed “il Capitale”
, la sua opera chiave e considerata chiave del marxismo.
Rivoluzione permanente
La teoria della rivoluzione permanente è una teoria marxista su come
perseguire l'obiettivo del comunismo all'interno di un Paese poco
sviluppato. Sebbene essa sia strettamente associata a Lev Trockij, il
richiamo alla rivoluzione permanente si trova per la prima volta negli
scritti di Marx e Engels nell'immediato seguito del 1848, nelle loro
direttive per il comitato centrale della Lega dei comunisti.
Il concetto di rivoluzione permanente è basato sulla sua valutazione che
nei paesi arretrati il compimento della rivoluzione democratico-borghese
non possa essere realizzato dalla borghesia stessa.
Pensiero rivoluzionario marxista
Secondo Marx l’uomo giunge, attraverso il “lavoro”, ossia attraverso l’inevitabile lotta e la sudata vittoria sugli elementi ed esseri avversi,
a tanto accrescere il proprio ingegno da prendere consapevolezza di se e
da crearsi un organismo sociale. Insomma dall’urto perenne di forze di
semplice natura appare ormai maturato in urto perenne di forze umane.
Forze necessariamente economiche. Giacché se necessita di lavoro, e
lavoro crea intelligenza, l’ intelligenza induce subito alla sua volto
l’uomo a soggiogare l’uomo, ed a sfruttarlo per il proprio
profitto. Di
qui la scissione tra sfruttatori e sfruttati e tra padroni e
schiavi; ossia il sorgere delle classi e il loro scontro perenne nella
storia. La storia diventa pertanto nient’altro che il processo continuo
alterno della lotta di classe. Ogni classe infatti appena giunta al
potere, crea dialetticamente entro se stessa, la
classe avversaria, la
propria antitesi per esserne prima o poi vinta e sopraffatta. Nessun
Saturno nella storia marxista mangia mai i propri figli. In compenso
tutti i figli divorano sempre i successivi Saturni da cui sono stati
procreati.
Legge inesorabile; lotta implacata ed implacabile. Nella quale e per la
quale, tutti i mezzi di violenza e di frode, fino alle forme più
spietate della guerra civile, non soltanto sono ammessi, ma prescritti
ed inculcati.
L’urto tra ultima tesi e ultima antitesi di classe, tra proletariato e
borghesia, si svolgerà tra formidabili corpo a corpo e in atmosfera
rovente di terrorismo rivoluzionario, tra fiamme e disastri
apocalittiche, per fatalmente risolversi con la vittoria del secondo.
Proprio per esercitarne quel salutifero terrorismo, il proletariato
dovrà impadronirsi della sovrastruttura politica borghese dello stato,
ed imporre la propria provvisoria “dittatura”.
Allora, non esistendo più ne classi ne dominazione o antagonismo di
classi, anche lo stato prodotto da quell’antagonismo, scomparirà
consunto in se medesimo.
Così facendo alla fine “il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione per
il libero sviluppo di tutti”.
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