Estate 2009 - Viaggio in bici da Savigny (Svizzera) a Etretat (Francia)

Stefano Pozzo e Daniela Pietrobon – 2009




Anche quest'anno per le vacanze estive abbiamo fatto un viaggio in bicicletta: partendo da Savigny, un paesino svizzero, abbiamo attraversato la Francia passando per Dijon e Parigi, per arrivare su fino alle coste della Normandia, ad Etretat. E poi ancora il ritorno fino a Parigi, poi un tratto in treno da Parigi a Ginevra, e infine lungo il lago di Ginevra passando per Lausanne fino ad arrivare di nuovo a Savigny.

Come l'anno scorso, anche quest'anno abbiamo utilizzato il tandem con il carrettino, e in totale abbiamo pedalato per 1450 chilometri.



Il carrettino, del tipo per il trasporto dei bambini, ha due vantaggi fondamentali: il primo è che è molto comodo per la sistemazione dei bagagli, perchè è sufficiente metterli all'interno e chiudere per essere pronti a partire, molto meglio che le borse sul portapacchi della bici che invece vanno sistemate e legate attentamente ogni volta. il secondo vantaggio è che dà l'impressione che trasportiamo dei bambini, e abbiamo notato che le auto che ci vogliono sorpassare lo fanno con molta più prudenza rispetto a quando non abbiamo il carrettino, e questo è un fatto che apprezziamo molto!

Anche l'utilizzo del tandem è, secondo noi, decisamente meglio rispetto all'uso di due distinte biciclette. Infatti l'unione delle forze nel pedalare permette di viaggiare molto più velocemente, di fare meno fatica, e di affrontare più agevolmente le salite. Inoltre consente di chiaccherare e di condividere le emozioni durante il viaggio. Infine consente al passeggero seduto dietro, non avendo la necessità di guidare, di guardarsi attorno e di fare fotografie mentre si viaggia.

Qui di seguito trovate qualche appunto di viaggio e la descrizione di ogni singola tappa del percorso. Sono solo appunti per raccontare e per ricordare questa nostra vacanza, non aspettatevi perciò nulla di letterario, nulla di appassionante da leggere, che proprio "sun nen bun"!













martedì 4 Agosto: da Savigny a Malbuisson. Km 70.4



Perchè siamo partiti da Savigny? È presto detto: a Savigny, nella campagna a nord del paese, ci abita mia zia, e così abbiamo colto l'occasione per passare a farle visita. Siamo perciò andati in auto fino a casa sua, abbiamo dormito lì, e il giorno dopo abbiamo lasciato l'auto a casa sua e siamo partiti con il tandem e il carrettino.




Il primo tratto del percorso attraversa grandi foreste di conifere intervallate da ampi pascoli. La strada è tutta una serie di brevi salite seguite da discese. Essendo mattino presto la temperatura è decisamente bassa e occorre vestirsi bene, ma dopo qualche chilometro di saliscendi ecco che si incomincia già ad avere caldo e togliamo la giacca a vento rimanendo in maglietta. Sono strade secondarie e il traffico è praticamente inesistente.




Ad un certo punto i boschi finiscono e lentamente i grandi pascoli degradano verso la valle. Ci stiamo avvicinando ad Orbe dove ci fermiamo per mangiare un po' di frutta e qualche biscotto, e nel frattempo per riposarci un po' le gambe. Questa pausa a metà tappa diventerà poi un'abitudine che ci porteremo avanti per tutto il resto del viaggio.




Dopo Orbe la strada prende a salire in modo continuo sul fianco della valle mostrando un bel panorama. Nonostante ci stiamo avvicinando al confine, il traffico è praticamente nullo, perchè tutti utilizzano l'autostrada che segue parallela alla nostra strada. Invece dopo il confine la strada è unica e quindi troviamo un discreto passaggio di auto e mezzi pesanti. Noi avanziamo lentamente perchè è tutta salita fino a Jougne, ma fortunatamente la strada è larga e non ci sono problemi con chi ci supera.




Come avevamo preventivato (e sperato!) arriviamo al campeggio di Malbuisson verso l'ora di pranzo. Prima, nei pressi del confine, ci eravamo comperati dei panini in un bar, e così appena sistemati in campeggio abbiamo pranzato con quelli. Nel pomeriggio abbiamo fatto un po' di relax e una passeggiata sul bordo del lago. Il sole forte e il caldo del pomeriggio ci ha fatto dimenticare di essere in una zona di montagna e così per cena ci siamo seduti ai tavolini all'aperto di un ristorante del paese. Ma appena il sole è tramontato la temperatura è subito cambiata e abbiamo finito la cena che ormai faceva decisamente fresco. Naturalmente accanto a noi altra gente, locale, imperturbabile continuava tranquillamente in maglietta! Brrr!











mercoledì 5 Agosto: da Malbuisson a Dole. Km 95.7



Ed eccoci alla seconda tappa, che prevede una prima parte ancora tra i saliscendi dell'altipiano, per poi scendere ripidamente ad Arbois e proseguire nella campagna fino a Dole.




Il fresco della sera si trasforma in freddo durante la notte, e al mattino tutto è bagnato dalla abbondante umidità che è calata durante la notte. Noi in genere partiamo al mattino presto e quindi non abbiamo modo di aspettare che il sole ci asciughi il telo esterno della tenda prima di smontarlo e piegarlo. Perciò, per evitare che questo ci bagni il resto dei bagagli, lo mettiamo da solo nel cestino della bici anzichè nel carrettino. Con il sorgere del sole si formano dei bellissimi banchi di nebbia nelle valli e attraverso i campi.




Il paesaggio è ancora molto simile a quello svizzero del giorno precedente, con boschi intervallati da ampie zone di pascolo. Ogni tanto si passa vicino ad una fattoria dove le mucche pascolano tranquille e ci guardano con curiosità.




Il panorama tranquillo, gli ampi campi, i pascoli, i boschi, ci ripagano della fatica delle salite. È un viaggiare molto piacevole e rilassante.




Anche nella tappa di oggi seguiamo strade secondarie dove il traffico è pressochè inesistente. I paesi che attraversiamo sono molto piccoli, tranquilli, la gente va a piedi e immancabilmente vedendoci passare ci augura "bonjour!".




Verso metà mattinata, qualche chilometro prima di raggiungere Arbois, incontriamo un paio di cicloturisti in senso opposto al nostro. Gli chiedo da dove arrivano e mi dicono "da Arbois". Evidentemente non hanno capito che io intendevo sapere di dove sono, da dove sono partiti per la loro vacanza, e non da dove arrivano in questo preciso istante. Ma va bene lo stesso, facciamo due chiacchere sul viaggio in generale ma loro ad un certo punto insistono nel sottolineare che quella mattina sono partiti da Arbois. Non capisco questa puntualizzazione, visto che Arbois è a pochissimi chilometri di distanza. Lo capirò pochi minuti dopo, quando passando per un fitto bosco la strada scende con una discesa lunga e ripidissima fino ad Arbois! Per noi è discesa, ma loro se la sono fatta in salita! Tanto per capire l'entità di quella discesa: una volta giunti ad Arbois ho dovuto verificare i nostri freni perchè durante la discesa ne abbiamo consumata una gran parte!




Dopo Arbois la strada prosegue sempre con continui saliscendi ma la quota media è molto più bassa e la temperatura si è innalzata. Il telo esterno della tenda lo abbiamo fatto asciugare al sole durante la pausa di metà mattinata e quindi appena arriviamo al campeggio di Dole possiamo montare la tenda, pranzare e riposarci un po'. Poi, nel tardo pomeriggio, andiamo a piedi a visitare il centro che scopriamo essere molto bello, con canali d'acqua e con un quartire antico tutto arroccato sull'alto. Nella parte bassa invece c'è, nascosta in un cunicolo tra le case, la grande vasca di una sorgente sotterranea.




La bella giornata di cielo terso era evidentemente invitante non solo per viaggiare in bici, come dimostra questo gruppo di mongolgiere che ci è passato sulla testa poco prima di cena e che ha attirato l'attenzione di tutti i passanti. Comunque anche i viaggiatori in bici erano ben numerosi: al campeggio c'eravamo noi con tandem e carrettino, una coppia di anziani tedeschi che facevano un lungo giro del centro Francia, una mamma con bambino, lui con la sua biciclettina e lei con un carrello monoruota con tutti i bagagli, un'altra coppia di una certa età di cui lui con delle brutte escoriazioni alle gambe, una coppia giovane con un carrettino con dentro il cane, e infine un gruppo di tre con due tende. Ci ha fatto molto piacere vedere che tanta gente ha la nostra stessa passione per le vacanze in bicicletta.




Ai tavolini del ristorante, alla sera, in attesa che ci servano la cena, ne approfitto per scrivere qualche appunto relativo alla giornata appena trascorsa. Nel frattempo Dany manda via sms ad amici e parenti rimasti a casa gli ultimi aggiornamenti sul nostro viaggio.











giovedì 6 Agosto: da Dole a Dijon. Km 60.9



La tappa da Dole a Dijon è l'unica in tutto il viaggio che, dopo un primo tratto collinare, ha un discreto pezzo di strada rigorosamente pianeggiante. Sarà forse che non siamo più abituati alla pianura, sarà che il sole era forte, sarà che c'è una leggera brezza in senso contrario, ma quel tratto di pianura non è stato facile e scorrevole come avremmo desiderato!




Come d'abitudine partiamo molto presto al mattino. La sveglia ci suona alle 5:30, ci prepariamo, smontiamo la tenda, facciamo colazione usando il nostro fornellino a gas, carichiamo i bagagli e in genere siamo di partenza verso le 7:00. A quell'ora la città si sta appena svegliando, le strade sono ancora deserte, il sole appena sorto proietta ombre lunghe, e il nostro viaggio inizia nel silenzio.




Il tratto di strada tra Losne e Dijon è in pianura e segue grosso modo la linea retta di un canale navigabile. Poco prima dell'inizio della periferia di Dijon, nei pressi di una chiusa sul canale, inizia una pista ciclabile. Chiediamo informazioni alla signora addetta alla manovra della chiusa la quale ci conferma che la pista ciclabile segue il canale e porta fino in centro alla città. Decidiamo quindi di seguire quel percorso.




Il canale è navigabile e sul lato opposto al nostro ci sono varie fabbriche dotate di attracco per le chiatte da trasporto. Una di queste fabbriche produce torri per generatori eolici.




La pista ciclabile in effetti porta verso la città e, controllando sulla nostra cartina, sembrerebbe addirittura andare dritta verso il quartiere dove c'è il campeggio cittadino! Quando la pista ciclabile entra tra le prime case a Dijon troviamo questo posteggio di biciclette pubbliche a noleggio. Curiose queste bici che hanno la trasmissione senza catena.




L'ultimo tratto di ciclabile che percorriamo attraversa dei grandi giardini pubblici lungo il canale e arriva al lago Kir. Pochi metri prima del lago una signora ci indica dove svoltare per trovarci di fronte all'ingresso del campeggio! In campeggio ci assegnano una piazzola che però è ancora occupata da un padre con la figlia che stanno smontando la tenda. Hanno una moto Guzzi e chiaccheriamo un po': sono di Pontarlier, sono stati a Dijon per trovare casa alla ragazza e per l'iscrizione al conservatorio che lei frequenterà a iniziare dall'autunno. Lui parla molto bene l'italiano e alla fine, prima di partire, ci regalano una mezza bottiglia di vino che gli è avanzato!
Poco dopo nella piazzola accanto a noi arriva un grande gruppo in bici con i bagagli. Sono i componenti di due famiglie: tre adulti e sei o sette tra ragazzi e bambini, il più grande dei quali avrà 16 anni e il più piccolo ha solo 18 mesi ed è l'unico a non pedalare: viaggia seduto in un carrettino identico al nostro. Ci raccontano che fanno circa 30 Km al giorno, un tratto notevole per dei bambini così giovani, e che se capita che non c'è un campeggio allora si accampano in qualche radura in campagna e fanno campeggio libero. Dev'essere un'avventura molto emozionante per quei ragazzi.




La tappa di oggi era un po' più corta delle altre e così abbiamo tutto il pomeriggio per fare i turisti in giro per Dijon. Il centro della città ha una parte più moderna fatta di grandi palazzi abbastanza belli, grandi viali e zone pedonali. Ad un certo punto vediamo passare un tandem un po' particolare: è autocostruito ed è fatto in modo che il guidatore è in posizione normale mentre l'altro passeggero è seduto rivolto indietro!
Il centro ha poi anche una parte più antica con case a graticcio, una grande cattedrale e un bel mercato coperto. Fa molto caldo e ci mangiamo un gelato in una piazza seduti sul bordo di una fontana mentre ascoltiamo il concertino di un gruppo che suona bluegrass.




Dopo un breve rientro in campeggio ci prepariamo ad uscire per cena. Al cancello del campeggio c'è una gran viavai di camper e roulotte che manovrano per andar via non avendo trovato posto in campeggio. Infatti già dal tardo pomeriggio il campeggio è al completo. Ci sono però anche due cicloturisti, padre e figlio, che non hanno trovato posto e non sanno bene dove andare. Vado allora alla reception e chiedo se li possono sistemare all'interno della nostra piazzola che è decisamente grande e della quale noi utilizziamo una minima parte. Fortunatamente alla reception accettano la mia proposta e così questi due possono piazzare la loro tenda.
Ceniamo in una piazza del centro, mentre suona lo stesso gruppo musicale bluegrass del pomeriggio. Nei ristoranti francesi si può sempre avere gratuitamente una caraffa di acqua dell'acquedotto. In genere la portano in tavola con delle caraffe di vetro, più raramente con caraffe di ceramica, molto spesso in bottigliette di vetro di quelle usate per il Richard e il Pastis, di forma caratteristica e con stampigliato il logo dell'aperitivo. A Dijon invece hanno delle bottiglie di vetro con stampigliato sopra "Dijonnaise - Eau de Dijon", segno che vanno fieri della qualità del loro acquedotto.











venerdì 7 Agosto: da Dijon a Montbard. Km 82.5



La tappa da Dijon a Montbard inizia con una salita impressionante, prosegue su e giù per l'altipiano, e poi segue una lunga valle tutta in leggera discesa.




Appena fuori dal campeggio di Dijon percorriamo per un breve tratto il bordo del lago Kir: ampia spiggia di sabbia, ombrelloni, docce, chioschi dei gelati, tutto molto balneare! Naturalmente all'ora che passiamo noi, al mattino presto, non c'è un'anima, ma ieri era piano di gente che faceva il bagno.
Ad un certo punto però deviamo per una salita ripidissima, lunga circa un chilometro ma decisamente ripida, in cima alla quale troviamo la strada principale che ci porterà a passare vicino ad un piccolo aereoporto e vicino ad una pista per le corse automobilistiche. La presenza di questa pista è anche sottolineata dal fatto che siamo continuamente superati da auto tipo Ferrari o simili, tutte con targa svizzera, che evidentemente stanno andando lì.




Siamo su un altipiano, che ovviamente di piano non ha nulla essendo tutto un continuo saliscendi, sul quale ci sono vastissimi campi coltivati. La strada che percorriamo è abbastanza piccola, secondaria, e il traffico anche qui è ridottissimo.
Ormai ci è chiaro che gli automobilisti francesi sono molto rispettosi delle biciclette: certe volte siamo quasi in imbarazzo tanta è la prudenza e la pazienza che hanno nell'attendere il momento più adatto per superarci. Ad esempio: strada in salita con ampia lunghissima curva a destra, con boschi ai lati. Noi pedaliamo abbastanza lentamente a causa della salita. Da dietro sopraggiunge un'auto, la prima dopo un'eternità di viaggio in solitudine, la strada non è particolarmente stretta, noi viaggiamo più a destra che ci è possibile, ma la visibilità non va fino all'estremo orizzonte della galassia e quindi l'auto rallenta, scala le marce, mette la seconda e si sistema lì comoda e tranquilla a seguirci aspettando che la curva finisca. In senso opposto sono ore che non si vedono arrivare altre auto, ci sarebbe spazio a sufficienza per passarci, ma per non rischiare l'auto preferisce aspettare. Quando finalmente la strada offre una visibilità che non lascia dubbi ecco che l'auto accelera e ci supera scostandosi ben bene sulla sinistra. Le faccio un segno di ringraziamento per l'attenzione che ci ha dato e l'autista mi risponde con un "non c'è di che". Ebbene, di situazioni come questa ne abbiamo avute a decine. E devo confessare che nonostante io sia un ciclista, nonostante io sappia quali sono i problemi e i pericoli che si corrono ad essere sorpassati, probabilmente se mi fossi trovato io a guidare l'auto in una situazione simile credo che avrei sorpassato senza farmi troppi problemi, con prudenza, ovviamente, ma senza tutta quella attenzione che invece i francesi hanno per le bici. Ora invece, dopo questa vacanza, anche io sono molto più attento e prudente nel superare le bici quando guido la macchina!




Ed ecco che la strada si infila in una valle, lasciandosi la cima dell'altopiano con i suoi generatori a vento, e dopo una piacevole discesa iniziale prosegue praticamente in piano per parecchi chilometri. Appena imbocchiamo la prima parte della discesa incrociamo un ciclista sportivo che viaggia in senso opposto, un signore di una certa età in bici da corsa, che ci saluta con enfasi e ci rassicura che da lì in poi non troveremo più salite!
Poco dopo ci fermiano in un paesino minuscolo lungo la strada. Accanto a noi c'è anche la ferrovia che da Dijon va verso Parigi, e il paese non è che un piccolo gruppo di case attorno alla ex stazione, dove ora i treni passano senza più fermarsi. È la nostra pausa di metà tappa, mangiamo un po' di frutta e riempiamo le borracce ad una fontanella. C'è da dire che siamo sempre stati abbastanza fortunati a trovare posti dove fare scorta di acqua. Anche in questo caso, nonostante la stazione fosse chiusa e non ci fossero rubinetti, ecco che sull'altro lato della strada appare come per magia il rubinetto di una fontanella quasi nascosta!




Il cielo si è fatto più scuro, l'aria più umida, e ad un certo punto incomincia a cadere qualche goccia di pioggia. Nei precedenti viaggi non ci era ancora mai successo di dover pedalare mentre piove e così questa è l'occasione per collaudare le nostre mantelline. In realtà sono mantelline per andare a camminare in montagna, ma che si sono rivelate adattissime anche per la bici. La pioggia dura poco, e dopo qualche chilometro le possiamo già togliere. Per non bagnare il resto dei bagagli le mettiamo da sole nel cestino del portapacchi posteriore.
Quando inizia a piovere ci troviamo in un punto dove la strada principale prosegue per una lunga ansa ma un bivio laterale permette di tagliare un bel pezzo in linea retta. Scegliamo perciò di prendere questa scorciatoia che però si rivela sì più corta vista sulla cartina, ma che scavalca una collina anzichè girarle attorno in piano! E così ormai ci siamo e pedaliamo in salita sotto la pioggia! Ma, come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere, e infatti passiamo per Alise, un paesino arroccato in cima alla collina, abbastanza diverso dai tipici paesi che abbiamo visto fino ad ora, e dove per la prima volta vediamo un bar pieno di gente del posto. Fino ad ora infatti avevamo visto solo caffè o bar poco frequentati, mentre qui c'è quella caratteristica animazione da bar di paese.




È da qualche tempo che vediamo grosse palle di vischio sugli alberi.
A Venarey ci fermiamo ad un supermercato per comprare qualcosa per pranzo. Fuori dal supermercato c'è un uomo con un cartello che dice che ha perso il lavoro, e chiede l'elemosina. Gli diamo qualche moneta e lui, vedendo che abbiamo comprato delle pesche, ce ne chiede, e così gliene diamo un paio.
Da Venarey fino a Montbard ci dovrebbe essere una pista ciclabile. Ne troviamo una ben segnalata ma che va in un'altra direzione, mentre della nostra non c'è traccia. Viaggiamo quindi fino a Montbard sulla statale, dove fortunatamente non c'è molto traffico, forse perchè è circa l'ora di pranzo.
A Montbard il campeggio comunale è molto bello, con ampie piazzole, occupate per meno della metà. Assieme a noi arrivano anche due ragazze in bici, e nel pomeriggio vedremo poi arrivare anche un gruppo di 5 ragazzi giovani tutti in bici con i bagagli.
Nel pomeriggio si mette a piovere in modo deciso e allora ne approfittiamo per farci una bella dormita in tenda, dormita che prolunghiamo un po' anche dopo che ha smesso di piovere!
Alla sera, rientrando dopo essere andati in centro a cenare, abbiamo la fastidiosa sorpresa di scoprire che in campeggio c'è la discoteca all'aperto! Noi non siamo lontanissimi e la musica ad alto volume è abbastanza fastidiosa, ma per fortuna smettono ad un'ora ragionevole.
In piena notte però veniamo svegliati dal forte rumore di un incidente stradale lì vicino: un'auto è finita fuoristrada nella curva proprio davanti al campeggio e si è schiantata nel fosso a lato della strada. Subito si sente che accorre della gente, e dopo un po' si sente arrivare un'ambulanza.










sabato 8 Agosto: da Montbard a Migennes. Km 97.5



Questa tappa, abbastanza lunga ma quasi tutta in piano, inizia con il cielo nuvoloso e l'aria fresca, per poi finire sotto un cielo limpido e un sole molto forte. Questa è stata la prima volta che, negli ultimi chilometri, non sopportavo più la maglietta, sudavo, e mi sono messo a torso nudo.




Siccome ieri pioveva non abbiamo potuto fare un giro turistico per Montbard, che però ci è sembrata una bella cittadina per quel poco che abbiamo visto all'imbrunire quando siamo andati in centro per cenare, e allora al mattino prima di metterci in viaggio decidiamo di fare ancora un giro in centro per vederla meglio.
Ci sono delle belle case antiche, un castello sull'alto, e un canale che attraversa il centro storico.




Da Montbard a Migennes la strada segue all'incirca il tracciato di un canale, allontanandosi ogni tanto per poi riavvicinarsi di nuovo. È un paesaggio di campagna, con grandi campi e macchie di boschi, dove spesso i paesi sono nei pressi di qualche castello. Si tratta di quel genere di castelli non fortificati, castelli intesi come residenze di campagna, un po' sullo stile dei castelli della Loira, con un ampio parco tutto intorno.
Ad un certo punto, è stata una visione tanto improvvisa quanto breve, nell'erba sul lato della strada ci sono due lontre, una decisamente grossa e un'altra più piccola, che appena si accorgono di noi si tuffano in un piccolo canaletto appena dietro ai cespugli a lato della strada.
Un altro incontro, più triste, è con i resti di un cervo sul bordo della strada, in compagnia di una serie di frammenti di paraurti di auto...
Tra Ancy e Lezinnes vediamo alcune vasche nelle quali coltivano il crescione.




Tonnerre è una bella cittadina. Prima di arrivare in centro ci fermiamo nei pressi di un supermercato per comprare un po' di frutta e quello che ci servirà per il pranzo. Mentre Dany entra a fare la spesa io ne approfitto e sostituisco i pattini dei freni posteriori che sono ormai ridotti all'osso. Quelli anteriori, benchè siano più sollecitati, li avevo cambiati prima di partire per il viaggio e quindi sono ancora in buono stato.




Davanti alla stazione di Tonnerre ci sono dei grandi giardini pubblici e ne approfittiamo per fare la pausa e colazione di metà mattinata. La comodità di fermarsi nei pressi delle stazioni è che in genere si ha a disposizione un rubinetto per fare rifornimento di acqua. Normalmente nell'acqua delle borracce sciogliamo una bustina di sali minerali, e il consumo abbondante di frutta fornisce gli zuccheri, così da reintegrare tutto quello che si perde con il sudore e con l'esercizio muscolare.
Mentre siamo fermi per la pausa ci rendiamo conto del gran numero di treni merci che viaggiano sulla ferrovia. Questo è un fatto che noteremo spesso sulle ferrovie francesi.




Dopo Tonnerre prendiamo una stradina secondaria che attraversa numerosi paesini molto tranquilli. Il traffico è pressochè inesistente e il panorama gradevole. Ad un certo punto, nei pressi di Cheu, vediamo due alianti che stanno scendendo verso l'atterraggio.
L'ultimo tratto di strada ha invece un lungo rettilineo in salita per scavalcare la collina su cui è il paese di Mont St Sulpice. Non è cosa da poco fare una salita così lunga e ripida quando ormai si è oltre il mezzogiorno, con il sole a picco e l'aria molto calda. Però, con calma, un giro di pedali dopo l'altro, arriviamo anche a superare quest'ultima difficoltà e siamo a Migennes.




Migennes è l'unico posto che non ci ha particolarmente entusiasmato: già la tappa era lunga e siamo arrivati stanchi e accaldati, il gestore del campeggio era un raro esempio di antipatia, che faceva lo sceriffo e rimproverava per una cosa o per l'altra tutti quelli che gli capitavano a tiro, e poi la cittadina era prevalentemente industriale e, essendo periodo di ferie estive, era deserta e con la maggior parte dei ristoranti chiusi. Una vera desolazione. Peccato perchè ha un bel porticciolo sul canale dove c'erano un certo numero di houseboat e anche un paio di chiatte abitate.
Una nota curiosa: questa è stata l'unica volta che siamo arrivati a fine tappa particolarmente accaldati ed è anche stata anche l'unica volta in cui nel campeggio c'era la piscina. Bene, verrebbe da dire. E invece no, perchè alla piscina si era ammessi solo se si indossava un costume del tipo "a mutanda" ed erano vietati i costumi da bagno del tipo "a pantaloncino". Ovviamente io avevo solo il tipo a pantaloncino! Non abbiamo però ben capito il motivo del divieto, che avevamo già incontrato in un altro campeggio, sempre in Francia, l'anno scorso. Boh...











domenica 9 Agosto: da Migennes a Nemours. Km 83.1



Quella di oggi è ancora una tappa facile, scorrevole, attraverso la campagna e attraverso grandi boschi, alcuni dei quali sono così fitti che gli alberi si chiudono a tunnel sopra la strada e sotto è scuro e fresco. Ad un certo punto scorgiamo un cerbiatto che sta per attraversare la strada, ma poi ci vede e torna indietro nascondendosi nel bosco.




Lasciato Migennes passiamo per la bella cittadina di Joigny, sul bordo del fiume, con un grande porto fluviale e dei bellissimi mercati coperti proprio sul fiume. Ci fermiamo a fare qualche foto e mentre sbirciamo dentro il giardino di una vecchia casa tenuta con grande cura ci sorprende l'anziano proprietario che però ci fa segno che possiamo fotografare il suo giardino senza problemi.




A metà mattinata facciamo pausa a Savigny! Si, proprio un paese con lo stesso nome di quello da dove siamo partiti, dove abita mia zia. Di Savigny in Francia ce ne sono anche altri, e infatti qui sul cartello all'ingresso del paese è anche specificato che questo fa parte della "Associazione dei Savigny di Francia e Svizzera".
La nostra sosta la facciamo in una strada laterale, nei pressi di una costruzione che contiene la vasca dell'acqua di una sorgente.




Bella la tipica architettura che si incontra nei paesi che attraversiamo, con tetti dalla falde molto spioventi e campanili appuntiti.
A Domats ci fermiamo ad un negozio di alimentari per comprare il necessario per il pranzo. Nel frattempo nella piazza di fronte, a fianco della chiesa, c'è un piccolo mercatino domenicale.




A Egreville la piazza a fianco della chiesa è dominata dalla antica struttura di legno di un grande mercato coperto. È veramente un'opera imponente, ed è affascinante l'insieme di travi e travetti che si incrociano sopra le nostre teste. Nel frattempo nella chiesa si è appena celebrato un matrimonio.




Grano, pascoli, e anche tanti campi di barbabietole. E mentre passiamo in mezzo a queste distese, solo noi sulla strada, nel silenzio si alza un grido: dal cortile di una casa isolata in mezzo alla campagna un uomo ci vede passare e ci urla "Bonne Route!". Ricambiamo il saluto augurandogli una buona giornata, e intanto pensiamo al piacere che ci fa quando qualcuno ci saluta mentre pedaliamo.




Il campeggio di Nemours è appena a sud della città, in realtà è addirittura nel territorio di un altro comune, e noi ci arriviamo alle 13:00. Scopriamo però che la reception a quell'ora è chiusa e riaprirà solo alle 15:00. Andiamo quindi nei grandissimi giardini pubblici che abbiamo visto poche centinaia di metri prima di arrivare al campeggio. Sono dei giardini molto grandi, con dei prati enormi, tra il fiume e il canale navigabile, e a parte qualche pescatore e un gruppo familiare per il resto sono deserti e tranquillissimi. Mentre pranziamo passa nel canale lì accanto una grossa chiatta abitata. Finito di mangiare ci rilassiamo all'ombra di una pianta aspettando che arrivi l'ora di entrare in campeggio.




Al campeggio, dopo esserci sistemati, chiediamo alla reception se possono prenotarci un posto al campeggio di Versailles per il giorno dopo. Abbiamo scelto Versailles anzichè Parigi perchè pensiamo sia più facile trovare posto, ma le telefonate che fanno per nostro conto non hanno successo: il campeggio di Versailles si dichiara completo e altri nei dintorni non rispondono al telefono. Andremo quindi alla ventura!
Intanto andiamo a farci un giro in centro a Nemours, e siccome è a qualche chilometro di distanza ci andiamo con il tandem.




La città non è male, c'è un canale con un mulino, c'è il fiume sul quale si affacciano la cattedrale e il castello, le piccole vie tra le case sono tranquille, ma le vie principali sono inspiegabilmente molto trafficate. È la prima volta che ci capita di trovare traffico, code di auto ai semafori, rumore di motori.
Non ci sono grandi alternative per la cena, troviamo solo un paio di posti aperti, e uno lo scartiamo perchè è su una strada molto trafficata. Scegliamo perciò un po' per forza un ristorante cinese che però è in un posto piacevole: ha i tavolini su una terrazza in basso sul bordo del fiume, proprio di fronte al castello.
Come regola noi abbiamo deciso di non lasciare mai il tandem dove non lo possiamo tenere sott'occhio (fa eccezione solo quando è in campeggio) e quindi scegliamo solo ristoranti che abbiamo i tavolini all'aperto dove possiamo parcheggiare la nostra bici e tenerla vicino a noi. Questo ristorante cinese aveva l'accesso giù per una lunga scala ma abbiamo ottenuto il permesso di portare giù anche il tandem con noi. Del resto solo due o tre tavoli erano occupati e non davamo fastidio a nessuno.











lunedì 10 Agosto: da Nemours a Versailles. Km 117.7



Questa è stata dura, molto dura. Un po' per la lunghezza, un po' per la difficoltà a trovare delle strade percorribili in bici, visto che più ci si avvicina a Parigi e più si viene indirizzati verso le superstrade ed autostrade, e un po' perchè nell'ultimo tratto ci sono parecchie salite impegnative. In più abbiamo anche perso un'ora di tempo per un piccolo guasto che però è stato l'occasione per un simpatico incontro.




Dopo aver lasciato il campeggio al mattino presto, e dopo aver attraversato di nuovo Nemours, costeggiamo il lato ovest della foresta di Fontainebleau fino a Milly dove c'è un antico mercato coperto simile a quello di Egreville e c'è anche un importante giardino botanico di conservazione di varie specie di piante aromatiche. A Milly ci fermiamo per comprare un po' si scorta di frutta.




Ed ecco una piacevole sorpresa! A Milly vediamo una vecchia indicazione stradale che ci annuncia che ormai siamo vicini a Parigi! In realtà questa indicazione è relativa a strade che ora sono state trasformate in vie adatte al traffico veloce, mentre noi di chilometri ne faremo molti di più viaggiando su stradine secondarie, però è confortante vedere quell'indicazione, segno che la prima parte del nostro viaggio sta per concludersi con successo.




Ma, come in quei videogiochi dove man mano che ci si avvicina alla meta diventano sempre più impegnative le difficoltà da superare, ecco che ci capita un imprevisto. Uno dei manettini del cambio, quello relativo al deragliatore anteriore, improvvisamente non fa più i piccoli scatti e non si ferma più nelle posizioni volute. Il deraglaitore continua a funzionare correttamente ma per mantenerlo in una qualunque posizione devo tenerlo in tensione trattenendo a mano la rotazione del manettino. Accidenti! Per un breve tratto di strada lo tengo ma poi mi accorgo che è troppo faticoso, che basta un attimo di allentamento della presa che il deraglaitore sposti la catena, insomma, così non va. Accidenti!
Ci fermiamo perciò a Chavannes per la pausa di metà mattina e ne approfitto per smontare il manettino e capire cosa si è guastato. Il problema pare essere che si è rotto un fermo di plastica che trattine la mollina che fa fare gli scatti. si potrebbe sostituire il fermo di plastica con qualcosa di incastrato al suo posto ma tra i miei attrezzi non ho nulla che possa essere utile.
Ma ecco che, come in un racconto fantastico, all'improvviso in lontananza si sente il suono di una piccola campana, che man mano si avvicina, ed appare un arrotino con il suo carretto.



Lo fermo, gli mostro il problema, gli spiego come penso si potrebbe tentare di risolverlo, e lui prova a guardare se tra i suoi attrezzi c'è qualcosa di utile. Trova una vite autofilettante, facciamo un foro nella struttura del manettino utilizzando la punta del suo coltello serramanico, inseriamo la vite, funziona ma la testa della vite è troppo grande e tocca in un punto, allora lui mola la testa della vite et voilà, il comando del deragliatore ha ripreso a funzionare come nuovo!
Il suo aiuto è stato determinante, ci ha risolto un bel problema, ma non vuole essere pagato. Ci racconta che lui è gitano, che è contento di averci aiutato, che aiutare qualcuno in difficoltà si paga da sè, dal piacere di averlo fatto. È una bravissima persona, ci ha fatto molto piacere conoscerlo, al punto da essere un po' contenti di aver avuto questo guasto che ci ha permesso di incontrarlo. Ci facciamo un'ultima foto ricordo insieme e proseguiamo il nostro viaggio.




Proseguiamo il nostro viaggio passando per un paesino dove due bambini in bicicletta ci affiancano e basta qualche sgardo furbetto per scatenare una gara di velocità tra noi e loro lungo la strada principale! Più avanti attraversiamo una vasta zona boscosa e in una stradina sterrata laterale scorgiamo un cerbiatto che bruca l'erba
Avvicinandoci a Versailles la strada si fa più difficoltosa, aumentano le salite e le discese ripide, è sempre più difficile trovare delle strade secondarie ed evitare le superstrade dove noi non saremmo autorizzati a viaggiare e dove comunque noi non vogliamo assolutamente passare.
Ad un certo punto però, all'orizzonte oltre i campi, ecco spuntare i grattacieli di Parigi! Che emozione!



A Versailles al campeggio ci confermano che sono al completo, e in modo molto sbrigativo ci mandano via. L'impressione che abbiamo avuto è però che non gradiscano i turisti di passaggio. Infatti non sembra essere un campeggio da turismo itinerante ma piuttosto da turismo stanziale. Comunque ci danno indicazioni per un altro posto nei pressi dei giardini della reggia.
Questo altro campeggio è molto spartano: una vasta area a prato, due edifici con le toilette, niente presa di corrente elettrica per i camper, però ha delle ottime docce calde, il personale alla reception è gentilissimo, accettano arrivi a ogni ora del giorno e della notte, è molto grande e c'è ampissimo spazio per tutti, e costa pure abbastanza poco. La struttura ci sembra quella di una ex base militare, con caseggiati bassi e lunghi su un lato e l'ampio prato centrale. In uno dei caseggiati ci sono delle camerate con letti a castello che al momento ospitano in grande gruppo di ragazzini, forse una scolaresca o forse dei boy scout.




Per cena andiamo verso la zona della reggia di Versailles, che è lì vicino, e andandoci abbiamo l'occasione di fare una breve incursione nei giardini della reggia appena prima che chiudano.











martedì 11 Agosto: da Versailles a Parigi. Km 16.5



Avevamo scelto Versailles come destinazione in alternativa a Parigi perchè pensavamo che fosse più facile trovare posto in campeggio. L'idea era quella di piazzarci in campeggio a Versailles e andare a fare un giro a Parigi con la metropolitana (c'è una linea RER che collega Versailles a Parigi in pochi minuti).
Però poi, una volta a Versailles, ci dispiaceva un po' non essere a Parigi con il nostro tandem, e allora abbiamo deciso di andare comunque a Parigi, andando al campeggio del Bois de Boulogne al mattino presto e sperando di trovare posto. Se non avessimo trovato posto avremmo comunque girato per Parigi con bici e carrello e saremmo rientrati a Versailles alla sera, rassicurati dal fatto che nel campeggio di Versailles dove siamo stati si trova sempre posto.
Versailles dista da Parigi pochi chilometri, perciò siamo partiti.




Appena fuori dal campeggio passiamo davanti all'ingresso principale della reggia di Versailles per poi proseguire in direzione di Parigi. La maggior parte del traffico verso Parigi utilizza l'autostrada e la tangenziale e quindi nelle strade che prendiamo noi si viaggia tranquillamente. Attraversiamo un paio di cittadine che fanno da periferia a Parigi e infine ecco che, essendo un po' sull'alto, si intravvedono i primi segni caratteristici della capitale: la Tour Eiffel e Montmartre.
Arriviamo al campeggio del Bois de Boulogne alle 9:45 e alla reception scopriamo che non accettano arrivi prima delle 14:00, che posto per le tende senza auto ce n'è, e che non occorre prenotare e possiamo andare tranquillamente a farci un giro e tornare alle due del pomeriggio che il posto lo troviamo di sicuro. Bene! Ottima cosa!




Quindi lasciamo momentaneamente il campeggio e proseguiamo per il centro. Avremmo ovviamente preferito già subito piazzare la tenda in campeggio e non pensarci più, ma con il tandem non è un problema andare a fare un giro in centro e poi tornare nel primissimo pomeriggio.
Il campeggio è sul lato ovest di Parigi e andando verso il centro la prima cosa che si incontra è l'arco di trionfo. E mentre noi celebriamo il nostro piccolo personale trionfo per aver raggiunto questa importante meta del nostro viaggio, ecco che anche un altro viaggiatore in bicicletta celebra il suo. È un signore anziano, con la barba e un cappello da marinaio, viaggia su una bicicletta molto modesta tirandosi dietro un carrello con i bagagli. Ci passa accanto sorridente ed estasiato di trovarsi lì a pedalare lungo i grandi viali di Parigi, e noi comprendiamo bene il suo stato d'animo perchè è lo stesso nostro!




Poco dopo eccoci ad attraversare piazza della Concorde, girare attorno all'obelisco presi dal turbine delle auto, e infine raggiungere il cancello di ingresso dei giardini Tuilleries. Al cancello un guardiano ci avvicina sorridente e ci dice che possiamo entrare nei giardini con la bici ma solo portandola a mano. Scendiamo quindi dalla bici e Dany, vedendo che lì all'ingresso c'è un negozio di souvenirs, va a vedere se trova delle batterie per la sua macchina fotografica. Ha infatti scaricato le pile ricaricabili e non vuole certo restare senza la possibilità di fare foto proprio ora!
Intanto io l'aspetto e il guardiano si allontana di pochi metri. Quando Dany torna lascio a lei la bici e vado un attimo alle toilettes. Torno però quasi subito, lei si stupisce, e io le dico che sono un po' troppo costose e che quindi cercherò un altro posto più avanti. Il guardiano però sente questo nostro discorso, anche se noi parliamo in italiano, mi si avvicina e mi fa segno di seguirlo, mi apre una porta riservata e mi indica di utilizzare la toilette che loro hanno a disposizione! Che brava persona, fa sempre un gran piacere incontrare gente così.




A Parigi in passato eravamo già stati, ma un conto è arrivarci con un'ora di volo aereo, di ben altro conto è esserci arrivati con le proprie forze, pedalando tanti giorni! Ci viene quindi spontaneo fare un sacco di foto con il tandem e il carrello davanti ai vari monumenti simbolo di Parigi.




E perciò eccoci davanti al Louvre...




... e davanti alla cattedrale di Notre Dame...




... e sotto alla Tour Eiffel.




Qui, oltre a questa foto del nostro tandem e del carrettino, avremmo voluto anche una foto in cui ci siamo noi due. Normalmente sono foto che cerco di fare con l'autoscatto, sistemando la macchina fotografico su un piccolo cavalletto o in qualche altro modo di fortuna. Qui però c'erano tanti turisti e ci è venuto spontaneo chiedere a qualcuno di farcela lui la foto. Malauguratamente nessuno è stato però in grado di riprenderci in modo decente: in un caso c'era solo mezza Tour Eiffel, in un altro c'erano dei passanti che occupavano mezza immagine, insomma, la prossima volta cercherò di nuovo di fare con l'autoscatto!




Dopo aver pranzato siamo tornati al campeggio, puntuali poco prima delle 14:00, e in effetti siamo stati sistemati in una delle aree riservate ai campeggiatori senza auto. Infatti il campeggio, pur essendo del tipo a piazzole, ha alcune aree per i viaggiatori in bici o in moto o a piedi, dove c'è posto in abbondanza per sistemarsi con la propria tenda. Inoltre abbiamo notato che anche i camper e le auto che necessitano di una sistemazione in piazzola trovano posto, però solo fino circa alle 16:00, dopo il campeggio si riempie fino a risultare completo. In campeggio vicino a noi c'è anche un altro tandem con carrettino monoruota!
Facciamo ovviamente un altro giro per il centro, questa volta solo con il tandem lasciando il carrello in campeggio, e andiamo verso la zona pedonale del centro Pompidou. Più avanti, lungo la senna, incontriamo un accampamento di senzatetto che vive sotto un ponte, poi un altro grosso accampamento in un viale, coperti da un grande telone, dove oltre alle tende, a dei mobili e al necessario per cucinare, espongono un grande striscione dove rivendicano una casa e un lavoro. Infine nei giardinetti di Piazza della Repubblica c'è una lunga coda per la distribuzione della cena ad opera dei volontari di qualche associazione benefica. Parigi purtroppo non è solo Ville Lumiere...











mercoledì 12 Agosto: da Parigi a Vernon. Km 84.7



Uscire da Parigi è più facile che entrarci, non si viene dirottati continuamente verso le tangenziali, ma in compenso si attraversa tutta una zona di cittadine che fanno da periferia a Parigi, con grandi palazzi moderni e poco interessanti. Poi a Saint Germain facciamo lo sbaglio di non affrontare la salita che permette di passare per il centro e così ci ritroviamo su una specie di circonvallazione brutta e molto trafficata. E appena dopo ci tocca pure una zona con lavori in corso! Insomma un brutto tratto di strada, che però poi finalmente sfocia nella campagna, il traffico come per magia si volatilizza e torna la tranquillità.




Il viaggio procede tranquillo nonostante non ci sia alternativa alla strada principale. Le cittadine che si attraversano sono comunque piacevoli e il panorama è rilassante.
Ad un certo punto incontriamo un ragazzo che, sul bordo della strada, spinge la sua moto. Ha avuto un guasto al motore e purtroppo noi, con i nostri pochi attrezzi, non siamo in grado di aiutarlo.
Qualche chilometro prima di Vernon la strada si avvicina alla Senna sulla quale viaggiano le chiatte che trasportano materiali.




Poco prima di Vernon c'è un altro cantiere. Questa volta i lavori si svolgono sulla ferrovia che scorre a fianco della strada, ma a causa di questi lavori la strada è ristretta e si viaggia in colonna per un lungo tratto. Le auto e i mezzi pesanti non hanno perciò modo di superarci e noi facciamo del nostro meglio per pedalare velocemente e arrivare in fretta alla fine del restringimento. Il grande senso di rispetto che i francesi hanno per le biciclette si conferma anche in questo caso: nessuno ci fa fretta, nessuno si innervosisce, per superarci aspettano pazientemente i punti dove c'è uno slargo e quando gli faccio segno di scusa e ringraziamento per la loro pazienza ci rispondono con garbo.
Attraversando Vernon in direzione del campeggio scorgiamo questa casa che non solo ha il tetto di paglia, ma ha sul colmo del tetto un filare i iris. Noteremo d'ora in poi che è una caratteristica assai diffusa per questo tipo di tetti.




A Vernon il campeggio è oltre la cittadina, in un paesino confinante, ma la nostra cartina non ci informa che per arrivarci c'è da fare una salita ripidissima! Ormai il sole è alto nel cielo, e la salita ci spreme le ultime forze residue della giornata. Dopo aver piazzato la tenda e aver pranzato passiamo un pomeriggio di riposo. Ci voleva. E non avendo voglia di scendere a Vernon (e soprattutto poi di risalire!) decidiamo di cucinarci la cena in campeggio. È la prima volta in questo viaggio che mettiamo mano alle riserve strategiche alimentari. Infatti finora ci siamo solo sempre preparati la colazione del mattino, pranzando e cenando in giro. Oggi invece ci cuciniamo sul nostro fornellino usando una piccola scorta che ci siamo portati proprio per utilizzarla in questi casi di emergenza.
Dopo cena abbiamo fatto conoscenza con una simpatica coppia di italiani che ci hanno raccontato cose molto interesanti di viaggi in bici in giro per il mondo...










giovedì 13 Agosto: da Vernon a Rouen. Km 67.4



Questa tappa era prevista più lunga, non avevamo previsto di fermarci a Rouen, dove non avevamo informazioni di campeggi, ma un inconveniente tecnico ci ha fatto perdere un po' di tempo e così siamo riusciti ad arrivare solo fino lì.




È abbastanza raro vedere delle grandi coltivazioni orticole, in genere ci sono solo pascoli o grandi estensioni di grano o altri cereali. E mentre noi pedalavamo in questa campagna la nostra bici ha deciso di darci qualche problema. Gia da un paio di giorni si è impigrito il meccanismo interno al mozzo posteriore, quello della cosidetta "ruota libera" che facendo degli scattini permette di smettere ogni tanto di pedalare e andare avanti solo per spinta. Al campeggio di Vernon il gestore mi aveva dato un po' di benzina con la quale avevo provato a pulirlo e sgrassarlo, e sembrava che il problema si fosse risolto, ma dopo pochi chilometri eravamo di nuovo da capo.




A nulla è servito fermarsi ad un Brico e smontare e sgrassare ancora in meccanismo, evidentemente qualcosa lo aveva danneggiato e non riuscivamo più a viaggiare bene. Le ripide salite non erano un problema perchè pedalavamo di continuo, ma per le altrettanto ripide discese che abbiamo trovato in questo tratto di strada era necessario andare molto piano, frenando continuamente, e non potevamo smettere mai di pedalare!




Su indicazione di alcune persone del posto abbiamo quindi trovato un ciclista aperto e abbiamo sostituito tutto il gruppo dei pignoni comprensivo del meccanismo di ruota libera. Per fortuna la Bianchi ha avuto la saggia idea di montare il tipo vecchio, quello a vite, e non il più moderno modello integrato nel mozzo della ruota, altrimenti avremmo dovuto cambiare tutto il mozzo e il lavoro sarebbe stato molto lungo e anche molto più costoso. Invece in pochi minuti ripartivamo con il nostro tandem di nuovo in perfette condizioni!




Tra i tentativi di riparazione fatti al Brico, il viaggiare più lento, e la riparazione finale, abbiamo perso un bel po' di tempo. Inoltre arrivando a Rouen minacciava temporale, e quindi abbiamo deciso di fermarci qui cercando posto in un albergo. Chiedendo all'ufficio del turismo abbiamo scoperto che c'era anche un campeggio, ma il brutto tempo in arrivo ci ha fatto decidere per la sistemazione in albergo. Abbiamo quindi trovato un hotel che avesse un posto sicuro anche per il tandem e il carrettino e ci siamo sistemati. E infatti mentre ci facevamo la doccia e ci riposavamo un attimo, fuori si è scatenato il diluvio! Meno male che eravamo sistemati!




Dopo il temporale il cielo si è schiarito e siamo andati a farci un giro a piedi in centro. Rouen ci ha colpito per la quantità e la vicinanza di cattedrali! Ce ne sono quattro a pochi metri una dall'altra in pieno centro! E poi è una città molto bella, con le antiche case a graticcio. Ho trovato invece bruttina la costruzione nella piazza dedicata a Giovanna D'Arco (tutto a Rouen è dedicato a Giovanna D'Arco!).











venerdì 14 Agosto: da Rouen a Etretat. Km 92.4



Avendo fatto breve la precedente tappa ora ci trovavamo con molti più chilometri da percorrere. Difficilmente saremmo arrivati a Etretat con una sola tappa, ma due sarebbero state troppo corte! Che fare? Beh, incominciamo a pedalare e poi vediamo come va.




Già dal primo mattino e fin circa alle 9:30 viaggiamo immersi nella nebbia e fa abbastanza freddo! È strano essere in agosto, sempre più vicino al mare, e trovarsi in un simile clima. A Caudebec c'è un grande ponte strallato che scavalca la senna. È altissimo e fa un certo effetto vederlo scomparire nella nebbia!




Nei pressi di Caudebec c'è una grande area lottizzata a piccoli orti. Dalle indicazioni sembra essere una cosa organizzata dal comune. A noi, che stiamo diventando sempre più dei convinti appassionati di orticoltura, vedere tutta questa organizzazione fa molto piacere, e speriamo che esperienze di questo tipo si diffondano presto anche nei comuni italiani.




Ad un certo punto la nebbia si dissolve e il sole torna a splendere come sempre. Ci fermiamo lungo la strada per mangiare un po' di frutta ed ecco che arriva un ciclista con bici da corsa e si ferma a chiaccherare un po'. Molto spesso abbiamo avuto questo genere di incontri con ciclisti locali che si fermano e si fanno raccontare nel nostro viaggio. Sono incontri molto piacevoli.
Il nostro viaggio prosegue meglio del previsto. Probabilmente la voglia di arrivare a destinazione ci mette le ali ai piedi e la tappa, anche se lunga, si sta rivelando facile. Oltrepassiamo grandi campi di lino tagliato e lasciato ad essiccare, passiamo sotto ad un lungo viadotto tutto fatto di alte arcate di mattoni sopra il quale passa la ferrovia, ma siamo sempre in campagna e nulla lascia intuire che a pochi chilometri c'è il mare.




E finalmente ecco che per qualche chilometro la strada scende lentamente e alle 13:40 arriviamo alla tanto attesa meta: Etretat! WOW, ce l'abbiamo fatta! siamo arrivati!
Subito all'inizio del paese ci fermiamo al campeggio. Un cartello sul cancello indica che è completo ma un piccolo biglietto sulla porta della reception specifica che è completo solo per roulottes e camper, mentre c'è ancora posto per chi ha la tenda. E infatti ecco che ci viene incontro il gestore e subito ci accompagna ad una piazzola libera, non prima di aver mandato via un camper che cercava posto.
La cosa che stupisce è che la nostra piazzola, come altre ancora libere, è enorme e sicuramente avrebbe potuto ospitare un camper. L'idea che ci siamo fatti è che accettino un numero massimo di camper e roulottes in modo da riservare una certa quota di posti a chi ha solo la tenda, che altrimenti non potrebbe certo passare la notte in un parcheggio pubblico come invece possono fare i camper.
Siccome temiamo che a breve il campeggio sia completo, e siccome la nostra piazzola è enorme, diciamo fin da subito al gestore che se per caso gli dovessero arrivare altri cicloturisti, e non avesse più posto, li può sistemare insieme a noi.




Continuiamo però a non avere l'impressione di essere al mare, il campeggio è a un chilometro e mezzo dalla spiaggia e attorno si vedono solo colline e boschi. Dopo mangiato andiamo quindi verso il mare, attraversiamo il paese, e fino a che non sbuchiamo oltre l'ultima fila di case non ci crediamo ancora, ma poi eccolo lì, il mare, incorniciato dalle famose scogliere! Ora sì, siamo veramente arrivati!
A Etretat restiamo anche i tre giorni seguenti, durante i quali il tandem e il carrello restano fermi in campeggio, e noi ci godiamo la meta raggiunta.











sabato 15, domenica 16 e lunedì 17 Agosto: Etretat.



Il tempo è particolarmente bello, il sole è caldo e c'è tanta gente sulla spiaggia. La spiaggia è tutta libera, ha i bagni e le doccie pubbliche gratuite ed è di ciottoli che spesso hanno forme e disegni curiosi. Evidentemente questi ciottoli devono piacere a molta gente per giustificare addirittura un cartello che ne vieta la raccolta!




Il caldo, che tutti dicono essere anomalo per questo posto, invita a fare il bagno in mare. L'acqua è abbastanza fredda, però dopo il primo impatto poi ci si sta bene e quindi anche noi abbiamo nuotato un po'.




Ai lati del paese ci sono sentieri che salgono sulla cima delle scogliere ed è possibile fare lunghe passeggiate costeggiandone il bordo. È curioso come il sentiero sia in bilico tra due panorami completamente differenti: da un lato il mare, dall'altro la campagna con i pascoli e le mucche. Si fa fatica a credere di essere contemporaneamente in due posti così diversi tra loro.




Sul lungomare assistiamo ad uno spettacolo teatrale portato in scena da quattro ragazze. Un ambiente surreale, personaggi fantastici, satira di costume, canzoni e scambi di battute con il pubblico. O, almeno, questo è quello che ho capito io che non parlo francese! Simpatico il modo che hanno alla fine per raccogliere le offerte in denaro: anzichè chiedere dei soldi mettono in vendita dei carnet di quattro "santini" che raffigurano loro stesse nei loro abiti di scena.




Qui a Etretat, come pure in tutti gli altri maggiori centri marittimi della Normandia, è stata istituita per il periodo estivo una biblioteca all'aperto sul lungomare. C'è una piccola casetta di legno con dentro gli scaffali con i libri e c'è uno spazio all'aperto con numerose sedie a sdraio dove ci si può mettere a leggere di fronte al mare. I libri non possono essere portati via da lì, ma se non si riesce in tempo a finire la lettura di un libro e lo si vuole continuare basta mettergli un segnalibro e consegnarlo all'addetto che lo tiene da parte per il giorno dopo.
Io non ho mai studiato il francese, capisco qualcosina ma non sono certo in grado di leggere un libro, così ho optato per i fumetti e mi sono letto un paio di avventure di Tintin. Mi ha fatto molto piacere ritrovare nelle illustrazioni del fumetto i panorami della campagna francese, gli stessi che abbiamo attraversato nel nostro viaggio per venire fin qui. Addirittura ad un certo punto la storia passa per Chavannes, un paesino dove siamo stati anche noi!




Nel centro di Etretat a fianco di case antiche ce ne sono anche di più recenti ma tutte fatte con una certa attenzione alle linee stilistiche tradizionali della zona. Come ogni posto turistico anche qui il centro cittadino è invaso da negozi di souvenir e da ristoranti. Alla sera quindi per cenare non ci sono problemi di scelta e con una cifra ragionevole ci siamo fatti un'abbondante cena principalmente a base di cozze.
Dopo cena, facendo una passeggiata sul lungomare, abbiamo casualmente incontrato la stessa coppia di italiani conosciuti al campeggio di Vernon. Con il buio della sera le scogliere ai lati del paese sono illuminate da potenti riflettori e appaiono ancora più spettacolari.




Un'altra sera, mentre eravamo sdraiati sulla spiaggia a goderci quel momento di tranquillità che c'è quando la maggioranza è già andata a cena e in giro c'è poca gente, ad un certo punto le grida dei gabbiani e la brezza fresca che arriva dal mare all'imbrunire sono state accompagnate dal suono di una cornamusa. Lo stesso suonatore l'abbiamo poi incontrato poco dopo al ristorante che cenava con altri suoi amici, e mi sono fatto l'idea che fossero parte di una banda di cornamuse di rientro dal festival interceltico di Lorian, in Bretagna.




Tanti anni fa avevo visto un film che si intitolava "Il raggio verde" nel quale i protagonisti parlavano del buon auspicio che porta vedere un certo fenomeno ottico particolarmente raro: il raggio verde, appunto. Si tratta del fatto che l'atmosfera terrestre scompone la luce solare allo stesso modo di come fa un prisma, sia pur in maniera molto meno evidente. Questo avviene al tramonto quando il sole è molto basso e attraversa quindi un grande strato di atmosfera. A causa di questa scomposizione l'ultimo raggio di sole, scomposto nei suoi colori, svanisce progressivamente lasciando il verde come ultimo colore. È questione di un attimo, e sono necessarie particolari condizioni di limpidezza all'orizzonte, ed è quindi estremamente raro poter assistere a questo fenomeno.
Per anni ho pensato a questa storia del raggio verde. Ogni volta che osservavo un tramonto sul mare mi tornava in mente e sono stato attento all'ultimo attimo, ma mai sono riuscito a vedere il raggio verde. Quest'anno, per la prima volta, ad Etretat, io e Dany abbiamo finalmente visto una sera questo brevissimo debole puntino verde all'orizzonte! O forse abbiamo sognato ad occhi aperti?




Su un lato del paese, sopra alla scogliera, c'è un campo da golf. Nello stretto spazio tra il campo da golf e il mare passa il sentiero che sale sulla scogliera passando per punti particolarmente panoramici, e anche particolarmente a strapiombo sul mare.
Dall'alto si vede bene come la bassa marea ha esposto una vasta area di pietre e alghe dove parecchi turisti vanno a curiosare tra granchi e molluschi. Anche Dany ci è andata ma poco dopo se ne è tornata indietro infastidita: c'era rimasto ben poco da vedere a causa di tanti turisti che erano lì in preda alla frenesia di raccogliere tutto quello che trovavano. Peccato.




Gli ultimi momenti di riposo ad Etretat sono stati dedicati alla lettura sulla spiaggia, a passeggiare ancora sulle scogliere, e abbiamo anche avuto l'occasione di assistere alla sera ad un concerto rock sul lungomare, concerto organizzato da una radio locale della Normandia. Non siamo invece andati a visitare la casa dove visse lo scrittore Maurice Leblanc, autore di Arsenio Lupin.











martedì 18 Agosto: da Etretat a Rouen. Km 88.7



Non abbiamo ancora deciso in che modo tornare indietro. Un'idea era quella di lasciare tandem e bagagli in campeggio e di prendere un treno veloce fino in Svizzera dove avremmo preso l'auto per venire a recuperare il tutto. Però da Etretat non è così immediato rientrare in treno e perciò abbiamo deciso di tornare in bici almeno fino a Parigi. Quindi con questa prima tappa siamo tornati fino a Rouen.




Eccoci quindi a ripercorrere lo stesso percorso dell'andata. Abbiamo valutato se era possibile fare una strada diversa ma avremmo dovuto percorrere strade più trafficate e perciò l'abbiamo evitato. Appena partiti da Etretat abbiamo visto in un paio di occasioni gente accampata per la notte in aree picnic ai lati della strada, segno che il grande afflusso turistico ad Etretat satura la disponibilità di pernottamento.
Siamo quindi passati di nuovo sotto al grande viadotto sul quale passa il treno nei pressi di Mirville, e abbiamo seguito lo tesso tracciato del viaggio di andata eccetto che tra S. Nicolas e S. Gertrude dove abbiamo casualmente preso una scorciatoia, una piacevolissima stradina in leggera discesa tra i boschi.




A Caudebec non riusciamo a trovare un negozio di alimentari dove poter comprare il necessario per il pranzo, e allora chiediamo informazioni alla postina che ci svela dove è nascosto un supermercato. A Caudebec, come in tutti gli altri posti che abbiamo visto, la posta viene consegnata con la bicicletta, una bici massiccia fatta apposta per questo uso.




Il ponte che all'andata scompariva nella nebbia ora si rivela in tutta la sua imponenza. È interessante ripassare per gli stessi posti visti nel viaggio di andata, l'avevamo già sperimentato nell'estate del 2007 quando andammo, con i bagagli su due bici singole, da casa nostra fino in Veneto e ritorno. Durante il viaggio di ritorno si riconosce un posto e ci si aspetta il seguente, spesso stupendosi che la distanza che li separa non è mai quella che ci si ricordava, talvolta si ha l'impressione di dover arrivare da un momento all'altro e invece si continua a pedalare, altre volte i luoghi arrivano improvvisi e inattesi, altre volte la diversa angolazione con cui si vedono ce li fa apparire nuovi e diversi.




Questa volta a Rouen il tempo è splendido e quindi andiamo in campeggio. Il campeggio è nella periferia nord della città, è modesto ma pulito e ordinato e si trova proprio in una stradina di fronte al bar dove avevamo fatto colazione all'andata. Eravamo infatti usciti dall'albergo molto presto al mattino senza aver fatto colazione e ci eravamo quindi fermati in questo bar. Non avevano ancora ricevuto il rifornimento giornaliero di brioches ma ci avevano preparato pane burro e marmellata. La coppia dei gestori si era interessata al nostro viaggio e ci aveva fatto parcheggiare all'interno di un loro cortiletto privato.




Il centro di Rouen lo avevamo già visitato all'andata e allora questa volta ci dirigiamo verso la zona del porto fluviale. Ci aspettavamo di poter curiosare tra navi ormeggiate e gru al lavoro ma invece abbiamo trovato solo qualche rimorchiatore attraccato al lungofiume e nessun movimento. In compenso siamo passati sotto ad un modernissimo ponte levatoio, un ponte stradale che ha i segmenti centrali che si possono sollevare tramite delle imponenti carrucole.




Abbiamo poi capito che la zona portuale è stata spostata da un'altra parte. Però qui, sul lato verso il centro cittadino, sono rimasti tutti i vecchi magazzini che sono stati restaurati e riutilizzati come locali pubblici: palestre, scuole di ballo, bar e ristoranti. Ed è ai tavolini all'aperto di uno di questi ristoranti che ceniamo, mentre sul lungofiume passano in tanti che corrono, vanno in bici o in pattini a rotelle.
Dopo cena completiamo il giro in bici sul lungofiume, passando accanto a grandi chiatte da lavoro a bordo delle quali abita il personale. Seguendo la passeggiata lungofiume arriviamo fin proprio davanti alla zona del centro storico, dove troviamo ormeggiati dei grandi battelli da crociera fluviale, specie di alberghi galleggianti dentro i quali si vedono sale bar e night club.











mercoledì 19 Agosto: da Rouen a Mousseaux. Km 85.7



Anche per questa tappa la strada è stata identica a quella del viaggio di andata, con le stesse ripide discese e le altrettanto ripide salite. Appena fuori dal campeggio siamo passati davanti al bar dove all'andata avevamo fatto colazione, dalla vetrina si vedeva la coppia dei gestori all'interno, e allora gli abbiamo fatto una scampanellata passando e loro ci hanno riconosciuto e salutato.




A Pont de l'Arche un tale dalla finestra ci vede passare e ci saluta calorosamente levando il alto il pugno chiuso! Evidentemente viaggiare in bici è una cosa da rivoluzionari!
Poco dopo affrontiamo a velocità alquanto ridotta una ripida e lunghissima salita. Il viaggio in bicicletta è un viaggio a bassa velocità e a forte contatto con il mondo circostante. Si vedono le cose con calma, si ha tempo di osservare con attenzione quali tipi di fiori crescono spontanei sul bordo della strada, e talvolta si notano anche cose curiose e strane. Ad esempio lungo questa interminabile salita ci siamo accorti che lungo il bordo della strada c'erano ogni tanto delle piccole fialette di plastica, tipo quelle dei medicinali, senza scritte e ancora sigillate, ma erano a decine e decine sparpagliate uniformemente per un tratto di un paio di chilometri. Chissà quale storia avevano da raccontare: chi le aveva perse? cosa contenevano? qualcuno le aveva poi cercate affannosamente e inutilmente?




Poco prima di arrivare a Vernon ci siamo fermati in un grosso Garden Center dove Dany ha fatto scorta di bustine di sementi di fiori e ortaggi di varietà locali che da noi difficilmente si trovano. Nel frattempo io ho valutato sulla cartina stradale che, anzichè affrontare la salita per andare al campeggio di Vernon, avremmo potuto andare avanti ancora un po' in direzione di Parigi e cercare un campeggio un po' più avanti, così da avere meno chilometri da percorrere il giorno dopo.
Ci siamo perciò fermati in centro a Vernon all'ufficio del turismo per chiedere indicazioni per qualche campeggio un po' più avanti. Ci hanno indicato un campeggio a circa 20 Km e allora abbiamo pranzato in centro e poi ci siamo andati.




Ma eccoci ancora una volta nel famigerato tratto di strada con i lavori in corso, in quello stesso tratto dove all'andata avevamo formato dei piccoli incolonnamenti di auto a causa del nostro avanzare lento e dell'impossibilità per le auto di superarci. E anche questa volta la scena si è ripetuta più o meno con la stessa modalità, e con la stessa calma da parte degli automobilisti a capire e sopportare pazientemente la situazione.




Il campeggio che raggiungiamo si trova a Mousseaux, ed è un campeggio in mezzo ad un bosco sulla riva della Senna. È sostanzialmente un campeggio di stanziali e noi, oltre ad un camper di tedeschi, siamo gli unici di passaggio. Ci sono molte famiglie e verso sera si vedono arrivare tantissime persone che visibilmente sono di ritorno da una giornata di lavoro.
Qui è la prima e unica volta in tutto il viaggio che veniamo infastiditi dalle zanzare e dobbiamo cospargerci con il repellente.
Il sole è molto forte e fa molto caldo, passiamo il pomeriggio riposandoci all'ombra a leggere, e sul tardi andiamo a rinfrescarci un po' su un piccolo pontile galleggiante dove una numerosa famiglia è alle prese con le canne da pesca.











giovedì 20 Agosto: da Mousseaux a Parigi. Km 77.8



Avendo fatto qualche chilometro in più il giorno prima, questa tappa risulta leggermente più corta e ci permetterà di arrivare a Parigi abbastanza presto.




Al mattino ci alziamo presto come al solito, ma a differenza di tutti gli altri campeggi in questo ci sono già molte persone sveglie e che si preparano per lasciare la famiglia in villeggiatura e uscire per la loro giornata di lavoro. Sono i tanti che abbiamo visto arrivare la sera prima.
Bellissimo il primo tratto di strada che costeggia il bordo della Senna, dove ad un certo punto c'è una grande chiusa presso la quale una grossa chiatta aspetta il suo turno per passare.
La temperatura oggi è decisamente migliore, il cielo è leggermente velato e si viaggia molto meglio. A fianco della strada, in un grande campo di grano tagliato, ci sono decine di leprotti selvatici. Ci fermiano qualche chilometro dopo per la nostra abituale pausa di metà tappa e mentre mangiamo un po' di frutta arrivano un paio di ciclisti locali che si fermano a chiaccherare con noi.




Il viaggio prosegue tranquillo. Questa volta passiamo per il centro di Saint Germain, molto meglio che l'orrenda circonvallazione in cui ci eravamo trovati all'andata. Nei pressi di Chatou ci sono dei cartelli che invitano le auto a moderare la velocità a causa della presenza di scuole; ogni cartello specifica la presenza di 500, 700, o 1000 bambini.
Essendo in anticipo per il campeggio, che apre alle 14:00, andiamo in direzione dei grattacieli della Defense. Dopo numerosi giri e tentativi giungiamo alla conclusione che la Defense è solo pedonale e in bici è impossibile andarci. Riusciamo infine a raggiungere un punto nel viale che dalla Defense va verso l'Arco di Trionfo e possiamo ammirare il colpo d'occhio dei grattacieli.




Pranziamo ai tavolini di una brasserie e poi eccoci di nuovo al campeggio del Bois de Boulogne. Troviamo posto nello stesso identico posto che avevamo all'andata!
Al pomeriggio andiamo in centro in bici, ci facciamo un giro e andiamo alla stazione per cercare di capire se è possibile prendere un treno per rientrare, meglio se direttamente portandoci al seguito la bici e il carrello. I treni che trasportano anche le bici non sono internazionali e quindi, su consiglio di un tale che è in coda con noi alla biglietteria, scegliamo come destinazione Annemasse, la stazione più vicina al confine con la Svizzera, vicino a Ginevra.
Il treno che prenotiamo è per il giorno dopo, con partenza nel pomeriggio, e ci porterà fino ad Annemasse direttamente senza dover cambiare. Questo è un fatto positivo perchè cambiare treno è sempre un po' problematico con il tandem e il carrello pieno di bagagli. Siamo però ancora un po' dubbiosi che effettivamente sul treno lo spazio sia sufficientemente ampio per caricare il tandem, che rispetto ad una normale bici è decisamente più lungo, e anche il carrello che pur non essendo grandissimo non è comunque nemmeno piccolo. Domani scopriremo se è tutto vero, ma per ora, nel dubbio, abbiamo fatto il biglietto pagando una piccola opzione in più che ci permette di cambiarlo o di farci rimborsare interamente se ci fossero dei problemi.




Dopo cena facciamo un giro in bici dalle parti di Les Invalides, passiamo davanti all'hotel dove eravamo stati qualche anno fa per una breve vacanza a capodanno, e facciamo un giro sotto alla Tour Eiffel.
Nel grande prato sotto alla Tour Eiffel c'è una gran moltitudine di persone, sostanzialmente tutti giovani, che stanno facendo picnic per cena. La maggior parte sembrerebbero essere studenti locali che si danno appuntamento qui alla sera. L'ambiente è molto piacevole e ci rammarichiamo di aver già cenato, se solo l'avessimo saputo prima avremmo fatto anche noi picnic qui.
Per rientrare in campeggio si deve attraversare una parte del Bois de Boulogne dove, nel parcheggio sul bordo della strada, sono parcheggiati alcuni camper nei quali lavorano anziane prostitute. Ma proprio anziane!











venerdì 21 Agosto: Parigi.



Al mattino smontiamo con calma, prepariamo i bagagli, e ci avviamo verso il centro. Come prima cosa andiamo fino alla stazione, nonostante il nostro treno sia per il pomeriggio. Vogliamo infatti verificare, guardando altri treni simili, se il tipo di treno che ci hanno prenotato ha effettivamente il posto bici sufficientemente grande per il tandem. Purtroppo constatiamo che i nostri dubbi erano fondati: infatti su quel tipo di treno, che fa parte della categoria TGV, le bici normali si riescono a caricare ma è invece impossibile farci entrare un tandem. Accidenti!
Ci guardiamo intorno e cerchiamo di capire che sigla hanno i treni dove invece lo spazio per le bici è abbondante, e poi torniamo alla biglietteria per cercare di cambiare il nostro biglietto con uno che utilizzi quel tipo di treni.
Alla fine riusciamo a prenotare, ma dovremo cambiare due volte lungo il percorso. Faremo cambio a Dijon e a Lyon, ma viaggeremo su treni di tipo TER che hanno lo spazio biciclette molto più ampio e facilmente accessibile. Questa soluzione è anche un po' meno costosa della precedente e così ci rimborsano la differenza già pagata.
La nostra prenotazione è però per un treno del mattino, che a questo punto è già partito, e quindi la fissiamo per il giorno seguente. Pazienza, vorrà dire che faremo un giorno in più di vacanza a Parigi!
Perciò torniamo a piazzare la tenda in campeggio per l'ennesima volta!




Nel pomeriggio torniamo a farci un giro per Parigi, dove pedalare è veramente agevole. Ci sono piste ciclabili in ogni strada, in forma di corsia riservata alle sole bici nelle strade minori, e in condivisione con la corsia riservata ai mezzi pubblici nei viali più grandi.
In molti posti ci sono grandi parcheggi per le bici, e altre numerose bici sono parcheggiate un po' ovunque, incatenate dove capita. Tra le bici parcheggiate, ogni tanto si vede anche qualche bici alla quale è stata rubata una ruota o magari la sella, altre semplicemente sono state pesantemente danneggiate. È un'immagine che non fa certo piacere, ed è evidentemente un fenomeno abbastanza diffuso, tanto che l'amministrazione ha avviato una campagna di sensibilizzazione su questo problema.




Dopo aver girato per Parigi come dei veri turisti, questo pomeriggio ce lo godiamo come se fossimo dei parigini, con un lungo relax ai giardini pubblici a leggere un libro. Oltretutto si tratta di un libro ambientato a Parigi che quindi amplifica l'atmosfera in cui siamo immersi.




Aver ritardato la partenza di un giorno ci permette di partecipare al grande picnic collettivo che ieri sera avevamo scoperto nei pressi della Tour Eiffel. Giriamo quindi per le stradine nel quartiere lì vicino in cerca di un kebab da portarci al picnic. Fino ad ora non avevamo praticamente mai fatto caso al nome delle vie, ma ora l'occhio ci cade sulla targa della strada dove compriamo il kebab: si tratta di Rue de Grenelle, la stessa via dove è ambientato il libro che stiamo leggendo! Che sorpresa!
Eccoci poi sul prato sotto alla Tour Eiffel, anche noi tra mille in questo affollato, enorme, bellissimo picnic.
Ma al rientro in campeggio ci aspetta ancora una piccola sorpresa: mentre sorseggiamo un caffè, che ci siamo preparati prima di andare a dormire, spunta da sotto un cespuglio un riccio, si fa un giro, dà un'occhiata e poi se ne va. Sarà un segno del distino, ma il libro che stiamo leggendo si intitola proprio "L'eleganza del riccio"!











sabato 22 Agosto: da Parigi a Annemasse in treno.



Oggi tutta la giornata è dedicata al viaggio in treno. Da Parigi (stazione Bercy) a Dijon, poi da Dijon a Lyon, e infine da Lyon a Annemasse.
Non abbiamo informazioni riguardo ad Annemasse, non sappiamo se c'è un campeggio, vedremo, andiamo un po' all'avventura.




Bella Parigi al mattino presto, senza traffico, senza turisti. Alla stazione Bercy, che è molto vicina alla Gare de Lyon, arriviamo con un po' di anticipo e mentre aspettiamo arrivano un paio di treni dai quali scendono letteralmente migliaia di persone. Un fiume umano impressionante!
Sul nostro treno carichiamo senza problemi sia il tandem che il carrello. Il posto per le bici prevede che queste vengano appese in verticale. Il tandem è ovviamente troppo lungo ma messo un po' di traverso ci sta comodamente. Sotto a lui parcheggiamo il carrello e fissiamo sia il tandem che il carrello con qualche cinghia, giusto per essere sicuri che gli ondeggiamenti del treno non causino problemi.




Sia sul treno del primo tratto, da Parigi a Dijon, che in quelli successivi, non c'è troppa gente e si viaggia tranquilli. Addirittura nei primi due tratti abbiamo a nostra disposizione un ampio spazio vicino a dove è sistemato il tandem. Sarebbe lo spazio riservato ai disabili, ma non essendocene a bordo lo occupiamo noi. Quindi il viaggio è rilassante, abbiamo modo di completare la lettura del nostro libro, di guardare il panorama, e in qualche punto del primo tratto anche di riconoscere strade sulle quali siamo passati durante il viaggio di andata.
Facciamo pausa a Dijon e passiamo l'attesa all'interno della stazione per pranzare ai tavoli di un bar. Scendere nel sottopassaggio con il tandem e il carrettino non è troppo difficile. Lo facciamo in due tempi, prima la bici e poi il carrello, prendendoli in due, uno per parte, e sollevandoli.
Nella stazione di Dijon incontriamo un'altra coppia di cicloturisti con uno strano tandem: la metà anteriore è di tipo recumbert con il passeggero semidisteso, mentre la metà posteriore è in assetto normale e ospita il guidatore. Il guidatore, benchè posto dietro, è in posizione più elevata e ovviamente ha tutta la visibilità necessaria per poter guidare.




Una sbirciatina nella cabina di pilotaggio del treno.
Nel tratto da Dijon a Lyon c'è anche sul treno un'altra bici. Appartiene ad un ragazzo che scende pure lui a Lyon e che ci indica che in quella stazione c'è, oltre alla scala, anche un lungo scivolo per scendere nel sottopassaggio, molto comodo per portare giù la bici.
Il tratto da Lyon ad Annemasse diventa progressivamente più montuoso e ad un certo punto passa attraverso strette valli dal panorama affascinante.
Questo treno, dopo Annemasse, si dividerà in due parti che prenderanno due destinazioni diverse. Man mano che ci avviciniamo cresce quindi un po' di agitazione tra alcuni ragazzi che cercano con ansia un controllore o il capotreno per avere chiarimenti su quale pezzo di treno va dove.
Noi chiediamo alle persone che si apprestano a scendere ad Annemasse se sanno indicarci un campeggio, ma tutti ci dicono che il campeggio non gli risulta esserci. Appena scesi dal treno chiediamo al capostazione che anche lui ci conferma non esserci alcun campeggio, però ci indica un hotel in centro. Scopriamo poi che quello è l'unico hotel di Annemasse, il quale fortunatamente ha un piccolo locale chiuso a chiave entro il quale possiamo mettere il tandem e il carrello per la notte.











domenica 23 Agosto: da Annemasse a Savigny. Km 85.1



Ultimo giorno di viaggio. Non abbiamo fretta di arrivare a destinazione perchè non abbiamo la necessità di trovare posto in campeggio, ma partiamo ugualmente presto per poter sfruttare il fresco del mattino.




Una simpatica avventura appena svegli: alle 5:30, aveva da poco suonato la sveglia, avevamo appena acceso la luce nella nostra camera d'hotel, quando ci sentiamo chiamare dalla finestra! La nostra camera era al primo piano e a chiamarci era il proprietario dell'hotel che ci chiedeva aiuto. Infatti si era inavvertitamente chiuso fuori e ci ha chiesto di andare al piano terra ad aprirgli dall'interno!
Dopo aver fatto colazione in hotel chiediamo alla cucina se ci possono preparare dei panini per il pranzo, panini che non ci faranno pagare, in segno di ringraziamento per avergli aperto la porta al mattino!
E finalmente partiamo per la nostra ultima tappa. Tra Annemasse e Ginevra non c'è separazione, e l'unico segno che ci fa capire di aver cambiato città è il posto di frontiera tra le case. Non c'è nessuno e passiamo senza fermarci.




A Ginevra avremmo voluto vedere il getto della famosa fontana in mezzo al lago, ma invece niente, non è in funzione. Forse viene attivato più tardi, non così presto al mattino. Lasciando Ginevra il tratto di strada lungo il lago fino a Rolle è dotato di un'ottima corsia ciclabile. Separata dalla strada da un piccolo scalino, scorrevole, con diritto di precedenza sulle strade di accesso laterali. Ottima.
Spesso passiamo vicino al lago, e altrettanto spesso la strada si sposta più sull'alto e offre ampi panorami.




Il clima mite dovuto al grande lago consente la presenza di grandi frutteti. Ad un certo punto ci supera un ciclista con bici sportiva, il quale si complimenta per quanto andiamo forte! In effetti il tandem, unendo le forze di due persone, consente una notevole velocità, nonostante il carrettino con i bagagli. E poi, beh, sarà anche che ormai le gambe sono allenate dai tanti chilometri che abbiamo percorso in questi giorni!
In senso opposto passano numerosi ciclisti sportivi ma, a differenza di come accedeva in Francia, qui sono poco inclini ai saluti...




A Rolle ci fermiamo ai giardinetti nei pressi del castello sul bordo del lago, dove vediamo parcheggiato un tandem carico di bagagli! Ma i due ciclisti non ci sono.
Facciamo la nostra solita pausa per mangiare un po' di frutta, ci rilassiamo e ci godiamo il lago.





Avvicinandoci a Lausanne troviamo indicazioni di piste ciclabili, e chiediamo anche informazioni ad altri ciclisti, ma inevitabilmente queste ci consentono di fare solo tratti modesti e poi ci rimandano sulla strada principale. Comunque, essendo domenica mattina, non c'è traffico e si viaggia bene anche sulla strada principale.
Ad un certo punto vediamo uscire da un cortile condominiale un altro tandem! In totale durante tutto il viaggio arriveremo a vedere ben 7 tandem. Forse è perchè ora ci facciamo maggiormente caso, ma in passato non ricordiamo di aver visto così tanti tandem.




Alle porte di Lausanne troviamo dei grandissimi giardini pubblici in riva al lago, dove tanta gente sta facendo picnic. Il posto è piacevole, ci cerchiamo un angolino tranquillo e ci sistemiamo anche noi per il pranzo. Mangiamo i nostri panini, un po' di frutta, e ci facciamo pure il caffè con il nostro fornellino da campeggio.
Dopo pranzo ci rilassiamo un po', finiamo di leggere le ultime pagine del nostro libro, e ci facciamo anche una breve dormita!




Savigny si trova poco sopra Lausanne, e quindi dobbiamo attraversare la città e poi salire ancora fino in cima alla collina. Credo che queste siano le salite più ripide che abbiamo fatto in tutto il viaggio! Il centro di Lausanne è ripidissimo, strade strette e autisti di autobus impazienti, e gli ultimi chilometri prima di Savigny sono molto faticosi. Inoltre fa molto caldo.




E finalmente arriviamo a destinazione. Ad attenderci troviamo mia zia Claudia, mia cugina Diane e suo figlio Noè. Zia Claudia vuole provare che effetto fa viaggiare sul tandem e facciamo un brevissimo giro nella stradina davanti a casa sua.
Restiamo un paio di giorni qui, visitiamo Vevey, e passiamo un'intera giornata sul lago, attraversandolo con il battello a ruota, andando a vedere dove il Rodano entra nel lago, visitando Montreux.

E infine torniamo a casa caricando il tandem e il carrello sull'auto, e pensando a quale sarà il prossimo viaggio in bici...





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