Intervista al regista Michele Placido
 



[...] <<Avrei dovuto fare una commedia, ma ero indeciso, non trovavo l'idea giusta. Sono entrato per caso in una libreria e ho visto il libro. Come mi era capitato con Mery per sempre, prima ancora di aprire il libro, sapevo che quello sarebbe stato il film>>, dice Michele Placido, affascinato <<dall'idea di due letterati che si scrivono delineando un movimento sentimentale continuo: ogni lettera è un colpo di scena>>.
Si può definire un incontro d'amore?
<<E' la storia di una grande passione, un incontro di sentimenti e di rabbia. Vivere con qualcuno che non è umanamente "presentabile" è una grande sfida per Sibilla, ma lei vuole entrare nel mondo di lui, un mondo controcorrente. In un momento in cui gli intellettuali sono per l'interventismo e per la guerra, Campana va in altre direzioni, cerca i valori dell'esistenza nella natura, critica la propaganda, se ne frega della guerra, con un atteggiamento che è espressione di furore e di protesta, un'alternativa al conformismo. [...] Anche la Aleramo era contro la guerra, scriveva articoli a favore del voto delle donne, era impegnata nelle battaglie civili. Era una di quelle donne che aprono la strada>>.

E Campana da cosa è attratto?
<<Forse si aggancia a un amo che lo aiuti a non scivolare nella follia definitiva. E Sibilla è una delle donne più belle e più desiderate d'Italia, e anche più criticate. Con Una donna, in cui raccontava il suo dolore di ragazza che, incinta, aveva dovuto sposare l'uomo che l'aveva stuprata e poi aveva abbandonato per sempre marito e figlio, aveva stupito e affascinato, ma poi erano arrivate le polemiche. Era troppo bella, intelligente, spregiudicata, aveva avuto troppi amanti: non poteva che scatenare diffidenza e critiche>>.

Si è scritto che dietro la ricerca di amanti più giovani ci fosse la nostalgia per il figlio abbandonato...
<<Secondo me cercava la sua adolescenza negata, una freschezza e un'innocenza che non trovava negli adulti, e anche Dino cercava l'innocenza. In fondo erano due disperati, senza una casa, senza una sistemazione. "Attenzione, non lo travolgere", aveva detto Cena a Sibilla. "Lui ha travolto me", gli scrisse lei. E' una donna vissuta senza limiti, diventata padrona di se stessa: ha amato chi ha voluto, pagando con il dolore.

Per lei Campana è un genio o un matto?
<<Oggi forse sarebbe considerato un tipo stravagante, un solitario, come tanti poeti che sfogano la rabbia nel dolore. Il film è un omaggio al mistero della poesia, io amo la poesia, quando sto male leggo una poesia. Amo Montale, Bertolucci. E amo Pascoli. Forse perché lo recitavo così bene che quando a scuola arrivava il direttore la maestra chiamava sempre me a leggerlo. Ed è così che è nata l'idea di fare l'attore>>.
 

(da "La Repubblica")

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