Del suo personaggio Stefano Accorsi sapeva poco, prima di cominciare il film: <<Al liceo il '900 viene appena toccato. Io mi ricordavo: Dino Campana, poeta notturno. E poi che era un gran camminatore, che era nato a Marradi, sull'Appennino. Un vero peccato, se avessi potuto studiarlo di più, mi sarei certamente identificato>>. Prende un libro con i versi del poeta <<Parlava ai ragazzi, che vedeva nella loro purezza non intaccata da ciò che lui odiava, la cultura borghese che si schiera con il potere per sopravvivere. Una persona fragilissima, che aveva difficoltà a entrare in relazione con il mondo dei letterati, col mondo convenzionale, catalogato. Insomma un personaggio, e questo è tipico di un film di Michele, di quelli a cui vorresti dire: senti, vieni qua, ci penso io a te, ti proteggo io. Mi piacerebbe farne un ritratto che non lo tradisca nello spirito>>. (da
"Panorama")
Dino
Campana secondo Stefano Accorsi: <<Un uomo forte e fragile allo stesso
tempo, agitato da sentimenti fortissimi e opposti. Pronto all'insulto e
alla violenza fino a sfidare qualcuno a duello, poi capace di scrivere
lettere di scuse miti e gentili. Io lo vedo come un uomo libero in una
gabbia, uno che sentiva il desiderio di andarsene fuori da tutto, ma aveva
anche bisogno di soldi, gli era impossibile staccarsi definitivamente dalla
famiglia>>. [...]
(da
"La Repubblica")
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